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La Carta delle Autonomie: convegno a Verbania il 28 maggio

La Carta delle Autonomie, verso un nuovo assetto degli enti locali: è questo il titolo dell’incontro pubblico organizzato dal Partito democratico del VCO per lunedì 28 maggio alle ore 20.45 presso la sala Rosmini al “Il Chiostro” di Verbania. Potete scaricare cliccando qui il PDF dell’incontro.
Un  confronto sul tema della riforma degli enti locali con le forze del territorio al quale interverrà il senatore Mauro Marino componente della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Saranno presenti Antonella Trapani segretario provinciale PD, Enrico Borghi vicepresidente ANCI, Giuseppe Grieco capogruppo provinciale PD, Aldo Reschigna capogruppo regionale PD.

Info: Carta delle autonomie: il senato ha ripreso l’esame della riforma

La Commissione affari costituzionali del Senato ha ripreso, l’11 aprile scorso, l’esame del disegno di legge “Individuazione delle funzioni fondamentali di Province e Comuni, semplificazione dell’ordinamento regionale e degli enti locali, nonché delega al Governo in materia di trasferimento di funzioni amministrative, Carta delle autonomie locali. Riordino di enti ed organismi decentrati” già approvato dalla Camera dei deputati il 30 giugno 2010.

L’esame del testo di riforma della Carta delle Autonomie si era poi arenato per lungo tempo.

Riprende finalmente il suo iter con la presentazione di un testo organico di emendamenti al disegno di legge esitato dalla Camera da parte dei due relatori della Commissione, senatori Enzo Bianco (PD) e Andrea Pastore (PDL).

Gli emendamenti riguardano in particolare l’individuazione delle funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città Metropolitane.

Vediamo i punti principali.

FUNZIONI DEI COMUNI

Le funzioni fondamentali dei comuni sono:

a) organizzazione generale dell’amministrazione, gestione finanziaria e contabile e controllo;

b) organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di competenza comunale ivi compresi i servizi di trasporto pubblico;

c) coordinamento delle attività commerciali e dei pubblici esercizi, in coerenza con la programmazione regionale;

d) catasto, ad eccezione delle funzioni mantenute allo Stato dalla normativa vigente;

e) gestione dell’ambiente e del territorio, ivi compresa la pianificazione urbanistica ed edilizia, nonché la partecipazione alla pianificazione territoriale di livello sovracomunale;

f) attività, in ambito comunale, di pianificazione di protezione civile e di coordinamento dei primi soccorsi;

g) costruzione, gestione e manutenzione delle strade comunali, regolazione della circolazione stradale urbana e rurale;

h) progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociali ed erogazione delle relative prestazioni ai cittadini, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 118, quarto comma, della Costituzione;

i) edilizia scolastica, organizzazione e gestione dei servizi scolastici;

j) gestione dei beni e dei servizi culturali di cui il comune abbia la titolarità;

k) gestione dei beni demaniali e patrimoniali dell’ente;

l) promozione delle garanzie di accesso ai servizi pubblici e privati;

m) polizia municipale e polizia amministrativa locale;

n) tenuta dei registri dello stato civile e di popolazione e compiti in materia di servizi anagrafici nonché in materia di servizi elettorali e statistici, nell’esercizio delle funzioni di competenza statale.

 FUNZIONI DELLE PROVINCE

Le funzioni fondamentali delle province quali enti con funzioni di area vasta sono:

a) tutela e valorizzazione dell’ambiente, per gli aspetti di competenza, ivi compresa la tutela e la gestione del patrimonio ittico e venatorio;

b) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento nonché, nell’ambito dei piani nazionale e regionali di protezione civile, attività di previsione, prevenzione e pianificazione d’emergenza in materia;

c) pianificazione dei trasporti e dei bacini di traffico e programmazione dei servizi di trasporto pubblico locale, nonché funzioni di autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato in ambito provinciale, in coerenza con la programmazione regionale;

d) costruzione, classificazione, gestione e manutenzione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente;

e) previsione, prevenzione e pianificazione d’emergenza in materia di protezione civile nell’ambito dei piani nazionali e regionali;

f) cooperazione, anche mediante supporto tecnico-amministrativo, in favore dei comuni.

DIVIETO DI ATTRIBUZIONE DELLE FUNZIONI AD ALTRI ENTI

Le funzioni fondamentali e le funzioni amministrative conferite ai comuni, alle province e alla città metropolitane non possono essere attribuite ed esercitate ad enti, società o agenzie statali, regionali e di enti locali.

L’esercizio delle funzioni fondamentali è obbligatorio per l’ente titolare.

OBBLIGO DI ESERCITARE LE FUNZIONI IN FORMA ASSOCIATA

Le funzioni fondamentali dei comuni sono obbligatoriamente esercitate in forma associata da parte dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, ovvero fino a 3.000 abitanti qualora appartengano o siano appartenuti a comunità montane.

Le province con popolazione inferiore a 300.000 abitanti, e nelle zone prevalentemente montane con popolazione inferiore a 200.000 abitanti, esercitano obbligatoriamente in forma associata tramite convenzione con una o più province limitrofe della medesima Regione e anche se di popolazione superiore le funzioni fondamentali attribuite.

 DELEGA AL GOVERNO

Il Governo è delegato ad adottare, entro diciotto mesi, uno o più decreti legislativi, aventi ad oggetto:

a) l’individuazione e il trasferimento delle restanti funzioni amministrative esercitate dallo Stato o da enti pubblici nazionali che sono attribuite, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, a comuni, province, città metropolitane e regioni;

b) l’eliminazione delle duplicazioni organizzative e funzionali attraverso il trasferimento, la riallocazione o l’unificazione delle funzioni e delle strutture esistenti ad un unico livello di governo sulla base di criteri di economicità, omogeneità, complementarietà e organicità;

c) l’individuazione delle funzioni che rimangono attribuite allo Stato.

Nell’esercizio della delega, il Governo si attiene ai seguenti principi e criteri direttivi:

a) conferire, ai sensi dell’articolo 118 della Costituzione, al livello diverso da quello comunale soltanto le funzioni di cui occorra assicurare l’unitarietà di esercizio, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, anche in considerazione del numero degli abitanti e della natura montana o isolana dell’ente;

b) conferire alle province esclusivamente funzioni di area vasta;

c) prevedere che tutte le funzioni amministrative residuali siano di competenza del comune;

d) favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli o associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, ai sensi dell’articolo 118, quarto comma, della Costituzione.

Le regioni, sulla base di accordi stipulati in sede di Consiglio delle autonomie locali o in altra sede di concertazione prevista dai rispettivi ordinamenti:

a) conferiscono le funzioni amministrative e le relative risorse umane, finanziarie e strumentali in modo organico a comuni, province e città metropolitane al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni di competenze;

b) conferiscono agli enti locali, nelle materie di propria competenza legislativa, ai sensi dell’articolo 117, commi terzo e quarto, della Costituzione, le funzioni ad esse trasferite dallo Stato che non richiedono di essere esercitate unitariamente a livello regionale in attuazione dell’articolo 118 della Costituzione;

c) conferiscono agli enti locali le funzioni amministrative esercitate dalla regione, che non richiedono l’unitario esercizio a livello regionale;

d) conferiscono alle province, in particolare, esclusivamente funzioni di area vasta;

SOPPRESSIONE ENTI

Anche ai fini del coordinamento della finanza pubblica, in attuazione dell’articolo 118 della Costituzione, lo Stato e le Regioni, nell’ambito della rispettiva competenza legislativa, provvedono all’accorpamento o alla soppressione degli enti, agenzie od organismi, comunque denominati, non espressamente ritenuti come necessari all’adempimento delle funzioni istituzionali, e alla unificazione di quelli che esercitano funzioni che si prestano ad essere meglio esercitate in forma unitaria.

Lo Stato e le Regioni provvedono altresì ad individuare le funzioni degli enti agenzie od organismi in tutto o in parte coincidenti con quelle assegnate agli enti territoriali, riallocando contestualmente le stesse agli enti locali, secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza.

 TERZO MANDATO PER I SINDACI DEI PICCOLI COMUNI

Viene prevista la possibilità di tre mandati consecutivi, anziché due per chi ha ricoperto la carica di sindaco di comune con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti.

RIFORMA DELLE PROVINCE

Le Province vengono espressamente individuate come enti con funzioni esclusivamente di area vasta.

Rispetto alle funzioni fondamentali già individuate dall’art. 21 della Legge delega sul federalismo fiscale (Legge 42/2009) non vengono più ribadite le funzioni di istruzione pubblica, ivi compresa l’edilizia scolastica e le funzioni nel campo dello sviluppo economico relative ai servizi del mercato del lavoro, che per loro natura richiederebbero una gestione a livello sovracomunale.

Rispetto alla riforma Monti, che assegnerebbe alle Province “esclusivamente le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale” è evidente che il testo proposto appare molto più aderente alle previsioni del titolo V della Costituzione.

Per questo si prevede l’abrogazione delle norme contenute nel decreto “Salva Italia”, relative allo svuotamento delle funzioni attribuite alle Province (commi 14, 18, 19 e 21 dell’articolo 23 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214).

Certamente apprezzabili le disposizioni che impongono che le funzioni fondamentali e le funzioni amministrative conferite ai comuni, alle province e alla città metropolitane non possono essere attribuite ed esercitate ad enti, società o agenzie statali, regionali e di enti locali nonché la soppressione di enti ed organismi vari che oggi svolgono in tutto o in parte dette funzioni.

Nulla viene detto sul sistema elettorale per le Province.

Si rinvia evidentemente all’esame del testo del disegno di legge approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2012, su proposta del Ministro dell’Interno, che disciplina le modalità di elezione di secondo grado dei Consigli provinciali e dei Presidenti della Provincia.

Tale disegno di legge prevede un nuovo “modello elettorale provinciale” di tipo proporzionale, fra liste concorrenti, senza la previsione di soglie di sbarramento e di premi di maggioranza così caratterizzato:

a. elezione contestuale del Consiglio provinciale e del suo Presidente;

b. elettorato passivo riservato ai Sindaci e consiglieri in carica al momento della presentazione delle liste e della proclamazione;

c. ciascuna candidatura alla carica di Presidente della Provincia è collegata a una lista di candidati al Consiglio provinciale;

d. i votanti possono esprimere fino a due preferenze: se decidono di esprimere la seconda preferenza, una delle due deve riguardare un candidato del Comune capoluogo o di sesso diverso da quello a cui è destinata la prima preferenza;

e. è proclamato Presidente della Provincia il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità si prevede il ballottaggio. In caso di ulteriore parità è eletto il più anziano d’età;

f. Le cariche di Presidente e Consigliere provinciale sono compatibili con quelle di Sindaco e Consigliere comunale;

g. È vietato il cumulo degli emolumenti.

Rinviamo ai precedenti interventi sull’argomento le valutazioni fortemente critiche su tale proposto di riforma.

Richiamiamo soltanto alcuni passaggi del parere dell’UPI, che ci appaiono pienamente condivisibili, espresso in Conferenza Unificata il 4 aprile 2012:

“Il sistema elettorale rappresenta il cuore del legame tra le istituzioni territoriali e le loro comunità. Nel nostro sistema costituzionale le leggi elettorali sono rimesse alla legislazione ordinaria ai fine di consentire la possibilità di adeguamenti nel tempo che tengano conto dell’evoluzione democratica del Paese. Ma è un dato certo che la democrazia locale è l’espressione, la più alta, dell’autonomia dell’ente che è stata riconosciuta a più riprese dalla Costituzione e dalla Carta europea delle autonomie locali.

Il principio autonomista implica il principio democratico e ciò richiede che il popolo deve avere una rappresentanza che emerga da elezioni generali, dirette, libere, uguali e segrete e che la rappresentanza abbia una consistenza tale da conseguire due risultati: in primo luogo, l’espressione del pluralismo politico, compatibilmente con la governabilità; in secondo luogo, la capacità di indirizzo e controllo da parte della rappresentanza medesima sull’ente.

La scelta di eleggere i consigli provinciali attraverso un elezione di secondo grado, come organi di espressione degli amministratori comunali, priva i cittadini del territorio provinciale del diritto di eleggere e controllare direttamente un ente peraltro previsto dalla Costituzione come elemento costitutivo della Repubblica.

Per questi motivi, l’UPI ribadisce la necessita di prevedere comunque una elezione diretta degli organi di governo della Provincia, che hanno la funzione di rappresentare comunità provinciale nel Paese.

La soluzione adottata nel ddl al contrario non riesce a dare una risposta equilibrata alle esigenze di rappresentanza di tutto il territorio provinciale che oggi hanno un punto di riferimento nel sistema elettorale provinciale basato su collegi territoriali, né riesce a tenere conto in modo adeguato della rappresentanza delle diverse forze politiche nei territori e dei necessari equilibri fra maggioranze e minoranze”.

La discussione avviata in Parlamento è auspicabile in ogni caso che riesca a superare e modificare radicalmente i contenuti di un provvedimento affrettato, confuso, dettato esclusivamente dalla necessità di offrire al dibattito mediatico quel “taglio” tanto invocato, ma purtroppo altrettanto poco ponderato, da chi, cavalcando le indubbie e gravissime difficoltà del nostro sistema politico ed economico, propone soluzioni devastanti per l’intero assetto costituzionale dello Stato ed in particolare per le Autonomie Locali, che andrebbero al contrario rafforzate e tutelate nell’erogazione dei servizi essenziali, in quanto oggi, molto più che il ritorno al centralismo, da sole possono riuscire a tentare di interpretare e gestire le aspettative e i bisogni dei cittadini.

Qui il testo del disegno di legge

Qui gli emendamenti presentati 

Fondo per la montagna: dalla Regione segnali preoccupanti

Ieri il Consiglio regionale del Piemonte ha bocciato un emendamento che rifinanziava per il 2012 il fondo regionale per le aree montane e che avrebbe dato un po’ di respiro a tutti i comuni montani.
Dopo quest’ennesimo taglio non si capisce quale sia il disegno complessivo della Regione o, meglio, ci sembra che l’unico intento sia quello di voler distruggere tutto per asfissia, senza indicare ciò che si vuole costruire.
Più volte il Pd del Vco ha chiesto che ci si confrontasse su quale assetto la giunta regionale e la sua maggioranza vorrebbe costruire per il futuro amministrativo del Piemonte e della nostra provincia. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta ma solo segnali contradditori su trasporti, sanità, ambiente.
Alcune amministrazioni, pressate politicamente, spingono verso la ricostruzione di mini unioni di comuni che, visti i tempi che corrono, non avranno nemmeno gli occhi per piangere. Le stesse, però, dovrebbero addirittura trovare i fondi per gestire i servizi sociali, visto che il Governatore Cota ha più volte affermato che non è una funzione della Regione, ma dei comuni e quindi: si arrangi chi può!
Come sempre accade, chi più soffrirà di questi tagli, saranno le aree più marginali, più lontane, le più piccole, le più deboli e nelle quali l’erogazione dei servizi diventa oggettivamente più costosa.
Il Pd ha sollevato con insistenza il tema del riordino degli enti locali, senza posizioni di difesa assoluto dello stato attuale delle cose, ma l’unica osservazione che oggi possiamo fare è che la regione intende affossare le comunità montane senza immaginare una collaborazione tra i comuni. Per l’ennesima volta il presidente Cota abdica alle sue responsabilità di governo e scarica sui comuni i problemi di cassa della regione. Un po’ come avviene per la sanità: che i territorio trovino la soluzione e mentre sono impegnati, a litigare i fondi diminuiscono.
Nessuna riforma, solo tagli. Ecco, in sintesi, il lavoro di Cota.

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO

Vco servzi, quale futuro? E sgarbo istituzionale di Zacchera al neo sindaco Mellano

Ieri pomeriggio si è svolta l’assemblea dei soci di Vco Servizi, società nata dallo scorporo della vecchia Conser Vco al fine di consentirne la fusione per incorporazione con Valle Ossola spa. Tale società oggi ha l’unico scopo di controllare le quote di Vco Trasporti e di un pacchetto di quote di Saia spa.
Al momento attuale è una scatola vuota. I soci, le amministrazioni comunali del verbano e del cusio, si interrogano sul possibile futuro di questa società: dare alla stessa una serie di servizi e compiti intercomunali o, laddove non lo si ritenga utile o possibile, avviare il processo di liquidazione?
Di fronte a questo scenario, il neo sindaco Adelaide Mellano ha chiesto, telefonicamente, al sindaco di Verbania di rimandare di qualche giorno l’assemblea per dar modo alla nuova amministrazione omegnese di organizzarsi e di prendere visione della questione. Un atto di cortesia istituzionale fra i due maggiori soci della società stessa.
La risposta negativa del sindaco di Verbania Marco Zacchera, dovuta alla necessità sembra impellente di nominare il nuovo amministratore, ha determinato la decisione di molti sindaci di non presentarsi all’assemblea. Riteniamo che al di là del nome individuato e presumiamo eletto, sarebbe stato necessario fare una valutazione, come scritto, sul futuro della società sulla base del quale poi individuare la persona con le competenze necessarie per centrare gli obbiettivi dati dai soci.
Ci chiediamo, quindi, qual è l’idea del comune di Verbania relativamente a questa società, atto dovuto proprio perché socio di maggioranza relativa.

Ufficio stampa
PD VCO

In Comunità Montana ossola polemiche strumentali del centro destra.

Ieri sera si è scritta una brutta pagina della breve vita della Comunità Montana delle Valli dell’Ossola.
L’odg del consiglio prevedeva deliberazioni importanti quali il bilancio di previsione, in cui tra l’altro viene riconfermato lo stanziamento per i servizi sociali di 180 mila euro, e la disponibilità dello stesso ente a farsi carico, per i comuni che lo richiedessero, della gestione dei servizi socio assistenziali.
Al primo punto, tuttavia, era stato inserito e richiesto dal presidente del Consiglio Gian Mauro Bertoia di richiedere, attraverso una nuova votazione, la sua conferma alla presidenza dell’organo rappresentativo in quanto nell’ultimo consiglio del mese di dicembre, era stato eletto con 16 voti anziché con i 20 richiesti dallo statuto. La delibera non era stata né allora, né tanto meno successivamente impugnata da nessun consigliere di minoranza.
Lo scrupolo del Presidente Bertoia, al quale esprimiamo tutta la nostra solidarietà e fiducia, e il suo rispetto per le Istituzioni ha prestato il fianco a coloro che, in barba a qualsiasi senso di responsabilità, lavorano al solo scopo di rompere l’unione amministrativa dell’Ossola costruita con tanta fatica in questi anni.
La maggioranza, nonostante il parere favorevole del segretario il quale ha dichiarato la legittimità della delibera e lo stesso odg del consiglio medesimo firmato dal Presidente Berotia, ha preferito, onde evitare ulteriori strumentalizzazioni, rinviare il consiglio a lunedì prossimo.
E’ chiaro che ci sono amministratori che lavorano per disaggregare e riportare le lancette dell’orologio indietro di cinque anni smembrando la nuova comunità montana e ridando vita a cinque unioni dei comuni, coincidenti con le vecchie comunità montane. Una politica miope che anziché guardare al generale si rifugia nell’ombelico e nel particolare al solo scopo di garantire rendite di posizioni altrimenti a rischio e non capendo che alcune di quelle vecchie realtà in futuro, a causa del mancato trasferimento dei fondi nazionale e regionali previsti per le vecchie comunità montane, non beneficerebbero più di alcun finanziamento.
Il gruppo di Ossola Unita è convinto sempre di più che si dovrebbe procedere nell’opera di rafforzamento dell’organo unitario delle amministrazioni ossolane non per andare contro qualcuno, ma per il bene del nostro territorio e dei cittadini che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare.

Ad Omegna Aide Mellano vince al primo turno. Ottimo il risultato della lista del PD

Ottimo rislutato del centro sinistra ad Omegna. Aide Mellano candidato del Pd è stata eletta al primo turno con oltre il 54% dei voti. Il Partito Democratico è di gran lunga il primo partito cittadino con oltre il 31% dei voti. Primo degli eletti del PD è Gianni Desanti con 166 preferenze. In consiglio per il PD anche due giovani democratici, Alessandra Gebbia e Alessandro Buzio.
Di seguito i risultati dei 17 seggi.
Candidati a sindaco
Franzosi 287 (3,92%);
Bisoglio 904 (12,33%);
Mellano 3997 (54,54%);
Masoero 237 (3,23%);
Tomatis 1904 (25,98%).

Di seguito i risultati per le liste:

UDC 79 (1,28%)
Futuro e Libertà 125 (2,02%)

Lega Nord 488 (7,89%)
Omegna città della gente 107 (1,73%)
Ottimismo e Buonsenso 118 (1,91%)

IDV 216 (3,49%)
Noi ci siamo per Omegna 542 (8,76%)
Rifondazione Comunista 689 (11,13%)
PD 1926 (31,12%)

Partito delle Aziende 179 (2,89%)

Moderati per Omegna 282 (4,56%)
Omegna nel cuore 361 (5,83%)
PDL 1076 (17,39%)

Questa la composizione del nuovo consiglio comunale. Maggioranza( 10 consiglieri pià il sindaco)
Partito Democratico: Aide Mellano, Alessandro Buzio, Alessandra Gebbia, Rosa Rita Varallo, Francesco Pesce, Giancarlo Ricca, Gianni De Santi ed Rosario Oliveri

Federazione della Sinistra: Scatamacchia e Matella

Noi Ci Siamo per Omegna: Cavigioli

Minoranza: 6

Pdl: Tomatis, Songa e Lapidari

Omegna Nel Cuore: De Riu

Tutti i paritcolari del voto cliccando qui

Zacchera allo sbando. La Lega Nord lo attacca sul bilancio 2012

Che la maggioranza di centro destra sia davvero allo sbando, con una navigazione a vista e senza nessuna programmazione è del tutto evidente. E moltissimi sono stati i segnali in questi ultimi mesi, l’ultimo due giorni fa con le dimissioni poi rientrate, dell’assessore al bilancio Calderoni.
Che però la nave scricchioli lo si capisce dall’attacco diretto che il principale alleato del PDL di Zacchera, la Lega Nord, ha effettuato nelle scorse ore, e non su una piccola questione ma sull’atto principale della vita amministrativa di una città e cioè il bilancio.
L’accusa dei consiglieri comunali della Lega Nord a Zacchera è di aver presentato il bilancio 2012 ai media prima ancora di averlo sottoposto alla maggioranza, ed affermano «non troviamo giusto che il bilancio sia finito sui giornali senza un serio vaglio nella commissione bilancio o in una riunione di tutti i gruppi che sostengono questa amministrazione».
Un’accusa davvero imbarazzante, che segnala come il bilancio 2012 per la nostra città non sia opera di un lavoro approfondito e condiviso, ma un atto fatto da pochi e condiviso con quasi nessuno.
Un modo di operare che rivela la debolezza di Zacchera che ha avuto paura ad illustrare il bilancio ai propri consiglieri, e presentandolo alla stampa li ha messi di fronte al fatto compiuto, come una sorta di prendere o lasciare.
Oltretutto una scelta che azzera le false proposte di Zacchera di voler collaborare con l’opposizione, visto che il documento è stato presentato senza passare appunto dalla commissione competente
Nei giorni prossimi analizzeremo i contenuti del bilancio, ma se queste son le premesse nulla di buono si profila all’orizzonte.
Comunicato stampa
Corrado De Ambrogi
coordinatore circolo Verbania