Veniamo a conoscenza oggi, dalle pagine nazionali de La Stampa e di altri quotidiani, che la scelta di inserire nelle liste Pdl degli Italiani all’estero l’attuale senatore Nicola Di Girolamo (di cui è stato chiesto l’arresto nell’ambito dell’inchiesta sul riciclaggio con l’accusa di violazione della legge elettorale ‘con l’aggravante mafiosa’) è opera … indovinate di chi? … del deputato/sindaco di Verbania Marco Zacchera.
Lo “incastra” per benino il suo amico di partito Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato che afferma: “Se volete sapere come salta fuori Di Girolamo, chiedete a Zacchera, è lui che si è occupato delle liste”.
“Qualcuno mi indicò Di Girolamo – risponde Zacchera al giornalista Mattia Feltri – ma francamente non ricordo chi”. Non ricorda? Si domanda stupito il giornalista. E no, Zacchera non ricorda perché la candidatura di Di Girolamo “era inutile…sì andai nel suo studio. E non cercavamo Einstein e Galilei: per essere un candidato destinato alla trombatura, andava più che bene”. Dunque, se a Palazzo Madama c’è un Senatore di cui la magistratura chiede l’arresto per fatti di ‘ndrangheta e riciclaggio, lo dobbiamo alla “lungimiranza” e alla “prudenza” di Zacchera il cui contributo è stato determinante nell’inserimento nelle lista Pdl per le circoscrizioni elettorale estere.
Tanto “era destinato alla trombatura”.
Infatti s’è visto!
Ufficio stampa PD
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