Ancora una volta la risposta del popolo democratico è stata entusiasmante.
Un enorme ringraziamento va alle decine di volontarie e volontari, ai numerosissimi votanti che pazientemente hanno dedicato qualche minuto della domenica dell’Immacolata per scegliere il Segretario del Partito Democratico.
Sono stati veramente tanti nel Vco, 5584 persone e di questi ben 3544 hanno dato il proprio voto a Matteo Renzi.
Sono passati poco più di dodici mesi dallo scorso 2 dicembre data del ballottaggio Renzi / Bersani, un anno trascorso tra mille difficoltà susseguitesi, in primis la sconfitta elettorale per molti inaspettata la quale ha segnato la fine di un percorso e l’avvio di una sempre più evidente necessaria trasformazione.
Oggi Matteo Renzi vince ovunque, affermandosi in tutte le regioni e province d’Italia, in particolare in quelle regioni tradizionalmente di centro sinistra dove si pensava che più forti potessero essere le diffidenze e le istanze tradizionali.
E’ stata anche una risposta a chi continua a dubitare dello strumento delle primarie per la scelta del proprio segretario il quale con questo voto, con questa partecipazione ne esce forte e pienamente legittimato dal proprio popolo perché ieri a fare la fila ai seggi sono stati i nostri elettori.
Anche nel Vco la sua affermazione è stata importante superando in 30 seggi su 32 la quota del 50%.
Da oggi, Renzi è il segretario di tutti e fa piacere ascoltare e leggere le dichiarazioni di Cuperlo e Civati che rafforzano lo spirito del Partito Democratico. Il Pd è e rimane un partito aperto, plurale, una grande comunità dove è possibile confrontarsi, ma dove speriamo sia possibile prendere delle decisioni più chiare e nette senza i troppi bizantinismi che hanno spesse volte appesantito e rallentato la forza del partito in questi anni.
Con questa vittoria, come ha detto il neo Segretario Renzi ieri sera, non finisce la sinistra, ma si apre una nuova pagina con un nuovo gruppo dirigente che da oggi non avrà più alibi.
Personalmente, non posso che essere soddisfatta di questo risultato non solo perché mi permette di essere delegata in assemblea nazionale, insieme a Daminao Tradigo e Riccardo Brezza (per la mozione Civati), ma soprattutto perché è il traguardo di un percorso politico che da qualche anno ho intrapreso insieme ad altri democratici, ai quali va un forte abbraccio, e che hanno puntato sulla necessità di una forte svolta politica e generazionale.
Ero a Firenze nel novembre del 2010. Ero alla Leopolda e mi fu concesso di fare un intervento. Ogni intervento doveva individuare una parola chiave da spiegare in cinque minuti. Scelsi la parola “coraggio” perché per cambiare le cose serve molta risolutezza soprattutto se la strada sembra impervia da percorrere.
Renzi in questi anni ha dimostrato di averne molto di coraggio, ma altrettanto gliene servirà per affrontare le vere sfide che ha, anzi, che abbiamo di fronte. Si ha la sensazione che sia l’ultima chiamata, l’ultimo chance che ci viene concessa. O forse la prima e l’ultima. Sarà difficile, ma non possiamo fallire, ne va del nostro paese, della nostra vita, del futuro dei nostri figli.
Per questo è necessario partire dal lavoro e dalle politiche per l’occupazione ridando speranza a chi in questi anni l’ha smarrita.
Grazie a tutti
Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO
“…Perché ieri è iniziato qualcosa ed è nato un progetto. Vale per tutto il Pd, che cambia fisionomia. E vale per me e per noi del #civoti. Con le nostre ragioni, con il nostro entusiasmo. E se uso il noi è solo perché siamo tanti e siamo plurali, come ci auguriamo sia, d’ora in poi, il Pd. Se lo aspettano milioni di persone e tra queste le 350.000 e passa che hanno messo la croce per noi sulla scheda…”
Queste le parole di Pippo Civati oggi, sul suo blog.
Io vorrei davvero ringraziare tutte le persone che nella provincia del VCO hanno creduto in noi, tanto da farci conquistare il secondo posto, portandoci a buon titolo a rappresentare la sinistra di questo partito.
La sinistra che però interpreta anche il rinnovamento, il cambio di direzione e di passo.
Sono molto soddisfatto del dato locale e in generale di tutto il Piemonte. Non mi sfugge chiaramente il dato nazionale che proclama, senza appello, Matteo Renzi vincitore e segretario di tutto il Partito Democratico.
Noi della mozione Civati abbiamo creduto nella nostra proposta, portando avanti una campagna eccezionale, collettiva, piena di temi e contenuti che ci hanno permesso di far entrare nuove energie e risorse nel nostro, amato e controverso, partito.
Resta di certo l’amarezza per un risultato generale che ci aspettavamo più alto. Resta però anche un grande grazie per tutti coloro insieme ai quali tutto questo è stato possibile. E voglio davvero abbracciare uno per uno, tutti gli amici e le amiche che mi hanno aiutato con la mozione Civati in tutta la provincia.
Grazie a loro abbiamo ottenuto qualcosa di insperato.
Resta, dopo questi mesi di congresso, una certezza profonda e credibile: i nostri temi rimangono sul tavolo, con convinzione.
La nostra strada continua nel PD, con questo PD. Perché abbiamo ancora la voglia di cambiare le cose, cambiandole assieme. Perché sappiamo di poter rappresentare una sinistra larga che possa incalzare e rafforzare la nuova segreteria nazionale.
La nostra strada continua nel PD, in questo PD che oggi vede la “prima Leopolda” essere maggioranza assoluta e ampia.
Il mio impegno in assemblea nazionale andrà in questa direzione: non far perdere la bussola al PD, mantenere vive le istanza di questi mesi. Ma tutto ciò sarà possibile solo se continueremo ad impegnarci e a coinvolgere come abbiamo fatto fino ad oggi.
Il nostro ruolo ora resta essenziale, perché Pippo Civati ci ha convinto, ci ha appassionato, ci ha coinvolto.
Ora, noi assieme a lui continueremo a camminare, “…finché ci sarà strada davanti a noi…”.
Grazie di cuore a tutti quanti!
Costruiamo assieme il nuovo PD che abbiamo sognato in questi mesi!
Riccardo Brezza, segretario circolo PD Verbania
Ha prevalso un cambiamento diverso da quello immaginato da noi.
Grazie lo stesso e ancora avanti.
Se vi dicessi, cari compagni e amici, che questo risultato era quello che mi aspettavo sarei due volte bugiardo.
Non me lo aspettavo perché la speranza era di raccogliere ben altra percentuale e perché, in fondo, non ci meritavamo un consenso così scarno. L’esito delle primarie porta con se il sapore amaro di una sconfitta anche se, va sottolineato, l’ampia partecipazione popolare è stata un segno di vitalità e di democrazia partecipata molto importante.
Sinceramente non pensavo ci sarebbe stata una difformità così grande rispetto al voto degli iscritti, anche se ciò conferma l’assurdità di eleggere il leader di un partito con questo sistema dove chiunque, versando una modica cifra e sottoscrivendo un generico impegno, può scegliere il leader del principale partito progressista.
Cosa che non succede in nessun’altra parte del mondo, che abbiamo sottovalutato e che rende un iscritto titolare solo di doveri mentre il principale diritto è riservato a chicchessia.
Ma non si piange sul latte versato anche perché non siamo di fronte alla fine di un’epoca ma, certamente, alla fine di un ciclo. L’ha detto Renzi con chiarezza: “Oggi non finisce la sinistra, finisce una classe dirigente. Che ha fatto la sua parte. Ma che ora si deve fare da parte. Ora tocca a noi guidare la macchina. Tocca ad una nuova generazione. Basta sentire raccontare la loro storia. Oggi bisogna iniziare a scrivere una storia nuova”.
Vedremo, alla prova dei fatti, se saprà corrispondere alle attese che ha generato ed ha saputo interpretare.
Da ieri l’onere è suo e, siccome al Pd non c’è alternativa, e io resto tra coloro che non hanno nessuna intenzione di aggregarsi alla folla di chi è andato o magari andrà in soccorso del vincitore, non resta che continuare a battersi per i valori della sinistra.
Certo, ora la nostra “prima fila” dovrà essere animata principalmente dai ragazzi e dalle ragazze che hanno fatto questa scelta coraggiosa e controcorrente. Non sono pochi e diranno la loro nello scrivere una storia nuova della sinistra. In questa chiave è giusto continuare a impegnarci nel partito, con lealtà e autonomia culturale e di pensiero.
Perché è vero ciò che ha detto Gianni Cuperlo, affermando che “nessuno scenderà dal treno” e “l’unità è un valore profondo” ma, ha aggiunto, ” si basa sulla chiarezza reciproca, sulla trasparenza delle scelte e sulla forza del pensiero”.
Con le primarie il Pd non ha scelto un padrone ma un segretario, fortemente legittimato dal voto. Dare una mano, far valere il nostro punto di vista, scegliere insieme cosa sarà necessario fare, offrendo il nostro contributo con la piattaforma culturale, politica e programmatica che abbiamo portato avanti in queste settimane, credo sia la cosa più giusta da fare.
Qualche parola vorrei dedicarla a Gianni Cuperlo. Anche lui fa parte di una generazione che ha cominciato a far politica nelle strade e che quando si è trattato di farla nei palazzi non si è smarrita, non ha sgomitato, non ha voluto compiacere, non si è lasciata cambiare.
Qualcuno ha detto che Gianni è stato troppo educato, troppo malinconico, troppo serio, troppo colto. E anche troppo di sinistra. Ma sono davvero difetti in un paese dove si sghignazza invece di sorridere, si tralascia la serietà a vantaggio della furbizia, si celebra l’ignoranza sbeffeggiando la cultura e si avverte la debolezza di un pensiero sociale e civile di sinistra? Forse sì, per i più. Decisamente no, per me e – mi auguro – per tanti altri. Sarà perché è nato a Trieste, città colta e dolente ( e io adoro la cultura mitteleuropea ) ma a me questo compagno dall’eloquio gentile e chiaro , dallo sguardo pulito e onesto, piaceva e continua a piacermi. Il vero peccato è che sia stato tenuto in panchina per tanti, troppi anni.
Ma ora è in campo, con le nostre idee – momentaneamente minoritarie ma culturalmente decisive per il futuro- e questo è un buon segno e una buona ragione per ringraziarlo e continuare la lotta con lui. Dunque, a presto. E ancora avanti.
Marco Travaglini assemblea provinciale PD