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Risposta a Zanetta sulla questione Fondazione Cariplo.

Illustre Dottoressa Zanetta, da componente della segreteria del PD Le rispondo sulla questione “Fondazione Cariplo”, semplicemente perché chiamato in causa dal suo comunicato stampa.
Premetto due cose:
la prima è che non ero presente nel momento in cui è stato stilato il documento della Segreteria PD che l’ha citata. Posso comunque dire , dopo averlo letto, di non averci trovato tutte queste “dichiarazioni infamanti” a cui Lei fa riferimento. Però, si sa, fare un po’ gli offesi fa diventare simpatici e, quindi, capisco il Suo atteggiamento.
La seconda è che, personalmente, non considero avere un padre “illustre” un demerito. I genitori non si scelgono. Tantomeno, però, deve essere un trampolino di lancio che altri non hanno, perché, in questo caso diventa un privilegio, non concesso al cittadino comune. E i privilegi, al giorno d’oggi, non possono essere più tollerati.
Importante sarebbe avere delle risposte sulle scelte fatte, sul perché certi nomi si e certi altri scartati, forse senza essere presi in considerazione perché “il nome non è giusto”. In mancanza queste semplici spiegazioni tutto diventa nebuloso e le scelte fatte dalla politica aumentano quella distanza (e soprattutto la rabbia) che i cittadini provano per quelle che considerano “faccende politiche della casta”.
Mi permetta, Dottoressa Zanetta, ma una nomina, dove un “mio amico” (in senso politico) mi mette in una determinata posizione privilegiata, deve essere ben spiegata alla gente. In assenza di spiegazioni chiare e convincenti la cosa diventa sospetta. Non basta dire che ha presentato un curriculum. La politica dovrebbe portare trasparenza: quanti ne sono stati presentati? Dove sono? Su che base sono stati selezionati i candidati? Immagino ci sia stata una griglia di valutazione delle qualità dei candidati e che questa fosse dichiarata a tutti prima della presentazione delle domande.
Mi perdoni Dottoressa, ma senza tutto questo, che è il minimo per dare credibilità a qualsiasi tipo di nomina che la politica fa, la sua presa di posizione lascia il tempo che trova e non fa che aumentare i sospetti.
Non attribuisco a lei nessuna colpa, ma chi ha l’onere di fare queste scelte ha anche l’obbligo morale di giustificarle in modo chiaro. Questo chiede la gente e questo deve essere fatto per tornare a dare dignità alla politica.
Purtroppo dubito che queste spiegazioni arriveranno mai.
Le auguro comunque buon lavoro, con la speranza che, prima o poi, ad occupare posizioni privilegiate arrivino anche normali cittadini, che non abbiano genitori “trampolino”.

Gian Maria Giani
componente segreteria pd VCO

 

Risposta all’interrogazione del senatore Zanetta

L’evidente nervosismo del senatore Zanetta lo induce (clicca qui e qui) a costruire un castello di sabbia su clamorose menzogne, circostanze datate e palesi forzature.
Non abbiamo problemi a fornire a chiunque tutti gli atti, i dati e i documenti che comprovano l’assoluta correttezza dell’amministrazione comunale di Vogogna che nella circostanza sta operando per valorizzare un patrimonio pubblico e collettivo anziché regalarlo a qualche privato.
Forse il senatore Zanetta è stato distratto da qualche altra attività negli ultimi mesi, al punto da essere indotto da un lato a non seguire l’evoluzione della vicenda dal 2006 in poi ( che ha visto il comune di Vogogna vincere al Consiglio di Stato e realizzare l’opera che collega funzionalmente tre cave a fondovalle e a costituire uno specifico consorzio per la sua gestione, attualmente operante), dall’altro a ricopiare integralmente ampi stralci di una precedente interrogazione parlamentare a cui è stata fornita in tutte le sedi competenti ampio riscontro.
Prendo atto che per lui fare il parlamentare locale significa operare per far revocare contributi nei confronti dei comuni guidati da avversari politici, danneggiando l’economia locale e gli sforzi per la valorizzazione delle proprietà pubbliche.
Anche in questo, e ne sono ben lieto, siamo decisamente alternativi!

Enrico Borghi

Valerio Cattaneo se ne va in Fratelli D’Italia: ma a Berlusconi non deve molto?

La notizia era nell’aria già da qualche giorno ora è arrivata la conferma ufficiale.Valerio Cattaneo se ne va dal PDL per approdare in Fratelli D’Italia
La cosa davvero incredibile è che nemmeno un mese fa lo stesso Valerio Cattaneo aveva aspramente criticato il sindaco di Verbania Marco Zacchera che aveva annunciato di voler abbandonare il PDL: “ho molto stima di Zacchera ma mi sembra che ogni giorno ne tiri fuori una nuova per non perdere la scena. Credo che a Berlusconi dobbiamo molto tutti”. Così aveva tuonato Valerio Cattaneo ai giornali locali contro il sindaco “traditore” (esattamente domenica 9 dicembre 2012 su La Stampa, pagina del VCO).
Che nel centro destra ci sia il caos è cosa risaputa con PDL e Lega Nord che hanno fatto un accordo per governare senza avere un candidato a premier condiviso. Ed è quindi di questo caos che il presidente del Consiglio Regionale approfitta per saltare agilmente sul carro della nuova formazione politica, dopo aver affermato nemmeno un mese fa di essere fedele al capo (“a Berlusconi dobbiamo molto tutti”) ed aver rimbrottato in “pubblico” la scelta di Zacchera.
Il paradosso è che ora Marco Zacchera, criticato da Cattaneo per essere uscito dal PDL, si ritrovi magari nello stesso partito con chi l’ha rimproverato per quella scelta.
E chissà mai se scopriremo quale ideale programmatico avrà mai convinto il buon Cattaneo a cambiar partito.
O forse con l’avvicinarsi delle elezioni politiche è stata la scelta del PDL, di non candidare al parlamento consiglieri regionali, a far decidere di conseguenza Valerio Cattaneo? 

Maligni noi?
Aspettiamo le liste dei candidati.

Ufficio Stampa

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO

Enrico Borghi aderisce alla campagna per la legalità “Riparte il futuro”

Il candidato alle elezioni politiche del Partito Democratico Enrico Borghi ha aderito, nella giornata di oggi, all’iniziativa “Riparte il futuro” (clicca qui), la più grande campagna digitale per combattere la corruzione in Italia organizzata da Libera.
Borghi ha sottoscritto cinque impegni. Quattro di questi sono impegni di trasparenza e integrità, da adempiere nell’immediato durante la fase di candidatura alle prossime elezioni; il quinto consiste in una promessa di responsabilità, da assumere esplicitamente come punto della campagna elettorale e da attuare nel ruolo di parlamentare nei primi cento giorni di governo.

Primo impegno

Inserire la riforma della norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) tra i punti urgenti della propria campagna elettorale.
L’articolo 416 ter del Codice Penale persegue lo scambio elettorale politico-mafioso e recita: “La pena stabilita dal primo comma dell’articolo 416-bis si applica anche a chi ottiene la promessa di voti prevista dal terzo comma del medesimo articolo 416-bis in cambio della erogazione di denaro”.
La petizione on line chiede che la norma venga riformulata con l’aggiunta della voce “altra utilità” tra le ragioni dello scambio, con l’effetto di allargare l’applicazione della legge stessa.
La dazione di denaro infatti non è l’unica controprestazione che il politico mette in campo nello scambio corruttivo. Può infatti utilizzare promesse di informazioni su appalti permettendo l’infiltrazione criminale nell’economia, posti di lavoro da garantire ai clan presenti sul territorio, salvaguardia dall’azione repressiva ostacolando in diversi modi il lavoro delle forze di polizia. In occasione delle elezioni politiche del 2013 vogliamo ribadire la necessità di rompere il legame che unisce il mondo della politica a quello della criminalità organizzata, uno dei punti non affrontati dalla nuova norma.
Impegnandosi fin dalla fase iniziale delle elezioni politiche del 2013, le chiediamo di inserire questo punto nella sua campagna elettorale al fine poi di intervenire in seguito, nelle vesti di parlamentare o membro di governo, con la riformulazione dell’articolo 416 ter entro i primi cento giorni del mandato

Secondo impegno
Rendere pubblico il proprio Curriculum Vitae. Grazie a questo documento, che sarà pubblicato sul sito www.enricoborghi.it , ciascun elettore potrà valutare la competenza, la professionalità e l’esperienza del candidato, nei vari settori in cui è coinvolto.

Terzo impegno
Rendere pubblica la storia giudiziaria personale
Il candidato Enrico Borghi ha chiarito di non avere in essere e non aver avuto in passato procedimenti giudiziari conclusisi con condanne. L’intento è aiutare l’elettorato a scegliere in maniera più consapevole i propri rappresentanti in Parlamento in linea con il principio di trasparenza e a garanzia della vita istituzionale italiana.

Quarto impegno
Rendere pubblica la propria situazione reddituale e patrimoniale
Il candidato Enrico Borghi si è impegnato a rendere pubblica sul web e sulla piattaforma digitale Riparte il futuro o sul loro sito la propria condizione reddituale e patrimoniale entro venti giorni dall’inizio della legislatura, qualora eletto.

Quinto impegno
Dichiarare i potenziali conflitti d’interesse
In Italia non esiste una legge sul conflitto d’interessi. Per questo , con un atto volontario, il candidato Enrico Borghi ha reso pubblico di non avere situazioni di conflitto tra il proprio interesse e quello pubblico, che sarà chiamato a rappresentare, né per sé né per congiunti e familiari.
“Occorre –ha dichiarato Enrico Borghi nel sottoscrivere la petizione on line- favorire il riavvicinamento fra politica e cittadinanza, contribuendo a ricomporre la sfiducia generata dai fenomeni corruttivi che logorano la vita istituzionale e sociale dell’Italia.In questo modo l’elettore potrà esprimere un voto pienamente consapevole.Insieme possiamo contribuire a fare dell’anticorruzione una priorità nel calendario politico e sociale del nostro Paese.”

Vogogna, 14 gennaio 2012

Senatore Valter Zanetta: una questione di famiglia.

E’ di questi giorni la notizia che il Presidente della Provincia del VCO Massimo Nobili – ignorando l’appello bipartisan dei Sindaci dei principali Comuni del VCO per una riconferma del Commissario uscente Roberto Ripamonti – ha presentato alla Commissione centrale la rosa di tre nomi tra cui verrà individuato il futuro Commissario della Fondazione Cariplo.
Tra questi, oltre a Emanuele Terzoli, figlio di Luigi membro del cda di Veneto Banca, e il ciellino Giorgio Fiorini, troviamo anche Francesca Zanetta, figlia del senatore Valter del PDL .
Si tratta dell’ultimo episodio di una serie che ha per protagonista una figura sempre più ricorrente nella cronaca politica e amministrativa del nostro territorio: Valter Zanetta, il senatore, titolare di un avviato studio di progettazione attivo che per anni – soprattutto negli anni 80/90 – ha avuto un ruolo fondamentale nella progettazione delle opere post alluvionali affidati dalle Comunità Montane, realizzando diversi piani regolatori e numerosi progetti di importanti opere pubbliche.
Suo cognato Rodolfo Signorini è sindaco a Baceno, mentre la figlia Francesca – la stessa di cui sopra – è stata consigliere comunale a Baceno nella maggioranza che sostiene lo zio Sindaco, anche se recentemente si è dimessa su istanza del suo stesso gruppo dopo che è venuta alla luce una sua richiesta per una concessione al fine di sviluppare a Baceno una centrale idroelettrica assieme a Fabio Dalla Pozza, figlio dell’ex sindaco di Crevoladossola Marcello. O forse, solo per non incappare nell’incompatibilità col futuro ruolo di Commissario della Fondazione Cariplo.
In una recente intervista Francesca Zanetta ha anche criticato la proposta di una gestione pubblica della risorsa idroelettrica in quanto gli enti locali – troppo piccoli e frammentati – non avrebbero una capacità gestionale necessaria, mentre lei si trovava al tempo stesso nel ruolo di amministratrice/politica e di imprenditrice.
Un collaboratore del senatore, Cosimo Russo, sino al 2010 è stato consigliere d’amministrazione di Tecnoparco Spa – azienda di proprietà pubblica – mentre il Geom. Graziano Uttini, dipendente dello studio Zanetta, è stato nominato lo scorso anno Presidente del Parco Veglia-Devero-Antrona.
Ora, quello che si evince da questa scenario è un quadro familistico ed una gestione personalistica della cosa pubblica simile a quanto emerge in tante altre realtà del nostro paese, dove prevalgono le logiche “di relazione” e gli incarichi pubblici finiscono a figli, mogli, parenti, collaboratori professionali e “clientes” vari, prefigurando una sorta di clan asservito al “dominus” del caso; un approccio alla cosa pubblica come terreno di conquista, da occupare sempre e comunque con persone “di fiducia”; un meccanismo che antepone la fedeltà al titolo, il legame familiare al merito, la contiguità professionale alla competenza, in una pericolosa confusione tra interessi privati sempre più ramificati e ruolo pubblico, un cortocircuito tra i ruoli di imprenditore e amministratore.
Ancora una volta ci troviamo ad esprimere forte preoccupazione: un contesto così svilito agli occhi dell’opinione pubblica produce un solco che separa sempre più i cittadini dalle istituzioni, alimentando il morbo dell’antipolitica e del qualunquismo, tanto più pericolosi in un momento grave e delicato come quello che stiamo vivendo, i cui effetti travalicano la parte politica coinvolta e investono l’intero sistema democratico.
Questo è quello che ci preoccupa.
La politica deve tornare ad essere impegno civico e sociale nell’interesse delle comunità e su questo, come Partito Democratico, siamo impegnati in prima fila.

Antonella Trapani

Ufficio stampa  VCO

 

Buco della sanità: tanta incertezza dalla giunta Cota

La discussione avvenuta oggi in quarta Commissione sulla relazione della società Deloitte sulla riconciliazione tra i bilanci delle Asl e quelli della Regione, che evidenzierebbe un buco vicino ai 900 milioni di euro, è la dimostrazione di come, per precisa scelta della Giunta Cota, invece di far chiarezza si rigirano sempre gli stessi dati.
La riconciliazione tra i bilanci delle Asl e i crediti vantati verso la Regione e i bilanci della Regione, per mandato del centrodestra, non è avvenuta attraverso la certificazione dei singoli bilanci e dei singoli crediti vantati, ma prendendo per buoni i dati forniti dalle aziende sanitarie e dalla Regione.
Questo non aggiunge nulla a quanto si poteva discernere esaminando le cifre, né viene in alcun modo individuato il periodo di formazione del disallineamento tra i bilanci Asl e quelli regionali, anche se a detta dell’assessore Monferino risalirebbe agli anni dal 2004 al 2006. Quindi non interamente attribuibili alla passata amministrazione regionale, come continua a fare in tutte le salse il presidente Cota.
La cosa buffa è che, dopo aver parlato dei risultati della relazione ad organi di stampa e tv, oggi in Commissione è stato chiesto ai consiglieri regionali di firmare un documento che impegna alla riservatezza sulla relazione. Naturalmente non lo abbiamo firmato, la riservatezza è un nostro impegno sempre, dovrebbe esserlo anche per la Giunta. Ma nello status del Consigliere regionale è previsto l’accesso agli atti, e forse una concezione più trasparente dei conti pubblici non nuocerebbe alla amministrazione Cota.
Del resto sul bilancio il centrodestra non ne azzecca una. Ieri l’assessore Quaglia doveva portare in Commissione la spalmatura del cosiddetto fondino per il bilancio 2013. Naturalmente non ce l’aveva, e la Commissione ha discusso di temi minori. Oggi pomeriggio la replica, con l’assessore che non si è neanche presentato e ha fatto sapere di non essere ancora in grado di presentare la spalmatura del fondino. La prima stesura del bilancio risale a settembre, ancora oggi ci sono direzioni importanti (trasporti, istruzione e formazione professionale, politiche sociali) con risorse pressoché azzerate.
Come pensa il centrodestra di approvare entro gennaio il bilancio 2013, se a 20 giorni dalla scadenza non è in grado neanche di discuterlo in Commissione? E’ evidente che quando diciamo che questa maggioranza non è capace a governare, e che il primo responsabile è il presidente Cota, diciamo semplicemente la verità.

 DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA, capogruppo Pd in consiglio regionale