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Sanità. Dallo studio commissionato dalla Regione Piemonte la conferma (scritta) che la miglior scelta è la costruzione di un nuovo Ospedale per il VCO!

Sanità. Dallo studio commissionato dalla Regione Piemonte la conferma (scritta) che la miglior scelta è la costruzione di un nuovo Ospedale per il VCO!

La Regione Piemonte ha commissionato uno studio sul sistema sanitario nel VCO. Ora è on line sul sito della Regione.
Da un semplice lettura dei dati, e dalle indicazioni scritte, si conferma l’utilità della scelta dell’ospedale nuovo come miglior risposta ai problemi del nostro territorio.
Ed è scritto nero su bianco nello stesso studio a pagina 55 che testualmente recita: “La soluzione A, vede la realizzazione di un unico presidio e risulta essere, per le ragioni esposte nell’analisi, la soluzione tecnica più adatta e sostenibile”.
E, invece, la Giunta del Presidente Cirio, dell’assessore alla sanità Icardi e del consigliere regionale Preioni che cosa farà in Consiglio Regionale la settima prossima: proporrà la scelta dei due ospedali, contraddicendo ciò che è scritto nell’analisi tecnica dello studio appena commissionato da loro. Una follia!
E poi con quali soldi saranno costruiti e mantenuti i due ospedali? Per ora promessi ma non certi.
Quali reparti ospiteranno? Nessuno lo sa.
Con quale Dea? Non se ne parla.
Con quali tempi? Si prevedono almeno otto anni.
E come saranno eventualmente realizzati? E prevista la demolizione dei due ospedali e la loro ricostruzione. Ma allora perché dire no a un nuovo ospedale?
Quello che mi chiedo è come un consigliere regionale possa votare qualcosa di così illogico. Sancirebbe la fine della sanità pubblica nel VCO.

Silvia Marchionini
Sindaco di Verbania

Link documento https://www.regione.piemonte.it/web/sites/default/files/media/documenti/2023-05/7-riordino_rete_asl_vco_e_dimensionamento_nh.pdf

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita/organizzazione-strutture-sanitarie/studi-riorganizzativi-2023

 

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Dona il 2X1000 al PD nella dichiarazione dei redditi

? Il 2×1000 è la principale fonte di finanziamento del Partito Democratico. E’ semplice e non ti costa nulla.
La legge sul finanziamento ai partiti politici introduce la possibilità di sostenere l’attività politica devolvendo il 2×1000 della quota Irpef, in sede di dichiarazione dei redditi. Per devolvere il 2×1000 al Partito Democratico bisogna inserire il codice M20 nello spazio dedicato e apporre la firma accanto. Al contribuente non costa nulla: l’inoptato resta all’erario e rimane invariata la possibilità di devolvere il 5×1000 e l’8×1000.
Se non si ha l’obbligo della dichiarazione dei redditi, si può devolvere il 2×1000 usando la scheda dedicata, che potrà essere consegnata attraverso i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate sul sito internet: http://www.agenziaentrate.gov.it.
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Basta scherzare sulla sanità del VCO! Solo annunci e nessun fatto dopo quattro anni di governo regionale del centro destra.

Sono ormai quattro anni che in regione Piemonte si parla della sanità del VCO senza aver mai deciso nulla; quelle poche idee e ben confuse che girano nella testa degli attuali rappresentanti di centro destra, Icardi, Cirio, Preioni ecc. sono addirittura in netto contrasto con le decisioni degli amministratori locali.

A ben vedere l’unico obiettivo perpetrato nel tempo, e con abilità, è stata quella di seminare ulteriore divisione politica e sociale nel nostro territorio su di un tema, quello dell’ospedale unico, che resta la soluzione ad oggi ribadita dalla maggioranza dei Sindaci della provincia azzurra.

Dopo anni di chiacchiere inutili e proclami ad orologeria, spesso in vista di qualche appuntamento elettorale, non esiste agli atti un serio atto deliberativo circa l’assetto ospedaliero della nostra provincia e il finanziamento di nuovi lavori al Castelli e al San Biagio non è all’evidenza, e in aperto contrasto con le determinazioni dei Sindaci della conferenza in seno all’Asl VCO. Finanziamenti annunciati a parole e senza uno straccio di progetto per capire quali reparti ci sarebbero nei due ospedali, quali numeri di posti letto, quale personale, quali servizi garantiti e con il grande problema di due DEA già oggi in gravi difficoltà per mancanza di spazi e personale.

Eppure, il bisogno di una sanità di qualità è lampante e necessaria sia per la popolazione residente, sempre più anziana secondo le statistiche, che per i turisti e riteniamo che l’unica soluzione utile sia una nuova struttura ospedaliera posta in posizione baricentrica per servire agevolmente tutto il territorio provinciale, così come richiesto dalla stragrande parte degli operatori sanitari, associazioni, categorie economiche, sociali e sindacali.

