Ieri sera presso il Foro Boario di Crodo, l’Unione dei Comuni montani delle Valli Antigorio Divedro e Formazza ha organizzato un incontro al fine di fare chiarezza sulle conseguenze dell’applicazione dell’art.16 della legge 148/11, volgarmente conosciuta come “manovra di agosto”.
Alla serata erano presenti il Sen. Zanetta, il consigliere regionale Reschigna e il vice presidente dell’Anci Borghi.
L’incontro, durato oltre due ore e mezza, ha chiarito che le unioni che si andranno a formare o quelle già in essere che vedono la compresenza di comuni sotto i mille abitanti, con l’applicazione della nuova normativa, dovranno successivamente e obbligatoriamente passare le funzioni all’unione dei comuni, compresi anche i singoli bilanci e che la possibilità di deroga prevista dal comma 16 è valida solo per le convenzioni fra comuni e non per le unioni.
In definitiva, se non ci saranno modifiche o, come noi chiediamo, l’abrogazione dell’art.16, i comuni sopra i 1000 abitanti dell’Unione dei Comuni montani delle Valli Antigorio Divedro e Formazza dovranno valutare se uscire dall’unione o altrimenti restare consapevoli che perderebbero la loro sovranità comunale per intero.
Il Sen. Zanetta è stato costretto ad ammettere le inefficienze e tutte le lacune della legge che lui stesso ha contribuito a scrivere e ad approvare. Il confronto si è concentrato sulle ripercussioni che queste norme avranno per la maggior parte dei comuni della nostra provincia, senza incorrere in facili battibecchi politici. I contributi di Borghi e Reschigna sono stati puntuali spingendosi fino alla lettura testuale dell’articolato delle leggi in oggetto e confrontandolo con le affermazioni del Senatore che non ha potuto far altro che contraddire le affermazioni espresse in altre sedi.
Il Senatore Zanetta ha incassato molto nobilmente, fino ad ammettere che è disponibile a proporre un impianto emendativo per superare le criticità evidenziate dal consigliere regionale e dal vicepresidente dell’Anci. E’ chiaro che aspetta ai singoli amministratori di quella realtà decidere come muoversi, così come ogni singola realtà comunale della nostra provincia dovrà provvedere a definire la strada da percorrere per ottemperare alle confuse normative che sono state approvate in questi mesi.
Chiediamo al Sen Zanetta di essere conseguente a quello che ha detto ieri sera e di muoversi per semplificare il quadro normativo sugli enti locali che, restando così com’è attualmente, determinerà l’aumento degli enti, incrementi di spesa pubblica, confusione amministrativa, taglio dei servizi ed incertezza per il pubblico impiego.
Ringraziamo il sindaco Corda e l’assessore Vesci per l’opportunità data di assistere ad un confronto serio, puntuale nel rispetto reciproco dei ruoli istituzionali che ha chiarito in modo inequivocabile come le critiche all’art.16 fatte dal Partito Democratico e da tutte le associazioni delle autonomie locali non fossero per nulla pretestuose, ma frutto di un’analisi concreta sui testi approvati e sulle conseguenze.
Ribadiamo che conveniamo con il Senatore Zanetta sulla necessità di riformare il sistema delle autonomie locali per renderlo più efficiente, moderno, semplice e alla portata dei cittadini, magari partendo dall’approvazione della Carta delle Autonomie, condivisa da Pdl e Pd, attualmente ferma in Parlamento.
Pubblichiamo una lettera aperta di Marzio Bartolucci, sindaco di Villadossola.
E’ notizia recente che la Regione Piemonte ha stanziato 12 milioni di euro, provenienti da fondi europei, per finanziare il Pisu della città di Verbania e che una parte consistente di questi soldi, circa 10 milioni, verrà probabilmente utilizzata per finanziare il nuovo centro polifunzionale di Verbania. Questi primi 10 milioni non saranno però sufficienti e l’amministrazione verbanese si sta muovendo per reperire altri soldi (ce ne vorranno circa altrettanti) attraverso la Provincia del VCO, le fondazioni bancarie e altri canali.
Le risorse stanziate per la città di Verbania potranno quindi contribuire alla realizzazione dell’opera preventivata, ma questa scelta rischia di diventare devastante per l’attuale unica grande realtà teatrale della Provincia: il Centro culturale la Fabbrica di Villadossola. Questo centro culturale è stato costruito su un’area ex industriale con fondi reperiti attraverso la partecipazione ad un bando europeo per il recupero di aree urbane dimesse dall’industria, ed inaugurato nel settembre del 1997.
