Secondo i calcoli del Global Footprint Network, lo scorso 22 agosto è stato il giorno in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse che il Pianeta potrà produrre in tutto il 2012. Pur essendo ancora lontani dalla fine dell’anno la Terra è andata «in rosso», in riserva. Si sono esauriti ufficialmente i beni naturali che il pianeta è in grado di rigenerare in un anno.
Praticamente, in soli 234 giorni, anziché 365, abbiamo sperperato tutto quello che il pianeta ha da offrire a chi ci vive. Siamo quindi giunti in larghissimo anticipo al «Global Overshoot Day», concetto ideato dalla New Economics Foundation di Londra, che calcola il rapporto tra la biocapacità globale (l’ammontare di risorse naturali che la Terra genera ogni anno) e l’impronta ecologica (la quantità di risorse e di servizi che richiede l’umanità), moltiplicato per tutti i giorni dell’anno. L’Overshoot Day, venticinque anni fa cadeva in dicembre, ora è arrivato ad agosto.
E gli studiosi ci avvertono: l’umanità avrebbe bisogno di una Terra e mezza ed è il momento di pensare al futuro e di invertire la tendenza.
Vi propongo una riflessione di Alex Langer, datata 1990 (22 anni fa!) ma attualissima. E’ la “lettera a San Cristoforo” in cui declina il senso della “traversata” che oggi s’impone come necessaria.
Tema che l’intellettuale altoatesino riprese nel Natale del 1994, pochi mesi prima di togliersi la vita, parlando in un Convegno giovanile di Assisi, avanzando l’idea di ribaltare il motto legato alle competizioni olimpiche, che tanto bene riesce a riassumere la nostra civiltà odierna: “Citius, altius e fortius”, più veloce, più alto, più forte.
Alex proponeva di rivedere al contrario le tre incitazioni, proponendo quindi “Lentius, profundius e soavius”: più lenti invece che più veloci, più in profondità invece che più in alto, più dolcemente invece che con più forza. Il bisogno di riscoprire e praticare dei limiti: rallentare (i ritmi di crescita e di sfruttamento), abbassare (i tassi di inquinamento, di produzione, di consumo), attenuare (la nostra pressione verso la biosfera, ogni forma di violenza). Qualcosa di difficile da accettare, difficile da fare, difficile persino a dirsi. Ma necessario.
Bene, io credo che una delle sfide più alte per una politica che abbia la dignità di essere ciò che dovrebbe essere ( l’arte di governare le società, per il bene comune) stia proprio in questo, soprattutto in tempi di crisi dove la sobrietà è quasi imposta ma le diseguaglianze, i problemi e i rischi aumentano. La “lettera a San Cristoforo” la potete leggere cliccando qua.
E’ una buona lettura, consigliabile a chi non ha rinunciato a migliorare se stesso e il mondo che ci circonda.
Marco Travaglini