L’ospedale Castelli ai privati. Lo afferma il sen leghista Montani.

Enrico MontaniIl capogruppo regionale PD Aldo Reschigna ha presentato una interrogazione a risposta immediata sui contenuti di una intervista resa dal senatore Montani all’ “Ecorisveglio”.
Nell’intervista il senatore della Lega nord sosteneva, parlando del futuro del Castelli di Verbania, che “tutti i soggetti privati della sanità fuori e dentro la nostra provincia sono interessati al Castelli…questa è la strada che dobbiamo percorrere”. E più avanti, sostiene che il dissidio sulla sanità tra il sindaco Zacchera (pdl) e il commissario dell’Asl è determinato dal fatto che “il commissario dell’Asl è del Carroccio”.
“A che titolo parla il senatore Montani?”, si chiede il capogruppo regionale PD Aldo Reschigna, “Nessun esponente della Giunta regionale ha mai parlato di un ingresso del privato nella gestione della sanità pubblica e di un cambiamento di rotta così dirompente in una sanità che finora ha mostrato livelli di eccellenza riconosciuti da tutti. Eppure il senatore Montani ne parla come di una cosa evidente e perseguita metodicamente, almeno dagli uomini del Carroccio. Lo sa il presidente Cota e cosa ne pensa?”.
“Colpisce anche che, con la massima tranquillità, il senatore Montani parli del commissario dell’Asl come di un uomo del Carroccio, quando il presidente Cota si ostina a parlare sui giornali di una politica che deve stare fuori dalla sanità e di commissari scelti unicamente sulla base della loro professionalità. Che fosse una barzelletta era chiaro a tutti. Ora arriva la certificazione di un  esponente politico come il senatore Montani, che parla del commissario dell’Asl come se fosse un commissario politico al centro di trame tese da esponenti insieme alleati e avversari. In questo quadro é ben misero il futuro che si prospetta per la sanità del verbano”.
PD VCO
Ufficio Stampa

Il Vco del futuro… (non) c’è?

Silvia Marchionini

Pubblichiamo un contributo arrivato dal sindaco di Cossogno Silvia Marchionini in merito alla crisi del nostro territorio.
Un nemico che viene da lontano sembra aver dichiarato guerra al nostro territorio: la sua versione moderna son le aziende che chiudono, la disoccupazione giovanile, l’impoverimento delle famiglie, le infrastrutture carenti, gli enti locali senza risorse, la percezione di aver perso la speranza.
<<Se anche Cover Industrial (dopo Acetati, Bialetti, Tubor ecct) lascia a casa più della metà dei suoi dipedenti allora…>> La protesta in piazza, sui media locali, sui social networks, sta diventando la forma per esprimere un profondo malessere che chiede risposta. Se aggiungiamo, le continue polemiche (in particolare le divisioni, laceranti, sugli ospedali) la stagnazione economica, e l’aumento delle tasse appena deciso, le complicazioni burocratiche, abbiamo il senso di un territorio sfibrato, dove son assenti le misure di contrasto, il dibattito sulle “cose da fare” per avviare la ripresa.
Non è certo la prima volta che questo comprensorio supera le difficoltà (senza andare ai tempi eroici, così ci appaion oggi!, del dopoguerra pensiamo alla fine dell’industrializzazione di tre decenni fa) ma nuova è la rinuncia della politica a governare i processi, ad indicar le possibili soluzioni ai cittadini; assistiamo ormai all’Imprevedibile. Un esempio su tutti: approvato nei giorni scorsi dal Parlamento l’art. 16 nella manovra finanziaria bis che impone un nuovo ente (!) l’unione dei comuni, per i Municipi sotto i 1000, privandoli dei servizi e dei bilanci (alla faccia dell’autonomia!): che cosa si devon aspettare dalla Regione le comunità locali di una provincia che è composta dai piccoli comuni ed è essa stessa, traballante? Quanti aumenti per le famiglie deriveranno dai servizi pubblici (acqua, rifiuti…) se vengono privatizzati, come prevede l’art 5 della stessa legge che ribalta l’esito del referendum di maggio?
Serve unità e una guida condivisa in cui la politica (3 Parlamentari, Governo Regionale, Provincia, Comuni) deve fare il proprio dovere e affrontare con responsabilità, la situazione reale ponendosi alcuni obiettivi:
1)    Attrarre nuove fasce di popolazione con attenzione ai servizi (mezzi di trasporto) per professionisti  e famiglie (“qualità della vita”)
2)    Mettere a reddito le nostre risorse ambientali, culturali, recuperare il patrimonio immobiliare
3)    Semplificare i livelli decisionali per le piccole imprese, nel settore turistico
4)    Sostenere le nuove aziende (“imprenditoria montana”), attraverso le buone pratiche amministrative con fondi pubblici a favore dei giovani
5)    “Fare rete” con altri territori vicini (Lombardia, Svizzera, Novarese ecct)
Il metodo per provare a realizzare concretamente le urgenze del Vco è quello del coinvolgimento delle parti sociali e produttive, delle Fondazioni Bancarie, dandosi però tempi certi e ruoli chiari, che non finiscano in estenuanti tavoli di lavoro. Nei periodi di crisi emerge il carattere, la forza delle persone; offriamo ai cittadini la possibilità di esser lealmente coinvolti in una sfida storica, costruire un futuro per Verbania.
Silvia Marchionini-Sindaco di Cossogno