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Rimpasto di giunta a Verbania. Zacchera: ma ci prendi in giro?

image Chi si ricorda le motivazioni date dal sindaco Zacchera e da Paolo Preti per giustificare le dimissioni dello stesso Preti, qualche settimana fa, da assessore ai lavori pubblici di Verbania?
La giustificazione era che la nomina di Preti – in un consiglio d’amministrazione di Saia composta da 22 persone – era incompatibile con il fare l’assessore a Verbania.
Il PD aveva affermato che erano motivazioni risibili e le dimissioni erano dettate da altri problemi.
Il sindaco Zacchera aveva tuonato contro di noi affermando che il nuovo ruolo di Preti era davvero impegnativo e che dietro le dimissioni non c’era nessun problema politico/amministrativo.
Succede però che è stato nominato in queste ore assessore a Verbania Luigi Airoldi che di Saia ne è il Presidente.
Perché per il sindaco Zacchera Preti è incompatibile perche è entrato nel CDA di Saia e ha fatto bene a dimettersi da assessore, mentre Airoldi che di Saia è addirittura presidente l’assessore può farlo benissimo ed incompatibile non lo è? Incredibile. Sindaco Zacchera pensi di prendere in giro le opposizioni ed i cittadini di Verbania?
Sottolineando anche il problema del doppio incarico istituzionale (sempre da evitare se fosse possibile) la verità è che su Preti avevamo ragione.
La nomina in Saia era solo una scusa, e le sue dimissioni erano dettate da problemi politici e amministrativi che il sindaco Zacchera ha voluto e vuole nascondere.
Crediamo che sia ora che abbia il coraggio di dire la verità sul caso Preti, che di fatto è stato mandato via, altro che incompatibilità fasulla.
Inoltre questo incredibile balletto di sedie da assessore segnala la debolezza del Sindaco e della sua Giunta che, come a livello nazionale, è sotto il diktat leghista.
Sotto scacco della Lega come dimostrano le dichiarazioni del senatore Montani, in queste ore, che “spara” anche contro il teatro all’Arena.
Tutti segnali di una giunta e di un Sindaco in difficoltà. A Pagarne le conseguenze sono i cittadini di Verbania.

Circolo di verbania
Coordinamento provinciale

Ufficio Stampa PD VCO

I FATTI DI TORINO: NO ALLA VIOLENZA, SI’ ALLA DEMOCRAZIA

image Le vicende accadute ieri alla nostra Festa Democratica nazionale di Torino , con lo squadristico assalto dei centri sociali al segretario della Cisl Raffaele Bonanni,  meritano una netta posizione e una riflessione politica.
La netta posizione è sull’uso della violenza. Purtroppo c’è ancora qualcuno in Italia che ritiene che si possa incidere sulle decisioni politiche urlando, minacciando, impedendo il libero confronto, alzando le mani, minacciando l’incolumità delle persone e mettendone a repentaglio la vita. Non sto esagerando. Ero presente ieri in piazza Castello, ed è esattamente quello che è accaduto. Come se la storia italiana non avesse insegnato nulla, come se la lunga scia di sangue degli anni ’70 e ’80 iniziata con i cattivi maestri e Autonomia Operaia e finita con le mitragliette Skorpio delle Brigate Rosse e le  P 38 di Prima Linea fosse solo un’invenzione, qualcuno vuole far tornare indietro il film e infilare nelle relazioni tra capitale e lavoro lo scontro fisico, la sopraffazione,la violenza (verbale prima e fisica poi). Su questo non possono esserci margini di dubbio, o peggio ancora di ambiguità. Chi ritiene che questi siano mezzi di lotta politica per noi è fuori dal gioco, non è interlocutore e non è nel solco della democrazia. Chi giustifica o avalla simili metodi non è, e non può essere, né nostro amico né nostro alleato. Chi –peggio ancora- strizza l’occhio a questa concezione della politica  è un cattivo maestro da cui guardarsi, e sta in una parte del campo politico che non è, e non sarà mai, la nostra.
In Italia c’è già stato chi, vestito con una maglietta nera (come quella che portavano ieri i ragazzotti dei centri sociali) impediva con violenza il libero confronto democratico: era il fascismo. Ieri come oggi, chi è dalla parte della libertà e della democrazia rifiuta e condanna l’uso della violenza. Senza se e senza ma.

Abbiamo le nostre idee delle relazioni industriali e sindacali, abbiamo opinioni difformi nel merito talvolta con questo o con quel sindacato, con questa o con quella organizzazione di categoria. E la giornata di ieri, con il confronto tra il nostro vicesegretario nazionale e il segretario della Cisl, doveva servire per entrare nel merito del confronto, e cercare il bandolo della matassa di una situazione molto complicata dove si devono legare le ragioni dello sviluppo e della crescita economica con quelle del diritto ad un lavoro dignitoso e adeguato. Impedire questo confronto con prepotenza –in un momento di alta tensione tra le forze politiche e tra le forze sindacali- significa giocare allo sfascio. Noi non ci stiamo, e nell’esprimere la nostra solidarietà alla Cisl e al suo segretario rilanciamo la nostra idea di democrazia, fatta di regole e di diritti, e di libertà, dove le minoranze urlanti e prepotenti non possono sostituirsi alla stragrande maggioranza dei cittadini pensanti.

