Casa di Massimo Nobili. I fatti sono veri. La difesa del Presidente è debole per un atto grave e altamente inopportuno. Ne tragga le conseguenze. Si dimetta.

Massimo Nobili

In merito alle risposte date dal Presidente della Provincia, nonché presidente di CESA spa, Massimo Nobili alle domande fatte dal Partito Democratico sulla vicenda che lo vede coinvolto relativamente ai lavori eseguiti da CESA stessa per la costruzione della sua abitazione privata, osserviamo che le nostre denunce (clicca al link per leggerle) corrispondono alla realtà dei fatti. Per vedere i servizi TV clicca qui.
Rimaniamo basiti dalla risposta del Presidente Nobili tutta tesa a sminuire l’accaduto, tentando addirittura di trasformarla nell’azione paternalista di chi si “sacrifica” per il bene pubblico.
L’ho fatto per far lavorare i nostri dipendenti” è l’incredibile risposta data ai mass media, risposta che ci suona coma la dichiarazione dell’ex presidente del consiglio quando dichiarò di elargire denaro per “il sostentamento di giovani ragazze senza lavoro”!
E’ nostra convinzione che il lavoro in CESA andrebbe generato e non offerto come atto di bontà andando a mescolare indebitamente pubblico e privato.
Riteniamo debbano essere incompatibili incarichi di primaria responsabilità politico-amministrativa direttamente derivati dal voto popolare (il presidente della Provincia, il sindaco di un’importante città, il consigliere regionale) e lucrosi incarichi in Società, Enti ed organismi legati alla politica. Riteniamo che incarichi importanti debbano esser esercitati in via esclusiva.
CESA essendo, di fatto, una società che dipende anche dalla Provincia ( è controllata al 98% da Saia che a sua volta tra i suoi “azionisti” vede la Provincia del Vco) ci sembra un “simpatico” metodo volto a superare la conflittualità controllore/controllato ma che, nella sostanza, è il solito modo “all’italiana” per aggirare le norme.
Riteniamo eticamente e politicamente grave la scelta di farsi costruire il proprio appartamento personale dalla società di cui è Presidente, visto l’importante ruolo politico amministrativo che ricopre nel nostro territorio. Inoltre la giustificazione addotta, che la società versa in cattive condizioni economiche, non è per noi una risposta assolutamente accettabile.
Pensiamo che i lavoratori avrebbero maggiormente apprezzato la rinuncia al suo compenso da Presidente di CESA, di parecchie migliaia di euro, come forma partecipativa al bene della società o di vera attenzione verso i lavoratori in cassa integrazione. Crediamo, infatti che  per  condurre una società fuori dalla crisi il suo presidente debba rispondere con indirizzi e strategie di medio e lungo periodo.
Chiediamo alla Provincia, in quanto socio di Saia (controllore di CESA spa al 98%) di verificarne lo stato economico: bilancio, spese telefoniche, fatture, investimenti, rimborsi, le spese per la casa di Nobili, ecc.
Ed è in questa nostra legittima richiesta che emerge la contraddizione evidente che chi dovrebbe controllare (la Provincia) e il controllato (CESA) sono in questo caso la stessa persona: ovvero Nobili.E’ arrivato il momento di fare scelte chiare e univoche. Non crediamo, e ne abbiamo motivato le ragioni, che il Presidente Nobili debba continuare a ricoprire entrambi gli incarichi.
Si dimetta.

PD VCO
Ufficio stampa

Iniziativa PD sul federalismo: buona riuscita e buon confronto

Aldo Reschigna

Venerdì 10 febbraio al Forum di Omegna Reschigna (vedi qui il link al servizio Televisivo) ha parlato ad una vasta platea della proposta di legge regionale sulla “disciplina dell’esercizio associato di funzioni comunali”. Il consigliere regionale del Pd è tornato sul discusso  articolo 16 della legge 14 del settembre 2011 e sulle dispute avute con l’assessore leghista Elena Maccanti.
Reschigna ha sottolineato come «fino ad agosto con l’assessore Maccanti c’è stato un confronto chiaro e onesto. Su diversi punti c’era convergenza, poi di punto in bianco tutto è cambiato».  Ma prima di tutto l’ex sindaco di Verbania ha sottolineato come «grazie all’intervento di due rappresentanti del Pd, Lovelli e Fiorio, è stata introdotta una norma che sterilizza per nove mesi l’entrata in vigore dell’articolo 16.
Questo spostamento in avanti consentirà al parlamento di valutare il problema sulla base della carta delle autonomie».
Reschigna è stato chiaro in merito alla questione: «Il sistema va riformato perché il Paese non ha più soldi.
La Regione è ricca di esperienze associative ma la nostra proposta è quella di partire dall’esistente e migliorare la
situazione. La proposta che viene dalla Lega nord è di ripartire da zero, buttando a mare tutto quello che c’è». Reschigna è entra più ancora nel dettaglio: «Il nostro progetto prevede di mantenere l’omogeneità degli ambiti territoriali e creare ambiti di popolazione di 60/70.000
abitanti con l’eccezione delle zone montane». «La proposta del Pd – ha concluso Reschigna – è tesa a suddividere la Regione in quattro aree: Torino e Asti, Cuneo, Alessandria e Verbania, Novara, Biella e Vercelli».

Articolo di Eco Risveglio del 15.02.2012