Firmato ieri a Verbania il Protocollo d’Intesa tra Regione, Provincia, Comune di Verbania e Anas per la progettazione definitiva e appalto del primo lotto della variante di Verbania. La giornata è partita da Omegna (con la consegna dei lavori per la tangenziale che da Omegna baipasserà Casale C.C. e Gravellona Toce) e si è conclusa in Valle Anzasca per la quale la Regione ha stanziato 17 milioni per la messa in sicurezza.
Quasi 120 milioni di euro investiti su queste opere
Firmato oggi a Verbania il Protocollo d’Intesa tra Regione Piemonte, Provincia del Verbano Cusio Ossola, Comune di Verbania e Anas per la progettazione definitiva e appalto integrato del primo lotto della variante di Verbania. Presenti l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte, Daniele Borioli, il Presidente della Provincia del VCO, Paolo Ravaioli, il sindaco di Verbania, Claudio Zanotti, il consigliere regionale Aldo Reschigna e il capo compartimento Anas per il Piemonte, Raffaele Celia. l’accordo prevede che la Regione finanzi con oltre 1 milione di euro, in parte attraverso una precedente convenzione e in parte attraverso le intese istituzionali, la redazione del progetto definitivo dell’opera, che sarà elaborato dal Comune di Verbania. Anas, dovrà poi procedere, attraverso un appalto integrato, alla realizzazione dell’intervento reperendo le risorse dal suo piano finanziario. “Credo che sia un passo avanti molto significativo – ha dichiarato l’assessore ai Trasporti, Daniele Borioli – Mi auguro che si arrivi in tempi brevi alla realizzazione di questo intervento che andrà a incidere positivamente sulle condizioni di viabilità, traffico e inquinamento nella città di Verbania”. Soddisfazione espressa anche dal Presidente Ravaioli e dal sindaco del capoluogo, Claudio Zanotti: “Un risultato – commenta Ravaioli – nato dalla sinergia istituzionale tra i diversi enti che sta mostrando i suoi frutti in tutto il verbano”. “Lo sforzo convergente di Comune, Provincia e Regione – ribadisce Zanotti – ci avvicina alla redazione del progetto definitivo e alla realizzazione di un’opera che la città aspetta da tempo”. I lavori del primo lotto relativo alla variante di Fondo Toce, che vale complessivamente quasi 50 milioni di euro, sono appaltabili da parte di Anas nel 2010 con una previsione di 3 anni di cantieri. Durante l’incontro Anas ha poi fatto il punto degli altri interventi di sua competenza nel Verbano: sono in corso quelli in Val Vigezzo e Formazza, mentre i lavori di messa in sicurezza della SS33 sono a gara e, il prossimo anno, partirà l’appalto anche per la variante di Gravellona Toce. La giornata si è conclusa in Valle Anzasca con la firma della Convenzione con cui la Regione trasferisce alla Provincia di Verbania i quasi 17 milioni di euro necessari per il completamento della progettazione e la realizzazione di interventi di messa in sicurezza della ex SR 549, danneggiata dall’alluvione che ha colpito il Piemonte lo scorso anno. “Sono molto soddisfatto – conclude Borioli – di come Regione, Provincia e SCR (ex-Ares) abbiano saputo coordinarsi e collaborare per realizzare gli interventi urgenti a seguito dell’alluvione dello scorso anno e arrivare allo stanziamento dei fondi per intervenire in modo massiccio sulle infrastrutture danneggiate”.