A partire da quella data nel teatro di Villadossola si sono sempre organizzate stagioni teatrali di ottimo livello e concerti musicali prestigiosi; gli spazi interni hanno dato ospitalità ad ogni tipo di iniziativa culturale. L’utenza del centro culturale proviene da tutti i comuni della provincia, anche se risulta più marcata la presenza di persone provenienti da comuni ossolani.
Da diversi anni viene organizzato il “Teatro Scuola”, una serie di eventi di ottimo livello indirizzata a bambini delle scuole materne, delle scuole elementari e delle scuole medie; a queste iniziative aderiscono la maggior parte delle scuole ossolane con un’affluenza di circa 5000 bimbi ogni anno. Nel centro culturale di Villadossola la Provincia realizza da quattordici edizioni “La Fabbrica di Carta”, importantissima vetrina della editoria locale: per 10 giorni il centro culturale diventa la sede delle manifestazioni letterarie e culturali di tutta la provincia. Nello stesso centro culturale si realizzano, ogni anno, innumerevoli serate a scopo benefico che le varie associazioni possono organizzare grazie alla disponibilità de “La Fabbrica” e ai suoi 650 posti a sedere.
Nei 14 anni di vita del centro culturale si sono succedute diverse amministrazioni comunali e si sono sperimentati metodi diversi di gestione: inizialmente la gestione fu affidata ad un’associazione culturale in collaborazione con l’assessorato alla cultura, ma le difficoltà nella gestione economica convinsero il sindaco Sarazzi, nel 2004, a portare la gestione direttamente in capo alla struttura comunale. Nel 2006 venne stipulata una convenzione triennale con la Regione Piemonte che prevedeva un contributo di 40 mila euro all’anno a condizione che la stagione teatrale fosse realizzata in collaborazione con il Circuito Teatrale del Piemonte. Anche la Provincia del VCO, nello stesso anno, stipulò con il Comune di Villadossola una convenzione triennale che prevedeva un contributo di 20 mila euro l’anno, comprendendo in quel contributo l’affitto dovuto dalla Provincia per l’utilizzo della struttura come location per la rassegna libraria “La Fabbrica di Carta”; si inserì inoltre, tra le clausole, la possibilità di utilizzo della sala teatro per l’organizzazione diretta da parte della Provincia di un massimo di 10 eventi all’anno. Nonostante tutto però, la gestione complessiva della struttura ha continuato a produrre bilanci deficitari, sempre naturalmente ripianati dall’amministrazione comunale con fondi propri.
L’amministrazione attuale, in carica dal 2008, ha continuato nel solco della gestione iniziata dalla precedente amministrazione, cercando ulteriori modi per ridurre il deficit globale della struttura, in cui il peso delle utenze e delle spese generali connesse alle attività incidono in maniera consistente. L’impegno finanziario dell’amministrazione comunale è ragguardevole sia in termini di personale (due posti in organico) sia in termini di gestione complessiva della struttura. L’azione dell’assessore alla cultura, Perugini, ha preservato la qualità degli spettacoli offerti potenziando la ricerca di sponsor privati con l’obiettivo di abbattere lo sbilancio finale.
Le decisioni assunte dalla giunta, inoltre, hanno prodotto apprezzabili risparmi sulle varie voci di spesa. Nel 2009 è stata rinnovata la convenzione con la Provincia a pari condizioni, mentre il rinnovo triennale della convenzione con la regione Piemonte ha portato 10 mila euro in più all’anno. Grazie ad una vincente selezione degli spettacoli teatrali in cartellone si è progressivamente passati dai 300 abbonati del 2007 ai quasi 550 di quest’anno (su 650 posti disponibili).
Negli ultimi due anni, in via sperimentale, sono stati organizzati due pullman navetta, uno da Verbania e uno da Omegna, pagati dal Circuito Teatrale, che hanno portato gli abbonati a teatro e a partire da quest’anno il medesimo servizio verrà reso a pagamento. Infine, anche la politica del prezzo del biglietto/abbonamento ha prodotto maggiori entrate; grazie alla buona gestione e all’elevatissima affluenza (che hanno fatto de “La Fabbrica” il primo teatro in Piemonte tra quelli gestiti attraverso la collaborazione del Circuito Teatrale del Piemonte), siamo giunti quest’anno alla stipula di una convenzione con il Circuito Teatrale decisamente più vantaggiosa, per il Comune, rispetto a quelle stipulate negli anni precedenti. Sono stati fatti recentemente altri tentativi per cercare ulteriori fonti di reddito connesse alle attività del Centro Culturale che potessero contribuire a ridurre il deficit e sono ancora in corso trattative con la Comunità Montana delle Valli dell’Ossola per la stipula di una convenzione. Nonostante tutto questo, la previsione economica per la stagione teatrale appena iniziata vede ancora uno sbilancio che peserà sulle casse comunali. In questa situazione ci troviamo, oltretutto, a dover affrontare i tagli da finanziarie combinate che per Villadossola significano una riduzione delle entrate correnti di circa 500.000 euro annui.
Non è più pensabile dunque che il Centro culturale la Fabbrica, nel suo insieme, continui a pesare sul bilancio comunale in maniera così consistente. La riflessione al nostro interno è in atto e al momento stiamo esplorando le soluzioni più disparate, ma nel frattempo non si può non notare l’incongruenza, oggi resa evidente dalle mutate condizioni economiche dell’intero territorio, di voler dotare a tutti i costi la Provincia di un altro teatro di respiro sovracomunale.
Il centro polifunzionale che la città di Verbania ha in progetto da diversi anni, trasformandosi in realtà, rischia di decretare, suo malgrado, la chiusura de “La Fabbrica”. Già per il futuro prossimo Provincia e Regione faticheranno a confermare le risorse economiche attuali, risorse assolutamente fondamentali per la sopravvivenza della Fabbrica; per questo motivo non possiamo non chiederci cosa succederà quando i teatri saranno due: raddoppieranno gli stanziamenti o divideranno quelli attuali sui due teatri? Oppure sceglieranno di finanziare quello di Verbania perché sarà diventato, a quel punto, il teatro di riferimento Provinciale?
Sappiamo bene che il teatro è seguito da una percentuale di popolazione minoritaria, ragione per la quale c’è anche da chiedersi cosa succederà all’affluenza della Fabbrica nel momento in cui ci sarà sul territorio un altro teatro in grado di offrire spettacoli che, come minimo, saranno di pari livello qualitativo. Nei giorni scorsi l’assessore alla cultura della Comunità Montana delle Valli dell’Ossola, Gagliardini, aveva dichiarato in merito: “Penso che in questi momenti difficili, in cui i tagli ai bilanci degli enti pubblici sono stati fortissimi, bisogna ripensare a quali siano le priorità.
Penso che sarebbe davvero controproducente investire milioni di euro per creare una struttura che sarebbe comunque in perdita e che produrrebbe solo una concorrenza dannosa al teatro di Villadossola. Peraltro mi chiedo: se la situazione fosse invertita, cosa direbbero gli amministratori del lago (ma anche quelli ossolani) se si intendesse spendere milioni di euro per costruire un centro polifunzionale in concorrenza a quello di Verbania? Mi auguro pertanto un ripensamento e l’assegnazione di quei fondi ad altre più utili destinazioni”.
Si potrebbe dire che la difesa de La Fabbrica da parte nostra, come amministratori villadossolesi, è viziata da “interessi di parte”, ma riteniamo utile che ci si domandi, oltre a tutto il resto, se ci sia coerenza nell’utilizzare per due volte fondi europei, a distanza di non molti anni, per costruire strutture in concorrenza tra loro e votate ad elidersi l’una con l’altra.
Riteniamo inoltre che non basteranno le buone intenzioni a trasformare il futuro centro polifunzionale di Verbania in un punto di riferimento per l’organizzazione di eventi a livello interregionale o addirittura internazionale nonché volano per l’economia verbanese. In conclusione: non ci vuole un veggente per intravedere un futuro nel quale la gestione dei due teatri potrà generare gli stessi laceranti scontri che oggi viviamo in merito alla sanità.
Dopodichè cosa ci inventeremo: il centro culturale unico-plurisede? Si parla spesso di un passato nel quale hanno prevalso campanilismo e localismo, di una politica che non ha saputo mettersi in rete ed evitare i doppioni. I
n un momento drammatico come quello che stiamo attraversando dal punto di vista economico, occupazionale e sociale credo che noi, come amministratori e politici del territorio, abbiamo il dovere di trovare il modo di dialogare, al fine di indirizzare al meglio le risorse economiche disponibili.
Lungi da me il pensare che le risorse che Verbania ha ottenuto in quanto Comune Capoluogo debbano essere destinate altrove: mi auguro solamente che si possano trovare, per quei fondi, destinazioni che non vadano a discapito di altre realtà territoriali e che siano più utili per la stessa Città di Verbania . Avere il privilegio di essere il Comune Capoluogo credo voglia dire anche questo. Marzio Bartolucci
Pubblichiamo l’interpellanza presentata dai giorni scorsi dal gruppo consigliare del PD, ed indirizzata al Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola.
Interpellanza che vuole fare chiarezza in merito al tema sanità e al pericolo, dopo l’approvazione del piano sanitario regionale, di perdere reparti importanti negli ospedali del VCO. In una circolare dello scorso 30 settembre dell’assessorato regionale alla Sanità viene richiesto alle Direzioni Generali delle ASL piemontesi di ridefinire entro il mese di ottobre la pianta organica aziendale sulla base di parametri definiti nella circolare. In particolare, per le Strutture Operative Complesse (più note come reparti) il numero minimo di posti letto necessari a mantenere attiva e autonoma la struttura è stabilito in 19. E’ evidente che questo parametro porterà alla messa in discussione di numerosi reparti, soprattutto negli ospedali di dimensioni medio-piccole, con evidenti e immaginabili conseguenze sul piano della qualità del servizio offerto ai cittadini. Considerando l’attuale dotazione di posti letto, nel VCO dovrebbero essere “toccate” da queste nuove disposizioni regionali le Strutture Operative Complesse di cardiologia, malattie infettive e tropicali, nefrologia, neurologia, oculistica, otorinolaringoiatria, urologia, recupero e riabilitazione funzionale. Ciò premesso, non rimane, ancora una volta, da rilevare come l’approccio dell’attuale Amministrazione regionale ai problemi di razionalizzazione della sanità piemontese si basi esclusivamente su parametri numerici e non consideri le specificità delle diverse situazioni e le necessità dei diversi territori. Nel VCO le nuove disposizioni regionali rischiano di essere devastanti, anche perché vanno a incidere in una zona ove non è ancora chiuso il dibattito sul futuro dei reparti di maternità e soprattutto non è ancora stata individuata la collocazione del laboratorio di emodinamica. A fianco di questo deleterio attivismo regionale, che procedere senza reale confronto con gli attori sociali del VCO, si deve purtroppo registrare l’immobilismo della Provincia, ente che non ha ancora pubblicamente appalesato (almeno alla data di compilazione della presente interrogazione) una propria posizione sul futuro del sistema sanitario locale. Pur in assenza di specifiche competenze in materia sanitaria, la Provincia, in quanto ente deputato a rappresentare le istanze del proprio territorio agli enti “superiori” come la Regione, non può esimersi dall’elaborare, di concerto con enti locali, associazioni, organizzazioni sindacali, ecc., una propria autonoma proposta di disegno della sanità del VCO. Tutto ciò premesso e considerato SI INTERROGA LA SIGNORIA VOSTRA 1. Per conoscere cosa in concreto l’Amministrazione Provinciale stia facendo per contrastare la logica regionale improntata ad una riorganizzazione basata su tagli indiscriminati e freddi parametri numerici, che colpiscono senza raziocinio zone sovra attrezzate rispetto ai bisogni e zone invece dove risorse, personale e servizi erogati sono ridotti all’osso. 2. Per conoscere, nello specifico, quali azioni abbia intrapreso l’Amministrazione Provinciale per incalzare l’assessore regionale Monferino a mettere nero su bianco le sue dichiarazioni alla stampa in cui aveva manifestato la disponibilità a valutare “ogni singola situazione sulla base della realtà territoriale” per evitare di riorganizzare il servizio sanitario regionale “attenendoci a rigidi vincoli numerici”.
Tanta voglia di fare ed un’energia contagiosa: questi i sentimenti che albergavano domenica mattina (23 ottobre) nella palestra dell’Altea Forum per la presentazione del movimento civico “Noi Ci Siamo per Omegna”, a sostegno di Aide Mellano nella corsa prima alle primarie di coalizione e poi, si spera, per Palazzo di Città.
Presenti alcune delle persone già sicure di far parte della lista dei sedici candidati consiglieri: Mario Cavigioli, Fabio Marzorati, Marco Bussoli, Valeria Knutti, Fabio Barbaglia, Pietro Cavalli, Giuseppe Moio, Maurizio Frisone.
“Gli altri – ha spiegato Mario Cavigioli – li aggiungeremo strada facendo, anche perché non abbiamo nessuna fretta. Cerchiamo gente motivata, che abbia voglia di mettersi in discussione ed al servizio della città”
Lo stesso Cavigioli, presidente di Azzurra Basket VCO e di VCO Sport City, ha fatto da cerimoniere, prendendo per primo la parola: “siamo consapevoli tutti quanti che viviamo un momento oggettivamente difficile, pieno di negatività. Il senso principale che ha spinto me e chi mi accompagna in questa avventura a scendere in campo è legato la fatto che ci sono poche risorse economiche ma anche poche risorse morali. Noi abbiamo la convinzione che una nuova Omegna è possibile: lavoreremo per questo” la sua promessa.
Valeria Knutti, commerciante, ha sottolineato il clima di grande collaborazione che si è instaurato in questo gruppo di lavoro: “fin dai primi incontri – ha detto al microfono- ho percepito l’interesse di tutti per Omegna, per risollevarla e farla rialzare. Io dico che sessant’anni fa stavamo peggio di adesso: ecco perché rimboccandoci tutti le maniche ci sono le possibilità di costruire un progetto di città viva” .
Fabio Marzorati ha sottolineato dal suo punto di vista come “la grande apertura e la disponibilità all’ascolto ed a progettare insieme della candidata sindaco e dei componenti di questo movimento sono gli elementi che mi hanno portato a rendermi disponibile per
questo progetto”.
Come sostenitrice della lista Rosy Tuissi, Presidente del Consiglio di Omegna Centro.” Mi piace questo movimento – ha dichiarato – e mi piace che appoggi Aide Mellano, che ritengo una donna utile per il bene della città”.
In chiusura a prendere la parola è stata proprio la candidata sindaco del Partito Democratico: “ le liste civiche sono la linfa vitale della politica: io posso promettere che farò di tutto per costruire una città migliore per i nostri figli. E dico che il municipio sarà una casa aperta a tutti” Noi ci siamo per Omegna Movimento Civico per Omegna 2012-2017
Il consiglio provinciale aperto di oggi svoltosi a Tecnoparco e convocato sui temi della crisi economica, ha messo di nuovo in rilievo la pochezza della maggioranza presieduta dal Presidente Massimo Nobili.
Infatti, i lavori a porte aperte convocati con amministratori locali, forze economiche, sociali e sindacali si sono potuti svolgere solo grazie al senso di responsabilità dei consiglieri del PD che hanno garantito il numero legale, visto le assenze nei banchi del centro destra.
Un senso di responsabilità quello del PD nell’aver voluto garantire il numero legale, volto a poter permettere una discussione e un confronto con il territorio su questi temi, con il dibattito prima e poi la votazione finale.
Dispiace davvero evidenziare come su un tema così importante e dirimente, come quello della crisi economica, la maggioranza di centro destra non abbia avuto la capacità di essere presente, evidenziando una mancanza di senso di responsabilità e di rispetto verso gli amministratori locali, le forze economiche, sociali e sindacali presenti.
Non a caso gli interventi del capogruppo Giuseppe Grieco, del consigliere regionale Aldo Reschigna e del consigliere Paolo Ravioli sono stati quelli che hanno portato più idee e contributi, a partire dalla proposta di istituire un fondo di garanzia per aiutare le piccole e medie imprese che si trovano in difficoltà, e dalla preoccupazione che il riconoscimento dello stato di crisi della nostra zona rischi di essere poco più che una formalità, visto la probabile esiguità dei fondi ad essa collegati.
Una brutta pagina per il centro destra locale.
Potete scaricare dal sito regionale del Pd al seguente indirizzo tutti i documenti relativi alla due giorni del Pd a Baveno sui temi dell’economia.
Vai al link http://www.pdpiemonte.it/2011/10/una-politica-economica-per-il-piemonte-documenti-di-approfondimento/ Da La Stampa del 23.10.2011:
«C’è bisogno di politiche per la crescita e di un governo forte che spinga in quella direzione. Quello attuale non lo è». Questa, secondo il vice segretario nazionale del Partito Democratico Enrico Letta, è la priorità assoluta per l’Italia. Letta è intervenuto ieri pomeriggio a chiusura della prima giornata dei lavori del seminario del Pd «Una politica economica per il Piemonte» all’hotel Dino dove i lavori proseguono oggi.
Tra le azioni da avviare per stimolare la crescita Letta ha elencato «un Fisco che premia gli investimenti nelle imprese rispetto alle rendite, un impegno forte per l’occupazione giovanile, rendendo attrattivo per i datori di lavoro assumere giovani, far ripartire le infrastrutture con un piano organico».
Prima della chiusura di Enrico Letta vari interventi avevano preso in esame la situazione economica e le strade da seguire. Giuseppe Russo, economista di Step Ricerche, ha tracciato un profilo economico dell’Italia disegnando un quadro dal lato occupazionale ancora più preoccupante: «Il tasso di disoccupazione vero in Italia è del 19% conteggiando anche gli scoraggiati» ha sottolineato Russo, che ha anche parlato però di un’Italia meglio posizionata sul fronte del debito.
«Se si tiene conto anche del debito privato, il nostro Paese è vicino alla Francia e messo molto meglio rispetto a Spagna, Regno Unito e Usa». Il capogruppo Pd in Consiglio regionale Aldo Reschigna ha evidenziato la particolare situazione del Piemonte: «La nostra regione all’interno della crisi è tra quelle settentrionali che ha pagato il prezzo più alto». Secondo Reschigna c’è l’esigenza di scegliere gli obiettivi a cui destinare le risorse «evitando quanto accaduto con il miliardo di euro speso tra il 2008 e oggi e che non ha determinato miglioramenti strutturali».
I principali obiettivi da perseguire sono, secondo il capogruppo del Pd, «le politiche sulla conoscenza e l’istruzione, azioni per stimolare la domanda interna, aiuti alla dimensione internazionale del sistema piemontese delle imprese». «Nel Vco siamo in presenza di alti livelli di cassa integrazione e precarietà – ha sottolineato la segretaria provinciale del Pd Antonella Trapani -, bisogna recuperare il comparto industriale investendo su produzioni innovative».
Da Tele VCO:
A Baveno due giorni di convegno promossa dal PD sul tema “Una politica economica per il Piemonte”. La giornata di apertura ieri ha visto l’introduzione dei lavori da parte della segretaria provinciale di Novara del Partito Democratico Elena Ferrara e di quella del VCO Antonella Trapani. Il presidente del Gruppo PD in Consiglio Regionale Aldo Reschigna ha affrontato il tema “La Regione e l’economia piemontese”.
Chiusura di giornata affidata al vicesegretario nazionale Enrico Letta, tornato nel VCO dopo la sua partecipazione, la scorsa settimana, al convegno di Iniziativa Subalpina.
Oggi nella seconda giornata di convegno una serie di interventi seguiti dalla tavola rotonda alla quale ha preso parte anche Mariella Enoc, presidente di Confindustria Piemonte. E chiusura dei lavori affidata al responsabile economica nazionale del PD Stefano Fassina che ai nostri microfoni ha ribadito le indicazioni del partito per superare la crisi, si punta su sviluppo e lavoro; Fassina ha sottolineato la necessità di tornare a crescere e di una riforma nella politica.
Il PD del Piemonte in collaborazione con il gruppo consiliare regionale organizza per i giorni di venerdì 21 ottobre (pomeriggio) e sabato 22 ottobre (tutto il giorno) un seminario di approfondimento sulla situazione e sulle prospettive dell’economia piemontese.
Protagonisti principali della due giorni presso il Dino Hotel a BavenoEnrico Letta vicesegretario nazionale del PD, e Stefano Fassina responsabile del settore Economia e Lavoro del PD. Tutto il programma del seminario è visibile cliccando qui al link [download id=”68″], programma ricco di incontri, relazioni di esperti del settore, del mondo universitario e della ricerca, delle categorie economiche, sociali e sindacali di tutto il Piemonte.
Un appuntamento di grande importanza, perchè il Pd mette al centro della discussione il tema del lavoro e dell’economia, parte fondamentale della nostra proposta politica dei prossimi mesi. Una due giorni nella quale presenteremo le nostre proposte caratterizzando la nostra alternativa di governo al centro destra.
Tutti coloro che sono interessati segnino questo invito in agenda.