Riteniamo risibili le affermazioni diffuse dal capogruppo consiliare della Lega in regione Preioni secondo cui il Partito Democratico «a seguito del protocollo votato a suo tempo dai consigli comunali di Verbania, Omegna e Domodossola, i due ospedali li aveva di fatto messi in vendita». Ma quale messa in vendita?

Bisogna guardare al futuro e attrarre personale e professionalità nuove e semmai migliori per garantire non solo i servizi necessari, ma anche puntare verso una qualche forma di eccellenza.

E invece? Invece accade che la mancanza di una strategia condivisa ci ha portato ad avere due mezzi ospedali, oltre al presidio di Omegna, non competitivi rispetto alle necessità di molti pazienti, che restano obbligati e rivolgersi a Borgomanero, Novara, Varese e Milano.

Beninteso, al personale sanitario va il massimo riconoscimento di impegno e professionalità; tuttavia, il problema è organizzativo e gli stessi dipendenti sono vittime di una gestione priva di visione prospettica per il territorio.

Concorsi per medici e primari che vanno deserti sono un segnale sconcertante per tutti e palesano come i nostri attuali nosocomi non sono attrattivi per i nuovi professionisti, spesso freschi di studi universitari e post-universitari, che hanno legittima ambizione di mettere a frutto le proprie competenze e fare carriera.

A fronte di ciò la Regione Piemonte avrebbe dovuto adoperarsi per panificare un assetto ospedaliero nuovo e in grado di affrontare le sfide del domani, ma purtroppo così non è stato e si è aperta la stagione dei medici gettonisti. Risultato: l’Asl Vco presenta un disavanzo di 40 milioni di euro e i servizi sono peggiorati. Ogni cittadino che ha avuto a che fare con questi servizi lo sa, a partire dalle prenotazioni di esami che richiedono ormai tempi smisurati.

Le voci di dissenso rispetto a questo operare ci sono e non si sono mai placate, e il Sindaco di Verbania si è sempre battuto, coerentemente, per chiedere il ripristino dei servizi all’ospedale verbanese; forse è il caso che queste voci si elevino ancor di più per evitare che vengano assunte, magari a suon di maggioranza, decisioni scellerate in danno della salute dei cittadini del Verbano Cusio Ossola.

La politica regionale ha il dovere di decidere, ma usando buon senso e rispettando i diritti dei cittadini

Roberto Gentina
Capogruppo Consiliare del Partito Democratico

Marco Magni
Segretario di Circolo del Partito Democratico

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Incontro: lo sviluppo con il nuovo Piano Regolatore Generale di Verbania.

Invito a Incontro pubblico

Verbania, un passo avanti! Lo sviluppo con il nuovo Piano Regolatore Generale.

Marted’ 13 giugno 2023 palazzo Flaim Verbania ore 20:45

Intervengono:
-Il PRG: un fondamentale obiettivo programmaticoSilvia Marchionini sindaco di Verbania
-La visione di una città che cambia, arch. Mauro Bissattini
-Il parere dei professionisti, arch. Carlo Ghisolfi presidente commissione per il Paesaggio Verbania
-Gli strumenti del PRGRoberto Brigatti assessore Urbanistica Verbania

A seguire domande e confronto.
Modera Roberto Gentina capogruppo consiliare PD Verbania
Tutti i cittadini, le forze politiche, sociali e sindacali, le associazioni sono invitate a partecipare.


Circolo di Verbania – Gruppo Consigliare Verbania

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Cirio e Preioni scappano dal confronto sul nuovo ospedale del Vco: respinta la richiesta di consiglio aperto

Cirio e icardi fanno gli struzzi sul nuovo ospedale del Vco mentre Preioni imbavaglia il territorio: respinta la richiesta di consiglio aperto

