Archivi categoria: Enti Locali e montagna

Si’ alle province montane di Sondrio e Belluno, no a quella del VCO. per il governo le regole fissate valgono solo per qualcuno.

 

Con decreto legge di oggi, il governo ha varato la mappa delle nuove Province italiane. Tra queste, oltre a quelle previste dalle regole fissate dallo stesso governo, ci sono anche le Province di Sondrio e Belluno, Province montane per cui è stata fatta una deroga.
Per il VCO, invece, nessuna deroga. Eppure a favore del mantenimento della Provincia del VCO si era espresso con chiarezza il Consiglio regionale, in considerazione della specificità del suo territorio e della sua storia.
Il governo non ne ha voluto sapere, ma ha applicato la deroga per Sondrio e Belluno, province montane tanto quanto il VCO.
E’ davvero uno strano paese il nostro: prima si fissano i criteri entro cui definire le nuove Province, poi si fanno le deroghe per qualcuno e non per altri nella stessa situazione, infischiandosene anche delle delibere del Consiglio regionale del Piemonte. In sostanza, si fa quel che si vuole.

dichiarazione di Aldo Reschigna,

 

Riforma Province: no a guerre tra territori, il futuro si costruisce solo tramite il confronto

È evidente che ogni qual volta si riorganizzano le rappresentanze amministrative dei territori si creano tensioni e lacerazioni.
Anche il Pd non ne è immune. A maggior ragione per il fatto che la riforma delle circoscrizioni provinciali sta avvenendo senza riferimenti chiari e certi sulle modalità di elezione, le competenze, le funzioni e i ruoli. Inoltre, siamo consapevoli come questo riordino apra il problema della presenza sui territori degli uffici statali periferici.
Il gruppo regionale del Partito Democratico, lasciando libertà di voto alla Consigliera Angela Motta, ha votato contro l’emendamento che prevedeva il mantenimento della Provincia di Asti, poiché non rientra nei parametri relativi al numero di abitanti e alla grandezza territoriale previsti nella deliberazione del Consiglio dei ministri. Il nostro voto non può essere letto come indifferenza e non considerazione della specificità e delle dinamiche di sistema che contraddistinguono anche il territorio astigiano come altre Province destinate all’accorpamento.
Ma, al tempo stesso, siamo consapevoli del fatto che ogni atto assunto al di fuori dei parametri di legge non potrà produrre alcun effetto concreto. Bisognava quindi scegliere tra battaglie di principio e scelte responsabili e realistiche. Ora, purtroppo, la palla passa al Governo senza che la Regione Piemonte sia stata capace di presentare una proposta di riordino coerente con i requisiti normativi nazionali.
Per questa ragione diventa, quindi, assai difficile che Governo e Parlamento possano prendere in considerazione quanto votato dal Consiglio regionale.
Detto ciò, non è utile a nessuno che su tali questioni si accendano guerre tra campanili, perché in tal modo non si fa che creare condizioni di incomunicabilità tra territori che dovranno stare insieme e il cui futuro comune dovrà essere costruito attraverso il confronto e non certo in base a rapporti di forza.
Siamo altresì convinti che gli uffici statali periferici non potranno essere tutti collocati nel capoluogo del nuovo ente provinciale in quanto ciò comporterebbe uno scompenso sul piano economico ed occupazionale a svantaggio delle Province incorporate e dei loro cittadini.
Occorrerà costruire accordi anche su questo aspetto, il che rende urgente e indispensabile affrontare questa nuova fase tramite un confronto serrato e costruttivo, perché questo e solo questo è lo strumento attraverso cui i nostri territori possono costruire il loro futuro.