Si è svolta in mattinata, presso la Sala Giunta del Comune di Omegna, la consegna dei lavori per la variante all’abitato di Omegna all’impresa che si è aggiudicata l’appalto. Presenti, l’assessore ai Trasporti e Infrastrutture della Regione Piemonte, Daniele Borioli, il presidente di S.C.R., Luciano Ponzetti, il Presidente della Provincia del VCO, Paolo Ravaioli e il Sindaco di Omegna, Antonio Quadretta. Terminati gli interventi preparatori (bonifica bellica, tracciamento e modanatura della strada), ci sarà l’avvio effettivo dei lavori che si concluderanno entro l’estate del 2010. l’intervento, che ha un costo complessivo di quasi 55 milioni di euro a carico della Regione Piemonte, consiste nel prolungamento della variante di Omegna esistente e collegherà la S.R. 229, a sud dell’abitato di Casale Corte Cerro, con la S.S. 33, a est dell’abitato di Gravellona Toce. La variante ha una lunghezza complessiva di circa 2700 m di cui circa 665 m in rilevato, 758 m in viadotto e 1285 m in galleria. Il tracciato stradale sarà a due corsie con due banchine laterali, per una larghezza totale di 10,50 m. A partire dal Comune di Casale Corte Cerro la nuova strada proseguirà in direzione nord-est, parallela alla S.R. 229 e al torrente Strona, in viadotto per circa 570 mt. e poi in rilevato per circa 550 mt. Da qui riattraverserà il torrente con un secondo viadotto di circa 185 mt. per poi proseguire con una galleria di oltre 1 km. sotto il complesso del Mottarone. Al termine della galleria, e attraversato il Rio Cirisolo, la variante andrà a innestarsi con uno svincolo a rotatoria sulla S.S. 33 del Sempione. “Si tratta di un intervento fondamentale – ha spiegato l’assessore ai Trasporti Daniele Borioli – che questo territorio attende da molto tempo e che va a risolvere alcuni gravi problemi di viabilità, incidendo in modo positivo sui livelli di sicurezza e sulla qualità della vita dei cittadini. Con la nuova infrastruttura – ha aggiunto – sarà possibile decongestionare le aree urbanizzate tra i Comuni di Omegna e Gravellona Toce, oggi afflitte da notevoli problemi di traffico, inquinamento e incidentalità. Infine consentirà, con lo spostamento dei flussi, di recuperare una serie di tratti urbani della S.R. 229”. Il Presidente della Provincia del VCO, Paolo Ravaioli, ha commentato: "Tocchiamo ancora una volta con mano il concreto interesse dell’attuale Amministrazione regionale verso la viabilità nel VCO. Dopo anni di chiacchiere, l’assessore Borioli e i consiglieri regionali del territorio pongono mano con decisione ai punti critici del Cusio, di Verbania e della Valle Anzasca. Siamo soddisfatti di come la Regione si sta muovendo e, come Provincia, col nostro settore tecnico continuiamo a dare il nostro contributo progettuale ed operativo a un disegn teso a migliorare la viabilità locale" “Si tratta di un’opera abbastanza complessa dal punto tecnico – ha aggiunto il Presidente di SCR, Luciano Ponzetti – in quanto prevede 2 viadotti e una rotatoria di innesto su viadotto. Contiamo di concludere le fasi preparatorie entro 3 mesi e partire con cantieri alla fine di ottobre” “E’ un giorno importante – ha spiegato il Sindaco di Omegna, Antonio Quaretta – che vede concretizzare quanto richiesto e programmato dal territorio dopo anni di attesa, durante i quali, in veste anche di Assessore Provinciale alla Viabilità, ho avuto modo di dare l’ avvio all’iter burocratico e procedurale dell’infrastruttura, opera fondamentale per la viabilità del Verbano Cusio Ossola ”. Particolare attenzione nella progettazione dell’opera è stata concentrata sugli aspetti ambientali e sull’inserimento paesaggistico con rimboschimenti e piantumazioni. l’intervento prevede poi la realizzazione di una pista ciclabile lungo il rilevato stradale e la rinaturalizzazione degli imbocchi della galleria.
dal sito di Tele Vco
Archivi categoria: Ambiente
MARTEDI’ 15 LUGLIO ORE 22: LE COMUNITA’ MONTANE DEVONO MORIRE
Cronaca di una seduta parlamentare che colpisce la montagna italiana.
Ricordate il titolo di un libro di Giulio Andreotti? "Ore 13: il ministro deve morire".
Parafrasando l’opera andreottiana, l’altra sera alla Camera è andata in onda una piece che potrebbe intitolarsi: "ore 22 di martedì 15 luglio: le comunità montane devono morire".
