Le battaglie di queste settimane contro la riforma Gelmini della scuola, fatte dai cittadini, dagli studenti, dagli insegnanti e dalle forze politiche come il Partito Democratico producono i primi effetti.
E’ di oggi, infatti, la notizia che un emendamento presentato dal relatore di maggioranza al Senato farà slittare alcune delle scelte annunciate qualche settimana fa.
Insomma, un primo chiaro passo indietro del Governo Berlusconi.
Nel merito è rinviata la chiusura delle scuole con meno di 50 alunni e l’obbligo per le Regioni di presentare il piano di ridimensionamento entro il 30 novembre 2008 ed il conseguente commissariamento per quelle inadempienti.
Tutto è per ora rinviato al 2010, ma solo con l’accordo degli enti locali.
Dopo l’opposizione compatta al ridimensionamento della scuola e le manifestazioni, civili e partecipate, di gran parte della società italiana, il governo ha fatto un chiaro passo indietro. Speriamo non l’unico.
Infatti, rimangono in piedi le preoccupazioni sulle scuole primarie con i tagli al tempo pieno e resta in piedi il progetto del maestro unico alle elementari con 10 mila posti in meno nel 2009, ed in più i tagli dei fondi all’università.
Ora è necessario riaprire un confronto a tutto campo, e speriamo che il governo lo faccia, per discutere la riorganizzazione dei servizi scolastici fermo restando il carattere irrinunciabile del diritto allo studio.
Per questo rimane in piedi l’impegno e la mobilitazione del Partito Democratico su questo tema così delicato per il futuro del nostro paese.
Esecutivo PD VCO – PD Ufficio Stampa