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Per la Lega Nord “specificità montana” a corrente alternata

In Consiglio Regionale la Lega Nord ha presentato un emendamento che, basandosi sull’art. 8 dello Statuto della Regione, chiede che sia assegnata alla nostra provincia la “specificità di territorio montano”, ed in forza di questa peculiarità dovremmo esser esclusi dalla riorganizzazione delle provincie piemontesi. 
Al termine di questo percorso di retroguardia ci sarebbe teoricamente poi la tanto agognata autonomia, già votata da tutti i comuni nei vari consigli lo scorso anno e portata in regione con sforzo unitario di tutti i rappresentanti del territorio.
Bisognerebbe chiedere a Cota, che mi sembra porti un fazzolettino verde nel taschino, che fine a fatto il progetto per il Vco? – afferma il segretario provinciale del Pd del VCO Antonella TrapaniInfatti non è la prima volta che si invoca la specificità oro geografica in cui viviamo come valore per ottenere trattamenti differenziati, che compensino i disagi ed i costi di vivere in luoghi periferici ed a alto costo di manutenzione
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Chiediamo però ai consiglieri De Magistris e Marinello perché questo concetto non vale per la sanità? Nella delibera regionale di agosto l’assessore Monferino ha specificato che il Piano di riorganizzazione della sanità si applica senza tenere conto delle particolarità oro geografiche dei territorio. Traduciamo VCO uguale a Torino!
Se come abbiamo letto su una nota stampa questa mattina la difesa della provincia e la conseguente difesa dei servizi si può ottenere solo richiamando la nostra particolare morfologia, – continua Antonella Trapani
le difficoltà del vivere in un territorio “ostile” ci fa pensare che il servizio sanitario sia qualcosa di cui possiamo fare a meno. Anche perché non abbiamo visto la Provincia del VCO e la sua giunta PDL-Lega all’attacco sui servizi sanitari e sociali che via via stanno diminuendo sul nostro territorio.
I richiami alla specificità montana non devono essere utilizzati a corrente alternata ma con coerenza e continuità.
Per difendere il personale, i servizi, le opportunità che questo territorio deve esigere non ci si difende sulle montagna ma si scende in pianura e si tratta con gli altri attori seduti al tavolo.
Questo ci aspettiamo dai rappresentati delle istituzioni e dell’attuale amministrazione provinciale: vogliamo partecipare alla riorganizzazione, vogliamo essere i protagonisti con pari dignità rispetto a Novara o Vercelli, e siamo convinti – conclude Antonella Trapaniche con il coinvolgimento diretto delle comunità locali sapremo darci un assetto istituzionale e amministrativo moderno ed efficiente che garantisca la nostra specificità montana
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Ufficio Stampa
Partito Democratico vco

Primarie 2012: i dirigenti locali si “schierano”

Entra nel vivo la campagna per le primarie 2012 anche nel nostro territorio.
Pubblichiamo (clicca qui per vederlo) un articolo di oggi de La Stampa che tratteggia come i dirigenti locali del Pd VCo si confrontano con le primarie per la leadership del centro sinistra.
Ricordiamo a tutti che si voterà domenica 25 novembre e, in caso di ballottaggio, domenica 2 dicembre.

Fallimento della regione Piemonte: le dichiarazioni dell’assessore Monferrino confermano i nostri timori. Cota si dimetta