E c’è una riflessione politica da fare, che parte proprio dai fatti di ieri. Evidentemente c’è qualcuno a cui da fastidio, tremendamente fastidio, un Pd che si mette al centro del dialogo e del confronto, che di fronte allo sfacelo di una destra in preda al collasso punta ad essere il perno e il traino dell’alternativa. Evidentemente c’è qualcuno che preferirebbe spingere il Pd verso l’angolo dorato del frazionismo e dell’estremismo, dove più si urla e meno si conta. E da dove si assistono alle dinamiche fatte da altri, dove  ci si lava la coscienza urlando contro il “padrone” e dove qualche mente fragile mette mano ai razzi da lanciare contro il “nemico di classe”. E’ li che ci portano le predicazioni verbali violente di chi, ogni giorno, non perde l’occasione per cercare di dimostrare la propria presunta purezza per lucrare qualche consenso in più alle nostre spalle e mettere in crisi il nostro progetto politico.
Siamo in mezzo al guado. Anche qui, è già accaduto nella storia che l’estremismo si mettesse in campo per condizionare, spaventare e orientare le forze politiche. Possiamo e dobbiamo fare la nostra parte perché l’uscita dell’Italia dal berlusconismo non significhi l’esplodere del radicalismo e la sconfitta storica del centro sinistra italiano, ma al contrario ne sancisca la maturità e la capacità di guidare un processo di democrazia e di libertà.

Enrico Borghi
Direzione Nazionale PD

Documento congressuale “Per davvero di tutti”.

image Pubblichiamo il documento congressuale "Per davvero di Tutti". Potete cliccare qui per vederlo e/o scaricarlo.
Un’altro contributo al congresso provinciale e dei circoli che si svolgerà dall’8 al 10 ottobre vedranno l’elezione diretta da parte degli iscritti dei coordinatori di circolo, del segretario provinciale e dell’assemblea provinciale del PD. Un voto diretto, un innovazione importante
"Nell’intento di contribuire positivamente al confronto interno al partito, in vista di un congresso provinciale che costruisca le ragioni dell’unità del PD in funzione della costruzione dell’alternativa ad una destra che ha fallito nella sua azione di governo, i sottoscrittori del presente documento hanno contribuito a predisporre questa piattaforma programmatica, che resta aperta alla sottoscrizione di chi ne condivide valori e impostazioni e al confronto con tutti. Auspichiamo su questa base l’avvio di un sereno e costruttivo dibattito interno, con l’obiettivo di costruire e rafforzare il Partito Democratico del VCO. Potete scrivere a pd.perdavveroditutti@gmail.com per sottoscrivere l’adesione al documento".
Potete vedere e scaricare cliccando qua il regolamento congressuale. Di seguito trovate i sottoscrittori del documento. .Primi firmatari:

Pierangelo Adorna – Villette
Angelo Arrigoni, Craveggia
Pierangelo Ballardini, Baveno
Bruno Alberti – Domodossola
Sylvie Alliata – Omegna
Michele Beldì – Omegna
Enrico Borghi – Vogogna
Franco Borsotti – Antrona Schieranco
Diego Brignoli – Verbania
Alberto Buzio – Omegna
Davide Cantamessa – Vogogna
Stefano Costa – Baceno
Paolo Crosa – Lenz – Ornavasso
Francesco D’Elia – Mergozzo
Marco Gagliardini – Vogogna
Nadia Gallarotti – Omegna
Ciro Garofalo – Cannobio
Lora Gubetta, Craveggia
Silvia Marchionini – Cossogno
Maria Grazia Medali – Pieve Vergonte
Maria Adelaide Mellano – Omegna
Luigi Prolitti – Omegna
Aldo Reschigna – Verbania
Fausto Sgrò – Piedimulera
Quintino Spataro – Domodossola
Claudio Sonzogni – Vanzone San Carlo
Alberto Soressi – Omegna
Bruno Stefanetti – Domodossola
Marco Travaglini – Omegna
Rosalma Tuissi – Omegna
Rosarita Varallo – Omegna
Sandra Vettore – Antrona
Francesca Zammaretti, circolo Alto Verbano
 

STOP AI BANDI PER I NUOVI DIRETTORI GENERALI. UNA DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA

image La decisione della Giunta Cota di sospendere la procedura di selezione dei nuovi direttori generali delle ASL a bandi ormai chiusi è particolarmente grave.
Su un argomento così delicato sul piano politico e non solo, ci saremmo attesi un comportamento diverso e lineare. E’ chiaro che, a candidature già presentate e quindi note all’esecutivo, arrivare da parte della Giunta a una modifica dei bandi significa assumersi una gravissima responsabilità.
Non è per noi accettabile una scelta basata su logiche spartitorie, tendenti a riaprire i termini per nuove candidature o a ricostruire percorsi in grado di premiare alcuni concorrenti sugli altri. Per questo verificheremo i cambiamenti dei bandi tra la prima e la seconda stesura e su questa base avvieremo le iniziative necessarie.
Non possiamo per altro non evidenziare come la superficialità con cui è stato affrontato questo tema è simile alla superficialità con cui la Giunta ha in passato affrontato molte altre importanti vicende.
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico