BOCCIATA LA PROPOSTA DEL PD DI FINANZIARE NUOVI INTERVENTI DI EDILIZIA SANITARIA, TRA CUI LA SECONDA ALA DEL SAN BIAGIO DI DOMODOSSOLA, SENZA AUMENTARE l’INDEBITAMENTO. UNA DICHIARAZIONE DEL CAPOGRUPPO REGIONALE PD ALDO RESCHIGNA.
Oggi la maggioranza di centrodestra ha bocciato in Commissione bilancio un emendamento alla legge finanziaria presentato dal PD che si proponeva di finanziare nuovi interventi di edilizia sanitaria, sulla base delle necessità emerse dai territori, senza peraltro aumentare l’indebitamento.
Tra gli interventi previsti, bocciati dalla Giunta Cota, anche la realizzazione della seconda ala del San Biagio di Domodossola. Incredibile la giustificazione addotta dall’assessore al bilancio per motivare il suo no alla proposta: l’assessore alla sanità – ha spiegato l’ass. Giovanna Quaglia – non ha ancora definito le priorità di edilizia sanitaria e non può quindi aderire alle proposte del PD. Questo, nonostante la Giunta sia pienamente operativa da sette mesi. Il nostro emendamento proponeva anche di reperire le risorse necessarie per i nuovi finanziamenti di edilizia sanitaria attraverso l’utilizzo dei fondi europei Fas, la vendita di immobili delle Asl non destinati a finalità istituzionali di valore inferiore ai 250 mila euro, la creazione di un fondo immobiliare delle proprietà della aziende sanitarie regionali.
La cecità con cui è stato detto di no alla nostra proposta è pari solo all’indeterminatezza con cui questa maggioranza procede nella realizzazione del nuovo bilancio. Un documento caratterizzato da un forte indebitamento, nel 2011 un miliardo e duecento milioni di euro in più, senza alcuna traccia di maggior efficienza e lotta agli sprechi, in un quadro che rischia di condurre la Regione Piemonte alla bancarotta nel 2012.
Riproporremo lo stesso emendamento nella discussione in aula, che comincerà la prossima settimana, convinti della bontà della proposta e dell’azione che intendiamo proseguire in Consiglio regionale.
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico
Archivio mensile:Dicembre 2010
Il San Biagio e gli elettori leghisti
Pubblichiamo una lettera del coordinatore del circolo PD di Domodossola (Nino Leopardi) al direttore di Eco Risveglio.
Gentile direttore,
approfitto della Vostra ospitalità per un messaggio a quegli ossolani che, normalmente, danno la propria preferenza politica alla Lega (ma anche al PdL) e che sono rimasti perplessi di fronte alla posizione dei propri rappresentanti eletti sulla questione del San Biagio.
A diversi di noi del Circolo PD di Domo, durante la raccolta di firme per la petizione al Presidente Cota per lo sblocco dell’ autorizzazione alla seconda ala di degenza del S. Biagio, è capitato di parlare con concittadini che, dichiarandosi leghisti, in piena sincerità condividevano la nostra iniziativa in difesa dell’ Ospedale. Essi, con altrettanta sincerità, ci dicevano che non potevano firmare un documento PD, appunto perché di “fede” leghista. Ci ha colpiti la chiarezza con la quale, alcuni di essi, motivavano la necessità di mantenere e potenziare il nostro ospedale (la vastità del territorio servito, l’ invecchiamento della popolazione, il favorire lo sviluppo del turismo…) ma, allo stesso modo, ci ha impressionati il senso di smarrimento, di fatalismo, come se opporsi a quanto sta avvenendo fosse uno sforzo vano.
Eh no, cari concittadini leghisti!
Se non lo sapete, ve lo diciamo noi: in Regione, a Torino, non sono lì che aspettano quelli del VCO (e, a maggior ragione, gli ossolani) a braccia aperte. All’ inizio, questo succedeva anche quando, sia in Regione che in Provincia, c’ era il centro sinistra. Per modificare la situazione e spostare investimenti su questo nostro territorio marginale è stato necessario l’ impegno congiunto dei rappresentanti eletti di quella maggioranza, in Regione come in Provincia. Ma dietro – credeteci – c’ era chi, a quegli eletti, ha chiesto continuamente conto del loro operato.
Ora, il nostro scopo non è di “far propaganda”, di elencare la “lista della spesa” fatta per dire “…quanto siamo stati bravi”!
Vogliamo solo segnalarvi che avete eletto , in Regione in Provincia ed al Parlamento, uno “squadrone” che la nostra parte politica non ha mai avuto. Quello “squadrone”, alla prova dei fatti, appare balbettante o, peggio, muto.
Certo, è necessario far cambiare idea a Cota che già a luglio aveva affermato – unico Presidente in Italia – che gli andava bene il taglio della Finanziaria (per il Piemonte sono 400 milioni complessivi)! Lo sappiamo, è difficile, ma Voi, concittadini leghisti (e, più in generale, del centro destra) che credete nella necessità vitale per l’ Ossola di mantenere un Ospedale “efficace”, almeno uno strumento ce lo avete per provare a raddrizzare questa situazione. “Carta e penna” e mandate un messaggio chiaro ai vostri eletti: “il san Biagio si difende ed il consenso non è eterno”.
Noi ci siamo mobilitati perché vediamo buttare all’ aria il delicato equilibrio della Sanità su questo Territorio. Fate anche Voi la vostra parte.
Un cordiale saluto,
Antonio Leopardi, Segretario PD di Domodossola e Trontano.
Presentazione dell’ultimo libro di Giuliana Sgrena:
La Casa della Resistenza e la Biblioteca “Aldo Aniasi” invitano alla presentazione dell’ultimo libro di Giuliana Sgrena “Il ritorno. Dentro il nuovo Iraq” con la presenza dell’autrice. Giovedì 9 dicembre 2010 ore 21.00 presso la Casa della Resistenza in Via Turati 9 – Verbania Fondotoce.
Introduce: Irene Magistrini Lettura di brani scelti: Flavia Lo Nigro ————————————————————————-
“Il ritorno. Dentro il nuovo Iraq”
A cinque anni dal suo rapimento, Giuliana Sgrena è tornata in Iraq. Dapprima timidamente, nella regione di confine controllata dai curdi. Poi, finalmente, a Baghdad. Ora la vita, nonostante lo stillicidio di attentati sanguinari, sembra riprendere i ritmi del periodo di Saddam Hussein. La gente torna a mangiare sulle rive del Tigri e le donne riconquistano una visibilità sociale e politica, tanto da abbandonare il velo. Insomma, la nuova strategia americana di accordarsi con gli anziani dei villaggi sunniti ha di fatto tolto spazio politico alla propaganda armata del fondamentalismo islamista. Ma alla vigilia del “disimpegno” americano nell’area, solo alcuni dei problemi paiono essere risolti. Con grande sensibilità umana e giornalistica, Giuliana Sgrena racconta perché.
Giuliana Sgrena
Inviata de “il manifesto”, ha sempre seguito con grande passione l’evolversi della situazione in Iraq, Somalia, Palestina, Afghanistan e Algeria, con particolare attenzione alla condizione delle donne. Collabora anche con RaiNews24, il settimanale tedesco “Die Zeit”, la radio della Svizzera italiana e riviste di politica internazionale.
Taglio del 5 per mille alle associazioni: il PD si mobilita.
Il Partito Democratico del VCO presenterà nei prossimi giorni un ordine del giorno nei Comuni del VCO e, attraverso il gruppo, anche al consiglio della Provincia del Verbano Cusio Ossola per protestare contro il "bel regalo di Natale" che Tremonti ed il govewrno Berlusconi hanno fatto al volontariato nazionale (un "bel" regalo in vista del 2011 Anno Europeo del Volontariato!).
L’ordine del giorno chiede: "si ristabilisca il diritto dei cittadini a veder assegnato all’ente prescelto il 5 per mille delle proprie imposte e non solo una piccola parte. O che almeno si riduca il danno ripristinando il precedente stanziamento, al fine di non sottrarre risorse preziose al terzo settore e al mondo della ricerca scientifica e sanitaria, che ha utilizzato negli ultimi anni le risorse derivanti dal 5 per mille per fare fronte alla progressiva riduzione dei fondi statali alla ricerca".
Nel mirino il taglio previsto dalla Legge di stabilità presentata da tremonti e approvata dalla Camera, che riduce 75 per cento il 5 per mille versato dai contribuenti in favore di enti o associazioni di loro scelta.
Un taglio che limita in maniera drastica la possibilità di operare per molte associazioni di volontariato che basavano sugli introiti del 5 per mille dei cittadini alcune delle loro iniziative basilari. Pubblichiamo il testo dell’ODG (quello per il consiglio provinciale)
Il Consiglio Provinciale del Verbano Cusio Ossola
Premesso che
• Nella legge di stabilità approvata dalla Camera dei Deputati sono previsti pesantissimi tagli ai fondi per il sociale, che non possono non creare forte preoccupazione per il peggioramento delle condizioni di vita che nei prossimi anni dovranno affrontare le cittadine e i cittadini italiani più bisognosi di un supporto pubblico. A questi si aggiunge un taglio del 75% ai fondi del 5 per mille, che avrebbero dovuto essere risorse aggiuntive ma in realtà in questi anni hanno rappresentato una forma di integrazione dei minori stanziamenti di risorse pubbliche per il terzo settore;
• questa scelta equivale ad una vera e propria provocazione per tutto il Terzo Settore e rappresenta un attacco alle associazioni di volontariato che rischiano seriamente di non poter più aiutare i cittadini più fragili e bisognosi;
• in questo modo quasi quindici milioni di cittadini contribuenti che hanno scelto di sostenere il volontariato e il Terzo Settore con il 5 per mille, vengono traditi nella loro libera scelta.
• questo provvedimento è solo l’ultimo schiaffo per il non profit. Da marzo infatti sono state cancellate le agevolazioni sulle tariffe postali e così oggi inviare bollettini e comunicazioni ai sostenitori costa il 340% in più. C’è inoltre il taglio al fondo nazionale per le politiche sociali: 435 milioni nel 2010, 35 nel 2011.
• nel testo ora all’esame del Senato viene ridotto drasticamente il Fondo per il diritto al lavoro del disabili (L.68), si passa infatti da un assestato per il 2010 di 42 milioni di euro, a 11,76 milioni di euro per il 2011, con una riduzione di ben 30,24 milioni. Ed è previsto per gli anni 2012 e 2013 un ulteriore taglio, arrivando al 2013 con soli 2,73 milioni. Queste risorse sono quelle che vengono date come sgravi contributivi alle aziende, proprio per favorire l’inserimento lavorativo dei disabili. Senza queste risorse si rischia che questo processo attivato con la L. 68 si interrompa, che i disabili siano riconsegnati ad una vita di non lavoro, scaricati sulla propria famiglia e sui servizi sociali (che però non avranno nessuna possibilità di prendersene cura, visti i tagli agli Enti Locali);
• Viene azzerato il fondo per la non autosufficienza. Dai 300 milioni del 2010 allo zero euro del 2011. Ed è noto quanto sia crescente il bisogno di servizi e di assistenza per una fetta di popolazione in continuo aumento.
Nel fare nostre le preoccupazioni di Andrea Olivero, presidente del Forum del terzo settore quando afferma che «La riduzione delle risorse ci dice anche che la sussidiarietà non è l’architrave del nostro welfare, ma solo un lusso che oggi non possiamo più permetterci».
Sostiene
le richieste del terzo settore chiedendo al Governo e al Parlamento di onorare gli impegni, di ascoltare il non-profit e di non colpire i servizi sociali, di non togliere quelle risorse che in applicazione del principio di sussidiarietà i cittadini danno al Volontariato e al Terzo Settore.