L’affermazione dell’assessore Monferino ieri in Commissione, sul fallimento tecnico della Regione, pur nella sua drammaticità, non è per noi una novità. Ricordiamo bene il disinteresse con cui la Giunta ha accolto il nostro grido d’allarme lanciato da mesi sugli organi di informazione e nelle sedi istituzionali sul pessimo stato di salute dei conti regionali e sul fortissimo rischio che il 2013 possa rappresentare il punto di rottura dell’equilibrio economico del bilancio della Regione.
Siamo arrivati a questo perché in questi due anni e mezzo la Giunta regionale ha più guardato al passato che a formulare politiche strutturali di riforma della Regione, o a considerare quelle da noi proposte un anno fa.
Siamo arrivati a questo perché questa amministrazione ha elaborato un bilancio 2012 falso, e se ne occuperà la Corte dei conti, nell’assestamento di bilancio sposta sul 2013 volumi importanti di spesa sostenuta nel 2012 per oltre 400 milioni e perché il tema della spending review è stato affrontato con superficialità e banalità, anche se con un lauto compenso all’ennesimo consulente di Cota.
Questa Giunta non è all’altezza dei conti drammatici della Regione, e la problematicità dei conti sanitari resi noti da Monferino lo dimostra in tutta la sua evidenza: 60 milioni del deficit 2012 vengono spostati sul 2013; il disallineamento tra i conti regionali e quelli delle aziende sanitarie segna un altro rosso di 900 milioni, anche se questo è il frutto di molti anni.
Eppure finora si è provveduto rinviando i problemi invece di affrontarli. Il disavanzo 2010 è stato spalmato in tre anni; l’assestamento 2012 affronta il buco del 201, 485 milioni, coprendo solo 18 milioni e rinviando il resto fino al 2014. Paradossalmente, nella legge di bilancio 2013 lo stesso disavanzo 2011 viene spalmato fino al 2015. che confusione!
Ora i nodi stanno venendo al pettine. Per coprire il buco di 900 milioni, l’assessore Monferino propone la costituzione di un fondo chiuso immobiliare sul patrimonio regionale disponibile. Lo abbiamo chiesto due anni fa, finalmente ci arriviamo.
Meno brillante invece l’altro fondo immobiliare cui il centrodestra vorrebbe conferire gli ospedali, per il cui uso le aziende sanitarie dovrebbero pagare l’affitto. Per garantire la fruibilità degli ospedali, la Regione dovrebbe controllarne il 66%. Si parla di oltre 400 milioni, dove li trova Cota tutti questi soldi?
Non si può procedere su temi così delicati con tanta improvvisazione. Non si può soprattutto pensare di cavarsela solo con gli strumenti finanziari, senza arrivare a quello che chiediamo da tempo: una vera riforma della Struttura regionale, riorganizzando e alleggerendo il sistema di tutto ciò che non è indispensabile. Non sono solo parole: la prossima settimana presenteremo la nostra proposta di deliberazione sulla spending review, e sarà sicuramente più incisiva di quella della Giunta Cota.
Per adesso riproponiamo la nostra richiesta politica di cambiamento del governo regionale, perché non basta denunciare: chi ha “fallito” nel governo della Regione deve dare le dimissioni, caro presidente Cota.

Aldo Reschigna
capogruppo Pd in Regione Piemonte

Ufficio Stampa

‘Montagna e dintorni”: terre alte dell’Ossola in movimento per tre settimane di eventi

Lunedì 15 ottobre, presso la sede Uncem a Torino, è stata presentata alla stampa, ai sindaci e agli amministratori pubblici piemontesi, la nuova edizione di “Montagna e dintorni”, festival itinerante ricchissimo di appuntamenti, che si svolgerà dal 18 ottobre al 4 novembre nelle Valli dell’Ossola.
Sul sito internet www.montagnaedintorni.net si può accedere al programma dei numerosi appuntamenti.
Alla presentazione dell’evento, sono intervenuti il presidente nazionale dell’Uncem Enrico Borghi, il presidente dell’Uncem Piemonte Lido Riba, il presidente della Comunità montana Valli dell’Ossola Giovanni Francini.
Grazie alla nuova collaborazione di Uncem e quella di sempre di Trentofilmfestival, l’edizione di quest’anno di fa un salto di qualità e la Val d’Ossola diventa teatro di dibattiti sui temi nevralgici dello sviluppo montano, discussi insieme ai protagonisti istituzionali di levatura nazionale.
Solo per fare qualche nome, il ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca, il presidente della provincia di Trento Dellai e della regione Valle d’Aosta Rollandin, e ancora Marco Revelli, l’On. Ermete Realacci, il vicepresidente al Parlamento Europeo Gianni Pittella.
Protagonisti importanti di un territorio, quello montano, che ha tutte le carte in regola per vincere la sfida della crisi e per diventare la punta di diamante dell’economia del nostro Paese. A “Montagna e dintorni” c’è spazio anche per la cultura, il cinema, il teatro, la musica, lo sport: elementi chiave di una montagna che si apre a un nuovo turismo, più consapevole e capace di comprendere le nuove sfide delle Terre Alte.
La strategia alpina europea, la green economy e i nuovi utilizzi delle risorse della montagna e dell’acqua, l’incontro sempre più frenetico di diversità culturali, le politiche di coesione e le opportunità dai fondi comunitari sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati durante gli appuntamenti Uncem e intorno a cui si snoderà il dibattito. Previsti anche incontri dedicati alla filiera bosco-legno-energia e al recupero del patrimonio edilizio dismesso delle Terre Alte.
Dal 18 ottobre al 4 novembre, la manifestazione avrà luogo tra il castello di Vogogna e le moderne strutture polifunzionali dell’Ossola.

