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Autonomia del VCO: altro passo verso la legge.

image Nella giornata di ieri lunedì 4 maggio l’ottava commissione del Consiglio Regionale  ha licenziato il testo del Disegno di Legge della Giunta Regionale  che riconosce particolari forme di autonomia amministrativa alla Provincia del VCO, nella stessa seduta  è stato nominato relatore del Disegno di Legge il consigliere Aldo Reschigna.
Hanno votato a favore il Partito Democratico , Rifondazione Comunista , Sinistra Democratica, Italia dei Valori e SDI, ha votato contro il gruppo dei Moderati  e si sono invece riservati di decidere in aula il voto  Forza Italia, Alleanza Nazionale  e Lega Nord. Ora il testo del disegno di legge giungerà in aula per potere velocemente, ci auguriamo , diventare legge della Regione Piemonte. “Siamo soddisfatti – affermano i consiglieri Reschigna e Travaglini – dell’esito della ottava commissione, è stato un impegno non semplice, che a volte abbiamo in Regione condotto con qualche difficoltà, ma oggi ripetiamo siamo soddisfatti.
Ricordiamo che il disegno di legge trasferisce risorse economiche alla Provincia del Vco, circa otto milioni di Euro, e competenze su molte materie soprattutto legate alla montagna.
Tutto ciò consentirà al VCO di potere decidere in autonomia su molte questioni e di potere cogliere le nostre specificità per costruire un nuovo futuro.
E’ un risultato importante”.

La legge regionale sull’autonomia del Vco è più vicina.

image Nella giornata di ieri, lunedì 20 aprile, l’ottava commissione del Consiglio Regionale ha espresso il parere favorevole sul disegno di legge della Giunta regionale con il quale vengono conferite speciali funzioni amministrative alla Provincia del Vco : disegno di legge conosciuto come autonomia del VCO.
Ora l’iter prevede il parere della 1^ commissione del Consiglio Regionale sulla norma finanziaria prevista dal disegno di legge , parere previsto per la prossima settimana, per poi essere definitamene votato dall’ottava commissione e successivamente approdare all’aula. l’ottava commissione del Consiglio regionale ha votato tutti gli articoli del Disegno di legge e poi votato anche il disegno di legge nel suo complesso.
Il voto da parte dell’Ottava commissione è stato favorevole da parte di tutti i gruppi della maggioranza di centro sinistra della Regione Piemonte , ad eccezione del gruppo dei Moderati che ha votato contro, mentre Forza Italia e Lega Nord si sono riservati il voto in aula , cioè non hanno espresso nessun voto, e le altre forze politiche della minoranza (ad esempio Alleanza Nazionale non erano presenti). Nel corso delle settimane scorse il provvedimento aveva incontrato non poche difficoltà sia da parte di alcuni gruppi consiliari del Centro sinistra sia da parte del centro destra e se si è arrivati all’esito di ieri è soprattutto grazie al fatto che noi due Consiglieri Regionali abbiamo condotto un duro lavoro politico anche all’interno della maggioranza supportati con molta convinzione da parte della Presidenza della Giunta Regionale Mercedes Bresso e da parte dell’Assessore Regionale agli Enti locali Sergio Deorsola ai quali vogliamo rivolgere un sentito ringraziamento per l’impegno e la disponibilità che hanno saputo dimostrare su questa vicenda.

E’ una vicenda che abbiamo vissuto all’interno del Consiglio Regionale in grande solitudine con il sincero appoggio da parte del gruppo regionale del Partito Democratico; una solitudine che la dice lunga sulla coerenza che a livello regionale si manifesta concretamente quando sono in discussione le sorti della nostra “ piccola “ provincia.

Il Centro Destra, che aveva presentato una proposta di legge sullo stesso tema non ha votato il provvedimento, e non ci si venga a dire che tale non voto è frutto del fatto che loro avrebbero voluto di più per il VCO, perché questo non è vero. Valgano più di tutti i proclami politici i reali comportamenti riportati nei verbali della ottava commissione, per testimoniare il fatto che da parte del centro destra si è solo cercato di sfruttare i comportamenti iniziali di alcuni gruppi di centro sinistra per non mandare avanti alcun provvedimento per il Vco cercando poi di far ricadere le colpe solo su alcuni gruppi di centro sinistra.

Valgono i verbali nei quali sono riportati atteggiamenti del centro destra che dicono che ogni volta si invocava la preoccupazione di non creare condizioni migliori al VCO rispetto alle altre province, si disquisiva sul fatto se solo il VCO è da considerarsi o meno una Provincia montana , si ragionava sul fatto se il Vco è talmente marginale da meritare o meno un aiuto .

Altro che i ragionamenti sulla autonomia come condizione per un territorio per potere governare al meglio le proprie specificità, altro che autonomia per potere sostenere le popolazioni e le amministrazioni che in montagna hanno condizioni differenti che in altre parti.

Siamo troppe volte rimasti soli in queste settimane e però non abbiamo abbandonato la convinzione profonda nei nostri atteggiamenti.

E’ la prima volta che gruppi consiliari di minoranza presentano una proposta di legge e poi fanno di tutto perché la stessa non vada avanti con la necessaria velocità e vogliamo non solo ribadire questo concetto ma anche dire che da parte dei gruppi di minoranza non sono state presentate proposte per migliorare il testo: niente a tale riguardo è stato espresso.

Siamo convinti della bontà del nostro impegno e siamo contenti del risultato del nostro lavoro.
Ci dispiace solo che mentre nel VCO si fanno alcuni ragionamenti a Torino se ne fanno altri e siamo sinceramente dispiaciuti che molte volte nel Centro destra prevalgono logiche politiche (non facciamo favori all’attuale maggioranza provinciale) e non invece gli interessi della comunità del Vco.

Il Vco non ha saputo presentarsi unito e rivendicare tutti assieme un’attenzione da parte della Regione Piemonte .

Il Vco non ha saputo fare questo e non per colpa nostra per le evidenti scelte da parte del centro destra .

Oggi noi speriamo che il testo licenziato dalla Ottava commissione possa avere un iter in aula veloce: non dipenderà solo da noi ma noi continueremo a lavorare.

I Consiglieri regionali
Aldo Reschigna       Marco Travaglini

L’ armamento dei Vigili Urbani a Domodossola

Riportiamo un commento di Vittorio ORIGGI, Segretario della CGIL Funzione Pubblica VCO
Dal 29 marzo u.s. gli agenti della Polizia Municipale nella città di Domodossola svolgono i propri servizi d’ istituto armati, a seguito della decisione politica della Giunta Marinello, di dotarli di una pistola “Beretta” che dovrà essere portata infilata nella fondina appesa ad un cinturone. E’ anche poi significativo osservare che i primi vigili a dover uscire armati sono stati, nella prima mattinata del 30 marzo verso le ore otto, quegli agenti che dovevano prestare servizio davanti alle scuole elementari e medie, dove nel via vai di bambini e genitori, alcune mamme, dopo aver squadrato i vigili da capo a piedi, si sono avvicinate chiedendo anche un po’ allarmate: “Non sarà mica carica davvero?”.
La Funzione Pubblica CGIL del VCO ribadisce di avere una valutazione positiva del ruolo e delle funzioni esercitate dagli Enti Locali in questi anni, pur se qualche riflessione è necessaria però avanzarla, anche alla luce delle trasformazioni e delle novità che si stanno verificando a livello istituzionale, trasformazioni che impongono un ruolo forte ma democratico, nella ricerca quindi di un equilibrio tra il governo della cosa pubblica, l’ordine, la sicurezza e la rappresentatività delle istituzioni democratiche, che a livello locale non ha bisogno d’ulteriori articolazioni sul territorio di una polizia locale, provinciale o comunale, simile a quella statale. In questi mesi il tema della sicurezza è stato quello che maggiormente ha attirato l’attenzione di cittadini e stampa, anche in relazione ai tanti annunci e proclami fatti dal Governo di centro-destra.
  
   Annunci che spesso hanno messo in evidenza le stesse contraddizioni all’interno della maggioranza di Governo ed una presunta linea di fermezza che però paradossalmente non affronta le questioni vere che sono alla base della insicurezza o dell’illegalità.
  
   E’ perlomeno singolare, che mentre si agita fermezza, non si trovi altro da porre in essere se non una compressione della capacità investigava della Magistratura e delle Forze di Polizia, attraverso l’introduzione di norme draconiane in materia di intercettazioni telefoniche.
 
   In pratica, non si punta a chiarirne meglio i limiti, punirne gli abusi o garantire il necessario rispetto della privacy, ma semplicemente a impedire che tale strumento investigativo sia utilizzabile per indagini relative a reati di corruzione, concussione, delitti contro la Pubblica Amministrazione, cioè proprio quei comportamenti che penalizzano i cittadini, le casse dello stato ed utilizzano le istituzioni per fini personali o per connivenze con la criminalità.

   In questo contesto, mentre si cerca di abbassare il livello d’ intervento della Magistratura assistiamo anche al fallimento dell’ idea tanto cara al  Governo di centro-destra, quella del poliziotto di quartiere,  ma anche ad un approccio a cercare soluzioni per l’ ordine e la sicurezza, con maggiori poteri ai Sindaci, che inevitabilmente coinvolgono la polizia locale attraverso iniziative, a dir poco singolari.

   Queste, molto spesso, su iniziativa dei “Sindaci sceriffi”, nuovi demiurghi della sicurezza, mirano a chiederne l’ armamento o dove questo già esiste, a potenziarne in mille modi diversi gli strumenti d’ offesa, per farne una sorte di “polizia federale”, o meglio ancora del Sindaco.

   Per questo motivo il "fai da tè" che sta attraversando i Comuni della penisola, di fatto illude i cittadini e fa della polizia locale la principale responsabile della sicurezza cittadina, soprattutto quando, si è di fronte all’ assenza di un vero e proprio coordinamento con le altre strutture addette alla legalità e alla sicurezza.

   Queste scelte, non ci convincono per niente, sono spesso solo d’ immagine, mortificano tra l’altro la storia, il ruolo e la professionalità della Polizia locale, rendendola residuale rispetto alle forze di Polizia nazionali.

   In questi mesi assistiamo poi ad ogni forma di becera propaganda sulla sicurezza che non ha nulla da spartire, a nostro avviso, con il dovere, di un’ Amministrazione Comunale, di garantire ai cittadini serie politiche integrate di sicurezza urbana, che vanno dalla tenuta della legalità, agli standard qualitativi dei servizi pubblici.

   Sappiamo tutti che l’Ordine Pubblico è di competenza della Polizia statale e che quella locale ha un suo ruolo specifico, di pari dignità, nella sicurezza delle città e nello assetto democratico del vivere civile, che va difeso, non snaturato, potenziandone le peculiarità e l’autonomia operativa ed organizzativa, e valorizzandone il patrimonio professionale indispensabile per la vivibilità di ogni città del nostro Paese.

   Le Amministrazioni Locali, allora, per prevenire e reprimere le violazioni amministrative o penali, non devono ispirarsi ad altre forze di polizia ma devono attivare idonei percorsi professionali permanenti, coerenti con le funzioni ed i compiti che la legge 65/86 e la stessa Costituzione assegnano alla Polizia locale.

   Devono organizzare il lavoro incentrandolo su funzionalità e tutela degli operatori, compresa l’autonomia dalle indebite ingerenze politiche.

   Devono applicare correttamente gli istituti contrattuali previsti per questo fondamentale servizio pubblico e investire adeguate risorse, in concerto con lo Stato e le Regioni attraverso piani pluriennali in strutture, mezzi e dotazioni organiche.

   E’ questa la Polizia locale, che va coordinata con le Forze di Polizia statale per garantire così, ognuno, in rapporto alla propria specifica peculiarità professionale, le migliori condizioni di sicurezza e legalità.

     Le questioni sociali presenti nel nostro paese, conseguenza di vecchie e nuove emarginazioni che contraddistinguono alcuni fenomeni della società italiana, quali ambulanti immigrati o locali appartenenti alle zone povere del pianeta o alle realtà emarginate del paese, non possono essere risolte con la politica del manganello, che tra l’altro è espressione di uno stato repressivo forte con i deboli e debole con i forti, e di una società pseudo razzista, piuttosto che d’ istituzioni democratiche.

      La politica del manganello non è la risposta giusta neanche di fronte ad una richiesta di sicurezza da parte dei cittadini che riteniamo, ovviamente, legittima.

   A noi sembra che il voler a tutti i costi assegnare altri compiti alla Polizia locale, distogliendola dai suoi d’ istituto, da una parte serve a nascondere i problemi reali relativi alla sicurezza e dall’altro espone gli agenti ad ogni sorta di rischio, compreso quello di dover sopperire alle disfunzioni e alle mancanze di scelte politico – amministrative.

   Questo scenario sempre più preoccupante, è anche conseguenza della mancanza di una riforma ordinamentale, oramai indispensabile che chiarisca, fino in fondo compiti e funzioni e garantisca tutele e professionalità e affermi il ruolo della Polizia Locale nelle politiche integrate di sicurezza urbana, alla luce della sua tradizione e specificità.

     La riforma dovrà chiarire compiti e funzioni, questioni essenziali per valorizzare e garantire il ruolo che la Polizia Locale esercita nelle politiche integrate di sicurezza urbana, nel rispetto delle specifiche peculiarità professionali, e nella garanzia di pari dignità con le forze di polizia ad ordinamento statale.

     Questa riforma, sempre invocata dagli addetti ai lavori, discussa dai politici, dalle istituzioni, non ha mai concluso il suo iter parlamentare.

      Non può diventare, per tutti, una sorte d’Araba Fenice.                                                               
        
      La Funzione Pubblica CGIL è pronta ad un confronto vero con la parte Pubblica sulla sicurezza, senza ideologismi e nel merito delle questioni, ma rileviamo che l’altrui ideologismo e la voglia di rendere residuale l’azione sindacale spingono non solo il Governo, ma anche quello di tante Amministrazioni Locali, verso operazioni di facciata che aggraveranno nei fatti non solo i problemi dei cittadini, ma anche quelli dei lavoratori della Polizia Locale, peggiorandone sia le condizioni di lavoro e sia quelle del loro salario, facendogli pagare “l’ effetto Brunetta”, sottraendogli parte delle indennità e del salario accessorio, ed questo in piene sintonia con la campagna di aggressione contro il lavoro ed i dipendenti pubblici.

L’ineleggibilità del sig. BONETTI a presidente della S.p.a. Valle Ossola

Il conferimento al sig. Bonetti dell’ incarico di presidente della S.p.a. Valle Ossola è avvenuto in contrasto alle prescrizioni previste dalla legge “27 dicembre 2006, n°296” (legge finanziaria 2007), comma n°734.
Tale comma recita:
“Non può essere nominato amministratore di ente, istituzione, azienda pubblica, società a totale o parziale capitale pubblico chi, avendo ricoperto nei cinque anni precedenti incarichi analoghi, abbia chiuso in perdita tre esercizi consecutivi”.
Questa è la situazione nella quale si trova il signor Bonetti. Precisiamo subito che non vi è – da parte nostra – alcun giudizio censorio personale verso l’ eletto: sono note le difficoltà di bilancio di molte Società pubbliche. La successiva circolare “13 luglio 2007, cap. IV e V” dell’ allora ministro Lanzillotta introdusse una serie di chiarimenti applicativi che, tuttavia, non modificano lo spirito di questo comma, diretto ad introdurre un più stringente criterio di valutazione del curriculum del candidato, da compiersi al momento del conferimento dell’ incarico.
D’ altra parte, non conosciamo quali fossero gli obbiettivi contabili della programmazione gestoria dell’ Ente per i tre anni consecutivi di perdita, né se il risultato di ciascun esercizio sia stato al di sopra o al di sotto di tali obbiettivi.
In ogni caso, è da ritenere imprudente, per qualunque Amministrazione Comunale, doversi addentrare in simili valutazioni.
Noi esprimiamo un giudizio politico negativo su quelle Amministrazioni Comunali , che non hanno compiuto la valutazione di merito per la scelta del Presidente della S.p.a. Valle Ossola o, facendola, hanno adottato un criterio di colpevole leggerezza.
Si sono create le condizioni di rischio per la S.p.a. Valle Ossola di pervenire ad atti successivamente sanzionabili come inefficaci.
l’ inevitabile danno economico che ne deriverebbe si ribalterebbe sulle casse comunali.
Per questi motivi, sollecitiamo le rapide dimissioni del signor Bonetti per pervenire alla nomina di un nuovo presidente per il quale sussistano le condizioni di eleggibilità, oltre ogni ragionevole dubbio.
Pur non rientrando nello spirito e nella prassi di queste Amministrazioni Comunali, la consultazione dell’ opposizione sarebbe – nel caso – un segno di buon senso.

PD- Circoli dell’Ossola

DALLA REGIONE 525.000 EURO DESTINATI ALLE OPERE PUBBLICHE DEL VCO

image l’Assessorato alle Opere Pubbliche della Regione Piemonte ha assegnato contributi pari a 525.000 euro a 15 Comuni del Verbano Cusio Ossola che hanno presentato domanda sulla base del Bando sulla Legge 18/84 per il miglioramento e la sistemazione di infrastrutture stradali, sedi municipali, opere cimiteriali, illuminazione.
I Consiglieri regionali del VCO, Aldo Reschigna e Marco Travaglini del Partito Democratico hanno sottolineato l’importanza di tale atto per questo territorio, affermando: “La Regione Piemonte ha, anche quest’anno, voluto, nel limite delle proprie disponibilità economiche, prevedere un’importante aiuto ai Comuni del Verbano Cusio Ossola che si trovano spesso in difficoltà nell’attuare opere di sistemazione di strade, illuminazione pubblica, sedi municipali, cimiteri a causa di bilanci molto limitati e delle mancanza di fondi”. “Questo – continuano Reschigna e Travaglini – è un provvedimento fondamentale per alcuni Comuni del nostro territorio che hanno presentato domanda e che potranno intervenire, ora, su opere pubbliche importanti per la propria collettività. Nell’ambito dell’erogazione dei contributi sono stati privilegiate le domande che presentavano criteri di particolare urgenza, nonché richieste di salvaguardia di infrastrutture esistenti e di loro messa in sicurezza”.
“Il fondo regionale di 525.000 euro – concludono Aldo Reschigna e Marco Travaglini – è stato ripartito fra 15 Comuni della nostra Provincia: Arizzano, Baceno, Bannio Anzino, Baveno, Belgirate, Bognanco, Cannero Riviera, Cavaglio Spoccia, Ceppo Morelli, Craveggia, Nonio, Pallanzeno, Santa Maria Maggiore, Stresa, Vanzone con San Carlo”.
Ufficio Stampa Gruppo consiliare Partito Democratico

In cinque anni oltre 77 milioni per lavori pubblici. Ravaioli: “Sostegno concreto all’economia”

image “Il governo ha voluto dare una scossa al comparto edile, preoccupato dalla crisi del settore? Bene, noi sono cinque anni che investiamo in opere pubbliche” dice il presidente Paolo Ravaioli commentando le ultime notizie sul piano casa in corso di approvazione.
Dal 2004 a oggi, l’Amministrazione provinciale ha stanziato oltre 77,5 milioni di euro per lavori sulle strade provinciali del Verbano Cusio Ossola e per interventi di edilizia scolastica.
“Abbiamo dato una mano concreta all’economia locale, attivando progetti finanziati con fondi provenienti dal nostro bilancio e da quello regionale. Soprattutto in Cannobina e in Anzasca gli interventi, in termini finanziari, sono stati notevoli, ma anche in Val Strona e in tutto il territorio provinciale l’impiego di risorse umane e finanziarie è stato forte” sottolinea Ravaioli. Per quanto riguarda la viabilità sono stati messi in cantiere 102 interventi (di cui 66 già completati e 9 in avanzato stato di esecuzione) per un totale di 54.184.000 euro. Di questi, oltre 20 milioni sono stati investiti per la provinciale dell’Anzasca, 8.621.000 in Valle Cannobina e circa 2 milioni in Val Strona.
Per l’edilizia scolastica sono stati invece stanziati 23.330.000 euro. Come noto, gli interventi principali hanno riguardato la costruzione delle nuove sedi dell’Istituto alberghiero “Maggia” di Stresa (7.178.000 euro) e del Liceo di Omegna (6.726.000), mentre 3.200.000 sono stati impiegati per le opere necessarie al riordino degli Istituti “Marconi”, “Galletti” ed “Einaudi” di Domodossola.

Ufficio Stampa Provincia del Verbano Cusio Ossola