QUALCHE CONSIDERAZIONE SUL “CASO CORDA”

In merito alle nomina politica di fine anno scorso del nuovo Presidente dell’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola geom Uttini Graziano, stretto collaboratore del senatore Zanetta, dopo avere esternato le nostre perplessità su quanto avvenuto, concludemmo il nostro comunicato augurandoci che l’opera amministrativa del nuovo Presidente potesse fugare per sempre i nostri dubbi.
A pochi mesi di distanza, dopo avere ascoltato la lunga intervista del sig. Errichiello, pur senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria che competerà agli ambiti preposti, non possiamo che provare un certo imbarazzo.
Proprio la figura dell’attuale Presidente Uttini, considerato nel nostro comunicato “molto attivo in ambito immobiliare” scopriamo essere citato più e più volte in merito al presunto “affaire” che vedeva come protagonisti i vecchi stabilimenti Campari di Crodo, l’Albergo Cervandone all’Alpe Devero, di comproprietà del Comune di Baceno e dell’Ente Parco, nonché la oramai famosa quanto inopportuna centralina sempre all’Alpe Devero.
L’imprenditore racconta di innumerevoli sopralluoghi effettuati con il Presidente del Parco “in pectore”. Dichiara che lo stesso Uttini lo riceveva sempre nello studio personale del senatore e dimostrava la massima disponibilità a fornire tutto l’appoggio logistico/documentale, a volte con documenti privati Enel utili ad analizzare metodologie e profitti per porre a compimento uno dei progetti, appunto, la centralina.
Lo stesso Errichiello dichiara inoltre che il Sindaco Corda, allora Presidente della Comunità del Parco del Veglia Devero, lo tranquillizzò in merito ai futuri assetti dell’Ente garantendo “che avrebbero messo chi volevano loro alla Presidenza del Parco” facendo il nome del geom. Uttini che, casualmente, due anni dopo fu nominato alla Presidenza dell’Ente.
Non ci sarebbe quasi nulla di strano se i protagonisti fossero privati imprenditori che vogliono fare i loro affari, crea invece un certo imbarazzo constatare che ci troviamo di fronte a rappresentanti di pubbliche istituzioni che dovrebbero essere irreprensibili su tematiche così delicate per l’ambiente e che invece, sembrano rappresentare con il loro operato, una delle minacce più subdole per il bene che dovrebbero tutelare.
Attendiamo fiduciosi che si faccia chiarezza su questa triste vicenda ma chiediamo fin d’ora alla Regione Piemonte di farsi garante di una corretta gestione delle Aree Protette del’Ossola nel prossimo futuro.
pD VCIO
uFFICIO sTAMPA

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