Che i tagli della manovra finanziaria fossero a senso unico (colpire lo stato socale, i servizi ai cittadini ed il comparto pubblico) lo hanno oramai capito tutti.
Lo scontro politico all’interno del centro destra omegnese, scoppiato in queste ore, ne è un esempio. Arrivano da Roma i tagli ai comuni e ad Omegna si ipotizza la chiusura di un asilo. Da qui il litigio nel centro destra che riportiamo.
"Frizioni in seno alla maggioranza omegnese. La proposta di delibera, presentata nella giunta di mercoledì, da parte dell’assessore al bilancio Bisoglio e dall’assessore all’istruzione Comazzi relativa alla chiusura di uno dei tre asili nido cittadini ha provocato la reazione da parte del Pdl. Il coordinamento omegnese ha diffuso un comunicato interno, che sarebbe dovuto rimanere circoscritto ma che per strani motivi è arrivato anche ai media, nel quale si dichiara assolutamente contrario sia all’ipotesi di chiusura di un plesso sia alla riduzione del numero di utenti.
“Riteniamo che l’amministrazione comunale- si legge nel documento- sopratutto in questo momento di crisi socio-economica- debba compiere tutti gli sforzi possibili per garantire il mantenimento degli attuali standard di servizio in merito agli asili nido”
Da qui l’invito ai due assessori affinché agiscano alla ricerca di risorse e/o "tagli" da effettuare su altri capitoli per reperire i circa 65.000 euro che non sono stati programmati in fase di stesura di bilancio e che oggi vengono a mancare x coprire questo servizio.
Riteniamo politicamente grave – proseguono gli azzurri – che in fase di discussione di bilancio nessuno abbia fatto cenno al fatto che si andava velocemente verso ad una cosi grave scelta di natura politico amministrativa, la quale deve riguardare tutta la maggioranza e non solo qualche assessore.Ad ogni buon conto abbiamo dato mandato ai rappresentanti in Giunta del PdL , di esprimere parere contrario a questa delibera qualora venisse portata in votazione” La risposta è affidata all’assessore Bisoglio. “ In primis si tratta solamente di una proposta in fase di discussione e poi vorrei ricordare che dobbiamo fare i conti con il patto di stabilità, che prevede vincoli ancora più restrittivi.
Nel 2011 questa razionalizzazione sarà dovuta: voglio comunque ricordare che Verbania ha due soli asili e che il costo pro capite di ogni bambino iscritto agli asili omegnesi è di 6mila135 euro, per più di 500mila euro complessivi. Una cifra decisamente sostenuta…”
(dal sito di TeleVCO)
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Taglio delle province: VCO cancellato?
In una sola settimana la maggioranza di centrodestra che governa l’Italia è riuscita ad esprimere quanto segue circa il taglio delle province, diventate ingiustamente emblema dei costi della politica:
1) Decreto anticrisi
Abolizione delle province con meno di 220.000 abitanti, deroghe per quelle confinanti con stati esteri o appartenenti a regioni a statuto speciale: in Piemonte VCO salvo, Biella e Vercelli cancellate.
2) Proposta del presidente leghista di Biella e condivisa (a Porta a Porta) dal presidente leghista della Regione Piemonte Cota: riunire sotto la provincia di Novara le quattro province del Piemonte nord-orientale (Novara, Vercelli, Biella, VCO). Appare strana questa inversione di tendenza da parte dei leghisti che prima delle elezioni chiedevano autonomia per il VCO ed ora propongono di tornare alla situazione esistente nel 1927. 3) Il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera Donato Bruno (PDL – Puglia)propone di usare la carta delle autonomie per cancellare tutte le province con popolazione inferiore a 200.000 abitanti, salvando quelle siciliane e sarde perché autonome e, di fatto, spianando la strada alla proposta leghista di cui sopra.
MORALE: delle nove province da tagliare (su 110 totali) tre sono in Piemonte VCO, Biella, Vercelli.
Il gruppo provinciale del PD chiede al Presidente Nobili di adoperarsi, anche nella veste di presidente dell’ Unione delle Province Piemontesi, affinché sia evidenziato il ruolo delle province, soprattutto di quelle, come il VCO, periferiche, demograficamente deboli, formate da molti comuni di piccole dimensioni e finanziariamente parsimoniose.