Gianfranco MORGANDO
Segretario regionale PD Piemonte

Aldo RESCHIGNA
Presidente Gruppo Consiliare Regionale PD

Per la Lega Nord “specificità montana” a corrente alternata

In Consiglio Regionale la Lega Nord ha presentato un emendamento che, basandosi sull’art. 8 dello Statuto della Regione, chiede che sia assegnata alla nostra provincia la “specificità di territorio montano”, ed in forza di questa peculiarità dovremmo esser esclusi dalla riorganizzazione delle provincie piemontesi. 
Al termine di questo percorso di retroguardia ci sarebbe teoricamente poi la tanto agognata autonomia, già votata da tutti i comuni nei vari consigli lo scorso anno e portata in regione con sforzo unitario di tutti i rappresentanti del territorio.
Bisognerebbe chiedere a Cota, che mi sembra porti un fazzolettino verde nel taschino, che fine a fatto il progetto per il Vco? – afferma il segretario provinciale del Pd del VCO Antonella TrapaniInfatti non è la prima volta che si invoca la specificità oro geografica in cui viviamo come valore per ottenere trattamenti differenziati, che compensino i disagi ed i costi di vivere in luoghi periferici ed a alto costo di manutenzione
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Chiediamo però ai consiglieri De Magistris e Marinello perché questo concetto non vale per la sanità? Nella delibera regionale di agosto l’assessore Monferino ha specificato che il Piano di riorganizzazione della sanità si applica senza tenere conto delle particolarità oro geografiche dei territorio. Traduciamo VCO uguale a Torino!
Se come abbiamo letto su una nota stampa questa mattina la difesa della provincia e la conseguente difesa dei servizi si può ottenere solo richiamando la nostra particolare morfologia, – continua Antonella Trapani
le difficoltà del vivere in un territorio “ostile” ci fa pensare che il servizio sanitario sia qualcosa di cui possiamo fare a meno. Anche perché non abbiamo visto la Provincia del VCO e la sua giunta PDL-Lega all’attacco sui servizi sanitari e sociali che via via stanno diminuendo sul nostro territorio.
I richiami alla specificità montana non devono essere utilizzati a corrente alternata ma con coerenza e continuità.
Per difendere il personale, i servizi, le opportunità che questo territorio deve esigere non ci si difende sulle montagna ma si scende in pianura e si tratta con gli altri attori seduti al tavolo.
Questo ci aspettiamo dai rappresentati delle istituzioni e dell’attuale amministrazione provinciale: vogliamo partecipare alla riorganizzazione, vogliamo essere i protagonisti con pari dignità rispetto a Novara o Vercelli, e siamo convinti – conclude Antonella Trapaniche con il coinvolgimento diretto delle comunità locali sapremo darci un assetto istituzionale e amministrativo moderno ed efficiente che garantisca la nostra specificità montana
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Ufficio Stampa
Partito Democratico vco

Fallimento della regione Piemonte: le dichiarazioni dell’assessore Monferrino confermano i nostri timori. Cota si dimetta

