Scrivo questa lettera in quanto mi sento profondamente amareggiato per l’assoluta mancanza di rilevanza che la stampa locale ha attribuito a due avvenimenti avutisi nella nostra città in questi giorni. Il primo riguarda l’incontro informativo che il Partito Democratico ha promosso presso il Centro d’Incontro di S. Anna venerdì 11 marzo (riuscitiissmo con 200 persone presenti) e il secondo il mio intervento, fatto a nome di tutta la minoranza, in Consiglio Comunale lunedì 14 marzo.
Nel primo caso la sala era piena, quindi circa 200 persone hanno seguito gli interventi, ma nessuna notizia è apparsa sui massmedia; nel secondo caso, pur essendoci stato un articolato ed ampio dibattito, rimasto nella più assoluta compostezza, protrattosi per oltre un’ora, l’unico riferimento è il resoconto dell’addetto stampa fortemente incompleto ed anche imparziale, non indicando alcuna delle tesi proposte dal relatore (di cui sbaglia pure la corretta indicazione del nome).
Quindi approfitto di chi mi lascia lo spazio per sintetizzare brevemente le quasi tre ore di incontro di s. Anna e l’ora abbondante di dibattito in Consiglio Comunale. Lo riassumo brevemente, utilizzando le argomentazioni a sostegno del nucleare.
Indipendenza dall’estero
Falso: noi non abbiamo miniere di uranio che dovremo importare da nazioni quali il Kazakhstan, la Namibia, il Niger, la Russia, l’Uzbekistan (il paese dove è concentrata la maggiore quantità di uranio è l’Australia, ma per una serie di motivi che in questa sede sarebbe troppo lungo raccontare, attualmente non può sostenere il fabbisogno mondiale, l’altra grande nazione che ha disponibilità di uranio è il Canada). Stesso discorso vale per le componenti per la costruzione dei reattori.
Disponibilità infinita di energia
Falso: dati IAEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) non un qualsiasi sito ambientalista, l’uranio è una fonte in esaurimento che nelle migliori previsioni portano ad una riserva pari a circa un secolo. Aumentando i consumi, e tenendo presente i lunghi tempi necessari alla costruzione delle centrali, l’Italia avrà a disposizione, pagandolo un prezzo sempre più alto, uranio per 50/60 anni al massimo. Il vento e il sole sono inesauribili.
Fonte di energia pulita
Falso:Per prima coso occorre dire che puntando sul nucleare il governo sta adottando misure contraddittorie con le politiche comunitarie in tema di energia ed espone il paese al rischio di nuove sanzioni a causa della incompatibilità con gli obiettivi europei. La costruzione di centrali nucleari in Italia oggi, anziché favorire, ostacolerebbe il raggiungimento degli obblighi europei previsti dalla direttiva 20/20/20. (entro il 2020 ridurre del 20%, l’emissione di CO2, avere il 20% di risparmio energetico e avere il 20% di energia rinnovabile).
Il primo obiettivo, com’è noto, è la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 20% entro il 2020. L’energia nucleare è, in effetti, a bassa emissione di gas serra (non a emissione zero, perché l’intero ciclo dell’uranio comporta emissioni); tuttavia, l’eventuale costruzione di centrali nucleari avrebbe un effetto irrilevante sul computo delle emissioni totali italiane. Infatti, una centrale nucleare produce solo elettricità, mentre i gas serra si generano anche dalla mobilità, l’edilizia, la combustione industriale, l’agricoltura, il riscaldamento ecc.
Ricordo che per una centrale da 1000 MW (quelle previste in Italia sono da 1600 MW) sono necessari annualmente 150-200 t di uranio naturale pari a circa 30 t di uranio arricchito. Ottenere questa quantità di uranio comporta:
6.000.000 di tonnellate di rocce contenenti il minerale uranifero,
1.000.000 di tonnellate di acqua,
16.500 tonnellate di acido solforico,
270 t di fluoro gassoso,
enormi quantità di energia per l’arricchimento
Il nucleare produce energia a basso prezzo
Falso:il costo del nucleare sarà un costo pubblico dal momento che nessun privato, come dimostrato dall’esperienza inglese, e in tempi più recenti USA e Bulgaria, ritiene ragionevole accollarsi gli esorbitanti costi di smaltimento di scorie e reattori; il prezzo dell’uranio negli ultimi anni ha subito un rapidissimo aumento, infatti nel 2001 costava 7 $/lb (15,43 €/Kg) mentre nel gennaio 2010 è arrivato a 115 $/lb (253,58 €/kg) portando a circa 5 c€ l’incidenza (42%) del costo del combustibile per la generazione di 1 Kw/h di energia (fonte WNA, World Nuclear Association). Tutto ciò senza considerare i costi di realizzazione di un sito di stoccaggio definitivo delle scorie (circa 10 miliardi di euro) e lo smantellamento a fine esercizio (circa 1 miliardo di euro a reattore).
I costi per le uniche due centrali EPR (quelle quindi di terza generazione) in costruzione Olkiluoto in Finlandia e Flamanville in Francia, sono spaventosamente aumentati. Quella finlandese doveva costare 3,2 miliardi di euro ed essere completata in 5 anni entrando in esercizio nel 2009. La compagnia elettrica finlandese TVO aveva fatto i conti che, solo a quel costo e con quei tempi, poteva fornire un chilowattora conveniente ai propri clienti. Il reattore non partirà – se partirà – prima del 2013, e i costi sono quasi raddoppiati, raggiunto i 6 miliardi di euro, a cantiere ancora aperto. Stesso discorso sta avvenendo per la centrale francese.
