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Provincia del VCO: il disastro politico e amministrativo della maggioranza di centrodestra e del presidente Massimo Nobili

Massimo Nobili
Massimo Nobili

L’assemblea provinciale del partito Democratico del VCO, convocata d’urgenza nella serata di ieri, ha preso atto e ha condiviso lo sforzo del gruppo consigliare del PD che nei giorni scorsi, con senso di responsabilità, ha chiesto il rinvio del voto sul bilancio provinciale evidenziando, con la richiesta e l’ottenimento dell’azzeramento della giunta provinciale, la fine di un percorso amministrativo altamente negativo del centro destra. Ringraziamo per questo i Consiglieri del Pd per l’esempio di grande rispetto verso le istituzioni dimostrato in un momento così difficile e per il lavoro svolto per il VCO in questi anni.
Prendiamo atto, come democratici del VCO, che il bilancio di previsione 2013 è palesemente irrispettoso delle norme di legge, come emerge dalla valutazione dei revisori dei conti, e ciò comporterebbe enormi responsabilità a carico del Presidente Nobili, dei membri della Giunta e dei Consiglieri che approvassero in queste condizioni il documento finanziario più importante dell’ente.
Documento di bilancio che a fronte di una passività di quasi due milioni di euro, a nostro avviso cela in realtà un buco molto superiore, vicino ai sette milioni, derivanti da crediti non esigibili dalla regione (ricordiamo ora con “ironia” le famose magliette 4-0 per Cota!). Buco che ricadrà pesantemente e drammaticamente sul nuovo ente che dovrebbe nascere nelle settimane prossime dalla riforma del ministro Delrio. Una freccia avvelenata che colpirà duramente questo territorio e chi lo dovrà amministrare.
Il Partito democratico del VCO stigmatizza l’operato del presidente Nobili e della sua maggioranza di centro destra, dilaniata da tempo da divisioni e richiama, di fronte all’opinione pubblica, le enormi responsabilità politiche di chi ha condotto l’ente sull’orlo del dissesto finanziario a causa d’imperizia, sottovalutazione e mancate scelte. Gli stessi errori che hanno messo in ginocchio anche società partecipate pubbliche come CESA e SPL guidate in passato sempre dal presidente Nobili.
L’assemblea PD del VCO, inoltre, denuncia l’oltraggioso comportamento del presidente della provincia in queste ore che, pur di salvare la sua seggiola, ha confuso il senso di responsabilità del PD, volto a dare dignità agli ultimi atti della provincia, con la possibilità di rimanere ancora in sella a capo di una coalizione di larghe intese, telefonando ad esponenti del Pd per chiedere loro di entrare in giunta e ricevendo, ovviamente, secchi rifiuti.
A fronte di tutto ciò, l’assemblea provinciale del PD, all’unanimità, ha preso atto che non sussistono le condizioni politiche e amministrative per mantenere in vita quest’amministrazione la cui maggioranza è implosa e il cui operato, autoreferenziale e isolato dal territorio, rischia solo di essere dannoso per la nostra comunità.
Il Partito Democratico del VCO in questi mesi di transizione che porteranno probabilmente alla nascita di un ente di secondo grado (a prescindere se in queste ore la situazione porterà al Commissariamento dell’ente), garantirà alla comunità locale e ai Comuni del VCO, il proprio lavoro d’interlocuzione e supervisione costante allo scopo di trovare soluzioni, condivise con tutti gli amministratori del territorio, per un nuovo assetto istituzionale per il VCO.
Dopo il commissariamento del comune di Verbania, con la crisi in Provincia del VCO e quella della Regione Piemonte la destra ha provato la sua incapacità a dimostrarsi forza di governo credibile e capace.

Antonella Trapani

Segretario Provinciale PD VCO

Riconoscimento della specificità montana per il VCO: un risultato storico per Enrico Borghi