Presentato ordine del giorno in Provincia sui farmaci per malati di epilessia.

Sollecitati da cittadini e dalle associazioni dei malati di epilessia (anche locali, come l’AICE) il capogruppo provinciale del PD Paolo Ravaioli ha presentato un ordine del giorno relativo all’acquisto oneroso di medicinali contenenti Levetiracetam e Topiramato.
Con le recenti disposizioni sulla spesa sanitaria, per le persone con epilessia molte famiglie quando oggi vanno a comprare il farmaco per fermare le crisi, contenente appunto Levetiracetam o Topiramato, se non accettano di acquistare il famaco cosidetto “equivalente” devono pagare decine di eruo in più.
Per chi deve assumere quotidianamente e per tutta la vita questi farmaci, è una situazione devastante. Infatti per chi ha raggiunto il controllo delle crisi cambiare il farmaco è una violenza ingiustificata.
Per questo abbiamo presentato un ordine del giorno nel quale invitiamo il Presidente della Provincia ad un sollecito intervento scritto all’assessorato regionale alla Tutela della Salute e Sanità per chiedere un cambio di indirizzo in materia, aderendo alla richiesta dell’AIFA. Per rettificare la circolare diramata agli associati da Federfarma Piemonte, nella quale si accoglieva la richiesta dell’Agenzia Italiana del Farmaco, con decisione che ha comportato l’applicazione del ticket sui farmaci in oggetto, con gravi conseguenze economiche per i pazienti che ne devono fare uso.

Paolo Ravaioli
Capogruppo Pd

 

Alla c.a.
Presidente del Consiglio provinciale

Ordine del giorno

OGGETTO: Differenza di prezzo tra i medicinali antiepilettici di marca e le equivalenti specialità generiche

Premesso che

· l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha recentemente inserito nella lista di trasparenza dei medicinali inseriti nell’elenco dei farmaci equivalenti le specialità medicinali antiepilettiche Levetiracetam (LEV) e Topiramato (TPM), presenti sul mercato italiano con il nome commerciale, rispettivamente, di Keppra e Topamax. La lista di trasparenza, aggiornata mensilmente dall’AIFA, riporta l’elenco dei principi attivi dei quali, scaduto il brevetto di proprietà della casa farmaceutica titolare della Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC),è possibile trovare in farmacia il farmaco generico, contenente lo stesso principio attivo, ad un costo di solito sensibilmente inferiore rispetto a quello “di marca”;

· i farmaci inseriti nella lista di trasparenza sono considerati dall’AIFA “equivalenti” a quelli di marca e, quindi, ad essi sostituibili senza rischi per le persone che li assumono, tuttavia, nel caso delle due specialità sopra citate, con comunicazione del 16 luglio 2012, approvata dalla Commissione Tecnico Scientifica, l’AIFA ha precisato che l’uso del farmaco generico equivalente può essere ritenuto sicuro ed efficace quando la sua assunzione avvenga già dalla prima prescrizione e raccomanda di non sostituire il farmaco a trattamento iniziato;

considerato che

· nella comunicazione del 16 luglio l’AIFA “raccomanda, nei casi in cui il medico decida la non sostituibilità del farmaco prescritto, che le autorità sanitarie territoriali non pongano a carico dell’assistito la differenza fra il prezzo più basso ed il prezzo del farmaco previsto”;

· tale raccomandazione, tuttavia, non è una disposizione normativa ed ha il valore di un mero “suggerimento” accogliendo il quale le Regioni assumerebbero a loro carico il costo della differenza di prezzo che, in base alle norme vigenti, dovrebbe gravare sull’assistito. Nel caso dei due medicinali citati tale differenza di prezzo è particolarmente elevata, ovvero circa 50 euro nel primo caso e quasi 100 euro nel secondo;

· Federfarma Piemonte il 19 settembre u.s. con un comunicato ufficiale ha già cercato di sensibilizzare l’Assessorato regionale in merito alla problematica esposta, ricordando che fino a quando la Regione non comunicherà la sua eventuale decisione di non richiedere all’assistito la differenza tra equivalente e farmaco di marca le farmacie saranno costrette a far pagare tale differenza ai cittadini;

constatato che

· viste le raccomandazioni espresse dall’AIFA, la scelta di molti pazienti in cura con farmaci antiepilettici di non ricorrere al farmaco generico ma di proseguire la terapia con le specialità di marca è di fatto una scelta obbligata che si traduce in un notevole aggravio di costi;

INVITA

il Presidente della Provincia

ad un sollecito intervento scritto all’assessorato regionale alla Tutela della Salute e Sanità per chiedere un cambio di indirizzo in materia, aderendo alla richiesta dell’AIFA, facendo rettificare la circolare diramata agli associati da Federfarma Piemonte, nella quale si accoglieva la richiesta dell’Agenzia Italiana dei Farmaco, con decisione che ha comportato l’applicazione del ticket sui farmaci in oggetto, con gravi conseguenze economiche per i pazienti che ne devono fare uso.

 

 

Disoccupazione frontalieri italiani in Svizzera: l’Onorevole Narducci (PD) chiede l’intervento del Ministro Fornero .

La crisi economica fa sentire i suoi effetti anche sulla Svizzera e non risparmia i lavoratori frontalieri, i meno tutelati quando cadono in disoccupazione visto che non possono accedere al sostegno dell’assicurazione disoccupazione vigente in Svizzera. Per questa ragione il Parlamento italiano emanò una legge specifica, la n.147 del 5 giugno 1997, alimentata con le somme inviate dalla Confederazione elvetica in base all’accordo bilaterale del 1978 fra Italia e Svizzera sulla retrocessione finanziaria in materia di indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri.

Tale legge affida all’INPS la gestione fuori bilancio delle risorse retrocesse dalla Svizzera – prelevate sui salari dei nostri connazionali frontalieri – e la corresponsione delle indennità di disoccupazione, nella misura di quanto stabilito dal Governo.
In attuazione degli accordi bilaterali sottoscritti tra l’Unione Europea e la Svizzera in materia di libera circolazione delle persone e coordinamento delle assicurazioni sociali, l’Accordo bilaterale del 1978 ha terminato di produrre effetti dal 1 luglio 2009, mentre nel 2011 sono state retrocesse le ultime somme al fondo in gestione separata INPS che contemplava pertanto una dotazione di circa 300 milioni di euro. A tal proposito giova ricordare che il tesoretto accumulato dall’INPS in tutti questi anni è il frutto delle trattenute salariali sul lavoro dei frontalieri, nonché il dettato della legge n. 147/97 dove si sancisce che le somme provenienti dalla Svizzera devono essere utilizzate in favore dei frontalieri fino ad esaurimento. In tal senso si sono pronunciati i Governi precedenti, in risposta a interrogazioni presentate dai Parlamentari e tale obbligo è stato ribadito nel testo unificato di modifica alla legge n. 147/97, recentemente approvato dalla Camera ed ora all’esame del Senato.
Pertanto la decisione assunta dall’INPS di Como e Varese di erogare ai frontalieri, caduti in disoccupazione non per colpa propria, l’indennità di disoccupazione ordinaria prevista dalla legislazione italiana anziché il trattamento speciale di disoccupazione previsto dalla legge n. 147/1997, oltre a penalizzare pesantemente questi lavoratori e lavoratrici, risulta essere contraria alla legge vigente e alle sue modifiche già approvate in un ramo del Parlamento.
Il fondo istituito presso l’INPS per la gestione separata del trattamento di disoccupazione dei frontalieri italiani in Svizzera è il frutto del loro lavoro e bisogna dunque respingere ogni tentativo di stornare nel calderone del bilancio generale dell’INPS le risorse di cui è dotato il fondo stesso. I frontalieri hanno contribuito alla crescita del nostro Paese portando ricchezza nei Comuni di confine, sarebbe profondamente ingiusto non riconoscere loro quanto dovuto e un errore gravissimo deprimere ulteriormente i consumi in quelle aree di frontiera, confrontate con tanti problemi di difficile soluzione.
Per questa ragione l’on. Franco Narducci dopo aver presentato, assieme ai colleghi Chiara Braga, Daniele Marantelli, Lucia Codurelli e Cesare Damiano, già ministro del Lavoro, una interrogazione urgente in Commissione Lavoro sul trattamento di disoccupazione dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera ha inviato una lettera al Ministro Fornero, anche a nome degli altri colleghi firmatari dell’interrogazione, chiedendole di intervenire al più presto affinché le sedi INPS delle zone di frontiera con la Svizzera continuino a pagare le indennità di disoccupazione dei frontalieri secondo quanto stabilito dalla legge e cioè attingendo al fondo creato a norma della legge 147/97, fino ad esaurimento.

Ufficio Stampa

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO