Agli uffici regionali è stato consegnato nei giorni scorsi: è lo studio di fattibilità dell’ospedale unico del Vco, con sede a Ornavasso, al quale negli ultimi mesi – con il supporto tecnico della Regione – ha lavorato la direzione generale dell’Asl.
«Un documento molto corposo che la prossima settimana prenderemo in esame per prepararlo per una presentazione sul territorio entro la metà di novembre» dice il vice presidente regionale Aldo Reschigna. Da quell’incontro pubblico dipende lo sciogliersi di molti nodi e la conferma dell’avvio effettivo di un percorso che sulla carta è stato sancito un anno fa con la firma congiunta delle principali amministrazioni, che raccoglievano il voto quasi unanime della conferenza dei sindaci. Minimo il dissenso tra gli 83 comuni dell’azienda sanitaria del Vco, che si dichiaravano d’accordo a rinunciare agli ospedali di Verbania e Domodossola in cambio di uno – in zona baricentrica – più moderno, funzionale ed attrezzato.
A 12 mesi di distanza, con il lavoro preparatorio alla variante urbanistica compiuto dal Comune di Ornavasso, lo studio di fattibilità è il primo passo concreto – insieme allo stanziamento di 5 milioni da parte della Regione – per frenare lo scetticismo di coloro che ancora non credono nell’opera. Tra loro il successore di Mariano Cattrini alla guida amministrativa di Domodossola: Lucio Pizzi e la sua maggioranza hanno votato una delibera per chiamarsi fuori dal patto territoriale per un nuovo ospedale unico per tutto il Vco.
Le ragioni: la difesa del «San Biagio» come presidio sanitario e occupazionale della città di Domodossola e la poca fiducia riposta nel progredire del progetto nei tempi prestabiliti. Alla sigla dell’intesa, per l’ultimazione di una struttura da 300 posti letto – in una zona collinare tutta da urbanizzare – e dal costo di 120 milioni si ipotizzavano quattro anni.
Da “La Stampa”