A quell’ora, infatti, il relatore al disegno di legge 112 (la cosiddetta finanziaria anticipata), l’onorevole Marino Zorzato (Forza Italia-Pdl) da Padova, presenta in commissione bilancio un sub-emendamento a sorpresa con il quale si stabilisce che "sono ridotti dell’importo di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011 i trasferimenti erariali a favore delle comunità montane. Alla riduzione si procede iniziando prioritariamente dalle comunità montane il cui territorio si trovi a un’altitudine media inferiore a 750 metri sul livello del mare".
Immediatamente il presidente dell’Uncem, Enrico Borghi, accompagnato dal direttore generale Tommaso Dal Bosco raggiunge palazzo Montecitorio.
La posta in gioco, infatti, è alta: si sa che ciò che uscirà dalla commissione bilancio verrà trasferito automaticamente nel maxiemendamento che il governo sta predisponendo, e sul quale metterà la fiducia. Come dire: possibilità di modifica in aula pari a zero. La proposta del relatore riceve il parere favorevole del governo, presente in commissione con il sottosegretario all’economia Giuseppe Vegas.
È una sconfessione dell’impegno che lo stesso Vegas, unitamente al ministro Fitto, si era assunto con l’Uncem in conferenza unificata. "Non si toccherà nulla fino a settembre" era stato l’accordo fatto appena due settimane fa in via della Stamperia.
Invece si tocca, e si tocca eccome: al taglio di 33,4 milioni per il 2008 e di 66,8 per il 2009 già operato dal governo Prodi se ne aggiungono ora altri 30 per lo stesso anno, più altrettanti per gli altri due anni a seguire.
Se si considera che il fondo ordinario nel 2007 era di 190 milioni di euro, i conti sono presto fatti: 100 milioni di euro azzerati in due anni, e fondo portato a circa 30 milioni di euro alla fine della "cura".
Soldi che lo Stato reincamera, visto che il taglio viene assorbito nel mega fondo per lo sviluppo economico istituito presso il ministero dell’economia, fondo che i beneinformati sostengono sia stato istituito dal ministro Tremonti per far cassa sugli enti locali per poi arrivare al tavolo del federalismo fiscale con risorse finanziarie "fresche".
Il relatore presenta laconico e succinto l’emendamento, e subito la discussione in commissione bilancio si accende.
Parte il deputato del Pd Antonio Misiani, bergamasco, che subito bolla il provvedimento come "inaccettabile", ricordando come "le comunità montane hanno fatto fino in fondo la loro parte e sono stati una delle poche realtà che hanno prodotto risultati effettivi sui costi della politica" e per questo chiede il ritiro del subemendamento.
Incalza anche un altro parlamentare democratico, il marchigiano Vannucci: "Questo emendamento è un boomerang, perché condurrà al dissesto numerose comunità montane e aumenterà i costi dello Stato. Lo dico al sottosegretario Vegas che ne è responsabile: è una norma sbagliata e pericolosa".
Anche Francesco Boccia (Pd) chiede il ritiro: "non possiamo sostituirci alle regioni che stanno legiferando in materia, e colpendo tra l’altro gli unici livelli istituzionali che fanno il loro dovere sul contenimento dei costi della politica. Le comunità montane sostituiscono i comuni laddove essi non ce la fanno, e se penso alla Lombardia mi chiedo cosa accadrà in alta Valtellina o nel Luinese senza l’opera delle comunità montane".
Anche nelle file della maggioranza affiora qualche dubbio. "Non possiamo fare il gioco al massacro sugli amministratori locali" dice Marco Marsilio del Pdl, seguito a ruota da Maria Teresa Armosino, già sottosegretario all’economia e ora presidente della Provincia di Asti oltre che esponente del Pdl: "ho forti perplessità su questa proposta".
Ma la sorpresa arriva dall’intervento di Antonio Borghesi, portavoce dell’Italia dei Valori in commissione bilancio che dimentico dell’intemerata di Antonio Di Pietro del pomeriggio ("noi non faremo mai pappa e ciccia con Berlusconi, come fa il Pd") arriva in soccorso al governo: "Come Idv avremmo preferito l’abolizione delle Comunità Montane, ma in ogni caso voteremo a favore visto che si raggiunge comunque l’obiettivo".
L’ex presidente della provincia di Varese, il leghista Reguzzoni, prova a mitigare: "è una norma ponte verso il federalismo fiscale, poi saranno i cittadini a decidere come finanziare e se finanziare i livelli di governo locali", ma non convince l’ex presidente della commissione Duilio (Pd) che parla di "norma poco lungimirante" né il democratico modenese Maino Marchi, che attacca: "Qui non ci saranno risparmi effettivi, ma si apre la strada al dissesto delle comunità montane. Oltre tutto non rispettando le competenze costituzionali, e si realizza un intervento centralistico in modo non condivisibile e grave".
Il dibattito ormai scivola verso la conclusione, e il presidente della commissione Giorgetti (Lega Nord) mette ai voti.
"È approvato" dice sbrigativamente. Urla in sala. Si procede ad una nuova votazione.
"È approvato". Mancano 24 minuti alle due del mattino.
Un’altra pagina buia della politica italiana sulla montagna è andata in scena.
Enrico Borghi, Presidente nazionale UNCEM
VERBANIA SI CONFERMA CITTA’ RICICLONA
Ancora una volta Verbania si conferma il primo capoluogo di provincia in Italia nella speciale classifica redatta da Legambiente che fotografa l’efficienza e l’efficacia della gestione dei rifiuti solidi urbani.
Il riconoscimento è stato consegnato questa mattina a Roma nel corso del Convegno Nazionale dedicato ai “Comuni Ricicloni”; alla manifestazione hanno partecipato il Sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia, e il ministro-ombra all’Ambiente, Ermete Realacci.
“Verbania – precisa il Sindaco, Claudio Zanotti, che per la terza volta ha ricevuto il prestigioso riconoscimento – si è classificata al primo posto con un Indice di Buona Gestione dei rifiuti solidi urbani pari a 71,73 punti. Nelle posizioni immediatamente seguenti i Comuni di Belluno (65,23), Asti (63,43), e Novara (59,80), che confermano ancora una volta il ruolo importante che i capoluoghi del Piemonte hanno nella raccolta differenziata spinta. Siamo molto soddisfatti per questa nuova conferma, che – insieme all’esperienza di "LiberoBus" – pone Verbania al vertice nazionale delle città più innovative nel campo delle politiche ambientali. La prima posizione nazionale è merito principalmente della popolazione della nostra città, che ha accolto e metabolizzato con grande maturità e partecipazione la modalità di gestione con in “sacco conforme".
Un ringraziamento va anche al Consorzio Obbligatorio di Bacino e a ConSer Vco spa, che con il Comune hanno reso possibile l’impianto e il mantenimento di un servizio che è divenuto ormai un’eccellenza nazionale.Infine, grazie a questo risultato abbiamo consolidato i risparmi sullo smaltimento al forno inceneritore e le maggiori entrate derivanti dalla vendita del rifiuto recuperato: ciò ha significato una riduzione già nel 2007 sulla tariffa di igiene urbana per le famiglie del 7,5%, riduzione che abbiamo confermato anche nel corrente anno". (dal sito del comune di Verbania)
Ma Verbania non è l’unica città della provincia ad essere entrata nella speciale classifica redazza dall’associazione ambientalista, anche se occorre scendere fino alla 131 posizione, fra i comuni sotto ai 10 mila abitanti, per trovare Gravellona Toce con una raccolta differenziata pari al 74.69%. Pieve Vergonte si colloca in 194 posizione con una raccolta differenziata pari al 71,36%. Cannobio differenzia il 68,81% dei rifiuti e si classifica al 431° posto. Restando sul lago maggiore Baveno, differenzia il 68.13% collocandosi al 527° posto.
Il Dossier integrale di Legambiente – Comuni Ricicloni 2008 – può essere consultato on-line sul sito : www.ecosportello.org
La riforma delle comunità montane è legge.
