Alla Camera dei Deputati è stata presentata una mozione sui rapporti Italia – Svizzera presentata dai deputati del Partito Democratico facenti parte della III Commissione affari esteri, di cui primo firmatario è l’onorevole Narducci (già presente nel VCO a molte iniziative del PD sul tema).
La mozione ha lo scopo di portare nell’Aula parlamentare il dibattito sulle difficoltà tra l’Italia e la Svizzera che negli ultimi mesi hanno comportato pesanti attacchi ai frontalieri italiani occupati nella fascia di confine in territorio elvetico.
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Il Partito Democratico intende, con la predetta mozione, tutelare i nostri concittadini frontalieri e garantire la regolare applicazione della Convenzione esistente per quanto riguarda il ristorno fiscale ai comuni di frontiera entro la fascia di delimitazione di 20 chilometri.
Tutto ciò esige che si attivino i canali diplomatici bloccati da mesi e che le forze politiche di Governo si assumano le responsabilità che a loro competono.
Questa mozione sarà la cartina di tornasole per vedere se il Governo ed i parlamentari locali Zacchera e Zanetta vorranno tutelare i frontalieri solo a parole oppure impegnarsi sul serio, facendo discutere e approvando questa mozione.
Nel merito la mozione impegna il Governo a:
– a intraprendere i necessari passi diplomatici per riallacciare il dialogo con il Governo svizzero nell’intento di promuovere e tutelare gli interessi dell’Italia;
– a convocare un tavolo di concertazione per definire al più presto un percorso negoziale sulla nuova convenzione fiscale per evitare la doppia imposizione sul reddito e sulla sostanza, formulando e discutendo in quella sede le legittime richieste d’interesse del nostro Paese;
– a non lasciar nell’incertezza i 55 mila frontalieri italiani occupati in Svizzera, tutelando il loro diritto, al pari trattamento salariale rispetto ai colleghi svizzeri e stranieri residenti, affrontando allo stesso tempo – sul piano politico – la minaccia formulata da Giuliano Bignasca, indiscusso leader della Lega dei Ticinesi, di far licenziare 13.500 frontalieri italiani;
– ad assumere iniziative appropriate sul piano politico e diplomatico per la piena applicazione della convenzione del 9 marzo 1976 stipulata con la Confederazione svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, un atto fondamentale per mantenere invariata la quota delle trattenute fiscali retrocesse dalla Confederazione elvetica ai comuni italiani compresi nella linea di demarcazione di 20 chilometri dal confine italo-svizzero.