Chiediamo inoltre al Presidente Nobili di farsi portavoce, nelle sedi romane, di questo fondamentale concetto: l’importanza delle province non si misura in proporzione al numero degli abitanti ma soprattutto in relazione alla vastità ed alla complessità del territorio.
Se prendesse piede questa sciagurata ipotesi i piccoli comuni del VCO avrebbero difficoltà a gestire molte iniziative, i risparmi sarebbero pressoché nulli, continuerebbero ad esistere tutti gli enti in cui si annidano le cause del debito pubblico: due camere formate da 1.000 persone, 20 regioni di cui alcune con popolazione inferiore a quella delle province che si vorrebbe abolire, le province metropolitane e tutte quelle, anche più piccole del VCO (sarde e siciliane) che sono situate in regioni a statuto speciale.
Sarebbe una bella conquista per il nord e per la montagna!
Per il Gruppo del Partito Democratico in Provincia
Il capogruppo
Giuseppe Grieco
CHE FINE HA FATTO IL VICEPRESIDENTE ROSSO?
Che fine ha fatto il vicepresidente della giunta regionale Roberto Rosso?
Da quando, durante la due giorni di Consiglio che ha varato bilancio e finanziaria, è brillato per la sua assenza in aula e la sua presenza a Montecitorio, ci aspettavamo un segnale del suo interesse per il Piemonte e per l’importante funzione istituzionale che ricopre. Invece niente.
Deve essere un lavoro molto sotterraneo quello che svolge, da assessore al lavoro, perché in questi giorni, nonostante la manovra economica nazionale e i continui segnali negativi sul fronte occupazione, non lo abbiamo visto molto presente. {mosimage} La speranza è che sia impegnato a scrivere la lettera di dimissioni, in modo da risolvere l’incompatibilità, come gli avevamo consigliato. E che lo stesso stiano facendo il presidente Cota, troppo occupato in trasmissioni televisive a difendere la manovra in quanto deputato, e il consigliere Buonanno.
Ma cosa succederebbe se le dimissioni di Rosso non fossero dalla Camera, cui appare molto affezionato, ma dall’incarico di vicepresidente assunto meno di due mesi fa? Credo che il presidente
Cota si renda conto che un rimpasto di Giunta, così in fretta e per un ruolo così importante, non sarebbe un buon segnale per il Piemonte e certificherebbe la sua debolezza nella formazione di un governo
regionale incapace di reggere per due mesi.
Aldo ReschignaUfficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico
SI DIMETTE L’ASSESSORE PRETI a VERBANIA. PERCHE’?
l’assessore lascia i Lavori Pubblici perchédiventerà, tra un mese, consigliere di Saia. Le motivazioni di queste dimissioni non convincono proprio nessuno, ma confidiamo di poter capire meglio tra qualche settimana.
l’assessore ai Lavori Pubblici, Preti, s’è dimesso dall’incarico nella giornata dl 1 giugno. Annuncio in mattinata, dichiarazioni di circostanza prima di mezzogiorno, breve e anodino comunicato-stampa del Comune, fulmineo decreto del sindaco nel primo pomeriggio con l’assegnazione delle deleghe di Preti al vicesindaco leghista Pella. Una manciata di ore e tutto viene archiviato. Caso chiuso e sigillato. Eppure il povero assessore di Brovello Carpugnino, era stato chiamato con grande enfasi un annetto fa da Zacchera come “tecnico esterno” a reggere uno degli assessorati considerati più difficili e delicati. Eh no, caso chiuso mica tanto. Queste dimissioni non convincono proprio per nulla. In primis, le motivazioni. Che sono davvero lunari. Preti si dimette perché il nuovissimo Consiglio di Amministrazione di ConSer Vco lo ha indicato – con curioso tempismo – come suo rappresentante nel (pletorico: sono 22 consiglieri) Consiglio di Amministrazione di Saia Spa, la holding pubblico/privata che fa un po’ da salotto buono della nostra politica locale. Attenzione: Preti non è ancora consigliere di amministrazione di Saia. Lo diventerà nel corso della prossima assemblea della Società (verosimilmente a fine giugno), quando saranno nominati Presidente e amministratori di Saia per il triennio 2010-2012.
Le cariche di consigliere di Saia e di assessore comunale non sono incompatibili (il Comune non è azionista di Saia). E infatti veniamo a sapere dai giornali (“La Stampa”, 2 giugno) che, mentre Preti lascia immediatamente l’assessorato a Verbania perché diventerà tra un mese uno dei 22 amministratori di Saia, il leghista Airoldi – “lanciatissimo per la Presidenza di Saia” – si accinge a diventare………assessore a Verbania. E lo diventerebbe lasciando il posto di assessore provinciale, quello sì incompatibile con la Presidenza di Saia perché la Provincia della Società “salotto buono” è azionista. Preti si dimette da assessore per non cumulare le due cariche e Airoldi diventa assessore proprio per poter cumulare le due cariche! La Stampa docet. Ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate, se il senso del ridicolo non ci avesse da tempo ormai abbandonato. A meno che una sdegnata rettifica non smentisca il giornalone di Torino. Difficile, difficile, difficile……
A non voler passare per beoti, una domanda almeno dobbiamo farcela: perchéun secondo dopo essere stato indicato dall’azionista ConSer Vco nel CdA di Saia, Preti si dimette e lascia un assessorato così delicato per il quale il sindaco era andato a cercar con il lanternino la persona giusta addirittura fuori Verbania? Preti si dimette in un batter di ciglia e senza nessuna ragione convincente. Anzi, La Stampa ci svela la totale inconsistenza della ragione addotta.
Da tempo in Comune si sussurrava della qualità dei rapporti tra sindaco e assessore; e nelle ore immediatamente seguenti le dimissioni i boatos si sono intensificati. Sembra proprio che si sia approfittato della prima, inconsistente occasione (come dire: un pretesto?) per dare corso a un gesto che non poteva più essere differito. Perché? Chissà che le prossime settimane non ci aiutino a capire meglio le ragioni, quelle vere, di questa fulminea giubilazione.
ARticolo tratto da VERBANIASETTANTA è un foglio virtuale di informazione prodotto da Claudio Zanotti, consigliere comunale di Verbania. All’indirizzo info@verbaniasettanta.it possono essere inviati contributi, riflessioni, testi, nuovi indirizzi di posta elettronica. Gli arretrati possono essere letti su: http://file.webalice.it – username: verbaniasettanta – password: Verbania
Aldo Reschigna Presidente del gruppo PD in regione
"Una bella soddisfazione per il nostro territorio ". È con queste parole che il segreterio dal PD provinciale Lilliana Graziobelli ha commentato la nomina di Aldo Reschigna a Presidente del gruppo del Pd in consiglio regionale. "Un giusto riconoscimento all’impegno e alle capacità che Aldo reschigna ha messo in campo in quetsi anni".
"La nostra sarà una opposizione senza aggettivi – ha dichiarato Aldo Reschigna – svolgeremo fino in fondo il nostro ruolo di controllo dell’operato della giunta regionale e della maggioranza in consiglio regionale". Ma non rinunceremo, anche grazie al nuovo regolamento che entra in vigore – ha aggiunto – a sfidare la maggioranza sui contenuti del governo regionale. Non ci schiereremo cioé solo contro, ma rilanceremo le nostre proposte alternative di fronte ai problemi del Piemonte".
Prima promessa non mantenuta: niente assessore per il Vco.
l’avevano detto più volte in campagna elettorale.
Lo hanno dichiarato i vari esponenti locali del centro destra, il neo consigliere Valerio Cattaneo in testa, l’aveva assicurato anche il neo eletto presidente Cota.
Il VCO avrà un assessore nella nuova giunta.
Così non è stato – e sarà contento Luigi Songa – : nella giunta presentata poche ore fa dal presidente Cota nessuno del Vco è presente.
Il centro destra ancora una volta dimostra la distanza siderale tra quanto afferma e promette in campagna elettorale e quanto poi fa concretamente.
Una presenza in giunta sarebbe stata importante anche per la situazione di profonda crisi economica che vive il nostro territorio.
E non basta certo la carica di presidente del consiglio a mitigare questa mancata entrata del Vco in giunta regionale.
Dopo pochi giorni il centro destra non mantiene una promessa fatta ai cittadini del VCO.
Coordinamento provinciale PD VCO