Archivi categoria: Enti Locali e montagna

Unificazione delle Prefetture: no alla difesa delle “poltrone”, sì al miglioramento dei servizi

Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO
Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO

La riforma degli uffici decentrati dello Stato è una riforma che, come tante altre in questo paese, è oggetto di discussione da anni ma che, per un motivo o per un altro, non si è mai concretizzata.
Le articolazioni periferiche dello Stato in questi decenni sono aumentate anche a causa dell’istituzione di nuove province. E’ evidente che nel momento in cui lo Stato rimette mano alle amministrazioni provinciali, alla loro natura, questo porti come logica conseguenza a un ridisegno anche degli uffici statali.
E’ utile ricordare la storia delle prefetture nate con Napoleone e finalizzate a garantire la presenza dello Stato centrale e del Governo in tutte periferie e in tutti i territori anche i più lontani.
Nell’epoca di internet, dove gli spazi e i tempi si sono ristretti, dove la pubblica amministrazione sta, se pur a fatica, digitalizzandosi, pensare di consolidare una rete statale organizzata con la stessa logica di quella ottocentesca, sarebbe un grosso errore e un conseguente disservizio per i cittadini.
In questi anni, tutte le istituzioni locali sono state oggetto di riforme, molte delle quali sono ancora in via di definizione, come quelle riguardanti i comuni, le comunità montane e le province.
Siamo convinti che sia naturale e doveroso che anche lo Stato e gli uffici statali decentrati affrontino il tema di una loro ristrutturazione.
Detto ciò, capiamo le preoccupazioni dei lavoratori, ma è evidente che si parla di posti di lavoro che non saranno soppressi, nessuno perderà il lavoro, pur comprendendo gli eventuali disagi per chi cambierà posto di lavoro, e garantendo l’impegno di tutti affinché sia trovata una soluzione idonea e meno problematica possibile.
Rileviamo inoltre che la “specificità montana” del VCO, richiamata da alcuni per difendere la Prefettura, non può essere sempre usata nel tentativo di preservare sempre e comunque la struttura dei servizi così come sono.

Crediamo che la “specificità montana” debba diventare uno strumento utile per il territorio se questa ci permetterà di avere più autonomia decisionale e risorse da investire per creare nuove opportunità di lavoro per i giovani e le imprese. Se, invece, diventa il grimaldello per salvaguardare tutti gli uffici statali e parastatali dislocati sul territorio, la specificità si trasformerebbe solo in uno strumento di assistenzialismo stile prima repubblica.
In questo momento di trasformazione crediamo sia necessario concentrarsi non sulla difesa di ogni cosa, a partire dalla Prefettura, ma su ciò che maggiormente serve a questo territorio, ricordando che l’opinione pubblica in questi anni ha sempre spinto nella direzione di una riforma che oltre a portare a un risparmio, fosse finalizzata al miglioramento del servizio.
Come ha scritto l’On. Enrico Borghi, per questo territorio montano è forse più importante mantenere il comando dei Vigili del Fuoco e, magari, battersi per quei servizi e “sportelli” di alcuni uffici della prefettura che hanno più contatto con i cittadini.
Non possiamo continuare a invocare le riforme e poi, quando queste toccano noi in prima persona, chiedere una deroga.

La responsabilità del Governo e del Partito Democratico che oggi è guida nel paese è di avere come obiettivo il bene comune e di trasformare un paese che per troppo tempo è stato immobile nella speranza che poi le cose tornassero come prima.

Antonella Trapani
Segretario provinciale PD VCO

Le critiche di Cattaneo fuori luogo

Aldo Reschigna
Aldo Reschigna

L’ex presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo saluta l’anniversario della entrata in carica della Giunta Chiamparino dipingendo un bilancio fortemente negativo.
E’ comprensibile che un uomo del centrodestra, che durante la Giunta Cota ha ricoperto un incarico particolarmente prestigioso, polemizzi con il governo di centrosinistra succedutogli.
Altrettanto comprensibile, ma fuorviante, è che, nel fare queste valutazioni, dimentichi completamente lo stato dei conti in cui la Giunta Cota e Valerio Cattaneo hanno lasciato il Piemonte. Non è questione di poco conto.
Nella passata legislatura avevamo attaccato dall’opposizione i bilanci presentati dal centrodestra, che già allora ci sembravano poco credibili e irrealistici nei numeri.
Ma non ci aspettavamo certo il disastro cui ci siamo trovati di fronte.
Alcuni dati lo dimostrano chiaramente. Il consuntivo del 2013, che la maggioranza di Cattaneo aveva chiuso con un passivo di 364 milioni di euro, è stato parificato dalla Corte dei Conti (non dalla Giunta Chiamparino) con un passivo di 2,655 miliardi di euro. In pratica 2,3 miliardi in più di quanto denunciato dalla Giunta Cota.
Ci siamo anche trovati circa 900 milioni di spese sanitarie messe in perenzione nel 2013, cioè cancellate dal bilancio, ma rimaste da pagare; 700 milioni di fondi da reimpostare; la necessità di cancellare residui attivi per oltre 1,3 miliardi di euro.
Sono cifre da far tremare i polsi, cifre che negli anni sono rimaste nelle pieghe dei bilanci e che noi abbiamo portato alla luce in nome della trasparenza dei bilanci.
Di fronte a un debito così pesante, che rendeva impossibile ogni spesa sul fronte delle politiche sociali, della cultura, dell’istruzione e via dicendo, siamo riusciti a trovare le risorse per andare avanti, anche attraverso la ristrutturazione del debito con la Cassa Depositi e Prestiti. Dopo una lunga e difficile trattativa con il governo, abbiamo anche reperito risorse per 1,8 miliardi di euro attraverso il DL 35, in modo da pagare fornitori sanitari e non che aspettavano da anni che i loro crediti venissero saldati.
Abbiamo cioè risolto problemi annosi e reimmesso liquidità in una
economia piemontese in grande difficoltà.
Naturalmente tutto questo ha avuto un prezzo. Il governo ci ha imposto di aumentare le tasse. Lo abbiamo fatto in modo equilibrato e socialmente equo, a differenza di altre Regioni e della Giunta che ci ha preceduto. Non abbiamo toccato l’Irap proprio per non pesare sulle imprese in un periodo di crisi. L’addizionale Irpef
non è stata aumentata per i 3/4 dei contribuenti, 2 milioni su 2,6 milioni. Abbiamo cioè cercato di tenere in massimo conto le difficoltà dei cittadini e delle imprese.
Considerino Cattaneo e i cittadini che il nostro aumento dell’addizionale Irpef vale 70 milioni di euro, quello della Giunta Cota valeva 200 milioni di euro, e pagati da tutti i contribuenti, senza alcuna esenzione.
Lo stesso è avvenuto in sanità, dove – ricordo – siamo ancora governati dal piano di rientro concordato con il governo. Nonostante questo, siamo riusciti a riaprire le assunzioni: 600 persone tra personale medico e paramedico nei prossimi due anni.
Per quanto riguarda il Dea, la discussione su dove collocarlo è ancora aperta, e la faremo dopo l’estate con i sindaci e i cittadini dei territori coinvolti.
Anche l’Arpa è rientrata nel piano di razionalizzazione della spesa che ha coinvolto gli uffici regionali. Si sono ridotte le sedi e i laboratori, ma senza alcuna riduzione della qualità del servizio.
L’autonomia del VCO, poi. Dopo tanti anni passati in parole, in pochi mesi abbiamo varato un disegno legge e lo abbiamo approvato. Ora l’autonomia del VCO è una realtà di fatto e, nonostante le grandi difficoltà di bilancio, troveremo le risorse per
renderla attuale.
I rimbrotti di chi ci ha lasciato in questa situazione di tracollo finanziario e non ha fatto che parole sull’autonomia, lasciano il tempo che trovano.
Si ricordi Cattaneo che la Provincia del VCO ha ancora oggi iscritti a bilancio crediti dalla Regione per 12 milioni di euro proprio per l’autonomia del VCO, soldi che nel bilancio della Regione non compaiono. Un “pasticcio” che risale a quando la Provincia e la Regione erano governati dal centrodestra.
In conclusione: in questo anno abbiamo affrontato una situazione di grandissima difficoltà e abbiamo impedito il default della Regione Piemonte, mettendo le basi per il suo rilancio.
Non mi pare poco.

Vicepresidente regionale Aldo Reschigna

Specificità montana: il consigliere del centro destra Pizzi è rimasto “indietro”.

Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO
Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO

Dopo l’incontro con il Governatore Chiamparino a Villadossola, sono seguiti commenti di alcuni esponenti della destra locale mirati a far “breccia” nei cuori della gente che non segue abitualmente la politica locale.
I più irritati sono stati alcuni ex assessori provinciali.  Oggi sono sulla cattedra a emettere sentenze e giudizi sul modo di operare degli amministratori regionali, dimenticandosi che fino a qualche mese fa sono stati loro ad amministrare la Provincia e, i loro partiti, la Regione.
E che cosa hanno fatto? Nulla, o meglio, le cose fatte sono aver mandato un ente come la Provincia del Vco in fase di predissesto, mettendo a bilancio soldi che l’amministrazione regionale della Lega Nord aveva promesso solo a parole e che ha erogato solo per un anno.
Per non restare escluso oggi è stata la volta del consigliere provinciale, Lucio Pizzi, anche lui già assessore del medesimo ente che accusa Chiamparino e il PD di incoerenza.  (cliccare qui per dichiarazioni Pizzi)

Innanzitutto e con un po’ di ironia, comunichiamo al consigliere Pizzi che l’intervista messa in onda domenica sera dalla trasmissione Report, era stata rilasciata da Sergio Chiamparino oltre 4 mesi fa, mentre sono atti concreti e pubblici quelli votati, nelle ultime settimane, dalla giunta e dalla commissione che hanno individuato il Verbano Cusio Ossola come provincia interamente montana.
Un atto che la precedente giunta non riuscì o non volle fare, ma che Pizzi e tutta la compagine al seguito, ha sempre nascosto e difeso, loro sì prendendo in giro i cittadini.
Invitiamo Pizzi a leggersi bene anche  la legge n. 56/2014, la cosiddetta Del Rio, che ha riconosciuto al Vco lo status di area vasta montana. Risultato non riuscito nonostante i proclami dei politici di destra del Vco che per anni hanno rivestito incarichi importanti in tutti i livelli istituzionali.
Basti ricordare che il centro destra ha avuto tre parlamentari e tre consiglieri regionali tra il 2010 e il 2013, senza ottenere nulla di tutto ciò, solo fumo e parole al vento.
Eppure oggi, pur di prendere qualche titolo sul giornale, il consigliere Pizzi attacca l’on. Borghi, il vicepresidente Reschigna, il presidente Costa e il PD. Certo che di coraggio ce ne vuole!
Il progetto di riordino della Regione Piemonte avrà come obiettivo quello di costruire un sistema degli enti locali capace di affrontare le sfide del futuro, per questo oltre a funzioni che la nostra area avrà in più, ci saranno funzioni che saranno gestite come quadrante. Sarà la provincia stessa insieme alla Regione a stabilire quali funzioni saranno prerogativa del Vco e quali invece saranno gestite con Novara, Vercelli e Biella.
Come già affermato il Partito Democratico si prende la responsabilità delle decisioni che nei vari livelli di governo si prenderanno per riformare un sistema che negli anni ha creato molte disfunzioni e inefficienze allo scopo di avere un sistema efficiente ed efficace.
Responsabilità che in questi anni nessuno si è mai assunto, nella speranza che le cose si risolvessero da sole.
E’ finito il tempo dei rinvii, delle difese localistiche di ogni cosa, ogni ufficio salvo poi criticare gli sprechi di denaro dei vicini di casa.
Lucio Pizzi oggi si fa paladino non dei cittadini, ma della difesa dello status quo di quelli che non vogliono cambiare nulla in coerenza con la linea politica di questi anni del centro destra e del più cieco conservatorismo.

Antonella Trapani
Segretario provinciale PD

E’ legge la specificità monta del VCO

Aldo Reschigna
Aldo Reschigna

E’ legge la specificità montana del VCO. Oggi la Commissione regionale l’ha varata in sede legislativa. “E’ un passo molto importante”, commenta Aldo Reschigna.
Oggi la Prima Commissione regionale ha approvato in sede legislativa la legge che riconosce la specificità montana della Provincia del VCO, “in considerazione del suo territorio interamente montano e confinante con paesi stranieri”.
Con questo atto la Regione riconosce alla Provincia del VCO forme
particolari di autonomia che verranno definite nell’ambito della legge regionale che riordina funzioni e competenze delle Province e della Città metropolitana, in discussione nelle prossime settimane.
E’ un passo molto importante”, commenta il vicepresidente Aldo Reschigna, “che consegna al VCO opportunità interessanti, a partire dalla gestione del personale attuale, e nuove forme di autonomia che aiuteranno lo sviluppo delle sue potenzialità socio-economiche”.

Torino, 16 aprile 2015

La valle d’Ossola sede di sperimentazione con l’Europa per lo sviluppo delle aree interne. Oggi la giunta regionale ha approvato la delibera.

domodossolaLa Giunta regionale ha varato oggi la delibera che approva le aree del Piemonte su cui verrà condotta la sperimentazione di progetti di sviluppo locali cofinanziati dall’Unione europea.
Tra le 4 aree selezionate dal comitato governativo interessato e approvate oggi c’é la valle d’Ossola, che viene individuata come seconda area in Piemonte dopo quella delle valli Maria e Grana e prima delle altre due aree che si erano candidate. Nella parte della valle d’Ossola compresa nel progetto la sperimentazione pilota partirà il prossimo anno”, –  spiega Aldo Reschigna – “Il progetto sperimentale prevede un insieme di azioni volte a rafforzare servizi essenziali come la sanità, i trasporti, l’istruzione. Poiché da parte del ministero è garantito il finanziamento di almeno due aree in Piemonte, significa che per la parte di valle d’Ossola considerata c’è la certezza che questo diventi realtàE’ quindi un passo importante per il rilancio di una valle che ha pagato duramente la crisi economica di questi anni”.
L’area della Valle d’Ossola è stata scelta, dopo il sopralluogo compiuto dalla commissione nazionale lo scorso settembre, per la “sua buona visione di sviluppo che, in risposta alla deindustrializzazione in atto, persegue il riposizionamento economico e la diversificazione del modello produttivo locale in ottica sostenibile, integrando la dimensione industriale con quella rurale”.

Tagli agli uffici postali: tutto rinviato di due mesi

poste-buca-lettereI partecipanti all’incontro organizzato questa mattina a Palazzo Lascaris a Torino dall’Intergruppo del consiglio regionale Amici della Montagna è riuscito a strappare la sospensione di qualche settimana del piano che porterà a drastiche riduzioni del servizio anche nel Verbano Cusio Ossola con la chiusura di uffici postali.
Il vice presidente della Regione Aldo Reschigna ha assicurato che al più presto partirà il confronto: “Abbiamo proposto ai responsabili di Poste italiane di congelare piano di razionalizzazione e avviare nelle diverse province un tavolo di confronto, con il coordinamento della Regione Piemonte, per ridiscutere il piano in modo da arrivare a una soluzione che non penalizzi ulteriormente zone già di per sé disagiate. Ho riscontrato sensibilità e disponibilità nei vertici di Poste”.
“Nei prossimi giorni – spiega Antonio Ferrentino dell’intergruppo Amici della Montagna – convocheremo i tavoli provinciali per raccogliere le istanze delle comunità locali e insieme all’Uncem metteremo in piedi una proposta operativa da sottoporre all’attenzione di Poste Italiane”. L’obiettivo è quello di condividere con Poste un percorso di razionalizzazione che garantisca una continuità dei servizi nelle piccole realtà e non le esponga ulteriormente a rischio desertificazione.
Il sindaco di Verbania Silvia Marchionini, che ha partecipato all’incontro, commenta: “Il piano è sospeso, per ipotesi due mesi, in attesa che la Regione faccia una proposta complessiva. Reschigna ha parlato di indicare gli elementi irrinunciabili di un progetto provinciale, entro 10 giorni. Noi siamo favorevoli”. Marchionini ha anche ricordato le questioni aperte: “lo scadimento del servizio di recapito, lo spostamento delle lavorazioni da Verbania a Novara, che causerà la perdita di 15 posti di lavoro, e la proposta di un operatore polivalente negli uffici di montagna così da consentire i sei giorni di apertura o l’allestimento di uffici multiservizi”. Nel pomeriggio riunione in Provincia.