Numerosi partecipanti, ieri sera a Palazzo Flaim di Verbania, hanno assistito all’iniziativa sui temi della scuola promossa dal Partito Democratico.
Presenti come relatori l’assessore regionale all’Istruzione Giovanna Pentenero, il presidente nazionale dell’UNCEM Enrico Borghi, nonché l’ass. provinciale Liliana Graziobelli e la resp. Scuola della CIGL del VCO Gabriella Prandi.
Ha destato preoccupazione e sconcerto la mera “cronologia dei fatti” che Borghi ha presentato, come introduzione, agli intervenuti, dove si evince che il disegno politico del governo nazionale non è riformare la scuola, con la scusa dei risparmi, ma è un’accavallarsi di proposte e modifiche, successive l’una all’altra, che porteranno, tra l’altro, a penalizzare le zone più periferiche, le strutture più piccole, contrariamente a quanto annunciato dall’On. Cota (Lega Nord), nella medesima sede circa un mese fa, e cioè la salvaguardia dei plessi scolastici nei territori collinari e montani. Un disegno che, come anche sottolineato da alcuni interventi dei partecipanti, diminuisce la qualità formativa degli studenti, senza tenere conto di esigenze territoriali, di programmazione, di investimenti già realizzati dagli enti locali. l’assessore Regionale ha sottolineato il costante impegno del Piemonte nei confronti della scuola, con aiuti diretti alle famiglie, borse di studio, agevolazioni, e investimenti diretti nelle strutture e nella formazione e ha ribadito la totale contrarietà alla “riforma” Gelini, soprattutto per la confusione e il metodo utilizzato dal governo per ottenere ciò che in realtà non è nell’agenda del Ministro dell’Istruzione ma bensì in quello dell’Economia; un errore, quello iniziale, che a cascata ne farà seguire tanti altri portando confusione tra i genitori, gli insegnanti e all’interno mondo della scuola.
La conclusione degli accordi tra Ministero ed enti locali che porteranno a numerose modifiche nell’orario, nell’offerta formativa, nel personale a disposizione di ogni scuola, contrariamente a quanto richiesto da alcune regioni e da altri realtà territoriali, avverrà (“ovviamente”), per volere del governo, dopo le elezioni amministrative ed europee di giugno.
Sono gli stessi genitori, o almeno coloro che hanno avuto modo di approfondire questa vicenda, che si ritrovano preoccupati per i loro figli, non sapendo se le scelte fatte in passato potranno essere portate avanti, se ci sarà o meno la possibilità di avere un orario più flessibile ma comunque prolungato e non ridotto, se la loro scuola ricadrà in quelle al di sotto dell’asticella imposta dal governo, per cui è prevista la chiusura oppure no.
Il Partito Democratico si muoverà sulla strada della riforma della scuola, tenendo ben presente che una razionalizzazione deve essere fatta ma questa, deve evitare nel modo più assoluto la riduzione della qualità formativa della nostra scuola e la salvaguardia del diritto all’istruzione per tutti i ragazzi, dalla scuola primaria in avanti.