Anche nel suo intervento in aula il presidente Cota persiste nel suo tentativo di nascondere la eccezionale situazione di gravità in cui si trova la Regione Piemonte. Stia tranquillo nessuno di noi si sogna di ergersi a giudice del suo comportamento ora sotto inchiesta.
Il problema che noi poniamo è un altro. Cota si rende conto di quanto la sua dichiarazione: “Guadagno 6.900 euro netti, se non lavorasse mia moglie sarei sull’orlo della bancarotta” è offensiva nei confronti di chi in Piemonte sta vivendo una condizione di oggettiva grave difficoltà? Si rende conto di quanto offensivo sarebbe se avesse dichiarato il falso ai magistrati? Un uomo pubblico ha doveri e responsabilità più forti e maggiori degli altri, per noi la classe politica deve essere un modello per la società.
Tutto questo, e tanto altro, dimostra la estrema lontananza di Cota e della sua maggioranza dalla comunità piemontese. Come fanno a non capire che una sentenza definitiva della Cassazione ha sancito che le scorse elezioni regionali non sono avvenute regolarmente? Come fanno a non cogliere il distacco totale e irreversibile dal Piemonte, dai suoi cittadini, dalla sua realtà socioeconomica?
Non si può più andare avanti così, occorre tornare al più presto al voto, lo diciamo da tempo. Si definiscano i provvedimenti più urgenti e, una volta approvati, si sciolga la legislatura in modo da tornare al voto in Primavera.