Caso Giovine: rispettare le sentenze

Antonella Trapani

Dichiarazioni di Antonella Trapani e Aldo Reschigna.
La condanna a due anni e otto mesi, l’interdizione ai pubblici uffici per due anni e la sospensione del diritto elettorale per cinque, del consigliere regionale della lista Pensionati per Cota, Michele Giovine, non fanno certo gioire.
Anche se la giustizia ha davanti ancora due gradi di giudizio – afferma Antonella Trapani, segretario provinciale del PD VCO – quanto successo è in generale un brutto colpo per chi cerca, con il suo operato, di cambiare la percezione negativa che la gente ha della politica.
Nessuno può pensare di vincere le elezioni, la massima espressione del popolo, cercando di sfuggire alle regole.
Quante volte i cittadini per ottenere un allacciamento ad un servizio pubblico si sballottano da un ufficio all’altro o si imbattono in moduli complicati? Eppure fanno tutta la trafila, rispettando le regole, burocratiche che siano.
Il minimo che i loro rappresentanti delle istituzioni dovrebbero fare è comportarsi secondo le norme per partecipare: così chi vince può amministrare con la giusta autorevolezza e rispetto da parte di tutti i cittadini … a prescindere che ne abbia ricevuto il voto o meno.
Preoccupano per questo le uscite del PDL che con la ripetizione dello slogan “Cota ha vinto con i voti della gente” e gli attacchi al centro sinistra, difendono implicitamente chi, regole e leggi, sembra averle infrante.
Non si può vincere “con i voti della gente” senza però rispettare le leggi.
Come al solito il PD – conclude la Trapani – aspetterà con serenità e tranquillità gli esiti di tutti i processi e delle procedure in corso, rispettandone sempre e comunque gli esiti.
Facciano così anche gli esponenti del centro destra. Non sono al di sopra delle leggi.
PD VCO
Ufficio Stampa

Con la condanna in primo grado di Michele Giovine, i giudici hanno certificato la falsità delle firme e la non presentabilità di una lista che, con i suoi 27 mila voti, è stata determinante per l’elezione di Cota a presidente della Regione Piemonte.
Il dato giuridico sarà definito dall’ultimo grado di giudizio, sempre che Giovine opponga appello.
Il dato politico è ormai chiaro a tutti: Cota è stato eletto grazie a voti che non dovevano essere contati. Senza quei voti avrebbe perso.
In attesa della sentenza della magistratura amministrativa, Cota pensa di andare avanti come se nulla fosse accaduto? Si rende conto che dopo questa sentenza la sua autorevolezza politica è ancora diminuita? Pensa di poter gestire una riforma sanitaria fatta di tagli pesanti non solo senza il consenso dei cittadini, ma sapendo che è stato eletto da una minoranza dei piemontesi? Pensa di poter continuare a invitare l’opposizione a tacere o al massimo a convenire con lui sulle sue scelte, sapendo che l’opposizione dovrebbe essere maggioranza?
E’ ora che Cota si comporti con senso di responsabilità, riconoscendo quello che oramai è chiaro a tutti: lui è il presidente di una minoranza. Non può pensare di continuare a governare nascondendo la testa sotto la sabbia.

Aldo Reschigna, Presidente gruppo Pd Consiglio regionale

Acetati: assemblea riuscita!

Il gruppo di lavoro del Centrosinistra esprime piena soddisfazione per la riuscita della serata di confronto sul possibile destino dell’area Acetati. Nella Sala Rosmini del Chiostro di Intra ieri sera,  29 giugno, si sono ritrovate una sessantina di persone rappresentative delle diverse componenti economiche, politiche, sociali e associative della città con una trentina di interventi che hanno affrontato e discusso da diverse angolazioni la tematica.
Coordinato da Anna Bozzuto l’incontro è iniziato con gli interventi di Pier Renato Trincherini e Italo Isoli a nome del gruppo di lavoro, seguiti da Maurizio Colombo della Camera di Commercio che ha invitato a leggere in chiaroscuro la situazione economica della nostra provincia.
La prima parte del dibattito ha affrontato l’ipotesi del gruppo di lavoro che prospetta una possibile valorizzazione dell’area recuperando la centrale in funzione del teleriscaldamento e favorendo una scelta di localizzazione di ricerca e produzione nel settore della green economy.
Il confronto si è poi allargato a prospettive, esigenze e priorità differenti quali: acquisire una serie di informazioni e dati molto più precisi; far innanzitutto luce sulla effettiva situazione di inquinamento dell’area sollecitando la proprietà e l’ente pubblico; recuperare spazi di verde per la città; chiarire la prospettiva di città verso cui si desidera andare; non porre in contrapposizione attività produttive e turismo; invertire l’esodo di forze di lavoro, soprattutto giovanili, dalla nostra città. Molte di queste esigenze, ha sottolineato Trincherini possono comunque procedere in parallelo.
Tutti hanno valutato positivamente l’iniziativa dove diversi soggetti, anche esprimendo posizioni differenti, hanno saputo ascoltarsi con attenzione e confrontarsi senza alcuna polemica e dove tecnici di diversi ambiti, soggetti politici e semplici cittadini hanno espresso la volontà comune di contare nelle scelte che coinvolgono la città.
L’appuntamento è per il prossimo settembre quando tutti i partecipanti sono chiamati a riprendere, approfondire e rilanciare quanto sinora il gruppo di lavoro e il dibattito della serata hanno espresso.
Gruppo di lavoro “Area Acetati”
Verbania 30 giugno 2011

Acetati: se ne discute a Verbania mercoledì 29 giugno

Un gruppo di lavoro, espressione delle forze politiche dell’area di centro sinistra, sta conducendo una riflessione sui problemi derivanti dalla chiusura di “Acetati”.
La questione pone da un lato il problema urgente dell’occupazione, dall’altro il problema del destino di un’area centrale della città, con potenziali problemi di sicurezza ambientale.
E’ nata così l’esigenza di un confronto con le rappresentanze di tutte le forze economiche e sociali presenti sul territorio, per arrivare a costruire insieme proposte concrete e partecipate.
Vi invitiamo pertanto ad un incontro mercoledì 29 giugno 2011, alle ore 20.30, presso la Sala Rosmini del “Chiostro” di Verbania

Confidando nella vostra attiva partecipazione, porgiamo distinti saluti.

Verbania, 16 giugno 2011

Emergenza e 118: meno ambulanze! il PD prende posizione

Nell’intervista a La Stampa (del 29 giugno) il direttore generale della sanità, dott. Monferino,  sostiene che i tagli dei piccoli ospedali, (lui preferisce chiamarle
riconversioni e non tagli, ma di questo si tratta) verranno compensati con l’incremento del servizio di soccorso avanzato.
Questa sarebbe una logica di intervento sanitario, discutibile certo, ma con una sua razionalità.
Peccato che non corrisponda al vero.
La delibera adottata dalla Giunta regionale lo scorso 29 maggio, giusto un mese fa, infatti taglia le ambulanze di soccorso avanzato, quelle con a bordo il medico, da 62 a 25. Vengono affiancate da 30 auto con a bordo un medico e un infermiere che, si ipotizza, potrebbero essere utilizzate anche per trasportare il paziente in caso di necessità, ma é evidente che non sono la stessa cosa.
Le cosiddette auto “medicalizzate”, infatti, sono strumenti inadatti a un reale soccorso avanzato. Un’auto medica non è la stessa cosa di un’ambulanza
medica, soprattutto quando è necessario il trasporto d’urgenza del paziente in gravi condizioni, come è dimostrato anche da recenti casi di cronaca. Il
risparmio, in questo caso, è davvero minimo, solo quello della vettura.
Ma gli effetti sulla reale capacità di intervento di emergenza sono concreti e rilevanti.
Nel quadrante Novara, VCO, Biella e Vercelli, ad esempio, le attuali 16 ambulanze con medico (nel solo VCO ora sono 3) diventeranno 6, e saranno
coadiuvate da 7 auto con medico. E’ evidente il calo della qualità del servizio.
Meglio sarebbe stato risparmiare sulla istituzione della nuova struttura di maxiemergenza che dovrebbe intervenire nei grandi eventi, come le
alluvioni, con cui si crea un nuovo primariato.
Per queste ragioni chiediamo alla Giunta regionale di revocare la delibera del 29 maggio che, come al solito nella pratica del presidente Cota, non è stata
discussa con nessuno, e di aprire un confronto sul merito delle scelte.
In attesa di questo, si smetta di raccontare cose non vere, come quanto sostenuto nell’intervista “che avere un’ambulanza di soccorso avanzato a
disposizione sarà come avere l’ospedale sotto casa”.
Aldo Reschigna
capogruppo Consiliare Partito Democratico
regione Piemonte

Il Pd è per l’acqua pubblica

Non sono passate nemmeno tre settimane dalla vittoria dei referendum e continua imperterrita la polemica in senso ai sostenitori. E’ di ieri un comunicato stampa del comitato del Sì per l’acqua pubblica che chiede da che parte sta il Partito Democratico rispetto ad un emendamento alla Legge Comunitaria presentato dal terzo polo che riprenderebbe una proposta di legge del Pd la quale, secondo il comitato, andrebbe nella direzione inversa a quella indicata dai cittadini lo scorso 12, 13 giugno.

Per quanto riguarda la posizione del Partito Democratico del Vco ecco la dichiarazione di Gianni Desanti, responsabile ambiente del Pd provinciale: ” Il PD sta con l’acqua pubblica. E’ un po’ stucchevole continuare queste insinuazioni che mi pare proprio abbiano solo lo scopo di riproporre – quasi come obiettivo prioritario – lo stillicidio dello scontro all’interno di un fronte comune piuttosto che nei confronti degli avversari politici. E’ vero che la proposta di legge a suo tempo presentata dal PD non esclude che, in determinate realtà, gli enti locali titolari del “governo” del ciclo idrici integrato “possano”, nella loro autonomia, compiere scelte che coinvolgano i privati, ma sta proprio qui il terreno di una battaglia democratica che non è mai vinta “per sempre” ma va combattuta giorno per giorno con argomenti convincenti (efficacia, efficienza, lotta al clientelismo e alla corruzione che spesso aleggia proprio nella gestione pubblica). Il referendum ha spazzato via l’ “”obbligo” della partecipazione dei privati e ha sicuramente dato un segnale formidabile da parte dei cittadini per la “gestione” pubblica. Più che “imporla” in maniera un po “talebana” (si andrebbe contro precise disposizioni europee che prevedono più opzioni) bisogna lavorare in ogni realtà per dimostrare che è la scelta giusta. A partire dal nostro ATO (che abbiamo costruito con determinazione negli anni passati) e dalla società pubblica (Acqua NO VCO) che – ora –  va consolidata superando divisioni localistiche (l’acqua, oltre che pubblica, deve essere solidale). Non so se – in futuro – in luogo di SPA o SRL pubbliche potranno esserci “agenzie” di diritto pubblico, ma – al  momento – non è la questione fondamentale. Servono progetti, investimenti, positivo rapporto costi benefici, interventi per migliorare la qualità dell’acqua e per evitare inquinamenti per mancate depurazioni. Chi è per l’acqua pubblica, come noi siamo, è preferibile che si impegni su questi argomenti concreti poiché è l’unico modo che io conosco per dimostrare e confermare che anche la “gestione pubblica” del ciclo indrico integrato è la migliore.

Gianni Desanti

RESP AMBIENTE PD VCO

Assemblea nazionale sul lavoro.

Anna Bozzuto, Alessandro Buzio e Davide Bolognini (nella foto) sono i tre delegati del PD Vco che hanno partecipato alla conferenza nazionale per il lavoro del Pd che si è svolta a Genova nei giorni scorsi.
Riportiamo un commento di Alessandro Buzio, segretario dei Giovani democratici del VCO
Eravamo troppi e tantissimi sono stati gli interventi che avevano qualcosa da dire.
Una Conferenza, quella conclusasi  col comizio trascinante di Bersani, che è stata ben di più di un momento mediatico o di una celebrazione autoreferenziale vecchio stampo. E’ stata l’occasione per rimettere al centro del dibattito politico italiano il tema del lavoro, le sue sfaccettature, i suoi legami con l’economia da una parte e con le storie e le vite delle persone dall’altra.
Lo spirito con cui si è affrontato il tema del lavoro è stato quello del rilancio delle politiche di welfare  accompagnato ad incentivi per la crescita economica, senza la quale il lavoro non può esserci. Il welfare costa, e il tema delle risorse è stato discusso da tutti, essendo coscienti che la Conferenza non avrebbe dovuto scrivere un libro dei sogni, bensì una bozza di programma che il PD sottoporrà ai cittadini e agli alleati. Siamo conviti che gli sprechi ingenti, i clientelismi diffusi, la scarsa incisività della lotta alla grande evasione fiscale, la ridotta tassazione delle rendite finanziarie e provvedimenti quali lo scudo fiscale e la cancellazione dell’ICI sulla prima casa abbiano pesato sulle casse già provate del nostro paese, rendendo impossibili una serie di azioni rivolte tanto allo sviluppo quanto alla redistribuzione equa e ad una fiscalità meno punitiva verso le fasce deboli della popolazione.
La Conferenza è stata l’occasione di lanciare il documento politico firmato da Stefano Fassina e dal suo dipartimento. Complessivamente, considerate sia la relazione di Fassina sia l’analisi sulle risorse sia l’esito del dibattito, il PD si impegna in:
– riforma fiscale che alleggerisca imprese e lavoro ed aggravi un po’ sulle rendite e le transazioni finanziarie, esclusi i titoli di stato;
– piano per gli investimenti industriali e per gli sgravi fiscali sugli investimenti privati vincolati a progetti sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale;
– un piano di rilancio della contrattazione, attraverso una riforma della rappresentanza sindacale con l’accordo di tutte le maggiori sigle sindacali italiane;
– maggiore spazio per la contrattazione aziendale, di secondo livello, senza che si venga meno ai contratti nazionali;
– maggior costo del lavoro atipico perché venga ripagata la flessibilità con maggiori retribuzioni;
– parificazione dei contributi previdenziali tra le tipologie contrattuali;
– possibilità di totalizzazione dei contributi raccolti in diversi lavori senza oneri per il contribuente;
– riforma dell’apprendistato, riduzione funzionale dei contratti atipici, fondi per maternità e paternità;
– incentivi verso il riconoscimento d’un rimborso spese minimo per stagisti, tirocinanti e praticanti;
– introduzione dello statuto del lavoro autonomo;
– defiscalizzazione integrale per i progetti imprenditoriali di giovani;
– reinserimento delle tracciabilità per combattere l’evasione fiscale (i risparmi, oltre a una riduzione della spesa corrente, dovrebbero finanziare i provvedimenti qui sopra);
– reddito minimo universale per ogni forma di contratto;
– introduzione del reato penale di caporalato;
Naturalmente, ciascuno di questi punti è stato discusso, integrato, perfezionato, studiato, dibattuto tra le forze sociali e i delegati presenti in Conferenza, la quale si è distinta per concretezza e ricchezza di contributi e contenuti. Non si è voluto discutere in maniera astratta e tecnicista di politiche economiche e del lavoro, ma si è partiti dalle persone, dalle esperienze del lavoro che c’è, che è intermittente, che è a rischio o che non c’è più, nelle manifatture e nei servizi, nelle professioni e tra i precari. Unendo analisi politica ed economica, esperienze umane e sociali e infine proposta programmatica, si è voluta esprimere l’idea che il lavoro non è solo un capitolo dei tanti della politica e della vita delle persone, ma qualcosa di più. Esso è, come ha detto bene Bersani, la nostra “quota, più o meno piccola, di trasformazione del mondo”, di interazione con la collettività, di dialogo con la società, di scambio. Il lavoro ha mille facce: il nostro partito si è colorato di tutte queste facce, e si tratta di colori veri, concreti, contro il grigiore del sistema mediatico che premia le chiacchiere da retrobottega o il “teatrino della politica”, per dir così.
Colorare dei colori del lavoro, della giustizia sociale e dell’uguaglianza la nostra partecipazione politica, civica e pubblica significa dare questa riscossa civica al paese di cui tanto parliamo e che altrimenti resterebbe astratta e inattuale; è un compito, questo, che come Giovani Democratici sentiamo profondamente nostro e al quale ci atterremo con lo slancio e l’entusiasmo di cui c’è bisogno perché questa occasione di riscossa non vada perduta, sprecata o non si esaurisca.