Oggi, in consiglio provinciale, era in discussione un ordine del giorno (che trovate in basso) sulla possibile abolizione delle Comunità Montane da parte del governo di centro destra.
Al momento della votazione, i rappresentanti della Pdl e della Lega, presenti in Consiglio Provinciale, o si sono astenuti o hanno votato contro.
E’ stupefacente come questi amministratori, tra cui anche un presidente di Comunità Montana, che negli ultimi 12 mesi hanno non solo contrastato con veemenza le proposte dell’allora ministro Lanzillotta, ma si sono battuti anche contro la Legge Regionale in nome del mantenimento della specificità territoriale di ogni Comunità montana, oggi non trovino il coraggio di ribadire la loro posizione solo perché, adesso, è il “Loro” governo a proporre l’abolizione delle Comunità Montane.
Eravamo convinti che su questioni che hanno come minimo comun denominatore la tutela del nostro territorio, le posizioni superassero le abituali divisioni partitiche. Come fu lo scorso anno, quando la battaglia per la difesa della montagna fu condotta in primis dalla Regione Piemonte e dall’Uncem. Difesa della montagna che non ha significato difesa degli sprechi, anzi ha partorito una legge regionale che ridefinisce non solo le funzioni delle Comunità Montane, ma anche il loro numero (dalle attuali 11 alle future tre, massimo quattro, nel solo Vco).
Ci siamo sbagliati. Questo comportamento testimonia come il loro modo di agire è tutto strumentale, demagogico e, soprattutto, contraddittorio.
E’ questa la coerenza politica del centro destra provinciale?Odg
Il consiglio provinciale del vco esprime sconcerto e contrarietà circa l’annuncio che il Governo italiano, tra i provvedimenti finanziari, possa abolire totalmente le Comunità Montane.
Sostiene che con l’abolizione totale delle Comunità Montane non si combatte lo spreco di denaro pubblico, ma invece si rischia di lasciare zone montane come la nostra senza risposte ai problemi che la gestione di questi territori marginali”comporta.
Ritiene questa scelta centralista e contro la più elementare logica federalista, come la previsione, in questi stessi provvedimenti finanziari, della riduzione di fondi alle regioni sulla sanità e della riduzione dei trasferimenti alle provincie e agli enti locali.
Ritiene che la riduzione di questi enti non possa essere imposta dall’alto, ma attraverso una discussione dal basso, con una legge regionale che entri nel merito delle tante “diversità” e che riformi non solo gli ambiti e il numero delle stesse, (che va certamente diminuito) ma anche le funzioni e le modalità di elezione.
Ritiene necessario che siano le Regioni in accordo con le comunità locali ed i Comuni a lavorare per una legge che faccia, sì risparmiare, ma che riformi il sistema assegnando funzioni e spingendo verso l’associazionismo tra i Comuni, affinchè il sistema locale recuperi efficienza ed efficacia.
Impegna l’amministrazione provinciale ad attivarsi a tutti i livelli per perseguire il contenuto di questo odg.
PDVCO