Negli ultimi tre anni ho frequentato molte direzioni politiche, ascoltando insigni rappresentanti del Partito Democratico cercare di convincermi che la modifica della legge elettorale era imminente, era in calendario, era sul tavolo. Nel frattempo passavano i mesi e al ripetersi di ogni assemblea o direzione di partito, mi si spiegava che per cause di forza maggiore e non per mancanza di volontà, non si facevano passi avanti . Puntualmente la scorsa legislatura si è conclusa senza riforme. Fino a poche ore fa anche questa “eccezionale” legislatura sembrava camminare sullo stesso sentiero del passato e avviata verso un non definito progetto di riforma elettorale.
Allora mi chiedo: è’ stata veramente una direzione storica quella di ieri così come affermano alcuni commentatori? Non direi. Forse quello che ha sorpreso alcuni commentatori che hanno seguito il dibattito è stata la chiarezza con cui la proposta è stata presentata e il dibattito sul merito che ne è conseguito. E nonostante le divisioni interne rimangano, ieri è apparso chiaro che è anche cambiato l’atteggiamento politico con cui il Pd si presenta ai tavoli di discussione.
In tre giorni il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha portato a casa un accordo condiviso con un’ampia maggioranza delle forze presenti in Parlamento per la riforma elettorale, la modifica del titolo V e il superamento del bicameralismo perfetto. Qui uno dei motivi che ha generato nei giorni scorsi un po’ di fermento: l’incontro con Berlusconi. E per di più nella sede del partito. Siamo tutti concordi nel ritenere che il leader di Forza Italia sia un interlocutore scomodo, controverso sul piano morale ma rimane il “capo” del suo partito e, sembrerebbe, ancora punto di riferimento per molti elettori italiani. Personalmente ho ingerito la pillola e ho guardato al risultato. Già, il risultato: fare concretamente le riforme dopo vent’anni di chiacchere inconcludenti. Sembra che qualcuno ancora se ne stia dimenticando.
Credo che la voglia di far valere le posizioni, i progetti e le aspirazioni che il Pd ha per il paese in un appuntamento elettorale valga la pillola amara di aver raggiunto un accordo con Berlusconi. Battere Forza Italia, e le destre, alle elezioni è questo è l’obiettivo del Pd e del suo segretario. Risultato che dopo Prodi non abbiamo mai raggiunto. Per questo spirito di fondo non condivido il pensiero espresso legittimamente e con determinazione da Cuperlo in direzione: oltre al problema della rappresentanza, per me è una sorpresa oggi sapere che una parte del pd vorrebbe le preferenze, ha paventato la preoccupazione che questa proposta di riforma in senso bipolare spinga di nuovo Alfano nelle braccia di Berlusconi. Ma non è su queste preoccupazioni che si costruisce il futuro del paese, tra l’altro non c’è certamente bisogno di questo per far tornare all’ovile Alfano, visto che il Nuovo Centro Destra sarà alleato a Forza Italia in quasi tutte le competizioni amministrative della primavera. A mio avviso però si otterrebbe il mantenimento del le “intese” e non si consentirebbe all’Italia di godere dell’alternanza politica e progettuale che è propria delle democrazie occidentali.
Da quando Renzi è segretario, per la prima volta nella sua storia il Pd detta l’agenda politica del paese. E’ un rischio alto, anche perché se i passi si vedono, la strada è ancora lunga e piena di difficoltà e trabocchetti. Sgambetti che potremmo aspettarci dai nostri avversari, a partire da Berlusconi il quale non è mai stato un interlocutore affidabile e ha ragione la vice presidente del Pd Zanda a mettere in guardia il segretario, ma spero che questi trabocchetti non arrivino dalla minoranza del Pd che ha tutte le ragioni per far valere le proprie posizioni, ma che ha il dovere di rispettare il risultato del voto della direzione.
I nostri elettori ancora una volta non capirebbero e lo dico con cognizione visto che per gran parte della vita politica del PD le mie posizioni sono state minoranza e adeguarsi costa impegno e sacrificio.
Chiudo ricordando che con questo accordo, il Governo Letta potrà agire con più determinazione su quei provvedimenti che servono alla vita quotidiani di tutti i cittadini. Spero che la determinazione del neo segretario del Pd si possa trasferire anche all’esecutivo per ridare slancio ad un’azione che ultimamente è apparsa un po’ appannata.
Antonella Trapani
Segretario Pd Vco