Il Consiglio regionale ha approvato la riforma delle Comunità montane del Piemonte. Attualmente sono 48, con la riforma verranno ridotte a un numero massimo di 23. Tra VCO e novarese passeranno da 11 a 4, di cui una interprovinciale. Il Consiglio regionale, con apposita delibera, ridefinirà entro 4 mesi gli ambiti territoriali delle nuove comunità. Il provvedimento non ne riduce solo il numero, ma ridefinisce, rafforzandoli, compiti e ruolo delle Comunità, e riforma le procedure di elezione dei membri, riducendone il numero ma garantendo rappresentatività e democrazia. Le nuove comunità vedono rafforzato il ruolo di gestore associato dei servizi comunali presenti, e assumono anche il compito di “agenzia per lo sviluppo” del territorio montano che rappresentano. Avranno anche funzioni proprie nell’artigianato artistico, nell’energia, nel patrimonio forestale, nelle produzioni tipiche e nel turismo. Sul piano istituzionale viene introdotta l’assemblea dei sindaci e l’ elezione diretta del presidente svolta dai consigli comunali che ne fanno parte. Ridotte anche le indennità di presidente e dei componenti dell’organo esecutivo. “Con questo provvedimento – dichiarano Marco Travaglini e Aldo Reschigna – abbiamo rispettato i termini temporali definiti dalla finanziaria e l’impegno a ridurre i costi delle comunità montane. Ma abbiamo anche riconosciuto e rafforzato il ruolo di enti che svolgono un’azione fondamentale di salvaguardia e sviluppo dei nostri territori montani. (continua)Speriamo che questa riforma piemontese possa essere da modello per un ridisegno più generale dell’ente, e soprattutto serva a scongiurare la minaccia di abolizione delle comunità montane e di cancellazione delle risorse finora erogate, ribadita più volte dal nuovo esecutivo nazionale”.
E, sempre a proposito del riordino varato oggi in Consiglio Regionale, il presidente nazionale dell’Uncem, l’ossolano Enrico Borghi, commenta: “Non è retorica definire storico questo momento, nel quale la regione nella quale venne scritta la carta di Chivasso, che ha dato i natali ai primi Consigli di Valle e nella quale nacque l’Uncem, riordina il sistema delle Comunità montane piemontesi con un provvedimento che ci auguriamo possa fare scuola sull’intero territorio nazionale.
La scelta di diminuire drasticamente il numero degli enti per attribuir loro funzioni proprie nel campo della gestione delle risorse montane e di supporto dei piccoli Comuni apparirà presto come coraggiosa e lungimirante. Desidero esprimere in questo momento il ringraziamento dell’Uncem nazionale al presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso , all’assessore alla Montagna Bruna Sibille, al presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio e all’intero consiglio regionale per avere operato secondo le aspettative e le attese degli amministratori della montagna piemontese, che da oggi nelle nuove e riformate Comunità montane hanno uno strumento fondamentale per il riscatto delle popolazioni montane piemontesi”.
Dal sito di televco
Incredibile: il CAI a rischio cancellazione.
Dopo gli annunci dell’eliminazione delle Comunità Montane (se ne riparlerà in autunno) ed i tagli, già in vigore, ai fondi di Comuni e Province, un’altra scelta a dir poco discutibile è stata compiuta dal governo nazionale.
Infatti, passata sotto silenzio, nell’ultimo Dpef del Governo (approvato in questi giorni) tra gli enti pubblici non economici che il Governo intende sopprimere, spunta, incredibilmente, anche il CAI !
Sì proprio il CAI, il Club Alpino Italiano. Un altro regalo al Nord.
Il Club alpino italiano ha solo 25 dipendenti e – non raggiungendo la soglia dei 50 – andrebbe considerato un ente inutile da sopprimere secondo quanto previsto nel documento proposto da Giulio Tremonti.
Ovviamente riteniamo questa una scelta sbagliata, perché considerare il CAI un ente inutile è qualcosa che pare a dir poco incredibile.
Se ne è accorta persino la Gazzetta dello Sport che proprio oggi sulle pagine della “politica” regala un articolo nel merito. (continua)Ovviamente come partito democratico ci adopereremo in tutte le sedi, a livello nazionale, regionale e locale affinché questa scelta sciagurata sia cambiata, rivedendo il parametro del numero dei dipendenti come discrimine per gli enti pubblici da eliminare.