Considerato inoltre che
il 2011 è l’Anno Europeo del Volontariato
Nel 2011 verrà infatti celebrato anche il 10° anniversario dell’Anno Internazionale del Volontariato delle Nazioni Unite che nel 2001 dimostrò l’alto livello di attenzione dall’opinione pubblica per i volontari e il loro contributo alla società
Chiede
che si ristabilisca il diritto dei cittadini a veder assegnato all’ente prescelto il 5 per mille delle proprie imposte e non solo una piccola parte. O che almeno si riduca il danno ripristinando il precedente stanziamento, al fine di non sottrarre risorse preziose al terzo settore e al mondo della ricerca scientifica e sanitaria, che ha utilizzato negli ultimi anni le risorse derivanti dal 5 per mille per fare fronte alla progressiva riduzione dei fondi statali alla ricerca.
Impegna
a intraprendere, anche attraverso la commissione consigliare di riferimento, un percorso di ascolto delle realtà e dei soggetti rappresentativi del non profit del Vco per consentire l’adozione di politiche pubbliche utili e condivise al fine della valorizzazione di questi soggetti come protagonisti fondamentali e preziosi del nostro territorio
la Giunta Provinciale a sostenere in ogni sede le istanze del presente ordine del giorno
Biomasse a Villadossola
Interessante e importante incontro a Villadossola sul tema “centrali a biomasse” organizzato dal Comune e ripreso in diretta da Tele VCO con la trasmissione “il sasso nello stagno”. Interessante per la partecipazione non solo di esponenti politici e amministrativi, ma anche di tecnici ed esperti qualificati; importante per la grande partecipazione popolare (sala strapiena alla Fabbrica) e per il metodo proposto dall’ Amministrazione del secondo centro ossolano: trasparenza, informazione, disponibilità a coinvolgere nelle scelte i cittadini, i comitati, i vari portatori di interessi.
Marzio Bartolucci, Sindaco PD di Villadossola conclude così la serata: “in una situazione di grave crisi occupazionale, abbiamo l’obbligo morale di prendere in considerazione tutte le proposte industriali che ci vengono presentate, ma anche di valutarle in tutti i loro aspetti connessi alla salute, alle compatibilità ambientali, alla effettiva ricaduta economica di determinate scelte”. Nel merito, praticamente tutti gli intervenuti (da Alberto Poggio del Politecnico di Torino, al Prof.Valerio dell’Istituto Tumori di Genova, dai rappresentanti della Provincia – ing. Proverbio e assessore Pizzi – a quelli di comitati e associazioni) hanno evidenziato la grande cautela che deve essere usata prima di autorizzare impianti che “bruciano” residui legnosi o oli vegetali. I progetti presentati risultano “fuori scala”, non hanno la possibilità di utilizzare una “filiera corta”, risultano economicamente “drogati” dalle agevolazioni dei certificati verdi, difficilmente possono dimostrare di “migliorare” la qualità ambientale dell’aria.
E’ stato evidenziato che un impianto a biomasse, per essere considerato efficiente da un punto di vista energetico, deve essere di tipo cogenerativo e sfruttare quindi sia la produzione di energia elettrica, che quella termica attraverso la cessione del vapore ad altri impianti industriali o a edifici civili (teleriscaldamento); se, ipoteticamente, tutti gli edifici di Villadossola fossero teleriscaldati, servirebbero non più di 4 MW di potenza, mentre i progetti ipotizzati ne prevedono una ventina.Anche le potenzialità di reperire in loco il materiale (legname) sono, al momento, praticamente nulle e costose. Dunque: bocciatura delle proposte così come sono state presentate.
Non sono però escluse a priori valutazioni diverse se più ponderate e compatibili. Ci permettiamo di aggiungere alcune indicazioni: bisogna dare attuazione agli studi predisposti negli scorsi anni dalla Provincia, dalla Regione e dall’IPLA circa la messa in funzione della “filiera del legno” che – solo in un secondo momento – potrebbe consentire utilizzi energetici di scarti della lavorazione del legno; servono però investimenti dell’ordine di una decina di milioni di euro. Bisogna verificare la fattibilità di impianti per la produzione di “biogas” dalla raccolta differenziata dell’umido, integrata – anche in questo caso – da scarti vegetali. Un progetto di questo tipo era stato inserito nel Piano Integrato Provinciale, ma non ha avuto poi alcun seguito. Alla Provincia, al Coub rifiuti, alle Comunità Montane, alle società di servizi di proprietà dei Comuni ci permettiamo di chiedere di lavorare in queste direzioni: le ricadute sarebbero sicuramente positive sia per l’ambiente che per l’occupazione, molto di più della realizzazione degli impianti attualmente ipotizzati.
