Ieri sera a Palazzo Flaim il Partito Democratico e l’Amministrazione del Comune di Verbania hanno offerto alla cittadinanza elementi di grande interesse rispetto a quello che è il percorso di tolleranza che una comunità può decidere se fare finalmente proprio.
Lo ricordava nel suo intervento Marco Coppola quando ha detto che i diritti non vengono concessi. I diritti ci sono. Spetta alla politica decidere se renderli accessibili o no.
L’on. Micaela Campana e l’Assessore della Città di Torino Ilda Curti hanno offerto uno spaccato importante di quello che è il dibattito relativo, interno al Partito ed al Parlamento da una parte e nelle macchine comunali dall’altra.
Lo hanno fatto ponendo al centro della loro esposizione un elemento grave: le scelte che spetterebbero alla politica, troppo assente, vengono invece prese dalla giustizia.
E’ attraverso, infatti, i Tribunali Amministrativi Regionali che il più delle battaglie dei diritti vengono vinte, con tutte le fatiche che un percorso di questo genere comporta per le persone che lo intraprendono.
Questo, se confrontato a come il dibattito sia stato presente nella società italiana negli ultimi 20 anni, è un paradosso enorme.
Lo dimostrano le parole del sindaco Silvia Marchionini quando sostanzialmente ha spiegato che l’azione intrapresa per la proposta di regolamento sia nata in un confronto immediato e naturale tra amministrazione e macchina comunale.
Un altro dato, a riguardo, mi ha piuttosto sorpreso ieri sera: il fatto che di fronte all’interesse palese del pubblico alla proposta dei relatori ci sia stato solo un intervento, da parte di una persona più informata e consapevole di molti altri. Mi sono chiesto il perché di questo silenzio, nonché del mio silenzio.
L’alto livello degli interventi può avere inibito i meno avvezzi al tema, ma credo che il più sia dovuto al fatto che i presenti al convegno, dopo vent’anni di discussione, altro non aspettano che un passo avanti.
In questi giorni il passo avanti il Comune di Verbania lo farà, approvando il regolamento sulle unioni civili. Lo farà il Parlamento, come ha spiegato l’on. Campana, avviando i lavori per una legge che non solo riconosca le unioni civili, ma anche elementi quali l’adozione del figlio del partner, la reversibilità e la successione a favore del partner.
Le domande che rimangono sul tavolo sono: quando i diritti delle coppie eterosessuali e di quelle omosessuali saranno davvero gli stessi? Quando il matrimonio civile sarà davvero per tutti?
Quel giorno le unioni civili saranno un concetto superato, il diritto all’amore tra due persone sarà davvero sancito e la Comunità potrà dirsi un po’ più giusta.
Per ora si proceda con ordine, un passo dopo l’altro ci arriveremo.
Davide Lo Duca
Capogruppo PD Verbania