Il Tar del Piemonte ha concesso la sospensiva nel ricorso promosso contro la soppressione del punto nascite di Domodossola, a conferma, dopo le analoghe decisioni assunte sui ricorsi presentati contro la chiusura dei laboratori di emodinamica, che ormai le scelte di politica sanitaria regionale non reggono neanche presso i tribunali amministrativi, oltre che presso l’opinione pubblica.
La motivazioni del Tar, che ha respinto un analogo ricorso presentato sul punto nascite di Carmagnola ma ha accolto quello su Domodossola, inducono a una ulteriore considerazione: per i punti nascita di Domodossola, Susa, Carmagnola, Borgosesia e altri era prevista la chiusura nel Piano sanitario regionale. La Giunta ha provato a tenere aperti Borgosesia e Susa, Domodossola no, pur essendo analoghe le situazioni. Il Tar, con la sua sentenza, dice che non ci può essere discrezionalità nell’attuazione di atti di programmazione sanitaria la cui approvazione la Giunta ha imposto alla sua maggioranza.
In questi tre anni la politica sanitaria della Giunta regionale ha cancellato progressivamente ogni elemento di innovazione. Oggi viene smantellata da provvedimenti del Tar: anche questo ci dice che non vi è più alcuna credibilità politica in Cota e in questa Giunta regionale.
Aldo Reschigna, capogruppo Pd in consiglio regionale
La decisione del Tar Piemonte conferma quanto da me sostenuto da tempo, e oggetto dell’interrogazione al ministro Lorenzin che a questo punto spero venga finalmente evasa.
La sospensiva conferma una disciplina regionale in grado di procurare danni ai livelli essenziali di assistenza, e a questo punto a mio avviso la Regione Piemonte deve riprendere in mano l’intera questione dando una procedura omogenea all’intero territorio regionale e al rispetto delle prerogative delle zone montane.
Sarebbe, di contro, un grave errore se la Regione Piemonte scegliesse di ricorrere al Consiglio di Stato, esponendosi cosi’ all’ennesima brutta figura, quando al contrario cio’ che serve e’ riaprire il confronto di merito con il territorio e gli enti locali.
Enrico Borghi, parlamentare