L’affermazione dell’assessore Monferino ieri in Commissione, sul fallimento tecnico della Regione, pur nella sua drammaticità, non è per noi una novità. Ricordiamo bene il disinteresse con cui la Giunta ha accolto il nostro grido d’allarme lanciato da mesi sugli organi di informazione e nelle sedi istituzionali sul pessimo stato di salute dei conti regionali e sul fortissimo rischio che il 2013 possa rappresentare il punto di rottura dell’equilibrio economico del bilancio della Regione.
Siamo arrivati a questo perché in questi due anni e mezzo la Giunta regionale ha più guardato al passato che a formulare politiche strutturali di riforma della Regione, o a considerare quelle da noi proposte un anno fa.
Siamo arrivati a questo perché questa amministrazione ha elaborato un bilancio 2012 falso, e se ne occuperà la Corte dei conti, nell’assestamento di bilancio sposta sul 2013 volumi importanti di spesa sostenuta nel 2012 per oltre 400 milioni e perché il tema della spending review è stato affrontato con superficialità e banalità, anche se con un lauto compenso all’ennesimo consulente di Cota.
Questa Giunta non è all’altezza dei conti drammatici della Regione, e la problematicità dei conti sanitari resi noti da Monferino lo dimostra in tutta la sua evidenza: 60 milioni del deficit 2012 vengono spostati sul 2013; il disallineamento tra i conti regionali e quelli delle aziende sanitarie segna un altro rosso di 900 milioni, anche se questo è il frutto di molti anni.
Eppure finora si è provveduto rinviando i problemi invece di affrontarli. Il disavanzo 2010 è stato spalmato in tre anni; l’assestamento 2012 affronta il buco del 201, 485 milioni, coprendo solo 18 milioni e rinviando il resto fino al 2014. Paradossalmente, nella legge di bilancio 2013 lo stesso disavanzo 2011 viene spalmato fino al 2015. che confusione!
Ora i nodi stanno venendo al pettine. Per coprire il buco di 900 milioni, l’assessore Monferino propone la costituzione di un fondo chiuso immobiliare sul patrimonio regionale disponibile. Lo abbiamo chiesto due anni fa, finalmente ci arriviamo.
Meno brillante invece l’altro fondo immobiliare cui il centrodestra vorrebbe conferire gli ospedali, per il cui uso le aziende sanitarie dovrebbero pagare l’affitto. Per garantire la fruibilità degli ospedali, la Regione dovrebbe controllarne il 66%. Si parla di oltre 400 milioni, dove li trova Cota tutti questi soldi?
Non si può procedere su temi così delicati con tanta improvvisazione. Non si può soprattutto pensare di cavarsela solo con gli strumenti finanziari, senza arrivare a quello che chiediamo da tempo: una vera riforma della Struttura regionale, riorganizzando e alleggerendo il sistema di tutto ciò che non è indispensabile. Non sono solo parole: la prossima settimana presenteremo la nostra proposta di deliberazione sulla spending review, e sarà sicuramente più incisiva di quella della Giunta Cota.
Per adesso riproponiamo la nostra richiesta politica di cambiamento del governo regionale, perché non basta denunciare: chi ha “fallito” nel governo della Regione deve dare le dimissioni, caro presidente Cota.

Aldo Reschigna
capogruppo Pd in Regione Piemonte

Ufficio Stampa

Fusione dei comuni. Parola ai cittadini

L’incontro svoltosi a Viganella lunedì 8 ottobre, promosso dal Sindaco Colombo, ha avuto il merito di lanciare l’idea di un referendum per chiedere ai cittadini dei quattro comuni se sono oppure no d’accordo di procedere con la fusione di Antrona, Viganella, Seppiana e Montescheno. Insomma è forse giunto il momento di dar vita ad un unico comune della Valle Antrona.

Si tratta di un argomento delicato, ma che il particolare momento storico che stiamo vivendo ci obbliga a prendere in considerazione con maggiore concretezza la discussione che da tempo è in atto nei bar o nelle feste patronali. Sia il sindaco di Viganella che quello di Seppiana, sebbene appartengono a due formazioni politiche molto diverse, hanno accolto la proposta e si sono detti pronti a verificare la possibilità di ascoltare la voce dei loro cittadini, facendo coincidere, legge permettendo, la consultazione comunale alle elezioni politiche.
Crediamo che le osservazioni lette in questi giorni sui giornali locali del sindaco di Montescheno e quello di Antrona siano corrette e giustificate, ma il referendum serve proprio a superare queste preoccupazioni nel modo più democratico, chiedendo direttamente ai cittadini di esprimersi sul merito dell’accorpamento attraverso l’espressione del loro diritto di voto, e quindi di opinione.
Come Pd di Valle riteniamo che la fusione dei comuni sia non solo auspicabile, ma inevitabile, prima che altri prendano queste decisioni al nostro posto. Vogliamo una decisione consapevole che parta dal basso e non una legge nazionale di bilancio che prenda per noi questa decisione.
Speriamo che la richiesta del referendum sia accolta anche da quei sindaci e amministratori che, legittimamente, nutrono dei dubbi perché nessuno deve temere il giudizio dei propri cittadini e perché potrebbe succedere che, alla fine, il voto dia ragione loro.

Chiediamo in sintesi che i sindaci si attivino subito per verificare la possibilità di far coincidere le consultazioni e che all’incontro promosso da Viganella ne seguano altri. Dobbiamo entrare nel merito. I cittadini devono capire le reali differenze tra l’unione e l’accorpamento, quali saranno le ricadute sui servizi in un caso o nell’atro e che si mettano sul tavolo pregi e criticità.

Pd Valle Antrona.

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO
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skype: partito.democratico.vco
twitter: Democratici vco

La scommessa a cui siamo chiamati è la creazione dell’Ossola unita

Questa la soluzione che Enrico Borghi ieri sera a un incontro a Viganella con i sindaci della valle Antrona ha prospettato per la realtà ossolana.
“Il mondo è cambiato – dice Borghi – siamo in una nuova fase costituente in cui stiamo assumendo decisioni che entreranno profondamente nel destino delle giovani generazioni”
“Per questo – sostiene il sindaco di Vogogna – non dobbiamo spaventarci del mondo che cambia ma dobbiamo cogliere il senso della trasformazione della storia per evitare che ci colga impreparati e che ci travolga inesorabilmente.”
“ A livello nazionale come Anci stiamo portando avanti una trattativa con il governo perché possa restituire ai comuni tutto il gettito Imu, prima e seconda casa. Ma dobbiamo avere chiaro in testa che questo comporterebbe la fine dei trasferimenti statali a causa del fiscal compact che da un lato non ci permette più di aumentare il debito e la spesa corrente , dall’altro ci obbliga in 20 anni di arrivare al 60% di debito sul Pil”
In questa situazione politico – economica per Borghi la soluzione può essere solo una “ Gli amministratori comunali si devono prendere delle grosse responsabilità per avere più credibilità per fare le battaglie che il futuro ci riserverà. La responsabilità , in questo momento storico, è mettere in atto una riorganizzazione dei servizi finalizzata al mantenimento dei servizi oggi garantiti, anche in assenza di contributo statale. “
“La strada affinchè ciò sia possibile – sottolinea Borghi – è riuscire a stare tutti insieme. Un’Ossola unita che parli con un’unica voce per i suoi 68000 abitanti. Se riusciremo a fare questo saremo la seconda realtà della provincia di quadrante  “
Tutto questo ragionamento con una straordinaria opportunità alle porte “ Il governo italiano ha ribadito la nostra partecipazione ai fondi europei per la montagna 2014 – 2020 , gli addetti ai lavori sanno che la modalità con cui saranno distribuiti saranno i cosiddetti fondi integrati . Questo significa che noi dobbiamo scordarci di poter usufruire individualmente di fondi settoriali e per questo motivo dobbiamo imparare a stare in rete tra di noi, per costruire un vero e proprio piano industriale della pubblica amministrazione ossolana che da un lato mantenga i servizi e dall’altro liberi risorse per gli investimenti.”
Un nuovo richiamo alla necessità dell’essere uniti che non intacca l’autonomia e l’identità “ la battaglia sull’autonomia e sull’identità la abbiamo già vinta l’anno scorso con l’articolo 16 sui piccoli comuni. La riorganizzazione che abbiamo di fronte deve prendere esempio dalle realtà europee esistenti, come Francia o Svizzera, nelle quali una riorganizzazione dei servizi non ha pregiudicato il mantenimento dell’autonomia e dell’identità locali.”
Un intervento appassionato che chiude con un monito e un augurio “ le scelte che andremo a fare devono prescindere dalle diverse collocazioni politiche e dal destino delle singole persone. Dobbiamo pensare a cosa abbiamo in testa per i prossimi 20 anni per il nostro territorio. Stando insieme potremo aver accesso ai fondi di programmazione 2014 – 2020 e avere credibilità politica per fare delle battaglie, come quella dell’acqua e dell’energia, sulle quali nei prossimi anni si decideranno i futuri delle nostre genti. Questa è la scommessa che abbiamo di fronte.”

Enrico Borghi
vice Pres. Anci e Sindaco di Vogogna