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Viabilità: proseguono gli impegni della Regione Piemonte sul nostro territorio

image Con la firma odierna dell’accordo di programma tra Regione, Provincia e Comune di Verbania con il quale la Regione Piemonte finanzia il progetto definitivo del primo lotto della circonvallazione di Verbania proseguono gli impegni concreti della Regione Piemonte in materia di “grande viabilità” nel Verbano Cusio Ossola.
Gli impegni concreti stanno riguardando l’ultimo lotto della circonvallazione di Omegna, la messa in sicurezza della strada regionale della Valle Anzasca, la galleria di Ceppo Morelli e molti altri nodi critici del V.C.O.
 l’accordo odierno è di grande importanza perché consente di avviare un altro passo concreto per la realizzazione del primo lotto della circonvallazione inserito, su nostra sollecitazione e su richiesta della Regione Piemonte, nel programma triennale di programma di interventi dell’Anas. Programma che può svilupparsi solo a condizione che vengano predisposti i progetti definitivi delle opere inserite.
Ricordiamo che sono oltre 110 milioni di euro gli investimenti che la Regione Piemonte in questi 5 anni ha avviato su questo importante tema nella nostra provincia.

Aldo Reschigna e Marco Travaglini
Consiglieri regionali PD

Pd ufficio stampa

Comunità Montane: le pressioni per non candidarsi.

image un’occasione persa per creare un nuovo ente che avrà importanti compiti. Un candidato presidente del centro destra imposto dalle segreterie regionali che, negli ultimi anni, è stato in più occasioni in disaccordo con gli stessi esponenti locali del Pdl che lo dovranno sostenere. Ed infine, scorrettezze con cui si è cercato di impedire al centro sinistra di presentare una propria lista a sostegno del candidato presidente Stefano Costa.
Ecco l’articolata la disamina operata dai vertici del Pd, sabato mattina, nella sede domese del Partito Democratico, riguardo alla presentazione delle liste per il governo delle costituende tre comunità montane del Vco: “Nel 70- 80 % delle future Comunità montane piemontesi ci sono solo liste uniche con tutti i comuni rappresentati – ha spiegato il consigliere regionale Aldo Reschigna – nel Vco il centrodestra ha voluto fare delle liste politiche, questo è legittimo, ma è un grave errore. Noi abbiamo sostenuto la proposta di molti sindaci di dare il via ad una fase costituente, ma poi è entrata la politica ad imporre le sue decisioni. Facendo una riflessione sull’Ossola e sulla liste presentate, è risaputo che il sindaco di Druogno è stato imposto dalla segreteria regionale del Pdl. In questi anni, Giovanni Francini è stato un elemento di rottura, in valle Vigezzo tutti i comuni hanno avuto con lui discussioni. E’ un candidato presidente che in questi anni si è caratterizzato per dividere”. La lista presentata dal centro sinistra in sostegno al candidato Stefano Costa alla futura Comunità montana Valle Ossola è stata presentata in extremis, dopo che un candidato di Re ed uno di Bannio Anzino si sono ritirati dopo avere firmato: “Ci sono state scorrettezze – puntualizza Reschigna – amministratori che firmavano la lista e che poi, sotto pressione, costretti a rinunciare. Consiglieri comunali che ricevevano telefonate perché non entrassero nella lista. Questo è grave, perché la democrazia permette ad ognuno di essere rappresentato. La legge regionale prevede neo futuri consigli rappresentanti dei 2/3 dei comuni, quindi in Ossola di 25 consiglieri su 38 comuni. Almeno in due casi dei consiglieri dopo avere firmato e ricevuto pressioni, ci hanno poi chiesto di essere tolti dalla lista, abbandonando anche il posto di lavoro per andare, accompagnati, a controllare di persona il depennamento. Questo non è bello, non amo i toni forti, ma in questa occasione bisogna raccontare quanto successo, tant’è che quando si è sparsa la voce di quanto succedeva è arrivata da parte di qualche amministrazione la disponibilità a dare un appoggio alla nostra lista”.
dal sito di Tele VCO

LA CENTRALINA DI MONITORAGGIO SULLA STRADA DELL’ALPE VEGLIA RESTA AL SUO POSTO.

image La centralina di monitoraggio posizionata dalla Protezione Civile regionale sulla strada dell’Alpe Veglia rimarrà in loco per altre due settimane.
Questo è l’impegno preso, su nostra sollecitazione, dall’assessore regionale alla montagna ed alla protezione civile, Luigi Ricca. Una scelta che consentirà la transitabilità della strada che collega Ponte Campo a Veglia fino al termine della stagione turistica che, di norma, coincide con la prima metà del mese di ottobre.
Faccio notare che lo scorso anno la centralina era stata smontata molto prima, ai primi di settembre. La rapida mobilitazione delle istituzioni locali è stata senz’altro utile, dimostrando attenzione ad un problema tanto dibattuto quanto importante. Mi permetto di considerare fuori luogo, invece, le polemiche esasperate nei confronti della Regione che ha assicurato impegno e risorse senza le quali non si sarebbe potuto garantire la modifica dell’ordinanza che vietava la transitabilità anche ai pedoni, condannando l’Alpe Veglia e le sue attività economiche ad un’altra stagione di gravi disagi e pesanti perdite.
La Regione ha fatto seriamente la sua parte e questo fatto va risconosciuto con onestà. Sono convinto che la collaborazione ed il reciproco rispetto siano condizioni indispensabili per individuare e sostenere scelte impegnative come quella di garantire l’accesso e la fruibilità di una delle più belle ed importanti conche alpine delle Alpi occidentali.
UNA DICHIARAZIONE DEL CONSIGLIERE REGIONALE PD MARCO TRAVAGLINI

Il nuovo sito dell’Alpe Quaggione

image Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Portiamo a conoscenza dei cittadini del VCO della nascita del sito internet della cooperativa alpe quaggione (cliccate qui per vederlo) www.alpequaggione.it.
La cooperativa Alpe Quaggione è nata nei primi anni ’80, in ossequio alla storia e alla cultura sociale degli uomini e delle donne che costrurirono in maniera volontaria la baita Ale Quaggione. La cooperativa è la proprietaria della Baita che attualmente ospita il ristorante. In realtà le baite costruite furono due: nei primi anni ’50 la baita più piccola e nel finire degli anni ‘60 quella “nuova” che ospita ora il ristorante (rimodernata dalla cooperativa sul finire degli anni’90).
Un lavoro di decine di volontari per dare un “tetto” e un luogo per socializzare, divertirsi, stare assieme, discutere, bere e mangiare con “testa”, in un luogo di montagna incantevole come l’Alpe Quaggione.
Un grazie, dunque, a tutte quelle persone che nel corso degli anni hanno lavorato volontariamente per regalare questo spazio alla collettività. Uno spazio aperto (manche il sito) a tutti, soci e non. Vi aspettiamo!
Il consigio direttivo ed i soci dell’Alpe Quaggione

Il consiglio di Stato da ragione al Piemonte: al via la riforma delle Comunità Montane

image La Regione ha presentato ricorso, nelle scorse settimane, al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar Piemonte che ha sospeso il provvedimento applicativo della legge regionale di riforma delle Comunità montane, in cui sono stabiliti gli accorpamenti degli enti, ridotti da 48 a 22.
Questo ricorso è stato vinto dalla Regione Piemonte.
Questo vuol dire la conferma piena dell’impianto legislativo che la regione Piemonte ha voluto in tema di riforma delle Comunità Montane.
Una riforma che darà ruoli e compiti più moderni ed efficaci a questo importante ente. Per il Vco, lo ricordiamo, saranno tre le nuove comunità montane (contro le 11 precedenti), una per ogni realtà del Verbano Cusio Ossola, uno strumento che il nostro territorio dovrà saper far funzionare al meglio.
Si riapre quindi, con questa sentenza, una condizione di certezza che innesta la piena applicazione della legge regionale.
Questo vuol dire commissariamento delle attuali Comunità Montane in questa fase ed in tempi brevi (a novembre) l’elezione degli amministratori di quelli nuove.
Una sentenza che apprendiamo con soddisfazione e che da il via libera ad una riforma importante per il nostro territorio.
Aldo Reschigna, Coordinatore provinciale PD VCO

Il Piemonte dice no a questo nucleare.

image La Regione è contraria alla possibilità di costruire in Piemonte una delle quattro centrali nucleari di terza generazione previste dall’accordo firmato tra i Governi italiano e francese.
Il nostro no al nucleare riguarda lo scenario economico, non solo quello ambientale.
Il Piemonte ha iniziato da qualche tempo un cammino nella direzione delle energie rinnovabili, investendo 300 milioni d’euro fino al 2013, producendo opportunità di lavoro e miglioramento della qualità del territorio. Il nostro Paese ha abbandonato il ricorso all’energia nucleare a seguito dei referendum del 1987, con conseguente cessazione dell’operatività delle centrali esistenti, tra cui quella di Trino Vercellese.
In tutti questi anni non è stato positivamente risolto il problema dello stoccaggio delle scorie, che sono per oltre i tre quarti oggi provvisoriamente ospitate presso il sito di Saluggia. Un sito inadeguato, con tutti i pericoli di contaminazione delle falde acquifere e la contiguità con un acquedotto che serve oltre 300 mila cittadini. Autorevoli pareri rilevano la scarsa rilevanza dell’apporto dell’energia nucleare al fabbisogno energetico italiano, stante che le 4 centrali di cui si parla sarebbero in grado di produrre circa la metà del 25% d’energia dichiarata dal Governo (con un costo di 25 miliardi d’euro) e che dunque non sarebbe intaccata in modo significativo la dipendenza energetica dall’estero.
Appare evidente quanto l’accordo costituisca un’opzione utile soprattutto agli interessi francesi, contribuendo ad ammortizzare i costi da loro sostenuti per lo sviluppo di una tecnologia che risulterà obsoleta al momento della sua realizzazione nel nostro Paese e che riporrà in modo ancor più consistente il problema dello smaltimento delle scorie. Tra l’altro la scelta di ritorno al nucleare appare antistorica, rispetto agli orientamenti degli altri paesi, in primo luogo degli Stati Uniti d’America, che più opportunamente basano le strategie di rilancio dell’economia sull’adozione di soluzioni energetiche rinnovabili.
Come si fa a non essere contrari a “questo” nucleare, inutile e costoso oltre che pericoloso? Siamo invece favorevoli alla ricerca per trovare altre forme d’energia nucleare meno a rischio e più convenienti. Addirittura come Regione Piemonte si sta pensando di iniziare una collaborazione con Rubbia. In più siamo convinti che l’ubriacatura mediatica sul nucleare svia l’attenzione dalle energie alternative rinnovabili che sono il futuro e in cui l’Italia rischia di rimanere al palo. Attualmente il Piemonte importa nove milioni d’euro di fonti fossili (l’Italia ne importa 70 milioni) e l’89% dell’energia che utilizza. Ogni miliardo che riusciremo a trasferire su fonti rinnovabili ci darà non solo energia pulita e un ambiente migliore, ma anche nuove opportunità di lavoro. Un progetto possibile se è condiviso da tutti.

Marco Travaglini, consigliere regionale Pd