Il capogruppo regionale PD Aldo Reschigna ha presentato una interrogazione a risposta immediata sui contenuti di una intervista resa dal senatore Montani all’ “Ecorisveglio”.
Nell’intervista il senatore della Lega nord sosteneva, parlando del futuro del Castelli di Verbania, che “tutti i soggetti privati della sanità fuori e dentro la nostra provincia sono interessati al Castelli…questa è la strada che dobbiamo percorrere”. E più avanti, sostiene che il dissidio sulla sanità tra il sindaco Zacchera (pdl) e il commissario dell’Asl è determinato dal fatto che “il commissario dell’Asl è del Carroccio”.
“A che titolo parla il senatore Montani?”, si chiede il capogruppo regionale PD Aldo Reschigna, “Nessun esponente della Giunta regionale ha mai parlato di un ingresso del privato nella gestione della sanità pubblica e di un cambiamento di rotta così dirompente in una sanità che finora ha mostrato livelli di eccellenza riconosciuti da tutti. Eppure il senatore Montani ne parla come di una cosa evidente e perseguita metodicamente, almeno dagli uomini del Carroccio. Lo sa il presidente Cota e cosa ne pensa?”.
“Colpisce anche che, con la massima tranquillità, il senatore Montani parli del commissario dell’Asl come di un uomo del Carroccio, quando il presidente Cota si ostina a parlare sui giornali di una politica che deve stare fuori dalla sanità e di commissari scelti unicamente sulla base della loro professionalità. Che fosse una barzelletta era chiaro a tutti. Ora arriva la certificazione di un esponente politico come il senatore Montani, che parla del commissario dell’Asl come se fosse un commissario politico al centro di trame tese da esponenti insieme alleati e avversari. In questo quadro é ben misero il futuro che si prospetta per la sanità del verbano”.
PD VCO
Ufficio Stampa
Archivio mensile:Settembre 2011
Il Vco del futuro… (non) c’è?
Pubblichiamo un contributo arrivato dal sindaco di Cossogno Silvia Marchionini in merito alla crisi del nostro territorio.
Un nemico che viene da lontano sembra aver dichiarato guerra al nostro territorio: la sua versione moderna son le aziende che chiudono, la disoccupazione giovanile, l’impoverimento delle famiglie, le infrastrutture carenti, gli enti locali senza risorse, la percezione di aver perso la speranza.
<<Se anche Cover Industrial (dopo Acetati, Bialetti, Tubor ecct) lascia a casa più della metà dei suoi dipedenti allora…>> La protesta in piazza, sui media locali, sui social networks, sta diventando la forma per esprimere un profondo malessere che chiede risposta. Se aggiungiamo, le continue polemiche (in particolare le divisioni, laceranti, sugli ospedali) la stagnazione economica, e l’aumento delle tasse appena deciso, le complicazioni burocratiche, abbiamo il senso di un territorio sfibrato, dove son assenti le misure di contrasto, il dibattito sulle “cose da fare” per avviare la ripresa.
Non è certo la prima volta che questo comprensorio supera le difficoltà (senza andare ai tempi eroici, così ci appaion oggi!, del dopoguerra pensiamo alla fine dell’industrializzazione di tre decenni fa) ma nuova è la rinuncia della politica a governare i processi, ad indicar le possibili soluzioni ai cittadini; assistiamo ormai all’Imprevedibile. Un esempio su tutti: approvato nei giorni scorsi dal Parlamento l’art. 16 nella manovra finanziaria bis che impone un nuovo ente (!) l’unione dei comuni, per i Municipi sotto i 1000, privandoli dei servizi e dei bilanci (alla faccia dell’autonomia!): che cosa si devon aspettare dalla Regione le comunità locali di una provincia che è composta dai piccoli comuni ed è essa stessa, traballante? Quanti aumenti per le famiglie deriveranno dai servizi pubblici (acqua, rifiuti…) se vengono privatizzati, come prevede l’art 5 della stessa legge che ribalta l’esito del referendum di maggio?
Serve unità e una guida condivisa in cui la politica (3 Parlamentari, Governo Regionale, Provincia, Comuni) deve fare il proprio dovere e affrontare con responsabilità, la situazione reale ponendosi alcuni obiettivi:
1) Attrarre nuove fasce di popolazione con attenzione ai servizi (mezzi di trasporto) per professionisti e famiglie (“qualità della vita”)
2) Mettere a reddito le nostre risorse ambientali, culturali, recuperare il patrimonio immobiliare
3) Semplificare i livelli decisionali per le piccole imprese, nel settore turistico
4) Sostenere le nuove aziende (“imprenditoria montana”), attraverso le buone pratiche amministrative con fondi pubblici a favore dei giovani
5) “Fare rete” con altri territori vicini (Lombardia, Svizzera, Novarese ecct)
Il metodo per provare a realizzare concretamente le urgenze del Vco è quello del coinvolgimento delle parti sociali e produttive, delle Fondazioni Bancarie, dandosi però tempi certi e ruoli chiari, che non finiscano in estenuanti tavoli di lavoro. Nei periodi di crisi emerge il carattere, la forza delle persone; offriamo ai cittadini la possibilità di esser lealmente coinvolti in una sfida storica, costruire un futuro per Verbania.
Silvia Marchionini-Sindaco di Cossogno
LA LEGA NORD CHE SCAPPA!
“Le dichiarazioni degli esponenti della Lega Nord locale in merito alla loro mancata partecipazione al consiglio comunale di Domodossola – esordisce Antonella Trapani segretario provinciale del PD – sono davvero incredibili e testimoniano il fallimento del loro progetto politico”.
Il consigliere regionale leghista Michele Marinello e il capogruppo in consiglio a Domodossola Riccardo Galvani hanno giustificato la loro assenza affermando: “andremo in consiglio quando si comincerà a parlare di Domodossola: sino ad ora non si sono trattati i veri temi che interessano la città”.
Peccato che in consiglio comunale si discutesse dei tagli del governo agli enti locali: con l’ultima manovra votata in questi giorni da Bossi, Maroni e dal senatore del VCO Montani si aggiungono, ai tagli già fatti, altre mazzate: a Verbania un milione e 333 mila euro in meno, 630 mila euro in meno a Domodossola, 659 mila in meno ad Omegna, 289 mila a Gravellona Toce, 273 mila a Villadossola, 222 mila a Cannobio e 148 mila a Stresa.
“E quindi, secondo questi autorevoli dirigenti leghisti – prosegue Antonella Trapani segretario provinciale del PD – discutere di un taglio di oltre 800 mila euro al comune di Domodossola non è parlare dei problemi della città? Incredibile!
Una domanda: ma senza soldi un comune, un sindaco, una giunta che fanno? E’ ovvio che questi tagli, come già sta avvenendo, si ripercuoteranno sui cittadini e sulle famiglie con il taglio di servizi essenziali.”
Invece per Marinello e Galvani parlare di tagli non è occuparsi dei problemi della città.
Invece i leghisti si sottraggono al confronto, perché sono incapaci di sostenere un dibattito pubblico in cui appare evidente a tutti il fallimento del loro modello di federalismo.
Ma non dovevano arrivare più soldi ai comuni? Le tasse pagate non dovevano rimare sul territorio? Tutte promesse. La realtà, drammatica, è un’altra.
“Se vogliono impegnarsi per la loro città (Domodossola, Verbania o Omegna che sia) – conclude Antonella Trapani – cambino radicalmente questa manovra se ne sono capaci. A Domodossola sono scappati di fronte alle loro responsabilità. Questa è la verità.”
PD VCO
Ufficio stampa
A RISCHIO I FONDI PER LA SICUREZZA DELLE SCUOLE PIEMONTESI.
“Il Piemonte rischia di perdere la prima tranche di circa 30 milioni di euro destinati agli edifici scolastici e alla loro messa in sicurezza, mentre la seconda tranche di 11 milioni e 500 mila euro è stata distribuita direttamente dalla Commissioni parlamentari, senza tenere conto della graduatoria da cui risulta il livello di rischio di ciascuna scuola e senza coinvolgere gli enti locali, ovvero secondo una logica meramente clientelare. Una situazione che emerge con chiarezza anche nel VCO. Ci stupisce, però, che l’Assessore Alberto Cirio non si sia sentito in dovere di chiedere conto di tutto”.
La denuncia viene dal capogruppo regionale PD Aldo Reschigna, che riepiloga la vicenda: “Dopo la tragedia del liceo Darwin venne siglato un accordo istituzionale tra il Ministero, le Regioni e gli enti locali per addivenire a una mappatura completa degli edifici scolastici e determinare così, sulla base di una graduatoria del livello di rischio, quelli su cui intervenire per la messa in sicurezza. La Regione Piemonte risulta essere quella più avanti in tale lavoro di censimento, completato per circa il 97%”.
“Verso fine 2010 il Governo stralciò una serie risorse dai fondi Fas per avviare tali interventi, destinando al Piemonte 29.110.000 euro. La Regione, gli enti locali e i soggetti proprietari degli immobili (Province e Comuni) definirono 82 interventi da effettuarsi su altrettanti edifici. Ad oggi, però, non è stato fatto nessun intervento. Se entro il 30 dicembre non dovessero arrivare le risposte da parte del Ministero sugli interventi previsti e non venissero attivati i relativi bandi i 30 milioni della prima tranche andrebbero così persi”.
Ma non é tutto: “Il 2 agosto scorso”, prosegue Reschigna, “la V e VII Commissione della Camera dei Deputati hanno provveduto a individuare una seconda tranche, questa volta di 11 milioni e 500 mila euro per il Piemonte su 114 milioni complessivi, per nuovi interventi su altri edifici. La Regione, però, è stata scavalcata nell’individuazione dei siti, infatti la scelta delle strutture su cui intervenire è stata fatta dalle stesse commissioni con risultati clamorosi: i fondi sono stati stanziati ignorando la graduatoria regionale (e quindi i livelli di rischio) e le priorità delle singole Province”.
“Nel VCO, ad esempio solo una delle scuole finanziate, la Cantelli di Verbania, è nella graduatoria regionale. Le altre quattro, le elementari di Crodo e Gignese, la scuola dell’infanzia di Vignone e la materna di Beuracardezza, non sono neanche presenti in graduatoria. Non si capisce perché si é deciso di dare loro dei finanziamenti che andrebbero, secondo la graduatoria regionale, ad altri edifici scolastici bisognosi di interventi immediati. E’ un momento di scarsezza delle risorse, ed è una vergogna che queste vengano distribuite non in base a una programmazione sulle reali necessità degli edifici scolastici, ma sulla base delle volontà dei singoli parlamentari”.
“La situazione è simile a quella delle altre province piemontesi. Spero che la Regione faccia sentire la sua voce, in modo da ridiscutere una modalità per lo meno fantasiosa, di distribuire fondi su un capitolo così importante, come quello della sicurezza degli edifici scolastici, che, come recenti tragedie ci insegnano, possono costare la vita ai nostri studenti”.
PD VCO – Ufficio Stampa
Contro la nuova centralina idroelettrica all’Alpe Devero: petizione online.
Petizione popolare on line e cartacea contro la realizzazione di una centralina idroelettrica all’Alpe Devero da parte di una società di Monza. L’iniziativa è di un gruppo di operatori turistici, proprietari di case e frequentatori della zona, circa 200 persone in tutto, tra cui il consigliere provinciale del PD Stefano Costa. Per firmare la petizione cliccate qui.
<Toglierà acqua ai torrenti Devero e Sangiatto nella piana dell’Alpe, sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale per gli uccelli> denunciano.
<Il 22 settembre è previsto un sopralluogo tecnico> ha spiegato Anna Proletti, una portavoce del comitato <Formalmente non possiamo essere invitati – ha aggiunto – ma non potranno impedirci di essere presenti>.
A lanciare l’allarme con una missiva l’ex sindaco bacenese , oggi capogruppo di minoranza Stefano Costa. <Sono contrario al fatto che un privato possa proporre un progetto di questo tipo, che tra l’altro non ha sollevato alcuna presa di posizione politica> commenta. Ad ora esiste un Piano delle Acque commissionato nel 2006 dall’amministrazione Costa e realizzato e approvato dal Parco Veglia Devero. Il documento stabilisce che nel Parco e nella vicina zona di salvaguardia (questa pero’ è di competenza del Comune) lo sfruttamento idroelettrico possa essere solo ad uso pubblico. <Per lo piu’ in ottica impianti sciistici e ristrutturazione del Cervadone> spiega Costa. Il documento non è pero’ mai stato approvato dall’amministrazione di Baceno. <Ma si potrebbe fare subito> conclude l’ex primo cittadino.
MANIFESTAZIONE PD: NONOSTANTE LA PIOGGIA, OLTRE 1500 PERSONE IN PIAZZA CONTRO I TAGLI DELLA SANITA’.
Nonostante la pioggia, erano oltre 1500 sabato pomeriggio (17.09) in piazza Carignano, a Torino, nella manifestazione regionale contro i tagli alla sanità
piemontese.
Delegazioni sono venute da tutte le province della regione (oltre una settantina dal VCO) rappresentanti di professioni e associazioni che operano in sanità hanno parlato da palco.
“Abbiamo voluto raccogliere qui il malessere sempre più diffuso in tutto il Piemonte per come la Giunta Cota sta gestendo la sanità”, ha esordito il capogruppo regionale PD Aldo Reschigna. “Un malessere forte, che chiede con forza un cambio di rotta. Chiediamo al nuovo assessore di essere coerente con quanto ha più volte affermato e di confrontarsi con noi e il Piemonte non sui modelli, ma sui servizi. Mettiamo da parte i modelli, come quello della separazione tra ospedale e territorio che la Giunta persegue, e concentriamoci sui servizi, sulla loro qualità, sulla loro efficienza. Su questosiamo disposti al dialogo”.
Si sono poi susseguiti gli interventi, coordinati dal responsabile sanità PD Piemonte Nino Boeti, tra cui dal VCO Verbania Damiano Del Barba, un medico di base, ha ricordato che la Giunta Cota ha sospeso la sperimentazione avviata dalla Giunta Bresso con i “gruppi di cure primarie”, sul territorio, con “ripercussioni negative sul ruolo che il medico di base deve giocare in una moderna sanità”.
Un tema, quello degli accorpamenti, affrontato da Fabrizio Brignolo, capogruppo PD al Comune di Asti, che ha rappresentato la contrarietà della società astigiana all’accorpamento dell’ospedale di Asti con quello di Alessandria: “Non lo vogliono neanche gli alessandrini, e non serve a migliorare i servizi. L’accorpamento, per le sue dimensioni, non potrà portare che a un peggioramento, Noi invece vogliamo salvare l’ospedale di Asti e la funzione che svolge”.
Gabriella Aragno, presidente dei consorzi socio-assistenziali di Cuneo, ha ricordato come i consorzi vivano una situazione di abbandono, “senza risorse, senza garanzie e senza una sicurezza per il futuro. Questo è fortemente negativo per gli utenti che i consorzi hanno in carico, e sono i cittadini più deboli”.
Da Novara Valeria Quaglia, Presidente dell’ALSP (Associazione Lotta alla Sofferenza Psichica), ha spiegato che i fondi per la cura del disagio mentale, già ridotti, sono stati pesantemente tagliati, impedendo un serio lavoro terapeutico verso i malati di mente.
Un concetto ribadito da Rita di Lima, dipendente del Sert biellese, per quanto riguarda la lotta alle tossicodipendenze.” Ormai una chimera, senza i fondi necessari”.
Di piccoli ospedali ha parlato Andrea Oddone, Sindaco di Ovada. “Noi siamo favorevoli alla messa in rete dei piccoli ospedali – ha spiegato – ma non è quello che sta facendo la Giunta Cota, che sta invece chiudendo i piccoli ospedali, svuotandoli di funzioni e risorse”.
La necessità di salvaguardare la sanità pubblica è stata ribadita da Gabriele Bagnasco, medico vercellese. “Penso all’ospedale di Vercelli, al processo di ridimensionamento che sta subendo. Ormai spesso ci si rivolge più al privato che all’ospedale pubblico. E questo non è un caso, ma una precisa scelta”.
Dario Tieni, psicologo torinese, ha ricordato il ruolo importante delle nuove professioni in sanità, come lo psicologo “che svolge un ruolo estremamente importante, ma che non viene riconosciuto sul piano contrattuale, con una precarietà così forte da mettere in discussione proprio il nostro ruolo nei servizi sanitari”.
“Da questo palco abbiamo ascoltato parole importanti, si sono sentite critiche ragionate e proposte”, ha concluso il segretario regionale PD Gianfranco Morgando. “Per noi servizi sociali e sanitari sono di fondamentale importanza perché attraverso essi si realizza concretamente l’eguaglianza nella società, si costruisce un tessuto sociale solidale ed equilibrato. Ma questa manifestazione è anche l’occasione per ricordare al centrodestra, sia a livello regionale che nazionale, che occorre un’altra politica se si vuole garantire davvero il futuro del Piemonte e dell’Italia. Cota cambi, finora non ha tutelato la Regione di cui è presidente”.
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico