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ABOLIZIONE DELLE COMUNITA’ MONTANE. IL SILENZIO ASSORDANTE DEL CENTRO DESTRA

image Mentre la Regione Piemonte sta lavorando ad una legge di riordino delle Comunità Montane che tanto rumore ha fatto a livello locale prevedendo una forte riduzione degli enti montani, da giorni corrono voci, sempre più insistenti e fondate, che il governo presenterà nelle prossime ore un Disegno di Legge nel quale sarà presente l’abolizione totale delle Comunità Montane, senza per questo ricevere altrettanta attenzione.
E’ singolare, soprattutto, il silenzio assordante di tutti coloro che lo scorso anno, al momento della presentazione del decreto Lanzillotta (che prevedeva il mantenimento delle Comunità Montane per i soli comuni sopra i 600 msl), avevano gridato allo scandalo, ad una imposizione dall’alto, ad un intervento centralista che non teneva conto delle realtà locali. Cosa dicono ora tutti questi amministratori di centro destra, sempre pronti a difendere tutte le specificità del territorio, ora che è il governo loro amico a proporre una legge che noi non condividiamo sia dal punto di vista del merito che del metodo?
Ci chiediamo anche che fine faranno tutti gli impiegati che lavorano attualmente nelle Comunità Montane, saranno accollate ai comuni che già sono in forte sofferenza? E che dire dei mutui contratti, delle gestioni ora in capo a questi enti?
Anche il Gruppo del Partito Democratico a livello provinciale e tutta l’amministrazione è preoccupata rispetto ai risvolti negativi che questo provvedimento potrà avere per la nostra Provincia ed ha presentato un ordine del giorno che sarà discusso al prossimo Consiglio Provinciale e che alleghiamo. (continua)
Odg

Il consiglio provinciale del vco esprime sconcerto e contrarietà circa l’annuncio che il Governo italiano, tra i provvedimenti finanziari, possa abolire totalmente le Comunità Montane.

Sostiene che con l’abolizione totale delle Comunità Montane non si combatte lo spreco di denaro pubblico, ma invece si rischia di lasciare zone montane come la nostra senza risposte ai problemi che la gestione di questi territori “marginali”comporta.

Ritiene questa scelta centralista e contro la più elementare logica federalista, come la previsione, in questi stessi provvedimenti finanziari, della riduzione di fondi alle regioni sulla sanità e della riduzione dei trasferimenti alle provincie e agli enti locali.

Ritiene che la riduzione di questi enti non possa essere imposta dall’alto, ma attraverso una discussione dal basso, con una legge regionale che entri nel merito delle tante “diversità” e che riformi non solo gli ambiti e il numero delle stesse, (che va certamente diminuito) ma anche le funzioni e le modalità di elezione.

Ritiene necessario che siano le Regioni in accordo con le comunità locali ed i Comuni a lavorare per una legge che faccia, sì risparmiare, ma che riformi il sistema assegnando funzioni e spingendo verso l’associazionismo tra i Comuni, affinchè il sistema locale recuperi efficienza ed efficacia.

Impegna l’amministrazione provinciale ad attivarsi a tutti i livelli per perseguire il contenuto di questo odg.

PDVCO
Ufficio Stampa

Villa Renzi – Stanze per abitazioni per anziani

La storia
Il complesso di Villa Renzi-Cesconi è stato uno dei pilastri portanti della campagna elettorale dell’attuale maggioranza comunale fin dal 2000. Occorre ricordare che in sede di programma la proposta per il complesso era quello di una Casa di Riposo per anziani finanziato con i soldi delle centraline idroelettriche comunali. (vedi intervista del 2001 a ECORisveglio Ossolano in occasione della stesura del primo bilancio comunale)
Nel corso degli anni il progetto ha subito diverse variazioni; la più importante è stata quella di optare per una struttura diversa dalla classica casa di riposo e decidendo quindi di realizzare una struttura con mono e bilocali da affidare ad anziani autosufficienti integrate da strutture comuni fra cui una mensa (relazione descrittiva allegata alla delibera di giunta 112 del 2002). Il recupero di un fabbricato esistente “D” avrebbe dovuto ospitare dei bilocali per coppie anziane e mentre un nuovo edificio “E” dei monolocali. La struttura della Villa “A” avrebbe dovuto essere utilizzata per realizzare strutture dedicate alla socializzazione fra cui: Biblioteca, Sala d’ascolto e uffici di pubblico interesse.
Il progetto finanziato nell’ambito del DOCUP 2000/2006 al 70% su un impegno previsto di spesa di 4.234.000 € viene approvato dalla giunta nel luglio del 2002 con delibera 112. Nel coso degli anni il fabbricato D è stato stralciato dal progetto e quindi è rimasto solo il fabbricato E suddiviso in monolocali.
l’affidamento era stato inizialmente assegnato ad una ditta con un ribasso del 10,33% (Rep 444 del 14 10 2003). Successivamente il contratto era stato risolto per inadempienza ed affidato ad altra ditta (GM 24 5 2005).Nel giugno 2006 la giunta ha approvato (Delibera 57 – 2006) il certificato di collaudo che si attestava su un impegno di spesa di 2.527.000 €.
Il corpo centrale della Villa (come tutto il resto) resta a tutt’oggi inutilizzato, tranne la parte che è servita per realizzare il famigerato “Show Room Della Pietra”. Nelle intenzioni dell’amministrazione questo show room della pietra doveva "creare quei servizi aggiunti indispensabili per lo sviluppo e mantenimento di mercati" ossia realizzare un ambiente espositivo multimediale a disposizione delle aziende private che vogliono valorizzare i loro prodotti.  Ad oggi la struttura aspetta una gestione.
Nel 2007 è stato affidata con bando la gestione della mensa che avrebbe dovuto servire le scuole e gli ospiti della struttura che sarebbe dovuta entrare in servizio nel gennaio 2008. Si è verificato che nel mese di dicembre la ditta entrata in gestione non ha potuto iniziare in quanto la nuova struttura pareva non essere adeguata riguardo alle norme relative alle mense; tanto che la sua entrata in servizio è stata rimandata a settembre 2008.
Sempre nel 2008 si è proceduto ad un pubblico bando per assegnare i monolocali della casa Albergo che sono destinati “agli anziani, singoli, residenti in ambito comunale, da un periodo, continuativo, non inferiore a tre anni, con età minima di anni 66,  in condizioni di autosufficienza psico/fisica  certificata” (dal bando comunale)
Riflessioni sullo stato attuale
E’ notizia recente che il bando per l’assegnazione delle stanze è andato praticamente deserto, essendoci stata una sola richiesta. Questo risultato impone alcune riflessioni:
– Chiariamo che, pur essendo in minoranza, non abbiamo mai fatto nostra la logica del “tanto peggio tanto meglio” e abbiamo sempre sperato che la struttura, visto che è stata pagata con soldi pubblici,  avesse una ricaduta positiva sulla cittadinanza di Crevoladossola. Ricordiamo infatti il nostro contributo positivo al miglioramento del regolamento di accesso alla struttura, che in prima battuta prevedeva un reddito annuo inferiore a 8.000 € riservando la proposta ad una platea ancora più ristretta.
– A questo punto è ragionevole che la questione verrà messa di nuovo in discussione in quanto la struttura difficilmente andrà a regime senza un adeguato numero di persone interessate ad utilizzarla.
– Pare che il problema sia essenzialmente legato alle dimensioni troppo esigue dei locali e da più parti si sente parlare di rifare i lavori per ridisegnare la struttura, a tale proposito non si riesce a capire per quale motivo il progetto originale del 2002 che prevedeva anche alcuni bilocali sia stato modificato.
– Sicuramente un errore grave è stato quello di non realizzare nessuno studio preventivo sulle esigenze della popolazione e si paga una certa dose di presunzione da parte della maggioranza che ha gestito sempre autonomamente la procedura. Citiamo a tale proposito due interviste: Nel 2001 il capogruppo di maggioranza Guerreschi dichiara “personalmente sono rimasto sorpreso da quanto la popolazione anziana senta l’esigenza di una casa di riposo”; mentre nell’aprile del 2007 il Vicesindaco Arch. Iaria dichiarava “ sappiamo perfettamente quale tipo di anziani verranno ospitati in Villa Renzi”.
– Dal Volantino della maggioranza del 2001 notiamo anche come si sia dichiarato che la casa albergo era “uno dei punti più qualificanti del programma “
A questo punto è evidente che occorre che la maggioranza prenda atto che non ha raggiunto gli obbiettivi previsti rispetto ad uno dei punti qualificanti del suo programma elettorale.
Prediamo atto che i diversi cambi d’idea dimostrano approssimazione e mancanza di programmazione, come si può vedere anche dalle vicende dell’ufficio turistico, delle scuole e dello show room della pietra.
La maggioranza si è resa conto che la promessa elettorale della casa di riposo non era gestibile e visto che il bando DOCUP era finalizzato a strutture del tipo socio assistenziali per accedere ai fondi ha scelto una via di mezzo fra edilizia popolare e la casa albergo per anziani che, così come è stata realizzata, ha pochissima utenza sul territorio di Crevoladossola.

Le proposte del Circolo PD di Crevoladossola
 Sicuramente le dimensioni degli alloggi non rendono la struttura appetibile e l’attuale mancata esecuzione dei servizi accessori (lavanderia, biblioteca, mensa,…) rende la loro assegnazione ancora più difficile.
La RAA (Residenza assistenziale alberghiera), così come viene definita la struttura nella relazione tecnica del 2002 viene equiparata, per legge, ad un albergo 3 stelle con servizio lavanderia e pulizia camere per il quale non sappiamo come si comporterà in merito l’amministrazione Della Pozza.
Se la struttura ristorante entrerà in funzione a settembre, auspicandoci che questa volta i locali siano a norma con le richieste igienico-sanitarie, resterà il problema dei servizi annessi. Ma se anche queste situazioni avessero una soluzione nel breve periodo riteniamo opportuna la valutazione dei contraccolpi psicologici che comporta per l’anziano l’abbandono della propria casa e cosa rappresenti il vivere in una struttura dove, di fatto, si subisce un inesorabile processo di de-personalizzazione.
Riteniamo che stanze con angolo cottura e servizio, senza una camera da letto, prive di balcone e distribuite su un corridoio anonimo siano lesivi per la psiche dell’anziano.
Consideriamo in conclusione inadeguata la struttura al tipo di utenza prevista dal bando e chiediamo all’amministrazione di modificare radicalmente lo stesso determinando una diversa utenza da individuarsi con sistemi di indagine sociale ed attraverso la consultazione degli enti e delle associazioni  che operano in ambito socio-assistenziale. Inoltre il bando dovrà tenere conto di un’espansione territoriale che esca dal singolo comune crevolese per considerare almeno l’Ossola.
Ma se l’amministrazione intende procedere verso la Residenza alberghiera riteniamo obbligatoria la ristrutturazione della divisione interna al fine di ottenere almeno dei bilocali, che consentano di ospitare singoli e coppie anziane. Dove si reperiranno le risorse economiche per modificare una struttura nuova, peraltro già arredata, è responsabilità di questa amministrazione. Ora bisogna chiedersi se vale la pena spendere altro tempo e denaro pubblico o come da noi proposto trovare soluzioni che portino  a un utenza diversa o a parametri di assegnazione diversa.
Occorre chiarire e riflettere sul fatto che se si modifica la struttura e si spendono altri soldi e  comunque se non si attivano i servizi accessori si configura un complesso edilizio popolare convenzionato che è lontano dagli obbiettivi proposti in campagna elettorale e resterebbe comunque inadeguato.
In conclusione auspichiamo un confronto aperto con tutte le realtà sociali per non Vanificare un intervento così cospicuo dal punto di vista economico che deve essere salvaguardato e ribadiamo la nostra disponibilità a portare un contributo di idee.
Richiamiamo però l’amministrazione di centro destra ad un maggiore senso di responsabilità nel momento in cui “mette le mani nelle tasche dei cittadini” per realizzare opere per le quali, a conclusione dei lavori, non è in grado di produrre un sistema di gestione rendendole di fatto corpi morti sul territorio comunale!

Gruppo consigliare di minoranza Uniti Per Crevoladossola
Circolo Partito Democratico di Crevoladossola

 

Iniziativa sui temi dell’acqua, rifiuti e montagna a Cannero Riviera

image Il circolo del Partito Democratico Alto Verbano (Cannobio, Cannero Riviera, Trarego Viggiona, Valle Cannobina) organizza un incontro pubblico con i cittadini di Cannero e dei comuni limitrofi per VENERDI’ 20 GIUGNO ALLE ORE 21.00 PRESSO LA SALA MULTIUSO a CANNERO RIVIERA.
Si discuterà di:
GESTIONE DELl’ACQUA ( legge Galli , Ato , Sot ), RIFIUTI ( raccolta differenziata , forno inceneritore , discariche), COMUNITA’ MONTANE (nuovi confini, nuovi compiti).
Partecipano ALDO RESCHIGNA, consigliere regionale, coordinatore provinciale del PD e SILVIA MARCHIONINI, sindaco di Cossogno, dell’esecutivo provinciale del PD.
Introduce CARLO ZANONI, vice coordinatore del circolo Alto Verbano, modera BRUNELLO VERRUA , coordinatore PD Alto Verbano.

Acqua: parte la campagna del PD

Parte oggi una campagna d’informazione del Partito Democratico del VCO sui temi dell’acqua.
Per 15 giorni sui muri delle città attraverso manifesti e per altrettanti giorni in televisione con spot su TeleVco e VCOSat, informeremo i cittadini del Vco su alcune questioni legate ad un tema così importante.
Questi i temi proposti, riassunti dallo slogan della campagna "Acqua: un bene pubblico" :
La gestione attuale delle acque permette di garantire gli investimenti per migliorare i servizi ed evitare le crisi che nel passato hanno lasciato senz’acqua molte famiglie.
La proposta del centro-destra per una gestione dell’acqua riferita al solo VCO farebbe aumentare le tariffe ai cittadini del 20% e diminuirebbe gli investimenti.
Il PD chiede:
– Una tariffa inferiore per chi non gode della depurazione;
– più informazioni per i cittadini e bollette trasparenti con le letture reali dei contatori;
– destinare meno soldi alle Comunità Montane per contenere le tariffe;
– passare da cinque ad una sola società di gestione;

PD: LA REGIONE ED IL VCO

image La Regione Piemonte era più attenta alle esigenze della provincia del Verbano Cusio Ossola quando a governare era il centro-destra? Per il Partito Democratico, si tratta un’affermazione da smentire con dati alla mano. Il Pd rivendica, tra l’altro, di rispondere alle esigenze del Vco con soluzioni innovative.
Risponde a distanza, dopo qualche settimana – il tempo di documentare cifre e indici dei trasferimenti – il PD del VCO alle accuse del centro-destra con un aconferenza stampa. Affermazioni, per altro ripetute in questi tre anni di governo Bresso, su come la Regione sia avara di attenzioni e risorse per la nostra provincia. “Vorremmo davvero che da qui alla campagna elettorale del prossimo anno il dibattito politico si concentrasse sui dati di fatto e non su considerazioni” ha commentato il consigliere regionale e coordinatore del PD del VCO Aldo Reschigna che ha rivendicato la capacità dell’attuale amministrazione regionale di prestare ascolto alle esigenze del territorio optando anche per soluzioni innovative. Un esempio? La gestione diretta da parte della giunta Ravaioli degli interventi straordinari di messa in sicurezza della strada della Valle Anzasca. (continua)
 Stanziamento che incide significativamente – con 10 milioni di euro – su trasferimenti complessivi per il 2007 destinataci da Torino: 42 milioni 845 mila. Va detto però che nel 2004, ultimo anno del mandato Ghigo, furono 35 milioni 689, 31 milioni 652 l’anno dopo e 20 milioni 826 mila due anni fa. “Una flessione dovuta al primo anno di rodaggio della nuovo governo regionale” è stato spiegato dal Partito Democratico che – conti alla mano – certifica come il VCO non possa essere considerata provincia negletta e trascurata Giuseppe Grieco, Assessore Bilanio Prov. VCO “Bisogna smentire questa convinzione da due punti di vista. Il primo è che la Regione Piemonte è tra le province che trasferiscono alle province la percentuale più alta di risorse (con l’83,7% è quarta dopo Friuli, Emilia e Liguria). Il secondo è che nel corso di questi ultimi sette anni c’è stato un flusso in costante crescita di trasferimenti da Torino al VCO, tranne la parentesi di assestamento di due anni” Chiaro i maggiori trasferimenti per investimenti coincidano con gli anni in cui si sono verificati particolari situazioni di emergenza. E la legge regionale per assegnare più ampi margini di autonomia al VCO? Con la fine mese si è in dirittura d’arrivo con i capisaldi dell’accordo tra Regione e Provincia: per l’approdo in aula si profila l’autunno. E questo in un clima di controtendenza generale – annotano dal PD – dove con la soppressione dell’ICI sulla prima casa c’è una spinta al centralismo con i comuni che dipenderanno sempre più da stanziamenti statali. Intanto si evidenzia come i contraccolpi della revoca fiscale si facciano sentire: alla Regione Piemonte 13 milioni in meno per il trasporto pubblico con il risultato che se i conti degli enti locali non torneranno saranno i consumatori/utenti a farne le spese. Timori anche per il paventato rischio di un miliardo di euro in meno ai servizi sanitari. (dal sito di Tele VCO).