Vi proponiamo di seguito il documento acquisito e integrato dall’Assemblea degli iscritti PD di Verbania del 12 aprile contenente gli indirizzi generali che orienteranno le politiche del partito sulla gestione del comparto dei rifiuti.
Documento costruito all’interno del Coordinamento dei circoli Y della Città dei Laghi.
IL CICLO DEI RIFIUTI VERSO L’AUTONOMIA REGIONALE CON UN RUOLO STRATEGICO PER IL VCO.
Siamo Bravi!
Questo va detto, la nostra Provincia è e rimane una eccellenza nel panorama della raccolta differenziata in Italia.
Attualmente produciamo il 64% di raccolta differenziata e questo a fronte di un obiettivo per il 2020 definito dall’Unione Europea del 65%. Su dai, questo per noi vuol dire vincere facile!
Per non parlare della richiesta della normativa italiana del raggiungimento entro il 2020 del 50% di peso della raccolta complessiva dei rifiuti destinati a riutilizzo e riciclaggio. Questo è addirittura un risultato già raggiunto a livello regionale!!!
Che fare quindi? Beh facile, migliorarci oltre gli obiettivi europei e nazionali, continuare ad essere i primi della classe!
Ma come si diventa più bravi?
Per raggiungere questo obiettivo è necessario agire per:
• La costruzione di una volontà politica di coesione del territorio che metta al centro la corresponsabilità di comuni e azienda pubblica nella definizione di strategie unitarie;
• La costruzione di relazioni forti con i consorzi di comuni adiacenti al nostro perché si agisca il più rapidamente ed efficientemente possibile nella costruzione del nuovo Ambito Territoriale Ottimale (quadrante VCO-NO-BI-VC o fusione VCO-NO);
• L’identificazione di scelte compatibili con le nostre capacità di investimento.
Cioè?
La normativa coinvolge il comparto esortando le comunità ad agire per progredire verso un’economia del riutilizzo e del riciclaggio di alta qualità delle risorse nella direzione dell’economia circolare che sempre meno ha nello sfruttamento delle materie prime la propria natura generatrice.
I principi che stabilisce sono sacrosanti e devono ispirare la continua riorganizzazione dei servizi e l’implementazione del sistema industriale del comparto:
– precauzione;
– azione preventiva e di riduzione dell’inquinamento alla fonte;
– chi inquina paga.
Ok ma nel concreto?
I servizi
Vanno attuate politiche che inducano nei prossimi 4 anni a raggiungere una raccolta differenziata media all’80%, ben oltre, quindi, degli obiettivi del 65%.
A tal fine bisogna puntare sulla promozione della cultura del buon senso e quindi della buona raccolta differenziata agendo nella comunità attraverso un coinvolgimento a tutto tondo dei cittadini, potenziando le buone campagne atte alla condivisione di un grande progetto ambientale per il Territorio.
Bisogna fare valere il principio che chi inquina paga, agendo sui comportamenti dei cittadini che non producono in maniera adeguata la propria differenziazione del rifiuto (stabilendo con i comuni criteri certi anche per il l’applicazione di sanzioni giuste degli atteggiamenti non idonei), sul miglioramento del servizio laddove non garantisca la dovuta pulizia (senza temere che ciò produca provvedimenti forti sul personale coinvolto) e soprattutto sull’implementazione di sistemi di tariffazione puntuale che consentono di ottimizzare i costi di gestione, favorendo al contempo le migliori sinergie con le attività di riduzione dei rifiuti. In tal senso è doveroso standardizzare le buone pratiche presenti a macchia di leopardo sul Territorio, quali l’uso del sacco conforme, e migliorare i sistemi di identificazione certa dell’utenza e calcolo reale di rifiuto prodotto nonché rafforzare il ricorso all’autocompostaggio di singoli privati e quello collettivo.
E’, infine, auspicabile aderire ai sistemi di rete delle amministrazioni che adoperano buone pratiche, quali l’associazione comuni virtuosi alla quale fanno capo, tra le altre, realtà avanzate come Capannori e Trento, per individuare strumenti utili, già sperimentati, per raggiungere gli obiettivi.
Si va bene si differenzierebbe di più, ma quali sono i vantaggi?
Un diretto aumento delle unità lavorative connesse alle fasi di raccolta, riciclaggio, industria manifatturiera delle materie seconde. Uno studio di Esper, società specializzata nell’implementazione delle migliori pratiche di riduzione e riciclaggio dei rifiuti, stima un aumento del 23% dell’occupazione nel passaggio dal 65% all’80% di raccolta differenziata. Nel caso del nostro comparto significherebbero almeno 80 posizioni lavorative in più. 80 stipendi, risorse economiche che si fermerebbero qui.
La nostra Provincia vanta già una qualità della vita, del paesaggio e dell’ambiente, della storia e della cultura di livello e coniugare tale predisposizione con l’impegno preciso e concreto di consumare meno territorio, meno energia e meno risorse per ottenere risultati migliori, aumentando il livello delle garanzie sociali ed ambientali, produrrebbe un potenziale di promozione del Territorio di grande effetto.
E cosa ne è della vocazione industriale legata ai rifiuti?
Il comparto industriale della raccolta e del trattamento dei rifiuti urbani in Italia ha conosciuto un forte consolidamento negli ultimi due decenni. Sono nate grandi aziende capaci di raggiungere economie di scala, di avere un forte potere negoziale con gli enti pubblici e di mettere in campo risorse per gli investimenti ad alta intensità di capitale.
Nel frattempo, invece, il comparto nella nostra provincia ha perso i propri asset industriali (il forno inceneritore e la discarica) senza dare vita ad alternative sostenibili.
Bisogna lavorare da subito su tali alternative, valorizzando quanto di buono è stato fatto in questi anni da ConserVCO e dai suoi subappaltatori e, al tempo stesso, definendo l’assetto societario dell’azienda.
Perdere altro tempo significa chiudere molte opzioni e rischiare che rimanga aperta solo quella che vede qualche gigante mangiare il comparto in un solo boccone, vedendo ridurre al lumicino le capacità negoziali della nostra comunità.
Oggi è possibile immaginare una ripartenza del settore industriale che si leghi alla revisione del piano di investimenti votato dai Comuni nel 2014, di cui va verificata ed eventualmente aggiornata l’attualità e la fattibilità in termini di risorse finanziarie, umane e tecnologiche.
Un simile processo è possibile solo se condotto in sinergia con capitali privati e in coordinamento con la Regione che individua per questa area alcuni investimenti strategici. Bisogna sapere scartare, tra le proposte della Regione, l’ipotesi, nell’ambito territoriale di quadrante, dell’apertura di una discarica, poiché, benché sensata con un livello di differenziata al 65%, perde la sua funzione con un obiettivo medio, assolutamente possibile!, di raccolta all’80%.
Va rilanciato, invece, l’investimento previsto per il biodigestore. La Regione ne immagina due nuovi senza però individuare l’ATO di riferimento. Noi diciamo che ben si collocherebbe nel nostro Territorio, come da piano industriale di ConserVCO votato due anni fa. Un investimento in tecnologia complessa di questo genere potrebbe aprire all’ipotesi di ricevere noi il rifiuto organico da altri territori e produrre compost ed energia. Una proposta verde che faccia entrare nuove risorse e opportunità.
Infine bisogna proseguire negli investimenti per la selezione della plastica e per il trattamento dei rifiuti del Verde poiché sono percorsi essenziali sia per creare valore economico e quindi lavoro, sia per ridurre i trasporti di materiale verso le aziende a cui si conferiscono i suddetti rifiuti.
Insomma, il nostro Territorio è nelle condizioni di ripartire grazie ad una politica attenta ad una valorizzazione in loco dei nostri rifiuti, vere miniere di possibilità!
PD Verbania