La proposta di legge della Giunta regionale per il riordino delle autonomie locali è inaccettabile perché distruggerebbe l’esperienza delle Comunità montane e dei Consorzi socioassistenziali senza sostituirli con qualcosa di almeno altrettanto efficace.
Non si può pensare di improvvisare nuovi enti al posto di quelli cancellati senza tener conto degli aspetti positivi delle esperienze finora attuate.
La proposta della Giunta crea anche molte incertezze per il personale della Comunità montane. I 435 dipendenti andrebbero in una lista di mobilità cui dovrebbero attingere gli enti locali. Ma, in questa situazione di profonda crisi, quale Comune è in grado di assumere nuovi dipendenti?
Immaginare poi, come propone la Giunta Cota, di porre come limite i 15.000 abitanti in montagna e collina ed i 20.000 abitanti in pianura per la gestione delle politiche sociali non significa valorizzare i comuni, ma distruggere la possibilità che venga garantita adeguata protezione e tutela sociale a tutta la popolazione piemontese. Vi è il forte rischio che solo nelle aree urbane si garantiranno i servizi.
La nostra proposta di legge tende invece a una organizzazione dei poteri locali che salvi il valore dei municipi e delle piccole comunità locali, ma che nello stesso tempo spinga verso una gestione associata dei servizi. In questo senso va la proposta di trasformare le comunità montane in unioni montane di Comuni e di chiedere un analogo impegno alle comunità collinari.
Intendiamo anche salvaguardare le esperienze dei consorzi dei servizi sociali: sono 54 oggi in Piemonte, servono una popolazione che varia da 80.000 a 120.000 abitanti. Siamo per introdurre elementi di evoluzione e razionalizzazione, per valorizzare l’integrazione con i Distretti socio-sanitari, ma, a differenza della Giunta, non per destrutturare l’organizzazione esistente.
Come Gruppo Consiliare del PD in Regione avevamo presentato una mozione in aula con la quale chiedevamo alla Giunta regionale di proporre ricorso alla Corte Costituzionale contro l’art. 16 della manovra di agosto, proprio quello sul riordino dei poteri locali, così come fatto non solo dalle Regioni di centrosinistra, ma dalla stessa regione Lombardia. La Giunta regionale e la maggioranza avevano votato contro la nostra richiesta.
Ora invece la Giunta regionale ha deciso di proporre ricorso alla Corte Costituzionale contro la norma contenuta nel decreto legge del Governo Monti che riguarda le province: prendiamo atto che ci sono due pesi e due misure e che le scelte della Giunta regionale sono fortemente influenzate non dalla tutela della comunità piemontese, ma dalla collocazione politica nazionale della Lega Nord.
Aldo Reschigna
Capogruppo PD in consiglio regionale