PARCO VEGLIA DEVERO VALLE ANTRONA: UN PO’ DI CHIAREZZA SUI COMPENSI DEL PRESIDENTE

alpe Devero

E’ di venerdì 7 gennaio l’intervista apparsa nelle pagine locali del quotidiano “La Stampa” del neo presidente del Parco regionale Veglia Devero Valle Antrona.
Al di là di alcune affermazioni sulle quali vorremo evitare di ribattere, ma che cogliamo con un po’ di meraviglia, come quando il geometra Uttini elenca tra i suoi meriti per l’avvenuta  nomina a Presidente del  Parco regionale quello di essere da quattro anni presidente dello sci club valligiano, vogliamo porre l’attenzione dei media e dei cittadini,  sull’ultima affermazione del Presidente quando dice che il suo compenso, a causa della legge approvata dalla giunta Bresso, sarà di 1000 euro netti.
Letto ciò, ci siamo ricordati di un articolo apparso sempre sullo stesso quotidiano lo scorso 11 dicembre, nel quale, il Presidente Cattaneo, a risposta di un nostro comunicato stampa sempre al riguardo, affermava che quanto ai compensi il problema non esisteva: “Si tratta di cariche territoriali. Pertanto, in base alla legge “Salva Italia”, varata in questi giorni da Monti, queste sono cariche onorifiche per le quali sono stati cancellati i compensi”. Crediamo che il Presidente del Consiglio regionale si riferisse all’art. 22, capo III, del decreto poi tramutato in legge, che cita testualmente:” La titolarità di qualsiasi carica, ufficio o organo di natura elettiva di un ente territoriale non previsto dalla Costituzione è a titolo esclusivamente onorifico e non può essere fonte di alcuna forma di remunerazione, indennità o gettone di presenza, con esclusione dei comuni di cui all’articolo 2, comma 186, lettera b), della legge 23 dicembre 2009, n. 191, e successive modificazioni”.
Lasciamo perdere se un simile corrispettivo sia adeguato oppure no alle mansioni e alle responsabilità, non è questo l’oggetto del comunicato stampa, quello di cui vorremo fosse fatta chiarezza è se l’articolo 22 del citato testo si applica anche al Presidente del Parco oppure se il Presidente Cattaneo nella fregola di rispondere al nostro comunicato, abbia preso un abbaglio.
Infine, ci accodiamo a tutti coloro che in questi giorni hanno chiesto alla giunta regionale di fare chiarezza e di spiegare le regioni per le quali sono state scelte alcune persone. Sempre Cattaneo in quell’articolo rassicurava che sarebbero state:”Nominate le persone che hanno i migliori curricula”.  Sebbene non vogliamo sminuire l’importanza dello sci club, crediamo che questo titolo insieme a quelli elencati dal neo presidente non siano sufficienti a giustificare un incarico così delicato a meno che gli altri candidati avessero ancor meno credenziali.

PD VCO
Ufficio Stampa


 

NUOVA LEGGE SULLA CACCIA: LA MAGGIORANZA TENTA IL BLITZ PER CANCELLARE IL REFERENDUM

Con un vero e proprio blitz, oggi l’assessore regionale all’agricoltura Sacchetto, nella Commissione riunita in sede redigente per esaminare le diverse proposte sulla caccia, ha presentato un emendamento per abrogare l’attuale legge regionale sulla caccia, in modo da evitare così il referendum che si dovrà tenere in primavera. La nostra opposizione ha impedito che si arrivasse a un voto sull’emendamento, voto che avrebbe gettato l’intero settore nell’incertezza. Abbiamo chiesto di avere un parere giuridico chiaro sulle conseguenze, per poter avviare il confronto sul merito. Il tentativo ci pare comunque assurdo. Intendevamo aiutare una discussione sulla nuova legge che, per noi, non poteva che andare nella direzione di un miglioramento della situazione faunistica regionale e di un miglior funzionamento delle norme. Una legge che in sostanza non vietasse la caccia, difesa da una norma costituzionale, ma aiutasse un esercizio responsabile dell’attività venatoria, che tenga cioè conto delle condizioni ambientali e reali in cui si trova la fauna piemontese e definisca regole in grado da una parte di tutelarne l’esistenza, e dall’altra di limitarne il sovrannumero là dove avviene.Il blitz ha dimostrato come la maggioranza non avesse alcuna intenzione di discutere nel merito, ma intendesse solo trovare un escamotage per impedire un referendum cui il centrodestra è arrivato completamente impreparato. Un atteggiamento per noi inaccettabile e che ancora una volta mina i rapporti tra maggioranza e opposizione. Resta la nostra disponibilità a trovare una soluzione legislativa che tenga conto della situazione attuale e la affronti con la massima trasparenza e responsabilità.

