Le ultime dichiarazioni di Roberto Cota (POTETE VEDERE L’ARTICOLO ALL’INTERNO DELLA RASSEGNA STAMPA NELL’AREA DOCUMENTI) sul punto nascita di Domodossola dimostrano ancora una volta l’inesistenza di una politica sanitaria della Giunta regionale, incapace di gestire i numerosi conflitti che si aprono sul
territorio anche perché assume provvedimenti senza alcun confronto preventivo con le comunità locali.
E’ allucinante che martedì scorso il direttore generale della sanità ing. Monferino (ma a questo punto viene da chiedersi a quale titolo si presenta ai confronti) abbia ricevuto su iniziativa di un consigliere regionale della Lega nord gli amministratori ossolani e il comitato mamme di Domodossola e abbia autorizzato l’asl ad assumere in deroga quattro medici per la riapertura del servizio nella cittadina, nonché ad aumentare il numero delle ambulanze medicalizzate – da 3 a 4 – per metterne una in pianta stabile sotto l’ospedale di Domodossola per trasferire le partorienti all’ospedale di Verbania, quando finora ha sostenuto la diminuzione delle ambulanze medicalizzate.
Due giorni dopo il presidente Cota, a un dibattito del Pdl, dichiara che il punto nascita di Domodossola è pericoloso come la Thyssen e va chiuso.
E’ ora che la politica sanitaria in questa regione venga affrontata con serietà, non cambiando opinione ogni due giorni.
Cota si convinca che ci vuole coerenza di comportamento. Lo dimostrano i fatti, non è in grado di gestire la sanità.
La risposta a Cota è nella grande manifestazione delle mamme tenutasi ieri sera a Domodossola, che in qualche momento ha fatto riemergere una contrapposizione tra la cittadina e Verbania. Un conflitto che, se si riaprisse, sarebbe pericoloso perché divide un territorio che deve restare unito e farsi promotore di una proposta che non penalizzi alcuna realtà, ma che valorizzi l’intera comunità del VCO.
Del resto le ultime esternazioni del presidente Cota dimostrano come l’obiettivo della protesta non può che essere la politica sanitaria della Giunta e i comportamenti totalmente ambigui e contraddittori del suo presidente.
Aldo Reschigna
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico
Archivi giornalieri: 15 Luglio 2011
Sacri Monti. La Lega vuole rompere il sistema di gestione
C’è chi vuole rompere il sistema piemontese dei Sacri monti, in nome dell’autonomia di quello di Varallo a scapito degli altri.
La tentazione è emersa chiaramente già dall’avvio della discussione sulla nuova legge sulle aree protette. Dai banchi della Lega nord, in particolare, è venuta la richiesta di scorporare la gestione del Sacro Monte di Varallo da quella degli altri Sacri Monti.
Il tentativo, se dovesse riuscire, spezzerebbe un sistema importante come quello dei Sacri monti piemontesi, creando figli e figliastri e diversità di trattamento in un ambito che ha invece bisogno di coordinamento, di fare sistema, di scelte comuni e omogenee.
Contro questa ipotesi, osteggiata anche dalle comunità locali e dalle rappresentanze religiose ascoltate nelle audizioni, ci batteremo con forza.
Le aree protette, da un anno con gli organismi gestionali prorogati, hanno bisogno di nuove norme che diano equilibrio e rappresentanza nella loro
gestione.
Lo sforzo comune, durante i lavori di Commissione, è stato di trovare regole equilibrate che diano spazio alle esigenze regionali insieme a quelle delle
comunità locali. II blitz che viene ora preannunciato rischia di rompere un clima di confronto serio e di rendere tutto molto più difficile.
Aldo Reschigna
Capogruppo Consiliare Partito Democratico Regione Piemonte