Che fine ha fatto il vicepresidente della giunta regionale Roberto Rosso?
Da quando, durante la due giorni di Consiglio che ha varato bilancio e finanziaria, è brillato per la sua assenza in aula e la sua presenza a Montecitorio, ci aspettavamo un segnale del suo interesse per il Piemonte e per l’importante funzione istituzionale che ricopre. Invece niente.
Deve essere un lavoro molto sotterraneo quello che svolge, da assessore al lavoro, perché in questi giorni, nonostante la manovra economica nazionale e i continui segnali negativi sul fronte occupazione, non lo abbiamo visto molto presente. {mosimage} La speranza è che sia impegnato a scrivere la lettera di dimissioni, in modo da risolvere l’incompatibilità, come gli avevamo consigliato. E che lo stesso stiano facendo il presidente Cota, troppo occupato in trasmissioni televisive a difendere la manovra in quanto deputato, e il consigliere Buonanno.
Ma cosa succederebbe se le dimissioni di Rosso non fossero dalla Camera, cui appare molto affezionato, ma dall’incarico di vicepresidente assunto meno di due mesi fa? Credo che il presidente
Cota si renda conto che un rimpasto di Giunta, così in fretta e per un ruolo così importante, non sarebbe un buon segnale per il Piemonte e certificherebbe la sua debolezza nella formazione di un governo
regionale incapace di reggere per due mesi.
Aldo ReschignaUfficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico