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Reschigna scrive a Cattaneo: il consiglio regionale è fermo

Il capogruppo regionale PD Aldo Reschigna ha scritto stamane una lettera al presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo chiedendo una riunione urgente dei capigruppo “con l’obiettivo di definire un calendario dei lavori vincolante anche per la Giunta comunale”.
La richiesta viene in seguito allo stallo verificatosi nei lavori del Consiglio regionale. Dopo le Commissioni previste per ieri e oggi, è saltata anche la convocazione della Commissione Bilancio prevista per domani.
Cosa alquanto singolare, poiché in tale Commissione la Giunta regionale avrebbe potuto almeno svolgere una comunicazione sui risultati dell’incontro romano”, scrive Reschigna, che ricorda come il Consiglio regionale sia bloccato nei suoi lavori e che notizie sul bilancio vengono solo dagli organi di informazione, mentre “sempre più crescente è il senso della protesta e del disagio che sta attraversando la comunità piemontese e tutto il sistema economico e istituzionale del Piemonte, reso palese con la manifestazione di ieri sul trasporto pubblico locale e con l’incontro organizzato dall’Anci per la giornata di domani sulle tematiche delle politiche sociali”.
“Il gruppo consiliare del PD non intende più tollerare quanto sta accadendo, né diventare ‘complice’ della inattività del Consiglio regionale in questo difficile momento”, conclude Reschigna.

 

E’ ora di una proposta unitaria nel PD

Brevi sprazzi di primavera ci riportano all’”inverno” nella politica italiana dopo ben 6 settimane dal voto (!), e le previsioni sono volubili secondo gli avvenimenti. Il disorientamento cresce fra i cittadini, sempre più confusi e disperati, e il primo partito italiano, che vuole essere popolare, ma è diviso in correnti, non può sottrarsi al dovere della chiarezza.
E’ indubbio che il livello nazionale avrà ripercussioni nell’ambito locale. Cosa accadrà quando i 2 gruppi di saggi consegneranno a Napolitano il loro lavoro?Il Presidente proporrà un governo basato sul programma preparato?E’ assai probabile e allora questo aprirà nel Pd lo scontro tra i fautori (i renziani sembra di capire, ma anche una parte vicina al vice segretario Letta) e coloro che continueranno a sostenere Bersani (verso elezioni, ancora con l’odiato “porcellum”?).
La posizione di Bersani, più organica a mio avviso durante le primarie, non ha vinto, né poi convinto nella fase di formazione del Governo (Grillo lo dileggiava pure!,Berlusconi ha tentato l’accordo impossibile e Monti è diventato marginale). Tuttavia la concomitanza
con l’elezione del Presidente della Repubblica (e soprattutto il modo in cui
sarà eletto) possono mutare completamente la scena politica.
Occorre comunque un nuovo progetto all’altezza dei tempi che viviamo e che corrisponda ai sentimenti dei democratici: una proposta unitaria che trasmetta il senso della stagione del fare (e non del solo analizzare la realtà):
a)Essere il cambiamento: il riscatto dei territori e la speranza dei cittadini nascono dal respirare “aria fresca” di idee, persone, e l’investimento sulla classe dirigente giovane, va affermato.
b)Una logica civica alla guida del partito: o si accetta la sfida della massima apertura all’esterno, e dell’imperativo assoluto dell’interesse collettivo o si verrà percepiti come “vecchi conservatori”.
c)Anticipare le forme della partecipazione diretta dei cittadini: ci si misura con la crisi della delega ai politici e sulla capacità di rispondere al bisogno di auto-formarsi, contare, fare rete nell’era dell’accesso universale al sapere.

Intervento di Silvia Marchionini-Sindaco di Cossogno

Verbania 2014: dalla circonvallazione da centinaia di milioni di euro ad una idea di mobilità alternativa.

Questo è il primo di alcuni interventi che Prossima Verbania (clicca qui per il link al blog) lancerà su temi specifici nel percorso di avvicinamento alle amministrative 2014.
Interventi in linea con la proposta che la segreteria PD ha lanciato nelle settimane scorse con la costituzione di alcuni gruppi di lavoro “per dialogare con la città e per costruire assieme idee e proposte per il futuro di Verbania”.
Uno dei temi importanti per il futuro di Verbania può nascere da alcune considerazioni sul progetto di circonvallazione della città.
Personalmente ho sempre ritenuto questo progetto sbilanciato nel rapporto tra il costo esorbitante dell’opera (quattro lotti per oltre 200 milioni di euro complessivi) e la ricaduta positiva (per me modesta) che avrebbe portato alla città.
Un progetto che appare “vecchio” rispetto all’idea di sviluppo e di mobilità che dovremmo avere oggi per il nostro territorio.
Un’opera che tra la sua ideazione (a cavallo degli anni 80/90) e la sua (im)possibile realizzazione completa (fine 2020/25?) vedrà passare un intervallo di oltre trent’anni!
Non a caso in diverse parti del territorio nazionale si discute su opere pensate tempo fa e che se realizzate oggi rischierebbero di non essere utili al territorio (cliccate qui per leggere un esempio vicino ad Udine)
Al di là delle (mie) considerazioni sull’utilità, l’opera a oggi pare inevitabilmente al palo per questioni meramente economiche. Non si capisce se il primo lotto è finanziato o meno (solo per “bai passare” Fondotoce è previsto un costo di 50 milioni di euro!) e poiché di soldi non c’è ne sono più, men che meno per un’opera che certo non può rientrare tra “le priorità” dell’Anas, il rischio che quest’opera si tramuti in un’incompiuta da “Striscia la Notizia” è reale.
Sia chiaro: non è un giudizio negativo su chi l’ha pensata e portata avanti ma un invito a verificare se questo progetto è ancora attuale a vent’anni dalla sua nascita.
E non è nemmeno una critica da fan della “decrescita” (quale non sono) alle mega-opere pubbliche che, se servono davvero, vanno fatte.
E’ inevitabile però ripensare al progetto di mobilità per la città, diverso rispetto a quella che oltre venti anni fa ha portato a costruire il progetto per la circonvallazione, basato in generale su un’idea non più attuale di aumento del traffico e delle automobili e di enormi investimenti sulle infrastrutture ad esse dedicate.
Una “strada” che alla fine non ha risolto i nostri problemi di mobilità ma, in generale, li ha peggiorati non garantendo un livello di efficienza maggiore dei servizi alle persone, rovinando parte dell’ecosistema e con un costo esorbitante per tutta la collettività.
Ripensare alla mobilità vuol dire accompagnare con più forza la trasformazione di Verbania degli ultimi vent’anni in cui un’idea diversa della sua mission, non più prettamente industriale ma soprattutto legata al turismo, al commercio e al terziario si è fatta avanti.
Molto è stato fatto in questi anni con gli interventi delle giunte di centro sinistra di Reschigna e Zanotti (rotonde, nuovo ponte, piste ciclabili, aree pedonali, libero Bus ecc), ma la crisi economica di questi anni e la possibile messa in discussione (no money, no party!) della circonvallazione devono far ripensare al tutto con un progetto più ampio e innovativo, basato sull’integrazione tra diverse soluzioni che facciano diminuire l’utilizzo delle automobili come unico (o quasi) strumento di spostamento.
Chi arriva a Fondotoce in automobile dai diversi assi della provincia (Baveno, Omegna, Ossola) al 70% ci arriva per poi stare a Verbania (lavoro, servizi, tempo libero ecc.) e solo un terzo attraversa la città per proseguire verso Cannobio (dati questi legati al progetto della circonvallazione).
Bisogna partire da questo dato (ancora attuale?) per capire cosa fare. Le scelte non sono da inventare, già esistono e sono state applicate in molte altre città europee; semplicemente vanno adattate al nostro territorio:
– carpooling: incentivare all’uso condiviso di automobili private tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre i costi del trasporto. Su questo troppo poco è stato fatto dal pubblico. E’ necessaria una forte campagna mirata di sensibilizzazione.
– Piste ciclabili: incrementare e “costruirne” di nuove in città, fondamentale per ridurre l’uso delle auto dei cittadini verbanesi (e non solo).
– Reintrodurre il progetto di biciclette in affitto (bike-sharing) così “banalmente” azzoppato dalla giunta Zacchera.
– Trasporto pubblico (vero tasto dolente): ipotizzare un ritorno al “libero Bus “ della giunta Zanotti è utopia nella crisi finanziaria di oggi o è invece un’intelligente iniziativa per spendere meno in costi per la collettività a medio periodo? Se pensiamo a un’opera come la circonvallazione con centinaia di milioni di euro previsti, solo una piccola parte di essa investita ci consentirebbe di proporre un trasporto pubblico di qualità, efficiente e veramente usufruibile dai cittadini.
– Lago: riflettere su come si è evoluto il trasporto pubblico via lago e rilanciare un progetto in questa direzione.
– Anas: è possibile dirottare una parte del budget eventualmente previsto da Anas per il primo lotto della circonvallazione per interventi di miglioramento della statale? Interventi utili a poter costruire la passeggiata ciclopedonale tra Fondotoce e il centro della città ed a intervenire sui nodi di rallentamento del traffico su questa arteria (impianto semaforico a Fondotoce, Beata Giovannina e Suna “alta” e i passaggi pedonali sul lungo lago di Intra ecc).
– Un metrò di superfice tra Omegna e Verbania? E se investissimo in questa scelta? Già esisteva prima della II guerra mondiale una linea di Tram tra le due città. Pensare a questa scelta strategica per ridefinire il futuro della viabilità sull’asse Verbania /Gravellona Toce / Omegna può essere uno strumento innovativo per ribaltare il concetto di mobilità nel nostro territorio (anche se, mi rendo conto, cozza con la mia stessa pregiudiziale sul costo di una grande opera).

Su questo tema, centrale per il futuro della città, il PD e il centro sinistra della città devono interrogarsi per trovare proposte condivise.
Alberto Nobili

PS
In tutto questo ci sta, ovviamente, un passaggio fondamentale: l’esempio. Noi per primi a usare i mezzi pubblici e la bicicletta per dimostrare che una nuova “strada” è possibile.

Trasporto pubblico: Cota utilizzi il fondo perequativo

La nostra ferma opposizione alla linea di tagli alle risorse del Trasporto pubblico locale scelta dalla Giunta Cota, linea fortemente stigmatizzata nel Consiglio regionale straordinario svoltosi su nostra richiesta pochi giorni fa a Palazzo Lascaris, è in piena coerenza con i contenuti della protesta con cui oggi centinaia di sindaci piemontesi si sono riuniti a Torino per dire no a quei tagli.
A loro va la nostra piena solidarietà, come alle aziende di trasporto e ai loro dipendenti che, se non interverranno cambiamenti, rischiano la chiusura e la perdita dei posti di lavoro. A forte rischio c’’è anche la mobilità di migliaia e migliaia di lavoratori e studenti pendolari.
E’ un costo sociale troppo alto perché non si faccia tutto il possibile per porre rimedio. Non si può assistere in silenzio a scelte che nei prossimi mesi porteranno al taglio di un autobus su due e di un treno ogni tre.
La Giunta qualche strumento ce l’ha, a cominciare dall’utilizzo dei 54,5 milioni del fondo perequativo previsti proprio per il trasporto pubblico e che Cota ha deciso di dirottare su altre spese.
Dal canto nostro faremo tutto il possibile per dare risposte concrete in Consiglio regionale alle richieste che vengono dai sindaci piemontesi, dalle aziende di trasporto e dai loro dipendenti, dai pendolari. Cota non può lavarsene le mani, attribuendo al governo tutta la colpa. Una soluzione va trovata.

Dichiarazione di Aldo Reschigna, capogruppo PD

Conferenza stampa con Trapani, Borghi, Grieco e Reschigna

Una conferenza stampa su vari temi di attualità è stata convocata presso la sede del Pd a Verbania martedì 3 aprile, presenti la segretaria provinciale Antonella Trapani, il capogruppo del partito in consiglio regionale Aldo Reschigna, il capogruppo in consiglio provinciale Giuseppe Grieco e l’onorevole Enrico Borghi.
Quest’ultimo si è soffermato sulla mozione presentata alla Camera a proposito dei crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione e del patto di stabilità che consente di intervenire liberando risorse per la cui assegnazione dovrà intervenire una commissione speciale per istruire il relativo decreto.
Con la mozione si chiede di utilizzare le risorse a disposizione dei Comuni per procedere al più presto al pagamento dei debiti pregressi nei confronti delle imprese, di applicare una regola che comporti equilibrio della parte corrente e della politica degli investimenti e di escludere l’applicazione delle regole del patto di stabilità interno per i Comuni fra 1000 e 5000 abitanti.
Borghi ha aggiunto che il Pd chiede il rinvio della Tares al 2014 per evitare un eccessivo carico fiscale sulle famiglie nel prossimo mese di giugno e ha presentato un’altra mozione per aprire un tavolo di confronto impegnato nel predisporre l’impianto di uno statuto dei lavoratori frontalieri; a proposito di questi ultimi ha anche annunciato la presentazione in aula di un’interrogazione urgente al Ministro degli esteri a proposito della nuova campagna xenofoba nei loro confronti lanciata dall’Udc in Canton Ticino. Reschigna e Grieco si sono soffermati sulle condizioni di emergenza in cui versa la Provincia, denunciando che essa ha un bilancio ormai fuori controllo e che nel quadro generale di crisi dei rapporti tra Regione e Province proprio il Vco vive la situazione più drammatica e pesante per le numerose deleghe assegnate che non si possono più gestire per mancanza di fondi e per promesse non mantenute a livello politico a cominciare dagli oltre 4 milioni di canoni idrici inseriti a bilancio e che la Regione non pagherà. In sostanza si è ormai prossimi al momento in cui la Provincia non potrà più svolgere alcun tipo di funzione e occorre prenderne atto al più presto.
Il segretario Trapani ha sottolineato la fine indecorosa dell’ente, dopo che l’Amministrazione non ha voluto affrontare l’argomento ne’ tenere conto degli avvertimenti avanzati da tempo dal principale partito di minoranza.

Dal sito di Vco Azzura TV

Frontalieri: in parlamento mozione ed interrogazione

Pubblichiamo la mozione e l’interrogazione che l’On. Enrico Borghi ha presentato in queste ore sui temi del frontalioerato.
Una mozione  per impegnare il Governo a promuovere l’apertura di un tavolo di confronto con le rappresentanze delle Associazioni Sindacali e dei Lavoratori dei territori di confine, ed un’interrogazione per al fine di conoscere quali iniziative immediati ed urgenti intenda assumere il Governo Italiano nei confronti delle autorità della Confederazione Elvetica e del Canton Ticino tese a interrompere immediatamente ogni iniziativa discriminatoria, xenofoba e offensiva nei confronti dei lavoratori italiani occupati in Canton Ticino.

Mozione

Premesso che

Sono circa 80.000 le lavoratrici e i lavoratori italiani che ogni giorno attraversano i confini nazionali per prestare la loro attività lavorativa all’estero con il permesso di frontaliere;di questi olre 45.000 provengono dalle province di Como, Varese e Sondrio;

il frontalierato è a tutti gli effetti un fenomeno strutturale del mercato del lavoro ed un aspetto rilevante nei rapporti dell’Italia con i Paesi di confine; ha rappresentato nel corso del tempo e rappresenta tuttora un importante contributo alo sviluppo di questi Paesi ed una elevata risorsa per l’economia delle province italiane di confine;

la particolare condizione di vita e di lavoro dei frontalieri li espone tuttavia ad una serie complessa di problematiche di natura fiscale, previdenziale, di sicurezza sociale e regolazione del lavoro, derivanti dal fatto di essere a tutti gli effetti cittadini italiani ma prestatori di lavoro in uno Stato estero;

nonostante la rilevanza del fenomeno il nostro Paese non dispone di una specifica disciplina legislativa in grado di riconoscerne pienamente il valore e l’importanza del lavoro frontaliero per il contesto economico e sociale delle aree territoriali ove è presente; al contrario diversi provvedimenti governativi adottati negli ultimi anni hanno ignorato la specificità dello status di lavoratore frontaliere, generando talvolta una sottovalutazione se non un aggravamento dei tanti problemi aperti;

a titolo esemplificativo le recenti controversie maturate in ordine al riconoscimento dell’indennità di disoccupazione speciale per i frontalieri attivi in Svizzera, così come le contraddittorie comunicazioni fiscali circa la dichiarazione di conti stipendi e le velate accuse di infondati privilegi, hanno evidenziato l’esistenza di uno spettro assai più ampio di problematiche;

considerato opportuno stimolare un più convinto impegno per arrivare al più presto all’approvazione di uno Statuto dei lavoratori frontalieri, che definisca un quadro di diritti e doveri chiari legati a questa peculiare condizione di lavoro e dia soluzione ai problemi in essere, generati principalmente dalla mancanza di una regolamentazione specifica;

impegna il Governo

a promuovere l’apertura di un tavolo di confronto con le rappresentanze delle Associazioni Sindacali e dei Lavoratori dei territori di confine e le Regioni territorialmente coinvolte, con l’obiettivo di predisporre l’impianto di uno Statuto dei lavoratori frontalieri utile alla ripresa dei negoziati internazionali in grado di produrre accordi bilaterali con i Paesi di confine, che prevedano una specifica ed appropriata disciplina del lavoro frontaliero.

Roma, 27.03.2013
Braga, Guerra, Dell’Aringa, Marantelli, Gadda, Senaldi, Borghi, Baretta, Farina, Tentori, Fragomeli, Orlando, Arlotti, Petitti

INTERROGAZIONE IN FORMA URGENTE
Al Ministro degli Esteri
Premesso che
– nei giorni scorsi in tutto il territorio del Canton Ticino, appartenente alla Confederazione Elvetica confinante con la Repubblica Italiana, è stata avviata un’intensa campagna di stampa e mass-mediatica con uso di manifesti stradali da parte di un partito politico (l’Unione Democratica di Centro- UDC Ticinese) nei quali si è attivata una vera e propria campagna xenofoba nei confronti dei lavoratori italiani occupati presso aziende ticinesi;
– che tale iniziativa fa seguito di due anni ad una precedente ed analoga campagna, nella quale i lavoratori italiani vennero additati alla pubblica opinione elvetica -in maniera volgare e offensiva come questa volta- come soggetti che derubano la ricchezza e il diritto al lavoro dei cittadini svizzeri
– che sono quasi 50.000 i cittadini italiani che quotidianamente si recano dall’Italia alla Svizzera per motivi di lavoro, provenienti segnatamente dalle province di Varese, Como, Sondrio e Lecco per la Regione Lombardia e dalla provincia del Verbano Cusio Ossola dalla Regione Piemonte
– che le mansioni che i nostri cittadini occupano sono in molti casi di rilievo e di elevata professionalità, e che la loro attività è regolata e garantita da uno specifico accordo bilaterale tra Italia e Svizzera.
Ritenuta inaccettabile ogni campagna discriminatoria, con sfondo razzista e xenofobo nei confronti di chiunque, e pertanto a maggior ragione nei confronti di cittadini della Repubblica Italiana che in maniera onesta e corretta esplicano il diritto al lavoro garantito dalla nostra Costituzione in un confinante Stato estero
Ritenendo indispensabile un passo diplomatico dell’Italia a tutela dell’onore e dei diritti dei nostri cittadini, lavoratori transfrontalieri, al fine di far cessare una pericolosa e perniciosa campagna di stampa ai danni dei medesimi
Interroga la SV
al fine di conoscere quali iniziative immediati ed urgenti intenda assumere il Governo Italiano nei confronti delle autorità della Confederazione Elvetica e del Canton Ticino tese a interrompere immediatamente ogni iniziativa discriminatoria, xenofoba e offensiva nei confronti dei lavoratori italiani occupati in Canton Ticino
on. Enrico Borghi
on. Daniele Marantelli
on. Chiara Braga
on. Mauro Guerra