Mycle Schneider, uno dei massimi esperti mondiali di nucleare afferma ”Non ha alcun senso oggi puntare sull’energia atomica. Negli Stati Uniti, dove pure si è molto parlato di riprendere a costruire, nessuno lo ha fatto. Non è più vantaggioso. Al punto che neppure la Banca Mondiale finanzia più alcun progetto nucleare
I moderni reattori sono sicuri
Falso:Non voglio assolutamente parlare di quello che in queste ore sta accadendo in Giappone (paese noto per la serietà e l’accuratezza con cui vengo costruite le opere pubbliche e private).
In breve, per quanto riguarda Olkiluoto l’autorità sulla sicurezza nucleare STUK (Autorità per la sicurezza del nucleare in Finlandia), quindi non un’associazione ambientalista, si è arrivata addirittura a chiedere la revoca dell’autorizzazione alla costruzione all’Areva (la società che dovrebbe costruire i reattori in Italia), per le perplessità sulla stessa progettazione, oltre che sulla realizzazione essendo state rilevate oltre 2.100 “non conformità” al progetto originario .
In Francia già il 28 maggio 2008 l’ “Autorité de Sûreté Nucléaire” (l’Autorità francese per la sicurezza nucleare – ASN) aveva dato ordine di sospendere i lavori al cantiere della centrale di Flamanville in quanto venivano riscontrate irregolarità nell’ armatura in ferro dell’ isolotto su sui poggerà il reattore nucleare. In seguito, nell’agosto 2010 una nuova ispezione dell’ASN ha portato alla richiesta di modificazione del sistema di controllo del reattore, la spina dorsale del reattore stesso, ritenendo che la sua sicurezza non sia dimostrata.
Lo stato dell’Ontario in Canada, dovendo rinnovare un paio di reattori ormai obsoleti a Darlington, ha bandito nel 2008 una richiesta pubblica, alla quale ha risposto anche Areva. Quel bando, di 1000 pagine, era molto completo e impegnava il costruttore del reattore a una vera fornitura “chiavi in mano” includendo tutti gli oneri spesso a carico dello Stato. Il risultato è stato un’offerta di Areva da 21 miliardi di dollari per 2 reattori. Circa 9 miliardi di euro a reattore: nonostante il prezzo esorbitante l’offerta è stata rigettata perché ritenuta “incompleta”. L’AECL, l’azienda di stato canadese del nucleare, ha presentato un’offerta, ritenuta coerente alle specifiche, da ben 26 miliardi di dollari. Di fronte agli extra-costi l’Ontario ha sospeso la gara perché troppo onerosa. Attualmente, a gara ormai scaduta, l’ipotesi più probabile è il prolungamento di altri 20 anni della vita dei reattori.
E non parlo neppure, lasciando libera fantasia al lettore, degli enormi problemi relativi allo smaltimento (o anche al solo stoccaggio definitivo) delle scorie, che attualmente nessuno ha ancora risolto.
Le energie alternative non sono in grado di risolvere il problema
Falso:Mi riferisco, come esempio, al solo eolico e fotovoltaico tralasciando le altre fonti utilizzabili.
Eolico: alcune nazioni europee stanno investendo in questa direzione ed attualmente la Danimarca produce il 20% della sua energia con l’eolico, la Spagna il 14%, Portogallo 13%, la Germania e l’Irlanda circa il 7%. È in costruzione il Parco eolico del mare del nord, a cui partecipano Germania, Francia , Gran Bretagna, Belgio, Danimarca, Olanda, Iralnda, Norvegia e Lussemburgo che già nel 2020 fornirà una potenza di 30 GW di energia e nel 2050 circa 100 GW (il valore finale corrisponde al 10% dell’intero fabbisogno energetico europeo ed equivale a 70 centrali EPR).
Solare termodinamico (progetto Desertec): partecipano Germania, Italia, Francia, Spagna, Marocco, Tunisia, Svizzera. Questo progetto termine previsto 2050, fornirà nel 2020 una potenza di 25 GW arrivando a oltre 220 GW a regime (il valore finale corrisponderà ad un 15% del fabbisogno totale europeo previsto e equivarrà a 150 centrali EPR)
Ce l’hanno tutti, perché noi no?
Falso:Anche questo è un falso. Anche prima dei ripensamenti che in queste ore stanno avvenendo in Europa, la situazione è la seguente: Austria, Danimarca, Grecia, Irlanda, (Italia), Polonia, Portogallo, Norvegia hanno detto no al nucleare. Belgio, Germania, Olanda, Spagna, Svezia non sostituiranno le centrali costruite. Il Regno Unito e l’Ungheria formulano dubbi. Le nazioni europee che, ad oggi, confermano l’ipotesi sul nucleare sono Finlandia, Francia, Bulgaria, Lituania, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svizzera. Occorre comunque ricordare che tranne quelle in costruzione in Francia e Finlandia, si tratta di reattori molto più piccoli di quelli previsti in Italia e, che per quanto riguarda le nazioni est europee, tranne che per quella prevista in Bulgaria, si tratta nella gran parte dei casi, di vecchie centrali che perderanno in breve la licenza. A questo proposito un’ultima parola: quando viene mostrata la spaventosa concentrazione di centrali presenti in Europa, ci si dimentica di dire che la maggior parte di esse sono centrali che stanno esaurendo la loro vita e che non verranno sostituite.
Risolverebbero il problema energetico italiano
Falso:A conti fatti anche quattro centrali EPR non potranno coprire che il 4-5% del fabbisogno energetico del paese. Ne vale la pena?
Voglio chiudere con le parole di un esperto:
“Non esiste un nucleare sicuro. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali” Carlo Rubbia (Nobel per la fisica 1984)