Aldo Reschigna

Referendum mercoledì prossimo la decisione

Mercoledì 11 gennaio si riunisce in camera di consiglio  la Consulta per decidere l’ammissibilità dei referendum. Il nostro auspicio è che si esprima per il SI all’ammissibilità dei quesiti referendari per l’abolizione del cosiddetto Porcellum (così chiamato dallo stesso estensore della legge il leghista Calderoli che la definì una porcata). Nel caso la corte costituzionale ritenga inammissibili i quesiti referendari sulla legge elettorale, evento che molti disfattisti ritengono probabile, pretendiamo che il Parlamento tenga conto della volontà degli italiani, che è molto chiara: tornare ad eleggere i propri rappresentanti. Scriviamo questo perché la nostra esperienza è stata straordinaria e rivelatrice: i cittadini venivano a cercarci ai banchetti per lasciare la loro firma! Nella malaugurata ipotesi che la Consulta non accolga i referendum, il Parlamento segua la strada tracciata dal democratico Vannino Chiti che ha già lanciato l’idea di una “mozione di indirizzo” per una riforma parlamentare della legge elettorale.

Davide Bolognini, Alberto Nobili

Promotori Referendum contro Porcellum.

 

Cota: mai aumentato le tasse. Falso!

Roberto Cota uguale a Jean Claude (per sorridere.. si può?)

Il governatore del piemonte, il leghista Roberto Cota, continua a ripetere con continue dichiarazioni pubbliche di non aver alzato il carico fiscale, ma le mani nelle tasche dei piemontesi le ha messe, eccome: CARTA CANTA.
Chiamale tasse, accise o tariffe. Dal punto di vista tecnico e – secondo alcuni politico – sono provvedimenti differenti tra loro, ma di certo con un comune denominatore: un aumento delle entrate da parte dell’ente che li introduce e un sacrificio per il cittadino/contribuente.
Da giorni un iperattivo Roberto Cota continua a propinare ai giornali lo stesso refrain: “La Regione non ha aumentato e non aumenterà le tasse” ha detto nella conferenza stampa di fine anno e ribadito ancora nelle ultime ore alle agenzie. “Una linea che dovrebbe seguire anche il Governo Monti”. Affermazioni tecnicamente corrette, ma che di fatto rischiano di essere fuorvianti rispetto a provvedimenti varati quest’anno dall’amministrazione del Governatur.
A partire dall’accisa regionale sulla benzina. Un provvedimento approvato l’estate scorsa, attraverso il recepimento di una legge del 1993 mai applicata prima. Si tratta di 2,58 centesimi al litro in più in tutti i distributori del Piemonte, attraverso i quali piazza Castello conta di recuperare circa 27/28 milioni in un anno.
Non è finita. Tra i successi rivendicati dal presidente leghista, c’è anche il nuovo contratto sottoscritto con Ferrovie dello Stato nell’ambito del trasporto regionale su rotaia “dopo quattro anni di silenzio da parte della precedente amministrazione”. L’accordo con Trenitalia, intanto, ha portato a un aumento del 10% dei biglietti sui treni locali e del 18% sugli abbonamenti settimanali, mensili e annuali; e sono salite del 6% anche le tariffe dei biglietti degli autobus extraurbani.
Chiamale tasse o tariffe: il risultato non cambia: tasche vuote e, in certi casi, servizi sempre più scadenti vista la contestuale scelta di ostacolare in ogni modo l’arrivo di nuovi competitor sulle rotaie sabaude dell’amministrazione regionale (vedi il caso Arenaways sul quale l’assessore ai Trasporti Barbara Bonino fu costretta dal Consiglio a una clamorosa marcia indietro).
E poi c’è l’incremento dell’addizionale Irpef, l’applicazione dei ticket sanitari voluti dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti (e che altri suoi colleghi hanno rifiutato di utilizzare, compreso il compagno di partito Luca Zaia), il taglio dei trasferimenti ai comuni sul trasporto pubblico locale, che ha portato allo – sproporzionato a nostro avviso – aumento delle tariffe da parte di Gtt.
E non ci si può sempre nascondere dietro il recepimento di leggi nazionali, come pure sta facendo il governatore, perché nessuno ha imposto alle regioni un aumento delle accise sulla benzina o l’incremento delle addizionali Irpef: è stata offerta un’opportunità di incrementare le entrate che piazza Castello non si è lasciata sfuggire.
Sul tema interviene il capogruppo Pd a Palazzo Lascaris, Aldo Reschigna «Si prende dalle tasche dei cittadini non solo quando si aumentano le imposte, ma anche quando non si garantiscono più i livelli dei servizi, quando non si garantiscono più le borse di studio universitarie o, come succederà quest’anno, si diminuiscono gli interventi sulle politiche sociali e si tagliano i servizi incidendo anche in questo modo sulle persone e sulle comunità locali».

Articolo tratto da www.lospiffero.com

Bilancio politico 2011 del PD del Verbano Cusio Ossola

Tentare di riassumere nero su bianco l’attività provinciale del PD non è semplice.
E’ giusto però tentare di farlo anche per rendere contro del lavoro fatto sia agli iscritti, che ai simpatizzanti ed ai nostri elettori.
Pubblichiamo infatti un file con la sintesi delle principali iniziative svolte nel 2011, e che si possono riassumere così: oltre 25 iniziative pubbliche, nuovo sito PD con aumento del 41% di contatti nel 2011, oltre 150 tra comuncati e conferenza stampa, 41 news letter inviate agli oltre 4 mila contatti,  nuovo servizio agli iscritti e simpatizzanti di rassegna stampa settimanale, decine di riunioni  ed assemblee provinciali. Potete cliccare qui per scaricare il file completo del [download id=”90″]