Il CAI conta sì su 25 dipendenti stipendiati, ma al tempo stesso “attiva 305 mila soci che operano in regime di totale volontariato. Il bilancio del CAI è coperto solo al 30% dai fondi pubblici, inoltre i responsabili locali non prendono un euro, ma i soci del Club fanno risparmiare un bel po’ di soldi all’Erario occupandosi di soccorso alpino, gestendo 761 rifugi e bivacchi (con 22.681 posti letto), tenendo in efficienza 72 mila chilometri di sentieri, formando istruttori, accompagnatori e operatori scientifici, sostenendo il Museo Nazionale della Montagna al Monte di Cappuccini, la Biblioteca Nazionale a Torino, il Centro di formazione per la montagna e molto altro ancora”.
Senza dimenticare quanto il CAI fa nel nostro territorio e nella nostra provincia attraverso i suoi molti club e i moltissimi volontari.
Speriamo che Tremonti non abbia altre geniali idee per “aiutare” il Nord.
PD VCO
Ufficio Stampa
64°Anniversario dell’Eccidio dei 42 Martiri di Fondotoce
Organizzato come sempre dalla Città di Verbania, Provincia del Verbano Cusio Ossola, Comune di Baveno e Associazione Casa della Resistenza si svolgeranno in questi giorni le manifestazioni per ricordare le stragi nazifascite di Fondotoce e di Baveno.
Principale evento domenica 22 giugno alle ore 11.00, con l’arrivo al Sacrario del Parco della Memoria e della Pace a Fondotoce, che vedrà il saluto del Presidente della Provincia del V.C.O. e del Sindaco di Verbania, Medaglia d’oro al merito civile in memoria di Teresa Binda, Orazione ufficiale tenuta da Gianni Oliva, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte. Di seguito il programma completo delle iniziativeSono morti per noi!
Non possiamo deluderli,
non possiamo dimenticare quel tragico corteo
del giugno ’44 che li ha condotti qui alla morte
Sabato 21 e domenica 22 giugno – Stadio comunale, Intra
25a ed. della Manifestazione podistica 24x1ora – Trofeo ”42 Martiri”
Sabato 21 giugno
ore 21.00, Casa della Resistenza – Intrattenimento musicale
ore 21.45, Stadio comunale, Intra. Partenza della fiaccolata commemorativa diretta al Sacrario di Fondotoce
ore 22,30, Arrivo della fioccolata a Fondotoce
a Baveno
ore 10.30, Santa Messa al Sacrario dei 17 Martiri nel Cimitero di Baveno
ore 20.30, Deposizione corona al Cippo dei 17 Martiri sul lungolago. Orazioni Ufficiali delle autorità; partenza della fiaccolata dal Cippo per Fondotoce
Domenica 22 Giugno
a Verbania
ore 9,30, S.Messa nella Chiesa Parrocchiale “Beata Vergine Addolorata” di Fondotoce
ore 10.30, da Piazza Adua: partenza del Corteo con l’accompagnamento dell’Ente Musicale Verbania.
ore 11.00, Arrivo al Sacrario, Parco della Memoria e della Pace, Saluto del Presidente della Provincia del V.C.O. e del Sindaco di Verbania, Medaglia d’oro al merito civile in memoria di Teresa Binda, Orazione ufficiale tenuta da Gianni Oliva, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte
“IL SENTIERO CHIOVINI”
X edizione della camminata popolare transfrontaliera a tappe lungo i sentieri dei partigiani in Valgrande nel giugno ’44. Arrivo al Sacrario di Fondotoce alle ore 11,00 di domenica 22 giugno
Domenica 6 luglio
A Pogallo: Commemorazione dei caduti
Casa della Resistenza, Fondotoce
Mostre
“Con le armi, senza le armi”. Partigiani e resistenza civile in Piemonte (1943-1945)
della Regione Piemonte – Comitato per il 50° della Resistenza
a cura degli Istituto Storici della Resistenza del Piemonte e dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza in Piemonte
“La donna nella Resistenza”
a cura della Sezione ANPI – Ovest Ticino