L’ intervento di Zacchera ieri su La Stampa (lo trovate alla fine dell’articolo ) reclama almeno il ristabilimento della verità.
L’idea, il progetto e i finanziamenti per una grande struttura culturale a servizio della città sono frutto del lavoro del centrosinistra: il nuovo teatro cittadino in piazza Fratelli Bandiera, il concorso internazionale, il progetto Cook-Arroyo.
Destra e Lega l’hanno sempre avversato e nel 2009 l’hanno «vampirizzato» prima con la «traslazione» all’arena, poi con la modifica radicale del progetto e l’aumento dei costi, infine con il cambio di nome.
Il centrosinistra ha motivatamente contestato questa scelta (cementificazione di un’area naturale con vocazione a parco; struttura progettata senza parcheggi; inesistenza di un vero piano di gestione; presenza tra Stresa, Baveno, Gravellona e Verbania di quattro strutture fieristico- congressuali in competizione; assenza di strutture alberghiere d’appoggio; illegittimità della progettazione).
Si tratta di normale fisiologia della democrazia: la maggioranza propone, la minoranza controlla e si oppone alle scelte considerate sbagliate. Se Zacchera avesse proseguito e non demolito il lavoro fatto, i lavori del nuovo teatro sarebbero oggi vicini alla metà e al più tardi nel 2013 avremmo potuto avere quello che serve alla città: due sale per spettacoli per complessivi 700 posti, spazi adeguati per la musica e l’orchestra, un polo culturale e sociale in grado di rigenerare non solo la Sassonia, ma tutto il centro storico di Intra, il recupero funzionale e integrato della cadente ex Camera del lavoro.
Così non è stato: a ciascuno le sue responsabilità.
Adesso ci si aggrappa per disperazione ai soldi del Pisu, confidando che per ragioni solo politiche vengano concessi a un’opera incoerente con il bando, sbagliata e dannosa.
Eppure quei soldi avrebbero potuto essere impiegati per progetti di vera riqualificazione urbana: ma Zacchera si è ben guardati di convocare il Consiglio comunale per coinvolgere maggioranza e minoranza su un progetto condiviso e compartecipato. Anche in questo caso, a ciascuno le sue responsabilità.
Claudio Zanotti
consigliere PD
Un noto quotidiano nazionale sabato ha dedicato le due pagine centrali a Lucerna in occasione del debutto del festival di musica classica che porterà centoventimila spettatori al «Kultur und Kongresszentrum», teatro e centro congressi realizzato tra il 1995 ed il 2000 proprio in riva al lago dall’architetto francese Jean Nouvel.
Il progetto è un tetto proteso sul lago di 40 metri e il complesso (la sala è di 1.800 posti) è sede per tutto ’anno di concerti, manifestazioni culturali e ospita anche il museo d’arte.
La scorsa settimana analogo spazio a Locarno per il festival del cinema, ad Ascona per il jazz, mentre a Bregenz – località austriaca sul Lago di Costanza – l’arena scoperta di 6.000 posti (il palcoscenico è su un’“isola” davanti al lungolago) raccoglie la più importante stagione operistica estiva d’Europa. Bregenz è grande la metà di Verbania e sicuramente l’ambiente è molto meno bello del Golfo Borromeo, ma in quell’arena hanno perfino girato l’ultimo film di
James Bond.
Successi evidenti grazie ad amministratori locali che qualche anno fa colsero i segni del futuro,ma da noi c’è una sinistra che quotidianamente si mette di traverso
per impedire di realizzare l’unica struttura che potrebbe marcare un futuro diverso per Verbania trascinandosi dietro il riscatto di tutta la zona.
Ma possibile essere così miopi e mediocri? Da noi siamo solo capaci di non osare, di criticare sempre, di piangerci addosso, di lamentarci su tutto e quando abbiamo l’occasione di raccogliere un finanziamento unico, gratuito e irripetibile di circa 12 milioni per realizzare il Centro eventi all’Arena, per invidia e assoluto autolesionismo, si cerca di farlo perdere alla città.
Non posso che denunciare questa mentalità da terzo mondo, degno specchio della rovina economica di un Vco che non ha più un ruolo, una prospettiva e sembra divertirsi solo a litigare tra le sue piccolezze.
Non si dica e non si scriva che manca una strategia turistica, culturale ed economica: la strategia c’è ed è chiara, ma non la si vuole scegliere, non la si vuol vedere, ci si ferma alle polemiche di vicinato (o di pollaio) senza cogliere le opportunità d’insieme, gli obiettivi strategici.
Ma come possiamo rilanciare Verbania se quando piove (quest’anno tutte le sere!) non sappiamo dove andare, dove mandare la gente? Non c’è neppure una sala da 200 posti adeguatamente attrezzata perché in passato si sono perse e voluto perdere tutte le occasioni, dal Vip al vecchio teatro. E’ desolante dover denunciare
tutto questo, ma purtroppo è l’amara e quotidiana realtà dovendo lavorare sempre controcorrente, ma soprattutto contro i pregiudizi.
Marco Zacchera
Sindaco verbania