Domenica 13 marzo. Primarie a Domodossola. Tutte le info

domodossolaPer scegliere  il candidato a Sindaco del PD a Domodossola si svolgeranno domenica 13 marzo 2016, le elezioni Primarie con il voto dalle ore 8 alle 20.
Potete scaricare e diffondere il Volantino primarie domenica 13 marzo Domodossola.

Come si vota.
Possono partecipare al voto tutti i cittadini domesi che hanno compiuto 16 anni (o che li compiranno prima del giorno delle primarie), i cittadini dell’Unione europea o di altri Paesi con regolare permesso di soggiorno.
Ogni elettore può votare unicamente nel seggio di competenza in base alla sezione elettorale in cui è iscritto e alla via dove risiede. Occorre portare la carta d’identità (o la patente) e la tessera elettorale per chi ne è in possesso.
Sarà necessario, al momento del voto, compilare il modulo con la raccolta dei dati personali, firmare l’impegno di essere elettore del PD e sottoscrivere un contributo minimo di un euro.
Dopodiché, con una matita, si traccerà sulla scheda una X sul nome del candidato prescelto.

I candidato sono: Mariano Cattrini e Andrea Lux

Seggi  dove si vota

Domodossola 1, sede PD c.so Dissegna
(votanti e residenti delle sezioni elettorali 1 – 2 – 7 – 8 – 15 – 16 – 17)
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Domodossola 2, sede Comunità Montana Valle Ossola via Romita
(votanti e residenti delle sezioni elettorali 4 – 5 – 9 – 10 – 11 – 12 – 14 – 18 – 19 )
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Domodossola 3, Teatro Galletti
(votanti e residenti delle sezioni elettorali 3 – 6 – 13 – 20 – 21- 22)

Le primarie sono aperte

L’onda dei migranti, la sfida dell’Europa

immigrazione immigratiCome un fiume in piena, l’onda dei migranti risale la penisola balcanica . Affronta i pericoli, a volte incontra la morte, non si cura di bandiere e frontiere. Apre una pista nuova:la “Western Balkan route”. Ignora nei fatti le demarcazioni fra aree di libera circolazione (Shengen), i paesi dell’Unione europea e le altre nazioni.
Gli scontri di questi giorni sulla “hot line” tra Grecia e Macedonia e lo sgombero dell’accampamento di Calais,dove i migranti attendono di passare la Manica e raggiungere la Gran Bretagna. Siamo di fronte ad una enorme tragedia umanitaria.
Dopo il canale di Sicilia e le coste d’Italia sempre più spesso si sbarca in Grecia. Da lì l’onda umana esce per entrare in Macedonia; vi rientra dopo aver attraversato la Serbia. L’Ungheria  ha innalzato il suo muro.
Altre barriere e reticolati si stanno alzando, un pò ovunque. Gli accordi di Shengen sono ricusati da alcuni stati, mentre altri li hanno sospesi. C’è chi chiede che vengano messi in mora per uno, due anni. Forse per sempre. Segnando la fine dell’Europa che non può essere ridotta a vincoli, moneta, banche e un pò di burocrazia.
I profughi  mostrano volti e storie che non si possono spiegare con le parole. I controlli, i numeri chiusi, difficilmente li fermeranno. Le guerre, la miseria e la fame sono una spinta troppo forte. E troveranno, davanti agli ostacoli, altre strade.
L’Italia è una di queste, a partire dalle coste del Salento dove già nei primi anni ’90 arrivarono i migranti albanesi sui primi gommoni. L’immigrazione, o meglio la gestione di migranti e rifugiati (respingimenti compresi), è oggi la principale sfida dell’Unione. L’esplodere dei movimenti populisti che cinicamente la cavalcano  è sotto gli occhi di tutti.
Un fenomeno diffuso ovunque nell’Unione. Di fronte a un problema di questa portata, senza solidarietà e ripartizione d’oneri fra tutti rischia di saltare l’Europa e non saranno la moneta e la banca centrale a tenere insieme la fragile costruzione che oggi scricchiola sinistramente.Il tempo scorre ed è tiranno.
La crisi migratoria ci ricorda che occorre una nuova Europa. Basterebbe andare a Idomeni o a  Gevgelija, al confine della Macedonia con la Grecia ,dove ogni giorno transitano  migliaia di profughi provenienti da Afghanistan, Iraq e Siria,seguendo la “Western Balkan route”.
Non guardare quelle persone, chiudendo gli occhi, non è più possibile. E guardandole, non si può chiudere il cuore o nascondere la nostra coscienza di liberi cittadini europei.

 Marco Travaglini