Presentazione del libro “Una storia silenziosa. Gli italiani che scelsero Tito”

Giovedì 16 settembre alle ore 21 presso la "Casa della resistenza" a Verbania Fondotoce, presentazione del libro "Una storia silenziosa. Gli italiani che scelsero Tito" di Luigi Lusenti.
Sarà presente lo stesso autore, introducono marika Spezia e Gian maria Orttolini. In collaborazione con Biblioteca Aldo Aniasi e Arci VCO.
Luigi Lusenti , Gigi per noi che lo conosciamo da tanti anni e che con lui abbiamo condiviso una parte della storia di ARCI, dice di se stesso: sono nato a Milano il 19 febbraio del 1953. Qui ho frequentato tutte le scuole, fino all’università. Scrivo da sempre. Ho pubblicato: “Profughi – Testimonianze dalla ex Jugoslavia”, “La soglia di Gorizia”, “State lasciando il settore americano” (romanzo), “Vite da cantiere” e “Una storia silenziosa – gli italiani che scelsero Tito”. Nonostante che quasi sempre racconto fatti di storia, non sono uno storico e ci tengo a dirlo. Sono una persona a cui piace raccontare la storia attraverso le vicende di altre persone raccogliendo, a volte, come nel libro che presenteremo, anche le testimonianze dei protagonisti.
Ho la passione per la fotografia. Ho fatto alcune mostre delle mie foto su argomenti quali: la caduta del muro di Berlino oppure sul conflitto in Libano ma anche su alcuni aspetti della città di Milano.

Precari: le iniziative di FLC/CGIL

image La FLC CGIL del VCO ha programmato due fitte giornate di manifestazioni presso l’ufficio provinciale sulla scuola a Verbania Intra:
Lunedì 13 settembre •   ore 12.00  Apertura simbolica dell’ «ufficio dei posti perduti» (Registrazione dei precari che hanno perso il posto di lavoro) • ore 15.00 Tagli… tagli… e ancora tagli: le RSU della CGIL “fotografano” la realta’ della scuola del VCO. Pubblicazione della graduatoria precari “ad esaurimento” e consegna al dirigente dell’USP
Martedì 14 settembre • ore 11.00 Leggiamo insieme il “salva precari” – Guida alla compilazione della domanda • ore 13.00 Spuntino precario – Letture • ore 15.00 Noi come Bialetti: il caffè dei precari – Assemblea dibattito
Al  termine delle procedure di nomina del personale amministrativo, tecnico e docente per l’anno scolastico 2010-11, ancora una volta emerge un quadro drammatico delle prospettive lavorative della provincia e contemporaneamente, si palesa il processo di impoverimento della scuola pubblica. Nonostante le parole trionfali usate dal ministro dell’Istruzione, nonostante la solita cronaca extraterrestre di una scuola perfetta, dove tutto funziona egregiamente e dove chi si lamenta altri non è che un singolo, manipolato da sindacati e forze politiche deviate, ancora una volta, la FLC  CGIL  fotografa una situazione reale diversa dalla fantascienza gelminiana: ancora quest’anno, 118, tra docenti e personale ATA,  hanno perso il loro posto di lavoro. Ancora quest’anno, nonostante i proclami del ministro, la scuola della provincia del VCO e, più in generale, la scuola italiana, si sono impoverite: i tagli imposti dalla cura Gelmini-Tremonti ha fatto sì che in alcuni plessi si verificasse una drammatica assenza di personale ausiliario. è recente la notizia della scuola in cui presta servizio solo un collaboratore scolastico e solo un giorno alla settimana: negli altri giorni non c’è nessuno. Ormai già da qualche giorno in diverse scuole della provincia vi è un solo collaboratore scolastico per un turno: ovvero, in una scuola, un bidello al mattino, uno al pomeriggio. Anche quest’anno, inesorabilmente, il taglio delle ore di inglese alla scuola media è stato portato avanti ―completando― il processo di brutale razionalizzazione delle ore di insegnamento della prima lingua straniera; i dati attuali parlano di 20 insegnanti di inglese in meno e tante occasioni di apprendimento sacrificate a logiche economiche che nulla hanno a che fare con un reale investimento nell’educazione: mentre in Italia, in modo miope, si tagliano, in tre anni, 8 miliardi di euro, in questi giorni il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato un piano straordinario per l’istruzione pubblica con l’investimento di 146 miliardi di dollari. In Italia, davvero, sembra che i ministri Gelmini e Tremonti vogliano sopprimere un futuro dignitoso per le future generazioni.
In ragione di questa nuova emergenza scuola, la FLC CGIL del VCO ha programmato due fitte giornate di manifestazioni, un sit-in presso l’Ufficio Scolastico Provinciale, l’apertura simbolica dell’«ufficio dei posti perduti», a partire da lunedì 13 settembre, primo giorno di scuola.  Nella giornata di martedì le iniziative riprenderanno alle ore 11.00, con la lettura del modulo cosiddetto salva precari  e proseguiranno fino al pomeriggio.  (Programma allegato)
Attraverso la manifestazione del disagio e la comunicazione della fotografia reale

Rimpasto di giunta a Verbania. Zacchera: ma ci prendi in giro?

image Chi si ricorda le motivazioni date dal sindaco Zacchera e da Paolo Preti per giustificare le dimissioni dello stesso Preti, qualche settimana fa, da assessore ai lavori pubblici di Verbania?
La giustificazione era che la nomina di Preti – in un consiglio d’amministrazione di Saia composta da 22 persone – era incompatibile con il fare l’assessore a Verbania.
Il PD aveva affermato che erano motivazioni risibili e le dimissioni erano dettate da altri problemi.
Il sindaco Zacchera aveva tuonato contro di noi affermando che il nuovo ruolo di Preti era davvero impegnativo e che dietro le dimissioni non c’era nessun problema politico/amministrativo.
Succede però che è stato nominato in queste ore assessore a Verbania Luigi Airoldi che di Saia ne è il Presidente.
Perché per il sindaco Zacchera Preti è incompatibile perche è entrato nel CDA di Saia e ha fatto bene a dimettersi da assessore, mentre Airoldi che di Saia è addirittura presidente l’assessore può farlo benissimo ed incompatibile non lo è? Incredibile. Sindaco Zacchera pensi di prendere in giro le opposizioni ed i cittadini di Verbania?
Sottolineando anche il problema del doppio incarico istituzionale (sempre da evitare se fosse possibile) la verità è che su Preti avevamo ragione.
La nomina in Saia era solo una scusa, e le sue dimissioni erano dettate da problemi politici e amministrativi che il sindaco Zacchera ha voluto e vuole nascondere.
Crediamo che sia ora che abbia il coraggio di dire la verità sul caso Preti, che di fatto è stato mandato via, altro che incompatibilità fasulla.
Inoltre questo incredibile balletto di sedie da assessore segnala la debolezza del Sindaco e della sua Giunta che, come a livello nazionale, è sotto il diktat leghista.
Sotto scacco della Lega come dimostrano le dichiarazioni del senatore Montani, in queste ore, che “spara” anche contro il teatro all’Arena.
Tutti segnali di una giunta e di un Sindaco in difficoltà. A Pagarne le conseguenze sono i cittadini di Verbania.

Circolo di verbania
Coordinamento provinciale

Ufficio Stampa PD VCO

I FATTI DI TORINO: NO ALLA VIOLENZA, SI’ ALLA DEMOCRAZIA

image Le vicende accadute ieri alla nostra Festa Democratica nazionale di Torino , con lo squadristico assalto dei centri sociali al segretario della Cisl Raffaele Bonanni,  meritano una netta posizione e una riflessione politica.
La netta posizione è sull’uso della violenza. Purtroppo c’è ancora qualcuno in Italia che ritiene che si possa incidere sulle decisioni politiche urlando, minacciando, impedendo il libero confronto, alzando le mani, minacciando l’incolumità delle persone e mettendone a repentaglio la vita. Non sto esagerando. Ero presente ieri in piazza Castello, ed è esattamente quello che è accaduto. Come se la storia italiana non avesse insegnato nulla, come se la lunga scia di sangue degli anni ’70 e ’80 iniziata con i cattivi maestri e Autonomia Operaia e finita con le mitragliette Skorpio delle Brigate Rosse e le  P 38 di Prima Linea fosse solo un’invenzione, qualcuno vuole far tornare indietro il film e infilare nelle relazioni tra capitale e lavoro lo scontro fisico, la sopraffazione,la violenza (verbale prima e fisica poi). Su questo non possono esserci margini di dubbio, o peggio ancora di ambiguità. Chi ritiene che questi siano mezzi di lotta politica per noi è fuori dal gioco, non è interlocutore e non è nel solco della democrazia. Chi giustifica o avalla simili metodi non è, e non può essere, né nostro amico né nostro alleato. Chi –peggio ancora- strizza l’occhio a questa concezione della politica  è un cattivo maestro da cui guardarsi, e sta in una parte del campo politico che non è, e non sarà mai, la nostra.
In Italia c’è già stato chi, vestito con una maglietta nera (come quella che portavano ieri i ragazzotti dei centri sociali) impediva con violenza il libero confronto democratico: era il fascismo. Ieri come oggi, chi è dalla parte della libertà e della democrazia rifiuta e condanna l’uso della violenza. Senza se e senza ma.

Abbiamo le nostre idee delle relazioni industriali e sindacali, abbiamo opinioni difformi nel merito talvolta con questo o con quel sindacato, con questa o con quella organizzazione di categoria. E la giornata di ieri, con il confronto tra il nostro vicesegretario nazionale e il segretario della Cisl, doveva servire per entrare nel merito del confronto, e cercare il bandolo della matassa di una situazione molto complicata dove si devono legare le ragioni dello sviluppo e della crescita economica con quelle del diritto ad un lavoro dignitoso e adeguato. Impedire questo confronto con prepotenza –in un momento di alta tensione tra le forze politiche e tra le forze sindacali- significa giocare allo sfascio. Noi non ci stiamo, e nell’esprimere la nostra solidarietà alla Cisl e al suo segretario rilanciamo la nostra idea di democrazia, fatta di regole e di diritti, e di libertà, dove le minoranze urlanti e prepotenti non possono sostituirsi alla stragrande maggioranza dei cittadini pensanti.

E c’è una riflessione politica da fare, che parte proprio dai fatti di ieri. Evidentemente c’è qualcuno a cui da fastidio, tremendamente fastidio, un Pd che si mette al centro del dialogo e del confronto, che di fronte allo sfacelo di una destra in preda al collasso punta ad essere il perno e il traino dell’alternativa. Evidentemente c’è qualcuno che preferirebbe spingere il Pd verso l’angolo dorato del frazionismo e dell’estremismo, dove più si urla e meno si conta. E da dove si assistono alle dinamiche fatte da altri, dove  ci si lava la coscienza urlando contro il “padrone” e dove qualche mente fragile mette mano ai razzi da lanciare contro il “nemico di classe”. E’ li che ci portano le predicazioni verbali violente di chi, ogni giorno, non perde l’occasione per cercare di dimostrare la propria presunta purezza per lucrare qualche consenso in più alle nostre spalle e mettere in crisi il nostro progetto politico.
Siamo in mezzo al guado. Anche qui, è già accaduto nella storia che l’estremismo si mettesse in campo per condizionare, spaventare e orientare le forze politiche. Possiamo e dobbiamo fare la nostra parte perché l’uscita dell’Italia dal berlusconismo non significhi l’esplodere del radicalismo e la sconfitta storica del centro sinistra italiano, ma al contrario ne sancisca la maturità e la capacità di guidare un processo di democrazia e di libertà.

Enrico Borghi
Direzione Nazionale PD