Gianni Desanti, responsabile Commissione Ambiente del PD VCO
FERROVIE: LA GIUNTA COTA GUIDA IL TRASPORTO FERROVIARIO REGIONALE SU UN BINARIO MORTO.
Con la scelta di cancellare le gare indette dalla Giunta Bresso, il governo regionale del Piemonte si piega, di fatto, al diktat del monopolista Trenitalia, e fa compiere a tutto il sistema e alle sue prospettive di ammodernamento un salto all’indietro di oltre un anno.
Un anno perso a demolire la concorrenza, senza peraltro avere neppure concluso un nuovo contratto con l’attuale gestore.
A questa scelta miope e dannosa per i pendolari, si aggiungono le dichiarazioni del Presidente Cota, che anche in questo caso dimostra una conoscenza assai superficiale degli argomenti di cui parla. Il programma di gare per lotti, varato dalla precedente amministrazione, prevedeva infatti la progressiva messa a gara di tutto il servizio ferroviario regionale. Il primo lotto bandito (e ora annullato da Cota) non riguardava solo la Torino-Milano, ma anche i due interi bacini del nord-est (Vercelli, Biella, Novara, Vco) e del sud-est (Asti e Alessandria), mentre era previsto entro il 2010 l’avvio della gara per il bacino del sud-ovest (Cuneo).
l’unico bacino su cui ancora non era stata stabilita la data di messa a gara era quello relativo al lotto metropolitano. Per una ragione molto semplice: era impossibile definire, anche a causa della latitanza del Governo sui finanziamenti promessi per la realizzazione del servizio ferroviario metropolitano, la consistenza esatta dei servizi da mettere a gara per un arco di tempo assai lungo (dodici anni).
Inoltre, nel bando di gara già pubblicato, era previsto l’obbligo per i concorrenti interessati alla linea Torino-Milano di presentare un’offerta valida anche per almeno uno dei due lotti bacinali; e insieme a ciò un meccanismo di contribuzione pubblica che, in pratica, quasi azzerava l’intervento della Regione sulla To-Mi, concentrando risorse assai più consistenti sui bacini meno attrattivi.
Insomma, un meccanismo molto ben equilibrato e giudicato assai efficace da illustri esperti di economia dei trasporti, quali il professor Marco Ponti.
Ed è quantomeno sbalorditivo che Cota, nel presentare le ragioni della sua scelta, manifesti una così scarsa conoscenza dell’argomento. Più informata e puntuale, invece, la posizione dell’Assessore Bonino, che ha pubblicamente ammesso le difficoltà insorte, per la mancata concessione da parte di Fs delle aree di deposito e manutenzione.
Spia evidente di un atteggiamento ostruzionistico del monopolista, che alla fine ha avuto la meglio.
Una scelta a danno degli utenti, ammantata di promesse che, puntualmente, non saranno mantenute (basta vedere le condizioni penose del servizio nelle Regioni che hanno sottoscritto più di un anno fa gli accordi con Trenitalia). E indorata da qualche pillolina, quale l’annunciato ripristino della carta “tutto treno”, che consentirà di ai pendolari di viaggiare su Eurostarcity e Intercity ormai quasi inesistenti.
E a danno degli stessi ferrovieri occupati nel trasporto regionale, imprigionati in un meccanismo che, dietro l’apparente tutela di qualche beneficio consolidato, saranno i primi a pagare la progressiva dequalificazione del servizio nel quale sono impegnati.
Daniele BORIOLI
Resp. Dipartimento
Infrastrutture e Territorio
PD Piemonte