Il governatore del piemonte, il leghista Roberto Cota, continua a ripetere con continue dichiarazioni pubbliche di non aver alzato il carico fiscale, ma le mani nelle tasche dei piemontesi le ha messe, eccome: CARTA CANTA.
Chiamale tasse, accise o tariffe. Dal punto di vista tecnico e – secondo alcuni politico – sono provvedimenti differenti tra loro, ma di certo con un comune denominatore: un aumento delle entrate da parte dell’ente che li introduce e un sacrificio per il cittadino/contribuente.
Da giorni un iperattivo Roberto Cota continua a propinare ai giornali lo stesso refrain: “La Regione non ha aumentato e non aumenterà le tasse” ha detto nella conferenza stampa di fine anno e ribadito ancora nelle ultime ore alle agenzie. “Una linea che dovrebbe seguire anche il Governo Monti”. Affermazioni tecnicamente corrette, ma che di fatto rischiano di essere fuorvianti rispetto a provvedimenti varati quest’anno dall’amministrazione del Governatur.
A partire dall’accisa regionale sulla benzina. Un provvedimento approvato l’estate scorsa, attraverso il recepimento di una legge del 1993 mai applicata prima. Si tratta di 2,58 centesimi al litro in più in tutti i distributori del Piemonte, attraverso i quali piazza Castello conta di recuperare circa 27/28 milioni in un anno.
Non è finita. Tra i successi rivendicati dal presidente leghista, c’è anche il nuovo contratto sottoscritto con Ferrovie dello Stato nell’ambito del trasporto regionale su rotaia “dopo quattro anni di silenzio da parte della precedente amministrazione”. L’accordo con Trenitalia, intanto, ha portato a un aumento del 10% dei biglietti sui treni locali e del 18% sugli abbonamenti settimanali, mensili e annuali; e sono salite del 6% anche le tariffe dei biglietti degli autobus extraurbani.
Chiamale tasse o tariffe: il risultato non cambia: tasche vuote e, in certi casi, servizi sempre più scadenti vista la contestuale scelta di ostacolare in ogni modo l’arrivo di nuovi competitor sulle rotaie sabaude dell’amministrazione regionale (vedi il caso Arenaways sul quale l’assessore ai Trasporti Barbara Bonino fu costretta dal Consiglio a una clamorosa marcia indietro).
E poi c’è l’incremento dell’addizionale Irpef, l’applicazione dei ticket sanitari voluti dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti (e che altri suoi colleghi hanno rifiutato di utilizzare, compreso il compagno di partito Luca Zaia), il taglio dei trasferimenti ai comuni sul trasporto pubblico locale, che ha portato allo – sproporzionato a nostro avviso – aumento delle tariffe da parte di Gtt.
E non ci si può sempre nascondere dietro il recepimento di leggi nazionali, come pure sta facendo il governatore, perché nessuno ha imposto alle regioni un aumento delle accise sulla benzina o l’incremento delle addizionali Irpef: è stata offerta un’opportunità di incrementare le entrate che piazza Castello non si è lasciata sfuggire.
Sul tema interviene il capogruppo Pd a Palazzo Lascaris, Aldo Reschigna «Si prende dalle tasche dei cittadini non solo quando si aumentano le imposte, ma anche quando non si garantiscono più i livelli dei servizi, quando non si garantiscono più le borse di studio universitarie o, come succederà quest’anno, si diminuiscono gli interventi sulle politiche sociali e si tagliano i servizi incidendo anche in questo modo sulle persone e sulle comunità locali».
Articolo tratto da www.lospiffero.com