“Chi governa il Piemonte fa lo struzzo sulla rete ospedaliera del Vco. Presidente e assessore nascondono la testa sotto la sabbia per non ascoltare la protesta unanime del territorio, ma la scelta resta sbagliata, così come restano le tante voci autorevoli che chiedono l’ospedale unico”.
Il vicepresidente della Commissione Sanità di Palazzo Lascaris e segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi, torna ad attaccare la maggioranza che ha proposto una Pdcr, con cui si prevede il recupero totale dei due ospedali di Domodossola e Verbania e cancella con un colpo di spugna la realizzazione dell’ospedale unico di Ornavasso, sul quale si era raggiunto un accordo ed erano stati individuati anche i fondi necessari.
“E’ proprio il caso di dirlo: quanto il gioco si fa duro… la destra scappa e svela il suo vero volto. Quello di chi si tira indietro di fronte alle proprie responsabilità politiche e amministrative venendo meno al compito più importante di chi si assume l’onere di governare: prendere le decisioni. Ecco perché la questione del VCO non può essere derubricata a questione locale. Il Presidente Cirio e l’Assessore Icardi antepongono la tenuta e la tranquillità all’interno della maggioranza agli interessi dei cittadini del VCO, piegandosi ai diktat della Lega e delegando al Consiglio Regionale una scelta che loro non sono stati in grado di assumere” dichiara il consigliere Dem.
“Dopo aver negato le audizioni nel corso della IV commissione, infatti, ieri, durante la conferenza dei capigruppo il consigliere Preioni, nel silenzio degli alleati di maggioranza, ha negato anche il consiglio aperto chiesto dal PD. Un momento che avrebbe permesso ai consiglieri di ascoltare anche le voci esterne al consiglio, come sindaci, ordine dei medici e sindacati” spiega Rossi sottolineando la giustificazione addotta dal capogruppo del Carroccio: “ci ha invitati a cercare su Internet le posizioni emerse sul territorio perché sarebbero già note”.
“Ma come possono i consiglieri decidere consapevolmente senza aprire un confronto costruttivo con il territorio, gli amministratori locali e i portatori di interessi?” domanda il vicepresidente della Commissione Sanità.
Da un lato, dunque, si stronca ogni forma di dialogo, dall’altro si accelera l’iter. “Lo stesso Preioni non solo ha imbavagliato il territorio, ma ha anche forzato la mano in consiglio regionale per calendarizzare con urgenza la Pdcr all’ordine del giorno” riferisce Rossi.
“Eppure solo pochi giorni fa si è svolto un Consiglio aperto sul nuovo ospedale torinese della Pellerina, su cui Giunta e Comune erano già d’accordo, solo perché Fratelli d’Italia doveva piantare una bandierina. Per il VCO, invece, nulla. Perché tanta fretta? Di cosa ha paura Preioni? Forse dell’ennesima contestazione unanime del territorio? Non è fuggendo dal confronto che si risolvono i problemi, così come non si cancella l’ignavia di questa maggioranza” sottolinea il rappresentante democratico.
“Assistiamo ancora una volta all’umiliazione delle istituzioni, usate come un palcoscenico per risolvere problemi interni alla destra e non per servire i cittadini. Preioni e la maggioranza possono continuare a scappare negando le audizioni e il consiglio aperto, ma non metteranno il bavaglio all’Assemblea dei Sindaci del VCO, all’Ordine dei Medici e a tutte le realtà e cittadini che si sono espressi in questi anni. Il PD e le forze di opposizione saranno il loro megafono in commissione e in consiglio. Non ci arrenderemo e faremo tutto il possibile per concedere loro uno spazio di confronto” conclude Rossi.

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Intervista de Il Verbano alla Segretaria provinciale Alice De Ambrogi

? «La vicenda è stata piuttosto inaspettata». Alice De Ambrogi, segretaria provinciale del Partito Democratico, torna sulla scelta del senatore Enrico Borghi di lasciare il partito per passare a Italia Viva. A richiamare l’attenzione è stata anche l’intervista che il senatore ha rilasciato al nostro settimanale.
Come ha reagito all’annuncio di Borghi?
«Ammetto che dopo le reazioni di pancia del momento, mi piace riflettere. E mi sono chiesta se avessi potuto prevedere questa sua scelta».

Che risposta si è data?
«Mi sono detta, no, non era possibile prevederlo. Anche all’interno del partito ne abbiamo parlato. Abbiamo fatto un’assemblea provinciale, aperta agli iscritti, perché un evento politicamente così rilevante merita una discussione. In tutti prevale la delusione. E pur rispettandole, ritengo però che le motivazioni avanzate dal senatore Borghi siano piuttosto fragili e abbiano un carattere di livello nazionale. Lo conferma il fatto che a livello locale si è cercato sempre di lavorare bene da parte di tutti e che quindi la scelta di lasciare il partito non abbia radici in loco».

Sulle motivazioni nazionali cosa pensa?
«Dico questo. Elly Schlein interpreta un cambio di rotta rispetto ad alcune scelte all’interno del partito. Ma si fa sempre parte tutti quanti del partito, dove coesistono diverse sensibilità. E poi è segretaria da poco tempo e credo che non abbia ancora avuto modo di esprimere nei fatti ciò che propone. Per questo non ho capito le tempistiche di questa scelta di lasciare il partito. Credo che si debba attendere per valutare l’operato di un segretario, come è sempre stato nella storia del nostro partito».

È vero, come dice Borghi, che il Pd è diventato un partito massimalista?
«Sempre nel rispetto delle opinioni di ciascuno, credo che non si possa però leggere la realtà del mondo attuale con delle categorie che riguardano il passato, che fanno parte di una stagione politica lontana. Il mondo oggi cambia molto velocemente ed è profondamente diverso. Il Pd è stato fondato dall’unione di più culture politiche e queste radici certamente non vanno rinnegate. Ma come ci sono le radici, ci sono poi anche i germogli che rappresentano qualcosa di nuovo, di diverso. È necessario saper leggere il presente».

Come lo vede questo presente?
«Credo che oggi vi siano evidenti fragilità. Il divario tra chi ha tanto e chi ha poco è ampio, forse molto di più che nel passato. La mia generazione così come le successive soffrono questa fragilità della società, perché è difficile crearsi una stabilità che permetta di costruirsi un futuro. A soffrire maggiormente questa fragilità sono i giovani e le donne. Un partito di centrosinistra come il Pd che ambisce a governare non può non tenere conto di queste fragilità: donne, lavoro, giovani, ambiente. Parlare di massimalismo in questo quadro è abbastanza lunare».

Con il senatore Borghi vi siete sentiti?
«Non ancora. Né lui mi ha chiamata né io ho chiamato lui. Ogni cosa a suo tempo. Non mi piacciono le forzature. Credo nella semplicità dei rapporti».

Veniamo al Pd locale. Come sta?
«Il giudizio sul nostro lavoro dovrebbero darlo gli altri, ma dal mio punto di vista dico bene. Oggi, parlo in generale della società, rispetto al passato c’è una tendenza maggiore all’individualismo e si fatica a dare un’impostazione collettiva. Questo vale anche per i partiti. Il Pd è quello che però tra tutti mantiene forte questa tensione alla collettività. Non è un partito personale. E questo è, dal mio punto di vista, un elemento importante. Con fatica riusciamo a mantenere questa dimensione di collettività, di persone che si incontrano e si confrontano».

È tutto perfetto, dunque?
«Non dico questo. Ma stiamo bene e qualche buon risultato recente lo dimostra».

Si riferisce alle elezioni comunali?
«Sì. La valutazione è positiva. Non ovunque è andata bene, è vero. Ma penso che anche nelle sconfitte, come a Villadossola, è necessario trovare un lato positivo. La campagna elettorale porta a una partecipazione e a un entusiasmo che poi bisogna essere bravi a saper alimentare anche se non si vincono le elezioni. Però quel progetto politico, quelle persone che hai saputo coinvolgere attorno a quel progetto, deve e può proseguire anche all’opposizione».

A Omegna invece avete vinto
«Sì, non da soli, ma condividendo il progetto civico. Il grande merito è aver deciso di proseguire su un’intuizione che il sindaco Soressi ci ha lasciato come eredità».

L’astensionismo alle urne preoccupa. Come si può ricucire lo strappo tra politica e cittadini?
«Dobbiamo per prima cosa essere noi stessi a non screditarla. Bisogna parlare di politica in maniera diversa e spiegare che cos’è la politica e che cosa facciamo. Tante volte ho l’impressione che per molti cittadini anche solo entrare in una sede di partito sia imbarazzante. Sta a noi essere maggiormente accoglienti e sta ai cittadini comprendere che non succede nulla di strano tra queste mura. Di fondo è necessario ricostruire un rapporto di fiducia tra i partiti e le persone, dimostrando di essere credibili. Solo così si può creare un luogo aperto, di incontro e confronto, coinvolgendo le persone».

In concreto, come si possono coinvolgere le persone?
«Questa è una domanda a cui non ho una risposta netta. È una domanda che da quando sono segretaria provinciale del Pd mi pongo spesso. A oggi è una domanda aperta. A volte fai bene, a volte sbagli». Tra un anno si torna al voto in diversi comuni del Vco, tra cui Verbania.

Come si prepara il Pd locale?
«Come segreteria provinciale per le elezioni comunali supporteremo i circoli locali del partito per costruire un progetto politico e poi per individuare una persona che incarni questo progetto. Un progetto condiviso e collettivo deve tenere conto dei problemi che ci sono, trovare le soluzioni per risolverli. Un progetto deve tenere conto del buono che è stato fatto, là dove già stai amministrando, ma deve anche saper immaginare il futuro, perché le persone ti ridanno la fiducia sulla base del futuro che sai costruire con loro. La politica non è solo la lettura del presente, ma amministrare è anche avere una visione a lungo termine e saperlo comunicare alla gente».

Questo vale anche per un progetto di sanità nel Vco?
«La nostra posizione è chiara, lo è sempre stata. Il territorio ha bisogno di un ospedale unico e baricentrico. Lo sostengono anche i tecnici, i medici. Non capisco questa sordità da parte del governo della Regione. L’aver delegato ora il Consiglio regionale, lo reputo come il non sapersi assumere le proprie responsabilità. La politica e, soprattutto, il governare è avere il coraggio di scegliere».

Francesco Rossi – Il Verbano

#partitodemocratico

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