È stato approvato dal Consiglio Regionale il Testo Unico sulle aree protette, una delle leggi più importanti dell’VIII legislatura. Con il “via libera” a questa legge – della quale sono stato relatore in aula – si è ottenuto un traguardo importante che conclude un lavoro molto lungo e laborioso, iniziato nel 2006. In un unica legge – abrogandone ben 150 – viene riassunto l’intero tema della tutela del territorio naturale piemontese, riconducendo la politica della salvaguardia ambientale alla pianificazione territoriale, coinvolgendo attivamente le comunità locali, accorpando e riducendo della metà gli enti di gestione. Nel VCO avremo l’ente delle aree protette dell’Ossola che raggrupperà l’attuale parco Veglia-Devero con quello di Antrona ( quando verrà costituito) mentre la riserva di Fondotoce farà parte dell’ente delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore. La tutela viene esercitata sul Sistema delle aree protette (parchi e riserve) e sulle aree facenti parte della Rete Natura 2000 definita da Direttive Europee. Uno dei passaggi salienti ed innovativi del Testo Unico sarà proprio la realizzazione della rete ecologica attraverso l’integrazione e la regolamentazione dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciale, che sono complementari e differenti rispetto al trentennale sistema naturale della aree protette, attuando così le direttive comunitarie "Habitat" e "Uccelli". Con il Testo Unico viene rimarcata l’indispensabilità di un coordinamento permanente delle politiche di tutela con quelle urbanistiche e territoriali per ottenere un completo governo del territorio. (segue)In quest’ottica la Carta della Natura Regionale costituisce stralcio del Piano Territoriale Regionale. Sottolineo anche l’importanza del Piano Economico Sociale, redatto dalla Comunità dell’Area Protetta, che rappresenterà il principale strumento di indirizzo e di definizione delle politiche del territorio.
Si prevede anche la valorizzazione dei parchi internazionali e interregionali, rendendo possibile agli enti gestionali per le aree naturali protette di procedere a collaborazioni internazionali e interregionali. Aumenterà il potere decisionale affidato al territorio attraverso la valorizzazione della comunità delle aree protette, rinsaldando quel “patto” tra territorio ad alto valore ambientale e popolazioni locali che rappresenta l’unica vera “chance” per una tutela attiva e positiva. Stesso discorso per le attività produttive che, dentro un quadro di compatibilità ambientali, non solo potranno svolgersi nelle aree protette (come già oggi accade) ma rappresenteranno un’occasione (come accade per il turismo, per l’agricoltura o la zootecnia, per le produzioni tipiche) per dare più valore a queste realtà. Abbiamo definito puntualmente i criteri di tutela e – nel caso dei Sacri Monti – si è convenuto sulla scelta di un unico ente gestionale per le sette realtà che rappresentano un patrimonio ambientale, devozionale ed architettonico di notevole pregio. Non solo: per ogni Sacro Monte, dove la rappresentanza sarà paritetica tra comunità religiosa e rappresentanza istituzionale, sono state messe in luce le “vocazioni” affinché possano svolgere un ruolo di riferimento e di “capofila”. Ad esempio, il Calvario di Domodossola sarà il centro più importante per le attività religiose e devozionali, quello di Oropa per il turismo, quello di Varallo Sesia per le opere di restauro e conservazione.Con questa riforma, il Piemonte si conferma come la regione capofila nelle politiche di tutela dell’ambiente e del patrimonio naturalistico. Una politica, non va dimenticato, inaugurata in Italia proprio dalla Regione Piemonte a metà degli anni ’70 con l’istituzione del primo parco regionale che, guarda caso, si trovava proprio nel VCO, ai confini con la Svizzera: la bellissima conca alpina dell’alpe Veglia.
Marco Travaglini, consigliere regionale Pd