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Primarie 2012: tutto pronto. Nel VCO votare è facile!

Pronta la macchina organizzativa nel VCO, delle Primarie 2012 per scegliere il candidato premier del centro sinistra.
Quasi 300 i volontari che domenica 25 novembre (e nell’eventuale turno di ballottagio di domenica 2 dicembre) lavoreranno per garantire la più alta partecipazione dei cittadini nei 35 seggi allestiti in molti comuni della provincia.

Tutte le informazioni su come e dove votare, sono visibili sul sito su www.primariedemocratiche.it/verbanocusioossola

Partecipare alle primarie è semplice.

E’ necessario essere iscritti all’Albo degli elettori del centro sinistra e sottoscrivere l’appello di sostegno alla coalizione di centro sinistra “Italia Bene Comune”. Ci si può iscrivere all’Albo degli elettori contemporaneamente al voto domenica 25 novembre, presso il proprio seggio , oppure prima presso un ufficio elettorale o online (per sapre come e dove al sito www.primariedemocratiche.it/verbanocusioossola
Chi invece non potrà votare al primo turno del 25 novembre, ma vorrà farlo all’eventuale secondo turno del 2 dicembre, dovrà necessariamente pre-registrasi.
Bisogna aver compiuto 18 anni e versare almeno 2 euro il giorno del voto.E’ necessario portare la carta d’identità e la tessera elettorale.
Possono votare anche gli stranieri con permesso di soggiorno

Il comitato VCO Primarie 2012 “Italia Bene Comune”

Per contatti
Tel: 0323401272 –
Mail: verbanocusioossola@primarieitaliabenecomune.it
Sito : www.primariedemocratiche.it/verbanocusioossola

La maggioranza in regionenon c’e’ piu’, non e’ stata in grado di eleggere neanche il suo presidente del consiglio.

La prima votazione per il rinnovo della carica di presidente del Consiglio ha certificato con il voto l’assenza di una maggioranza in aula. Il centrodestra non è stato neanche in grado di eleggere il suo presidente del Consiglio, figuriamoci se è in grado di governare il Piemonte in un momento di grandissima difficoltà come quello che attraversa.
L’opposizione, con la scelta di votare scheda bianca, ha dimostrato che non fa da stampella a una maggioranza inesistente. Abbiamo poi votato in secondo appello Valerio Cattaneo, caratterizzando così ancora di più quel ruolo di garanzia che deve avere il presidente del Consiglio regionale.
La svolta politica determinata dall’uscita di Progett’Azione dalla maggioranza richiede un approfondito dibattito in aula. Lo abbiamo chiesto ufficialmente e lo riproporremo alla prossima conferenza dei capigruppo.
dichiarazione di Aldo Reschigna 

Luciano Violante venerdì a Verbania

Quali riforme per salvare l’Italia?”. Prosegue il ciclo di incontri che la Città di Verbania organizza, per stimolare il dibattito sulla strada che il Paese dovrebbe imboccare per risollevarsi dalla crisi che lo sta colpendo.
In un periodo di riforme profonde e necessarie, alcune in atto e altre da attuare, toccherà a LUCIANO VIOLANTE esprimere il proprio punto di vista. L’ex magistrato ed ex presidente della Camera dei deputati, dopo l’On. Maurizio Lupi, è il secondo ospite del trittico verbanese. La tavola rotonda che l’avrà come ospite è in programma venerdì 23 novembre alle ore 21 al Chiostro di Intra.

Bruciami l’anima: il nuovo libro di Marco Travaglini

Arriva in questi giorni nelle librerie il nuovo libro di Marco Travaglini, intitolato “Bruciami l’anima“. Il volume , con la prefazione di Donatella Sasso, storica dell’Istituto Salvemini di Torino ed esperta di Balcani, è edito da Impremix Edizioni Visualgrafika ( pag.221, Euro 18,00 ).
Un lavoro frutto di parecchi anni di viaggi, incontri, riflessioni. Il sottotitolo ( “Taccuino bosniaco” ) svela di cosa si tratta.
“Bruciami l’anima” è un taccuino di viaggio in un luogo speciale, straordinariamente unico. Disgraziato e meraviglioso come solo la Bosnia può esserlo. Un taccuino che esce a vent’anni dall’inizio della guerra in quell’angolo d’Europa. Una guerra che ha rappresentato l’evento più cruento del lungo processo disgregativo che ha messo fine alla Jugoslavia. Vent’anni fa tornavano nel cuore dell’Europa, a qualche chilometro da casa nostra, i campi di concentramento, gli assedi alle città, il genocidio e i profughi. Molte domande sollevate da quelle guerre sono rimaste aperte, e molte lezioni rimangono ancora da capire. Perché le guerre in ex-Jugoslavia non parlavano del loro passato nei Balcani ma del nostro futuro in Europa.
In questo taccuino l’autore ha raccolto sensazioni in forma di appunti e riflessioni. Vi ha fissato le immagini che gli sono rimaste impresse, le storie degli incontri, le riflessioni sue e i commenti di altri, ritagliandoli e incollandoli come si usa fare nei taccuini di viaggio.Della Bosnia , da Sarajevo a Mostar, ci si può innamorare in una maniera talmente forte e profonda che, come le acque verdi e indocili della Neretva, può risultare impetuosa e travolgente. Fino a bruciare l’anima, appunto. Per Travaglini è stato, ed è così.
“Non è stato facile scrivere storie dove la gioia e la bellezza di luoghi splendidi e di indimenticabili incontri si mescola al dolore e alla ferite lasciate dalla guerra. Per anni sono andato avanti a strappi, alternando le note scritte a lunghi spazi dove i fogli sono rimasti bianchi. Ho persino dubitato di portare a termine il progetto”, afferma Travaglini.
Poi la bosnite ha preso il sopravvento, rompendo ogni indugio, accantonando paure e riserve. E’ così che l’autore ha contratto la “bosnite”, vera e propria malattia dell’anima. Per dare l’idea di cosa sia, Travaglini cita spesso il giornalista triestino Paolo Rumiz, inviato di Repubblica. Perché lui? Le parole che seguono,“rubate” dalla sua introduzione a “Sarajevo, mon amour” , il libro di Jovan Divjak, il generale serbo che difese Sarajevo durante l’assedio, parlano da sole. “…Amo ancora quel luogo come se l’avessi lasciato ieri. Ci torno, e il tempo è come se non fosse passato.
Per me è tutto come allora, quando la vidi la prima volta sotto la Luna, sotto le ultime nevi dell’Igman.Era aprile, il fiume scrosciava nella gola, e i primi spari echeggiarono proprio mentre lei si svelava ai miei piedi, in fondovalle, luccicante, bella, inerme e indifendibile, città femmina, Grande Signora della notte, perfetto luogo-rifugio – Saraj, serraglio – che mi accoglieva. Dieci anni dopo, il secondo dei miei figli, scoprendo Sarajevo mi scrisse – di fronte a quella stessa favolosa visione – un breve messaggio: «Ecco, papà, ora capisco perché questo luogo ti portava via da me».
Che la Bosnia viva. Sempre”. Augurandosi che l’unica cosa che vi bruci d’ora in poi , sotto il suo cielo slavo del sud, siano le passioni .

E Grillo espelle il consigliere regionale piemontese

La decisione con cui Beppe Grillo ha espulso dal movimento 5stelle il consigliere regionale Fabrizio Biolè, reo di aver criticato un intervento di Grillo nei confronti di una altra eletta nello stesso movimento, è solo l’ultima di una serie di scelte che dimostrano cosa sia la democrazia per il fondatore del “grillismo”.
Al di là dell’utilizzo di parole come democrazia partecipata, potere ai cittadini, politica al servizio della gente, Grillo si comporta nei confronti dei militanti del suo movimento, anche di quelli eletti negli organismi rappresentativi, come un padre-padrone detentore del verbo, l’unico a decidere chi è dentro e chi è fuori 5 stelle sulla base della sue esclusive decisioni. Di strumenti democratici interni al movimento, neanche a parlarne.
E’ ora di scegliere se dalla difficile situazione in cui ci troviamo si può uscire con il rinnovamento dei partiti e delle loro proposte, unito a un di più di partecipazione democratica, o con una svolta populista neoautoritaria che mira solo a seppellire i partiti come strumenti di democrazia e le regole democratiche interne come inutili orpelli.
Tra queste due opzioni è evidente quella in cui si colloca Grillo: il centrosinistra chiede ai cittadini di scegliere con le primarie il suo candidato alla guida del futuro governo, Grillo allontana coloro che i cittadini hanno scelto per rappresentarli.
Al consigliere regionale Fabrizio Biolé, da cui siamo profondamente lontani nel merito delle scelte politiche, va la nostra solidarietà per il metodo utilizzato contro di lui.

DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA E GIANFRANCO MORGANDO