Il capogruppo Pd in Regione, Aldo Reschigna, contesta formalmente l’esito della valutazione del Pisu del Comune di Verbania e chiede la revoca del giudizio di ammissibilità che ha dato il “via libera” al mastodonte cementizio all’arena.
I Gruppi di Minoranza in Comune lo scorso marzo con un circostanziato Esposto alla Regione Piemonte avevano radicalmente contestato l’ammissibilità del finanziamento al cosiddetto Centro Eventi dell’arena per mancanza del requisito fondamentale richiesto dal Bando, cioè la condizione “di degrado” dell’area interessata all’intervento. Oggi il capogruppo Pd in Regione chiede la revoca dell’ammissibilità del finanziamento per la stessa, inoppugnabile ragione. Qui di seguito potete leggere l’intervento di Aldo Reschigna.
Martedì ho scritto una lettera all’Assessore Giordano, al Direttore delle Attività produttive ed ai componenti il Comitato di valutazione del PISU di Verbania, per chiedere di mettere in atto l’autotutela amministrativa tesa a revocare il giudizio di ammissibilità, espresso in data 12 ottobre 2011, sul progetto presentato dal Comune di Verbania e che prevede la costruzione del nuovo teatro sulla foce del torrente S. Bernardino. Ho molto riflettuto prima di compiere questo atto perché la conseguenza potrebbe essere la revoca del finanziamento regionale di 12,5 milioni di euro. Ma, poi, ho deciso che era mio dovere farlo, anche se riceverò critiche da più parti.
Nel formulare la lettera non ho pensato alla polemica che da almeno 7 anni attraversa il dibattito cittadino sull’utilità della costruzione del teatro e sul dove farlo. Ho le mie opinioni al riguardo, non le ho mai nascoste e considero sbagliato che in Amministrazione si parli solo di questo tema, quando la città vive una condizione economica e sociale difficile. Così come considero sbagliato che una tra le poche opportunità di finanziamento per la città venga utilizzata per un intervento che non apporterà alcun beneficio economico per la città, perché di centri congressi sul lago ce ne sono molti altri. Ma queste sono opinioni sul merito.
Nello scrivere la lettera all’Assessore Giordano ha prevalso in me un valore a cui non voglio rinunciare, che è quello della correttezza nella pratica amministrativa. Cerco di spiegarmi. La Regione ha stabilito alcuni criteri nell’esame delle domande, alcuni dei quali venivano, dalla stessa, considerati indispensabili perché il progetto fosse considerato ammissibile. Voglio richiamare l’attenzione su alcuni aspetti che a me appaiono tutt’altro che chiari. Tra i criteri di valutazione di merito vi era un punteggio minimo di otto su dieci, pena la non ammissibilità del progetto, riferito alla “idoneità dell’investimento ad ovviare ad una dimostrata situazione di degrado”; la commissione ha assegnato al progetto di Verbania 8 punti. Ma come può essere considerata l’area adiacente a Villa Maioni “di dimostrata situazione di degrado”? Quell’area era di degrado quando è stato dismesso l’impianto di lavorazione di inerti. Quell’area è stata recuperata con un finanziamento della Comunità Economica Europea, della Regione e dello Stato. Quell’area, oggi, è un parcheggio, un parco con percorsi pedonali, una spiaggia attrezzata, un chiosco ed una arena per gli spettacoli. Come può la commissione aver considerato tutto ciò “degrado”?
Lo stesso ragionamento lo si può fare su un altro requisito, considerato indispensabile, che è riferito al completamento con interventi già finanziati con risorse regionali, comunitarie e nazionali. Completare non significa sostituire o distruggere quello che è stato fatto. Sono queste le ragioni per le quali la Regione deve tornare sui suoi passi e sulla scelta compiuta, ripristinando una condizione di rispondenza con i criteri che la stessa si era data, che è stata alterata, probabilmente, a seguito di pressanti pressioni politiche.