Anche oggi il presidente Cota ha posto il 31 marzo come termine entro cui approvare il piano sociosanitario, motivandolo con la necessità di arrivare alla nomina dei nuovi direttori generali.
Una scusa tecnica che non regge, visto che le Asl resterebbero le stesse di ora e il presidente Cota è già adesso in condizione di nominare i direttori generali. Resta evidentemente il problema politico degli equilibri interni al centrodestra, anche rispetto alle nasciture federazioni. Se il presidente Cota crede di ottenere risultati minacciando le dimissioni, almeno per quanto riguarda il Pd si sbaglia.
Noi siamo pronti ad andare a casa. Questo non è un argomento che può essere usato come arma di ricatto nei confronti dell’opposizione, che intende discutere fino in fondo del nuovo strumento programmatico sanitario, senza accettare ultimatum o scadenze precostituite.
Il consigliere Burzi, d’altro canto, ci accusa di essere un partito di lotta e di governo.
Lo rassicuriamo, il Pd è un partito di opposizione che svolge il suo compito di controllo e di proposta sulle scelte della maggioranza. Un’azione che ha portato a una profonda modifica del piano sociosanitario, che noi intendiamo ancora modificare in aula nella discussione in atto. Se Burzi ritiene che l’assessore si è confrontato più con noi che con il suo partito, il Pdl, non ha che da essere coerente e votare contro il piano, come faremo noi.
Aldo Reschigna, capogruppo consigliare pd in regione Piemonte