Archivi categoria: Ambiente

Basta attacchi ai Sindaci del territorio ostacolando le soluzioni avanzate! Lincio convochi i Sindaci e la Regione per discutere della proposta avanzata lo scorso 31 luglio dagli stessi Sindaci del Consorzio Rifiuti del VCO.

Comunicato Stampa

Basta attacchi ai Sindaci del territorio ostacolando le soluzioni avanzate! Lincio convochi i Sindaci e la Regione per discutere della proposta avanzata lo scorso 31 luglio dagli stessi Sindaci del Consorzio Rifiuti del VCO.

Il comunicato stampa in politichese del gruppo consiliare di maggioranza in consiglio provinciale, sul tema rifiuti, che attacca il sindaco di Verbania Silvia Marchionini, i Sindaci del territorio e i vertici di ConSer VCO dimostra, se ce ne fosse bisogno, che chi guida la Provincia del VCO non vuole aiutare a risolvere i problemi ma farne una questione politica.
Basta con gli attacchi ai Sindaci: ai consiglieri provinciali di maggioranza ricordiamo che i Comuni del territorio, non solo Verbania, e ConSer VCO hanno messo in campo un percorso di investimenti presentando un progetto di fattibilità, votato dall’Assemblea del Consorzio Rifiuti del VCO lo scorso 31 luglio 2020, riguardante i nuovi impianti di smaltimento e stoccaggio rifiuti presso il Comune di Premosello e Ornavasso.
E’ chiaro che la nota inviata da Lincio in Regione e ai Comuni non tiene in considerazione di questo passaggio voluto dai Sindaci.
Serve semplicemente sapere se Lincio, e i consiglieri di maggioranza, vogliono aiutare e supportare questo percorso, anche in rapporto con la Regione oppure ostacolarlo.
Questo non lo scrivono nel loro comunicato! Non fanno minimamente cenno a quanto deciso dai Comuni lo scorso 31 luglio.
La Provincia ha assunto un evidente atteggiamento notarile e da burocrate ricordando alla Regione che Prato Michelaccio non è più utilizzabile, e invitando ConSer VCO e i Comuni a trovare subito altre soluzioni per lo stoccaggio, sapendo benissimo che questo comporterebbe ulteriori costi aggiuntivi che finirebbero anch’essi nel pesare nelle bollette della tassa rifiuti dei cittadini del VCO.
Al posto di avere la Provincia a fianco dei Comuni e di ConSer VCO SPA, per concretizzare le decisioni già assunte nello scorso luglio e aiutare ad avere una proroga dalla regione Piemonte (per l’utilizzo di Prato Michelaccio come deposito temporaneo di rifiuti), essa ostacola la ricerca di soluzioni già condivise.
Invitiamo il Presidente Lincio e i suoi consiglieri di maggioranza (a partire da quello delegato ai rifiuti, Damiano Colombo – non pervenuto –) ad attivarsi per richiedere un incontro in video conferenza con il Presidente Cirio e l’Assessore all’ambiente Marnati per trovare assieme una soluzione, ottenendo la deroga per Prato Michelaccio, proseguendo il lavoro per i nuovi impianti di smaltimento e stoccaggio rifiuti presso il Comune di Premosello e Ornavasso.

Il gruppo consiliare di Minoranza della Provincia del VCO
Progetto VCO

Concessioni idroelettriche: legge regionale centralista e confusa,serve altro

Abbiamo letto la proposta di legge che la maggioranza a trazione leghista ha depositato sulla questione “grande idroelettrico”. Occorre distinguere tra le dichiarazioni che i rappresentanti leghisti fanno sul tema, sempre intrise di demagogia, e i contenuti delle proposte giuridiche, che vanno nella direzione opposta a quanto da loro sostenuto in materia di territorio.

La riforma che il Piemonte si appresta a varare è tutt’altro che “storica”. Al contrario, è una norma pasticciata, confusa e contraddittoria, che traduce sul piano giuridico il “decreto semplificazioni” varato dal governo gialloverde con un continuo e sommario rimando a successivi atti amministrativi che dovranno disciplinare in dettaglio quello che in realtà dovrebbe fare la norma.

Di fatto, il Consiglio Regionale si spoglia di ogni competenza, riprendendo i contenuti di una errata disciplina nazionale e rimandando tutto a successivi regolamenti o atti di giunta, non legiferando nell’esercizio di una competenza sulla quale ha preteso di voler avere una esclusività.

