Archivi categoria: Enti Locali e montagna

Paralisi in consiglio regionale: la protesta di Aldo Reschigna

Anche oggi i lavori del Consiglio regionale non sono andati oltre le risposte alle interrogazioni e alle interpellanze. Quando è arrivato il momento di esaminare le nuove norme per la panificazione, l’assessore competente ha chiesto il rinvio in Commissione del provvedimento per un approfondimento.
Il disegno di legge dell’assessore Cirio non si poteva discutere per l’assenza in aula dell’assessore. Inevitabile la chiusura della seduta anzitempo. Ancora una volta il Consiglio regionale è stato paralizzato dalla incapacità della maggioranza di proporre provvedimenti da discutere.
Eppure temi caldi per la nostra Regione ci sono, dalla sanità ai problemi di bilancio, per citare i due principali. Ma il centrodestra è ormai bloccato da una evidente assenza di una proposta politica, e sta ledendo pesantemente la stessa dignità dell’istituzione Consiglio regionale.
Per questo non ho firmato all’uscita dell’aula. Una scelta annunciata che mi costerà una decurtazione dell’indennità. Ma ritengo inaccettabile questo modo di procedere, anzi di stare fermi. La legislatura ormai non ha più senso, come dimostra anche la storia degli ultimi Consigli. Uno scatto di orgoglio ne imporrebbe la chiusura.

Aldo Reschigna – Capogruppo Pd in consiglio regionale

 

 

Unione dei Comuni: avanti tutta

Il Partito Democratico del Vco esprime soddisfazione per l’esito del consiglio dell’Unione dei Comuni delle Valli dell’Ossola riunitosi lo scorso sabato ed apprezzamento per il lavoro sin qui portato avanti del Presidente Cattrini.
Sciolti, speriamo definitivamente, i cavilli burocratici che hanno accompagnato i primi mesi, è giunto il momento di lavorare intensamente per farsi trovare pronti all’appuntamento che segnerà l’inizio di una nuova pagina per i comuni sotto i tre mila abitanti. Infatti , dal prossimo 1° gennaio, questi comuni saranno obbligati, in ottemperanza della L. 1355/2012 art. 19, a gestire in unione otto delle nove funzioni fondamentali individuate dalla legge.
Sarà un lavoro delicato e complicato, ma fondamentale per poter rispondere alla richiesta di razionalizzazione che i cittadini domandano a gran voce da tempo.
Il Partito Democratico ha fin da subito sostenuto e promosso l’iniziativa dei propri amministratori, in tutta la realtà del Vco, pur consapevole della complessità di questa azione che si sovrappone sia alla ormai imminente chiusura della provincia sia alla trasformazione della Comunità Montana in, appunto, Unione montana.
Crediamo che sia compito di tutti gli amministratori e della politica locale agire per portare a compimento un progetto così ambizioso e importante, lasciando da parte le divisioni politiche anche quelle all’interno dei medesimi gruppi politici. Auspichiamo che le difficoltà e le divisioni presenti nel centro destra locale, non si trasformino in un ostacolo per la buona riuscita dell’Unione Montana.
Sappiamo che è fondamentale agire nel pieno rispetto delle leggi vigenti e tutti si adopereranno per farlo, ma è altrettanto doveroso fare in modo che, a partire dal prossimo primo gennaio, i cittadini residenti nei comuni dell’Unione non subiscano alcun contraccolpo per eventuali mancati servizi.
Per questo, auguriamo al Presidente, alla giunta e a tutti i consiglieri di proseguire nel lavoro sperando che, dopo Montescheno, anche altri comuni possano aggiungersi per rendere non solo più grande, ma più forte l’Unione ossolana.
Auspichiamo ancora che una condivisione politica estesa possa portare ad unioni forti ed aggreganti anche nel Verbano e nel Cusio, riconoscendo che in quest’ultima realtà un tentativo importante è stato avviato.

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO

Consuntivo di bilancio 2012 in regione: ombre su centinaia di milioni da Finpiemonte

L’esame del consuntivo 2012,  in Commissione bilancio di fronte all’assessore regionale Pichetto, ha permesso di far emergere alcune ombre presenti nel documento. Tra queste, la vicenda dei residui attivi, solo in parte cancellati.
Abbiamo chiesto chiarimenti su alcune centinaia di milioni di residui attivi che la Regione attende da FinPiemonte. Per questo, abbiamo chiesto una certificazione da parte del collegio dei revisori dei conti di FinPiemonte sui debiti a bilancio della società nei confronti della Regione. E abbiamo anche chiesto una riconciliazione tra debiti e crediti vantati dai due enti, l’uno nei confronti dell’altro.
E’ evidente che residui attivi di alcune centinaia di milioni, se non esigibili, appesantirebbero ancora il passivo già di per sé importante nei conti regionali. Ad esso andrebbe poi aggiunta la brutta abitudine presa dalla Giunta Cota di spostare sull’anno successivo una parte delle spese dell’anno in corso. Una abitudine che rischia di portare al default dei nostri conti già nel 2013.
Ancora una volta è toccato all’assessore Pichetto giustificare conti, quelli del 2012, su cui non ha alcuna responsabilità, dato che è stato nominato assessore da poco.
Del resto lui non è solo l’uomo forte della Giunta. E’ ormai diventato l’unico interlocutore e interprete delle politiche del centrodestra, visto che ancora una volta il presidente Cota non ha sentito la necessità di dire una sola parola sul deficit 2012. Ormai da mesi Cota non gioca alcun ruolo nella politica regionale, se non quello del ripetitore del mantra “tutto bene, tutto sotto controllo”, smentito ogni volta che si passa dalla parola ai fatti. Più che un presidente del Piemonte, sempre più un “desaparecido”

Dichiarazione di Aldo Reschigna, capogruppo Pd in consiglio regionale

Video della conferenza stampa di Borghi e Realacci per presentare la legge sui piccoli comuni

Pubblichiamo il video (cliccare qui per il link al video)  della conferenza stampa tenutasi ieri alla Camera dei Deputati in cui gli onorevoli Enrico Borghi ed Ermete Realacci, hanno presentato la proposta di legge per le “misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti nonché dei comuni compresi nelle aree naturali protette“.

Patto di stabilità “sterilizzato” per i piccoli comuni. Accolte le proposte dell’on. Borghi

Importante seduta, quella di ieri alla Camera, per i piccoli Comuni italiani. L’aula ha votato gli emendamenti, fra i quali quelli presentati anche dal deputato piemontese Enrico Borghi (capogruppo Pd in commissione ambiente e lavori pubblici) al testo di conversione del decreto sul pagamento dei debiti scaduti delle pubbliche amministrazioni, introducendo misure a favore dei piccoli Comuni e delle imprese. Nel complesso, è stata prevista la nuova definizione dei pagamenti dei debiti sostenuti dagli enti locali ed esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno (art.1), l’aumento degli spazi finanziari per tutti i comuni, e per i piccoli fino a 500 milioni di euro, per il pagamento di obbligazioni di parte capitale anche per il 2013 nell’ambito del patto verticale incentivato (art.1-bis), la modifica sul durc (art.6) , l’autenticazione gratuita dei segretari comunali delle sottoscrizioni degli atti di cessione dei crediti nei confronti delle pubbliche amministrazioni (art.8, comma 2) , il via libera alle procedure di acquisto a titolo oneroso di immobili o terreni effettuate per pubblica utilità (art.10-bi s).
Le modifiche ottenute –commenta l’on. Borghi- sono un salto di qualità nell’applicazione del patto di stabilità interno e rappresentano una boccata di ossigeno per le imprese. Ora occorre proseguire per modificare le regole del patto in senso premiante per le collettività, e soprattutto per ciò che concerne il patto di stabilità verticale occorre che la Regione Piemonte apra subito un tavolo di concertazione con le autonomie locali per suddividere gli spazi finanziari che ora si apriranno consentendo a tutti i piccoli Comuni di essere sgravati dal Patto di Stabilità per l’anno in corso.”.
Va ricordato, infatti, che con questa legge il Patto di Stabilità per i piccoli Comuni verrà sterilizzato per l’anno in corso. Il Partito Democratico è dell’opinione che vada definitivamente eliminato per i Comuni fino a 5.000 abitanti, e per questo sempre ieri in aula il Governo ha accolto un ordine del giorno del Pd con il quale si impegna il governo “ad assumere con urgenza un’iniziativa normativa volta a esentare i piccoli Comuni dal patto di stabilità interno e a disciplinare il loro concorso alla realizzazione degli strumenti di finanza pubblica mediante uno strumento più ragionevole e sostenibile, in considerazione delle loro dimensioni demografiche e capacità finanziarie e amministrative e del processo di riorganizzazione amministrativa già in atto”.

Comunali di Cesara: problema democratico, il Governo intervenga.

Il deputato democratico piemontese Enrico Borghi ha presentato una interrogazione urgente al Ministro dell’Interno on. Angelino Alfano nel quale si solleva la grave situazione venutasi a creare nel Comune di Cesara (Vb) a seguito della ricusazione per motivi formali decisamente discutibili delle due liste formate da cittadini residenti di Cesara, operazione che ha lasciato sul campo solo due liste composte da persone non
residenti nel centro cusiano, di cui una espressione del movimento dei “Pensionati” già pesantemente coinvolto nella vicenda delle firme false in occasione delle elezioni regionali del Piemonte del 2010 e l’altra addirittura di espressione neo-nazista.
Quello che sta accadendo a Cesara -osserva il deputato democratico- è un grave vulnus della democrazia, visto che le liste dei cittadini cesaresi erano state compilate sui moduli ufficiali forniti dalla pubblica amministrazione, e che a seguito di una cavillosa interpretazione di una norma mal fatta si rischia di lasciare come unica opzione per i residenti di Cesara la scelta tra due movimenti catapultati dall’esterno, senza alcun legame con la realtà locale e per di più legati da un lato a fatti di malcostume politico e amministrativo e dall’altro addirittura di esaltazione di ideologie antidemocratiche e razziste.
Chiedo che il ministero dell’interno metta immediatamente a fuoco la vicenda, e fornisca subito elementi per comprendere come sia possibile sanare questo grave vulnus democratico“.