Enrico Borghi
Enrico Borghi

La Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati ha approvato, oggi pomeriggio, il riconoscimento della specificita’ delle province interamente montane e confinanti con Paesi Esteri, tra le quali quella del Verbano Cusio Ossola, nell’ambito del provvedimento “Disposizioni sulle citta’ metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni dei Comuni”.
Al riconoscimento di tali territori si e’ giunti in virtu’ di una iniziativa emendativa dei deputati Borghi, De Menech e Nicoletti (Pd), Dellai (Scelta Civica), Schullian, Plangger e Alfreider (SVP) ripresa successivamente con proprio emendamento dal relatore del provvedimento, Gianclaudio Bressanone (Pd) sulla quale il ministro delle autonomie Graziano Delrio ha dato parere favorevole.
In forza di tale provvedimento, le regioni attribuiscono a tali province “forme particolari di autonomia nelle materie di cui all’art.117, commi terzo e quarto della Costituzione”, mentre lo Stato assegna ad esse la “cura dello sviluppo strategico del territorio e gestione in forma associata di servizi in base alla specificita’ del territorio medesimo” e la “cura delle relazioni istituzionali con province, province autonome, regioni, regioni a statuto speciale e enti territoriali di altri Paesi, con esse confinanti e il cui territorio abbia caratteristiche montane, anche stipulando accordi e convenzioni con gli enti predetti”.
Il provvedimento ora passa all’esame dell’Aula, che iniziera’ lunedì prossimo. “Stiamo dando corpo ad un risultato storico -commenta l’on.Enrico Borghi– e l’approvazione in data odierna da parte della commissione affari costituzionali della specificita’ di Sondrio, Belluno e del VCO e’ il passo essenziale e fondamentale per raggiungere due obiettivi essenziali: la salvaguardia dell’ambito del Vco e l’autonomia amministrativa ad esso conferito.
Sottolineo, in particolare, che in forza di tali provvedimento la futura provincia potra’ da un lato assorbire la gestione amministrativa di competenze oggi sparpagliate in consorzi ed enti vari e dall’altro assicurare la soggettivita’ del nostro territorio nelle relazioni con i Cantoni Vallese e Ticino, senza dover in questo modo sottostare alle decisioni della lontana Torino.
Se si pensa all’importanza dell’economia transfrontaliera per i nostri territori, e il decollo della strategia macro regionale alpina si comprende come sia fondamentale essere presente con una nostra rappresentanza ai tavoli decisivi, senza dover dipendere da soggetti istituzionali esterni con sedi a Novara, Torino o addirittura Roma. Ripeto, siamo a un passaggio storico, che ora speriamo di suggellare nei prossimi giorni con il voto dell’Aula”.
Tra le prime reazioni positive alla notizia quella dell’on. Giovanni Motetta, parlamentare omegnese dal 1979 al 1992 che dichiara “Questo è un ottimo risultato perchè è esattamente il tipo di provincia che noi avevamo immaginato, una provincia che riconosca la specificità del territorio del VCO e che renda possibile la sua valorizzazione.” “Non una nuova provincia ma una provincia nuova – continua Motetta – un obbiettivo importante che se portato fino in fondo saprà dare le risposte ai cittadini andando oltre le previsioni di questi mesi sulla provincia di quadrante e l’accorpamento, misure che non avrebbero prodotto miglioramenti per i cittadini in termini di efficacia ed efficienza dei servizi.

Dal sito di  Tele VCO

Cota è fuori dalla realtà. Si torni a votare al più presto

Anche nel suo intervento in aula il presidente Cota persiste nel suo tentativo di nascondere la eccezionale situazione di gravità in cui si trova la Regione Piemonte. Stia tranquillo nessuno di noi si sogna di ergersi a giudice del suo comportamento ora sotto inchiesta.  
Il problema che noi poniamo è un altro. Cota si rende conto di quanto la sua dichiarazione: “Guadagno 6.900 euro netti, se non lavorasse mia moglie sarei sull’orlo della bancarotta” è offensiva nei confronti di chi in Piemonte sta vivendo una condizione di oggettiva grave difficoltà? Si rende conto di quanto offensivo sarebbe se avesse dichiarato il falso ai magistrati? Un uomo pubblico ha doveri e responsabilità più forti e maggiori degli altri, per noi la classe politica deve essere un modello per la società.
 Tutto questo, e tanto altro, dimostra la estrema lontananza di Cota e della sua maggioranza dalla comunità piemontese. Come fanno a non capire che una sentenza definitiva della Cassazione ha sancito che le scorse elezioni regionali non sono avvenute regolarmente? Come fanno a non cogliere il distacco totale e irreversibile dal Piemonte, dai suoi cittadini, dalla sua realtà socioeconomica? 
Non si può più andare avanti così, occorre tornare al più presto al voto, lo diciamo da tempo. Si definiscano i provvedimenti più urgenti e, una volta approvati, si sciolga la legislatura in modo da tornare al voto in Primavera.