Nel merito, poi, la tanto declamata “attenzione al territorio” scompare letteralmente.
Il disegno per la gestione dell’idroelettrico proposta in questo disegno di legge è semplice: la Regione Piemonte costituisce società miste pubblico-private (con quali privati? mistero), e poi si auto attribuisce la gestione delle concessioni. Mantenendosi ovviamente in bilancio i canoni concessori, ed escludendo del tutto gli enti locali, i comuni, i territori dal processo. Altro che mercato, innovazione e ritorno ai territori.

I leghisti hanno passato l’estate ad attaccare il Pd, accusandolo di essere connivente con i concessionari, ed ora mettono sul campo un testo che da un lato apre a una confusione gestionale e dall’altro spalanca ai privati (anche stranieri, con buona pace del sovranismo) la possibilità di impossessarsi del business dell’idroelettrico emarginando del tutto i territori.

La nostra idea è diversa. Noi siamo per una corretta sussidiarietà nel settore, con lo Stato che assicura la garanzia di tenuta del sistema, le Regioni che pianificano, legiferano e svolgono le gare (e se vogliono, come nel caso del VCO in forza della sua specialità, attribuendo specifiche funzioni alla Provincia) e non gestiscono, e i Comuni che partecipano direttamente ai benefici del rinnovo concessorio sia attraverso il sistema dei canoni sia con la partecipazione alle gare con proprie municipalizzate. Il beneficio dell’idroelettrico deve andare direttamente ai territori per il tramite dei Comuni, non fermarsi a Torino in pancia a misteriose società miste.

Qui, invece, si ripropone il modello sovietico e super centralista già voluto a tutti i costi dalla Regione Lombardia, e che avrà un unico, sicuro effetto: il blocco del sistema, tra ricorsi dei concessionari uscenti e conflitto di competenze tra Stato e Regioni.

Una confusione che richiede, una volta di più, una modifica della normativa nazionale.

Alice De Ambrogi

Segretaria provinciale PD

Onorevole Enrico Borghi

LA GRANDE OCCASIONE. Contrastare i cambiamenti climatici

Contrastare i cambiamenti climatici è la sfida chiave del nostro tempo. Facciamola diventare una grande occasione di sviluppo e di crescita economica e sociale.

E’ questo il tema dell’incontro con l’europarlamentare Irene Tinagli (del gruppo Alleanza progressista di Socialisti e Democratici), Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari al Parlamento europeo, che si svolgerà sabato 9 novembre alle ore 10.15 presso Palazza Flaim a Verbania Intra.

Partecipano all’incontro l’on. Enrico Borghi, il sindaco di Verbania Silvia Marchionini, il segretario provinciale PD Alice De Ambrogi, il segretario del circolo PD VB Aldo Reschigna, Vittoria Albertini della Direzione regionale PD, Cinzia Vallone Professore di Accounting all’Università di Milano Bicocca, Silvia Arzeni consigliere comunale VB.

Sono invitati tutti i cittadini, le associazioni di categoria, economiche e sociali, i sindacati, le associazioni del territorio.

Organizza il Partito Democratico del Verbano Cusio Ossola

Il no del Governo allo stato di emergenza per la statale 34 e’ una scelta grave e sbagliata!

In un incontro stampa alla prefettura di Verbania, il sottosegretario all’interno Carlo Sibilia ha comunicato che per il governo non sussistono le condizioni per concedere lo stato di emergenza per i lavori sulla SS34.
”Al di là dello sgarbo istituzionale”, commenta il vicepresidente Aldo Reschigna,” dato che la lettera di richiesta era stata inviata a dicembre dal presidente della Regione Chiamparino e nessuna risposta ufficiale è ancora arrivata, devo rilevare la gravità di una decisione che dimostra l’assoluta inconsapevolezza della situazione della SS34, nonostante i miei numerosi incontri avuti con la protezione civile e i successivi sopralluoghi avvenuti. Si vede che per il governo le relazioni del Politecnico e gli studi geologici non hanno alcun valore. Chi dice di avere a cuore il futuro del VCO dimostra con questa scelta di non volersene occupare. I lavori andranno infatti avanti, ma con tempi decisamente più lunghi. Per questo non concedere lo stato di emergenza è una scelta avventata e irresponsabile”

Concessioni idroelettriche: si alla gara no alla proroga. La Cassazione conferma le nostre ragioni

La pronuncia della Cassazione sulla vicenda delle concessioni idroelettriche ex Sisma è importantissima, e conferma quanto avevamo sostenuto con l’allora amministrazione Nobili e i funzionari provinciali: l’acqua è un bene pubblico, e il rinnovo delle concessioni idroelettriche non può essere oggetto di proroga semplice ma deve dare un ritorno al territorio interessato.
Allora fummo snobbati, con il risultato che le ex centrali della Sisma vennero ridate ad un privato  estraneo al territorio che nel frattempo aveva smesso di dare risposte all’Ossola in termini di occupazione, investimenti e ambiente.
Ora questa sentenza sancisce un principio chiaro: lo sfruttamento ai fini idroelettrici delle acque pubbliche deve dare ritorni ai territori interessati, e la forma migliore per la selezione è quella dell’evidenza pubblica. Peccato per tutti gli anni persi dal 2011 a qui, che hanno visto i Comuni dell’Ossola dividersi anche attorno a queste tematiche tra chi sosteneva questa tesi e chi invece apriva la porta alle centraline private in cambio di qualche piatto di lenticchie. Ma in questo senso, le responsabilità politiche sono molto chiare, perchè ci sono nomi e cognomi sotto le istituzioni che hanno ricorso e sotto quelle che hanno lasciato fare”.

Così l’on. Enrico Borghi, capogruppo Pd in commissione ambiente, territorio, lavori pubblici della Camera e Sindaco di Vogogna, commenta la notizia del pronunciamento con il quale la Cassazione ha dato ragione al ricorso del Comune di Ornavasso e della sua partecipata Stagalo, della ex Comunità Montana Valle Ossola e a di una serie di comuni ossolani (Montecrestese, Druogno, Vogogna, Beura Cardezza, Crevoladossola, Calasca Castiglione, Macugnaga, Bannio Anzino, Trasquera e Re) che nel 2011 fecero ricorso contro la decisione della Provincia del VCO, allora governata dalla giunta di centrodestra presieduta da Massimo Nobili, di rinnovare automaticamente alla società Idroelettriche Riunite srl le grandi derivazioni a scopi idroelettrici del torrente Isorno concesse nel 1962 alla società SISMA per approviggionare gli impianti siderurgici di Villadossola.

“La nostra battaglia a suo tempo -commenta l’on. Borghi- iniziò in parallelo anche con il rinnovo delle concessioni del fiume Toce in località Prata per l’allora Tessenderlo Italia, oggi Hydrochem. Allora come oggi sostenevamo che il bene comune acqua doveva generare ritorni al territorio in termini ambientali, occupazionali ed economici. Con Tessenderlo raggiungemmo un’intesa, e i ricorsi vennero ritirati. Con l’ex Sisma, invece, la Provincia decise di andare per la propria strada, e non ci restò altra soluzione che il ricorso, che ora ha dato ragione alle nostre tesi.”

Sul tema, peraltro, l’onorevole Borghi è intervenuto anche in sede parlamentare, facendo approvare un emendamento alla legge sull’acqua pubblica, oggi ferma al Senato dopo essere stata approvata dalla Camera, che  stabilisce ulteriori criteri  per le concessioni di grande derivazione d’acqua per uso idroelettrico.

L’articolo 3, comma 4 della proposta di legge stabilisce infatti che il decreto legislativo di attuazione della delega deve prevedere, tra l’altro, l’obbligo per le regioni e le province autonome di provvedere, entro un termine congruo prima dello scadere di una concessione di grande derivazione d’acqua per uso idroelettrico, nonché in ogni caso di cessazione anticipata della medesima, previa valutazione dell’eventuale sussistenza di un prevalente interesse pubblico a un diverso uso delle acque, a indire una gara ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi fondamentali di tutela della concorrenza, libertà di stabilimento, trasparenza, non discriminazione e assenza di conflitto di interessi, per l’attribuzione a titolo oneroso della concessione per un periodo congruo, individuato in un minimo e un massimo e da determinare in concreto da parte delle regioni e delle province autonome.

Il decreto legislativo dovrà definire altresì i criteri cui dovranno attenersi le regioni e le province autonome nell’attribuzione della concessione, nonché nella determinazione della sua durata, includendo comunque tra i medesimi la necessaria considerazione degli interventi ritenuti necessari avendo riguardo all’offerta di miglioramento e risanamento ambientale del bacino idrografico di pertinenza, nonché alla compensazione ambientale per gli enti locali interessati. Essendo le opere di concessione idroelettrica quasi tutte in territori montano, è’ intuibile la portata dell’emendamento Borghi a favore dei territori montani e degli enti locali interessati.

Una modalità analoga è’ stata già sperimentata dalla Provincia Autonoma di Bolzano in sede di rinnovo delle grandi derivazioni idroelettriche, e ha dato importanti risorse a favore dello sviluppo montano dell’Alto Adige, e l’emendamento Borghi si propone si estendere tale meccanismo a tutto il territorio nazionale.
Il testo proposto dall’on.Borghi riporta inoltre nella norma nazionale i concetti di miglioramento e risanamento ambientale che erano originariamente presenti nel decreto Bersani e che i governi Berlusconi e Monti avevano modificato e poi eliminato, e introduce il principio della compensazione ambientale a favore dei territori montani e dei loro enti locali far i criteri per la selezione della gara per l’attribuzione delle concessioni idroelettriche in sede di rinnovo.

“Oggi in Ossola -conclude l’on. Borghi- sia pure con un ritardo che ci ha fatto perdere tempo, risorse ed opportunità, ci sono le condizioni per attuare questa strada,e  legare il rinnovo delle grandi concessioni allo sviluppo sostenibile del territorio. Questa sentenza apre la strada a questa possibilità, che mi auguro possa essere colta dal territorio”.

Foto da ossolanews.it

Riforma parchi: da pagamento delle royalties fondi in arrivo per i parchi

Monte Leone Parco Veglia Devero

Sono in arrivo numerosi fondi  per i Parchi, e per l’ente di gestione delle aree protette dell’Ossola in particolare, grazie ad un provvedimento votato nel pomeriggio di mercoledi 24 maggio dalla Camera dei Deputati.
Il Parlamento, infatti,  nel dibattito attualmente in corso sulla riforma della legge nazionale sui Parchi e le Aree Protette ha introdotto due novità. Dapprima ha stabilito che i titolari di concessioni di derivazione d’acqua, esercitate attraverso impianti per la produzione di energia elettrica in esercizio, di potenza superiore a 100 kW, alla data di entrata in vigore della presente disposizione, aventi le opere di presa collocate all’interno di aree protette, sono tenuti a versare una tantum all’ente gestore dell’area medesima una somma di ammontare pari, al 10 per cento del canone demaniale relativo alle concessioni medesime a titolo di concorso alle spese per il recupero ambientale e della naturalità” Successivamente ha deciso che il pagamento delle royalties non si applica “agli impianti di produzione energetiche di proprietà dei Comuni del Parco e alle società da essi controllate, alle Amministrazioni separate di usi civici (Asuc), nonché alle cooperative il cui statuto consente l’adesione a tutti i cittadini residenti nei territori interessati, in quanto titolari di concessioni, autorizzazioni o impianti”. L’emendamento aggiunge un comma all’articolo 8 del ddl, che istituisce una sorta di royalies sulle attività ambientalmente impattanti all’interno dei parchi, in particolare su quelle energetiche. Nella versione licenziata dalla commissione Ambiente della Camera le royaties saranno una tantum, il primo anno, per poi essere assorbite all’interno del sistema di pagamento dei servizi ecosistemici istituito dallo stesso provvedimento, attraverso una delega prevista all’articolo 28.

L’effetto sul territorio dei VCO sarà duplice. Un incremento secco di fondi per l’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Ossola, che al proprio interno ha numerose opere di presa sulle quali il concessionario Enel sarà chiamato a pagare a titolo di concorso per il recupero ambientale e della naturalità. Nei parchi regionali del Veglia, del Devero e dell’Alta Valle Antrona, infatti, l’ex monopolista elettrico è titolare delle concessioni di sfruttamento del Lago d’Avino, del Cingino, del Lago del Devero-Codelago, del Lago di Antrona, di Campiccioli e di Camposecco.

Effetto minore, invece per il Parco Nazionale della Valgrande, che potrà usufruirire delle royalties che Enel Green Power dovrà versare per l’opera di presa esistente in località Ponte Casletto, al confine tra i comuni di Cossogno e San Bernardino Verbano. L’altro concessionario valgrandino interessato -la Società Elettrica Cooperativa “Pro Colloro”- è stato invece esentata dal pagamento della royalties, grazie ad una iniziativa congiunta tra il relatore Borghi e il gruppo della Sudtiroler Volkspartei che ha portato all’emendamento presentato dal deputato laziale Oreste Pastorelli del gruppo misto che ha ricevuto il parere favorevole del relatore ed è stato poi votato dall’aula.

Su tali provvedimenti, il relatore della legge, l’onorevole Enrico Borghi, ha osservato: “la ratio della legge è quella di fare in modo che i soggetti che impiegano capitale naturale per finalità di impresa siano chiamati a corrispondere una percentuale del valore aggiunto generato dall’impiego delle risorse naturali, spesso di proprietà pubblica o collettiva, per la creazione di un fondo finalizzato alla tutela, salvaguardia  e riproducibilità del bene medesimo. Abbiamo ritenuto di dover escludere da tale pagamento quei soggetti che svolgono tale produzione non con una finalità di impresa e di arricchimento, ma con una finalità di servizio a collettività locali come appunto le società comunali, comunitarie e le cooperative“.

Roma, 25 maggio 2017