SITUAZIONE IN REGIONE. UNA DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA

E’ indubbio che questa legislatura regionale è entrata in una fase di grandissima straordinarietà che delegittima ulteriormente l’istituzione Regione Piemonte, come denunciato ieri da Gianfranco Morgando, segretario regionale del PD.
La vicenda Giovine, la paralisi dell’attività politica che come gruppo abbiamo ripetutamente denunciato e che è evidente agli occhi di chi segue i lavori del Consiglio regionale e delle Commissioni, la prossima chiusura dell’indagine della Procura della Repubblica, sono fatti che non possono essere valutati se non alla luce di un ulteriore, pesante allontanamento dell’istituzione Regione dalla comunità piemontese.
Di tutto ciò il gruppo regionale PD ha piena consapevolezza e ritiene che, nonostante il forte impegno nella denuncia e nell’iniziativa politica di contrasto a questo governo regionale, oggi lo scenario che abbiamo di fronte a noi sia totalmente diverso dal mero scontro tra due politiche che in questi anni si sono combattute.
Per questo lanciamo la proposta all’intero Consiglio regionale di giungere nel giro di due mesi alla chiusura anticipata della legislatura, una volta approvate la legge di bilancio e la nuova legge elettorale.
Il gruppo regionale del PD, di concerto con il segretario regionale, ha richiesto che tutto ciò venga affrontato negli organismi dirigenti del PD Piemonte e si giunga congiuntamente alle determinazione di una soluzione efficace.

ALDO RESCHIGNA

capogruppo PD in Consiglio Regionale

Di VERBANIA e della montagna

L’escursionismo è sicuramente il tipo di turismo più idoneo al territorio dell’entroterra verbanese.

Pur non costituendo un ambito particolarmente ricco, avendo i frequentatori della montagna abitudini e comportamenti sobri, esso rientra nel turismo sostenibile che può accompagnare lo sviluppo economico del delicato territorio affidato alle cure del Parco Nazionale Val Grande risolvendo, finalmente, anche a favore delle popolazioni che lo abitano, qualcuna delle attese che la sua costituzione (ormai vent’anni fa) aveva suscitato.

Una giornata è organizzata, con il patrocinio dell’Unesco, dal Parco Nazionale Val Grande, con il Museo del Paesaggio, il Comune di Verbania il prossimo 23 novembre all’Acquamondo di Cossogno per fare il punto sulle iniziative che sono state attuate e che sono ancora in programma per dare un senso alle possibilità attrattive “del sud del Parco” (il Verbano) a cui unire le potenzialità delle aree Sic-Zps dell’asta del Toce (Ossola). Si tratta di una proposta relativa, non solamente all’ampliamento territoriale (il Monterosso, il Motto di Unchio), ma soprattutto di un’iniziativa per associare le capacità organizzative del Municipio di Verbania allo sviluppo del settore imprenditoriale-turistico che riguarda la città (che possono rilanciare anche l’attuale Riserva di Fondotoce). Una organizzazione comune può utilizzare meglio il territorio che circonda Verbania ai fini della vacanza e del “loisir”.

Un ruolo che solo una città come Verbania (circa 830.000 presenze annue, oltre 9500 posti letto complessivi nei 25 alberghi e nelle 28 strutture extraricettive[1]) può proporsi di propagandare unendo, all’evidenza scientifica e naturalistica della Val Grande, l’incentivo di un’economia possibile. Per gli abitanti dei comuni montani e per le guide escursionistiche si tratta di un reddito limitato ma disponibile; per gli operatori turistici (i campeggi per iniziare) e mercantili della città è uno spazio originale richiesto, soprattutto, dalla clientela straniera (l’85% degli arrivi).

La Provincia e il capofila Verbania hanno inserito nel Piano Integrato Territoriale (fondi europei), approvato recentemente dalla Regione, seppure con riduzioni, che corrisponde ad un’esigenza turistica prioritaria, che può anticipare un “percorso ciclabile del lago”. Nello stesso finanziamento vi è la costruzione di un “Albergo diffuso” a Cicogna per recuperare alcune case abbandonate e pericolanti della capitale della Val Grande, secondo un’esperienza di ospitalità innovativa.

Siamo in presenza di un disegno ambizioso che può dimostrare come l’opinione pubblica, che si è costituita attorno a questi progetti, ha il sostegno dei comuni e dell’associazionismo della montagna (Cai, Gruppo Escursionisti Val Grande ecc).

Occorre individuare il maggior ruolo possibile per Verbania. Il turismo cittadino attua verso il lago la sua maggiore attrazione: le categorie (commercianti, albergatori, artigiani) possono diventare protagonisti del turismo integrato, nel convincimento che si tratti di iniziative fattibili e capaci di promuovere sviluppi successivi.

Silvia Marchionini; candidata alle primarie PD per Verbania 2014

[1] Dati 2011, O.Pastore,“Il turismo nel Vco”, Alberti, 2012

 

I VERI CONTI DELLA PROVINCIA DEL VCO E IL GOVERNO LETTA

“In una dichiarazione resa a “La Stampa” di sabato, il Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, on. Valerio Cattaneo, con riferimento alla vicenda della crisi di bilancio della Provincia del VCO mi chiama in causa adombrando una assenza di impegno sul tema.
Non intendo aprire polemiche con il Presidente Cattaneo, ma solo chiarire i termini della questione a beneficio del diritto dei cittadini alla effettiva conoscenza della situazione.
Il governo Monti, con la “spending rewiew” realizzata dal commissario Bondi, aveva determinato una serie di tagli ai trasferimenti statali a favore della Provincia del VCO, in data 8 aprile 2013 con il decreto legge 35 riducendo il fondo sperimentale di riequilibrio di € 10.970.522 nei confronti della nostra provincia.
Immediatamente, in data 16 aprile 2013 con interpellanza n° AC-20130416120514 il sottoscritto segnalava al Ministro dell’Economia in ordine la sproporzione del tagli, sottolineando come il sistema dei consumi intermedi adottato dal Governo ai fini della determinazione del quantum delle riduzioni non teneva in considerazione i costi di gran lunga maggiori che una Provincia come il VCO, interamente montana, deve sopportare rispetto ad altre province territorialmente più favorite, oltre ad esser sperequato avendo inserito nella previsione delle voce condivisibili alcune tipologie (formazione professionale, trasporti, rifiuti) dimenticandone altre che avrebbero inciso diversamente (quali le spese per l’edilizia scolastica, il sociale, l’agricoltura).
In data 28 aprile il governo Letta entrava in carica, subentrando al gabinetto Monti, e questo aspetto del taglio eccessivo e sproporzionato al VCO veniva dal sottoscritto segnalato direttamente al nuovo premier Letta e al ministro Delrio.
Ciò portava in data 30 ottobre 2013 all’emanazione da parte del governo del Decreto n. 125 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni. (13G00169) (GU Serie Generale n.255 del 30-10-2013)”
Tale decreto ridetermina il taglio alla Provincia del VCO, stabilito nella cifra di 6.737.000 €, con una riduzione di taglio pertanto di 4.233.522 €.
Le cose successivamente emerse a seguito di ciò non possono riguardare lo scrivente, ma la responsabilità di altre amministrazioni.
E’ emerso, infatti, che la Provincia del VCO non aveva (a mio avviso inspiegabilmente) considerato l’entità del taglio già disposto dal DL 35/2013, e cifrava “zero” la voce “tagli trasferimenti statali” e pertanto non sono giustificati gli attacchi di chi sostiene che il taglio sia giunto all’ultimo minuto e senza alcun preavviso.
E’ emerso, altresì, che i tagli disposti dalla Regione Piemonte alla Provincia del VCO sono di dimensioni rilevanti e decisive, si pensi solo al settore del trasporto pubblico locale e o della formazione professionale.
E’ emerso, infine, che addirittura sembrerebbero essere iscritte nel bilancio come residui attivi della Provincia del VCO le risorse finanziarie del ristorno dei canoni idrici (quelli delle famose magliette “Cota 4- Bresso 0”) che non risultano nei residui passivi del bilancio della Regione Piemonte.
Se solo sommassimo quest’ultima voce (8 milioni) ai tre milioni di taglio quest’anno sulla formazione professionale, avremmo la cifra di taglio da Torino nei confronti di Verbania di 11 milioni.
Avendo premesso che non è mia intenzione fare polemiche, non esprimo in questa sede giudizi sulla vicenda, se non il fatto che come si può facilmente constatare il sottoscritto non si è sottratto dal fare la propria parte e non giova a nessuno aprire fronti polemici per tentare di distogliere l’attenzione da una realtà oggettiva che è sotto gli occhi di chi la vuole vedere fatta di disimpegno netto ed evidente da parte dell’amministrazione regionale nei confronti della Provincia del VCO alla quale occorre urgentemente porre rimedio”.

On. Enrico Borghi