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La commedia degli equivoci

La messinscena del Presidente Nobili e del suo Assessore Bendotti ha tutte le caratteristiche di una commedia degli equivoci, nella quale l’elemento comico si fonde a quello tragico e propriamente drammatico che purtroppo, in questo caso, è la tromba d’aria che ha colpito duramente la città di Verbania.Da quella notte nascono gli equivoci e gli errori che portano a prese di posizione dure dell’assessore Bendotti che accusa il Presidente della provincia di non averlo nemmeno avvisato e di aver appreso la notizia solo da alcuni conoscenti.. La replica non si fa attendere, il Presidente a capo del regime toglie le deleghe alla protezione civile addirittura utilizzando la polizia provinciale (sic!) che le consegna direttamente a casa del povero assessore.La confusione a questo punto si impadronisce della scena, le accuse e le contraccuse non lasciano nulla al caso, costringendo altri protagonisti ad intervenire a difesa dell’uno o dell’altro.Passano i giorni nei quali le azioni importanti non si svolgono più in scena, ma dietro le quinte fino all’incontro di ieri sera tra le due fazioni che porta alla retromarcia del Presidente Nobili il quale dichiara che hanno appurato che qualcosa a livello di comunicazione interna al servizio provinciale alla protezione civile quella notte non ha funzionato, ecco l’equivoco, e che forse sono stati fuorviati anche da bollettini che non prevedevano un fenomeno meteorologico di tale intensità. Con questa ultima dichiarazione cala il sipario su questa commedia e forse anche su questa provincia che, dopotutto, meritava una fine più gloriosa.

P.S.
Si vocifera che il sindaco di Roma Alemmano, appresa la motivazione del presidente Nobili relativa ai bollettini meteorologici, voglia accusare Nobili per plagio in quanto avrebbe copiato le sue dichiarazioni rilasciate dopo la grande nevicata che bloccò Roma lo scorso febbraio.

Paolo Ravaioli
Capogruppo Pd

Sulla situazione preoccupante di ConserVco è necessario fare chiarezza al più presto

Il Partito Democratico del Vco esprime forte preoccupazione in merito alla notizia relativa allo stato di agitazione che i sindacati hanno lanciato lunedì scorso per la delicata situazione di Conser Vco.
La nostra speranza – afferma Antonella Trapani segretario provinciale del Pd –  è che l’incontro programmato prossimamente in prefettura possa rasserenare gli animi e dare le giuste garanzie a tutti i lavoratori, sia di ConserVco che delle cooperative che collaborano da anni con questa società.
Le continue voci che si sollevano intorno alla società, le difficoltà di collaborazione fra gli amministratori di ConserVco e quelli di Coub (palesate dal botta e risposta tra i due presidenti Campanini della Lega e Monti del Pdl) ci richiamano alla necesittà di un sereno confronto per trovare le soluzioni per uscire da una situazione di palese difficoltà di liquidità, economica e di qualità dei servizi.
Il budget della società presentato al “controllo analogo” un mese fa e illustrato ai soci nel corso dell’assemblea svoltasi a Villadossola, visto la previsione di perdita che supererebbe i 900 mila euro, è da molti considerato un dato preoccupante nonostante le rassicurazioni del Cda stesso.
Proprio in quest’ottica – conclude Antonella Trapani – crediamo necessario chiarire la situazione.
Innanzitutto da parte del presidente del Cda, il leghista Campanini (che tra l’altro aveva annunciato ai giornali mesi fa l’intenzione di dimettersi dopo la sua avvenuta elezione a segretario provinciale della lega Nord).
Chiarezza che devono chiedere con forza i soci e le amministrazioni comunali, a partire dal maggior azionista di ConserVco ossia il comune di Verbania che, purtroppo, appare troppo assente ed estraneo alla vicenda.

Pd VCO
Ufficio stampa

RILANCIAMO I TERRITORI MONTANI

L’approvazione bipartisan della mozione da noi presentata, insieme a quella della maggioranza, nel Consiglio regionale straordinario richiesto dal PD sul tema della montagna, rappresenta una tappa importante per il rilancio su basi nuove di un territorio, quello alpino, che occupa il 52% della superficie del Piemonte.
L’avvio del percorso di costruzione della Macroregione Alpina, che avviene proprio in queste ore, rappresenta infatti un’occasione imprescindibile per guardare a questi territori con occhi nuovi. Le possibilità di coordinamento e sinergia di politiche e risorse che la macroregione offre sul piano comunitario è un’opportunità da non perdere per una politica seria sulla montagna.
Ma questo non è tutto. Il fatto che nel programma di aiuti comunitari 2014-2020 alla montagna venga per la prima volta riconosciuto un capitolo specifico, e che proprio in questi mesi sia in discussione in Regione il nuovo modello istituzionale di governo che subentrerà alle Comunità montane, rappresentano un’occasione per ridiscutere e rilanciare il futuro dei territori montani.
Perché questo avvenga è però necessario, come è chiaramente indicato nella mozione, che il Consiglio regionale diventi centro di discussione e di decisione su questi temi, e che le Comunità locali interessate vengano coinvolte nel confronto e nelle decisioni. Il fatto che su queste proposte si sia registrata la convergenza dei gruppi in Consiglio regionale e l’apprezzamento del presidente Cota ci rafforza nell’idea che la discussione di oggi non sia stata un semplice esercizio retorico, ma un impegno concreto per il rilancio su nuove basi dei territori montani piemontesi.
Alla Giunta regionale chiediamo però coerenza: alle Unioni dei Comuni montani si affidino le stesse funzioni che la legge regionale 16 considera come indispensabili per lo sviluppo economico della montagna. Né si può pensare che le politiche della montagna possano essere correttamente affrontate su grandi aree territoriali, e poi in Piemonte pensare a microaree territoriali. Non si può rafforzare la montagna frammentando e parcellizzando il sistema di governo.

Aldo Reschinga

 

ORDINE DEL GIORNO SUL FUTURO DELLA PROVINCIA

Di seguito l’Ordine del Giorno presentato dal capogruppo Paolo Ravaioli in merito al futuro della provincia

Il sottoscritto Capogruppo Paolo Ravaioli, a nome dell’intero Gruppo Consiliare del Partito Democratico,

–          preso atto, dalle notizie apparse sugli organi di stampa, dell’ipotesi di accorpamento delle Provincie piemontesi che prevede la fusione in un ente di gestione di area vasta del Verbano Cusio Ossola con Novara, Biella, Vercelli;

–          atteso che questo Consiglio provinciale aveva deliberato e dato mandato al Presidente di “tutelare” la specificità montana del V.C.O, riconosciuta dall’art.8 dello statuto regionale;

–          constatato che, proprio in questa fase di costituzione di un ipotetico nuovo ente è necessario costruire e proporre nelle sedi di confronto un progetto di organizzazione del nostro territorio , maturato con tutti i soggetti portatori di interessi;

–           considerato che non è ipotizzabile delegare ai soli momenti istituzionali  l’elaborazione del ogetto decisivo per il futuro del Verbano Cusio Ossola

con la presente

 CHIEDE

  la costituzione di apposita Commissione Consiliare, che elabori e  prospetti le specificità,del VCO, anche avvalendosi di contributi diversi, allo scopo di presentare ai tavoli di discussione e confronto istituzionale sulla   organizzazione  della nuova provincia, una piattaforma di bisogni del nostro territorio e quindi di esigenze alle quali non è possibile rinunciare.

Per il Gruppo Consiliare del Partito Democratico

Il capogruppo Paolo Ravaioli

 

UNA NUOVA PRIMAVERA DEI DIRITTI CIVILI

Sono arciconvinto che la battaglia per il riconoscimento dei diritti per tutti sia un fatto di puro buonsenso, dove non contano le appartenenze ma il tasso di civiltà. Dire, come ha fatto il segretario del Pd che è “inaccettabile che in Italia non vi sia un testo normativo che conferisca alle coppie omosessuali dignità sociale e presidio giuridico”, equivale a prendere atto di una realtà amara a cui porre riparo. Non è giustificabile che questo Parlamento non sia nemmeno riuscito a varare una legge contro l’omofobia. E’ su questi temi, legati alla regolarizzazione delle unioni civili, a cui vanno aggiunti il divorzio breve, l’introduzione del diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia e il testamento biologico, che si giocherà la capacità di parlare al Paese da parte della classe politica più avveduta e aperta. L’esperienza europea ci dice che questi sono temi che fanno parte dell’identità delle persone progressiste. Dunque, l’apertura del leader del Pd sulle unioni civili è una posizione di maturità e di civiltà; e chi la contrasta sbaglia clamorosamente. C’è una domanda di cambiamento e di diritti che viene dal Paese e non può rimanere inascoltata, poiché tanta parte dell’opinione pubblica italiana si aspetta di vedere dei fatti concreti. Non è accettabile che ci siano cittadini senza diritti. L’ultimo rapporto Eurispes riportava, in percentuali, cosa ne pensano gli italiani su questi temi. E diceva che i nostri concittadini ( il 58,9%) si sono finalmente resi conto che urge una legge che regolarizzi le unioni civili, anche quelle omosessuali. Significa che una netta maggioranza ritiene l’omosessualità una forma legittima d’amore e che occorre tenerne conto rispondendo ad una domanda di civiltà e di modernità davanti alla quale non è più pensabile far finta di nulla. C’è un obiezione ricorrente: la crisi economica e sociale è la priorità assoluta su cui concentrare le attenzioni. Verissimo. Ma è pure altrettanto vero che i diritti civili non sono un ammennicolo ma una delle questioni-cardine di una moderna democrazia. Dunque, nessun alibi. Si può e si deve fare l’uno e l’altro, oltre gli schieramenti di appartenenza, per non restare il fanalino di coda dell’Europa. In Gran Bretagna il premier conservatore David Cameron ha aperto all’ipotesi di legalizzare le nozze gay entro il 2015. I due principali leader progressisti mondiali attualmente al governo, Barack Obama e Francois Hollande, si sono espressi a favore del diritto a sposarsi per le coppie gay. E la risoluzione approvata recentemente dal Parlamento di Strasburgo parla chiaro (per quanto non sia vincolante): i governi non devono imporre “definizioni restrittive di famiglia”. Credo sia tempo di proporre per l`Italia una nuova primavera dei diritti civili.

Marco Travaglini

CORDOGLIO PER GIULIO CESARE RATTAZZI

Il Partito Democratico del Vco esprime profondo cordoglio per la morte di Giulio Cesare Rattazzi il quale, nonostante da anni si era trasferito a Torino, è stato per molti un punto di riferimento per la vita politica ed amministrativa della città di Verbania.
Vice  Presidente del Consiglio comunale di  Torino e membro della segreteria regionale del Partito Democratico, Ratazzi ha creduto profondamente nel progetto democratico fin dai suoi albori.
“Per noi giovani amministratori era un esempio “ ricorda oggi con affetto  Aldo Reschigna. Ed è proprio il consigliere regionale del Pd a ricordare la lungimiranza politica di Rattazzi che, alla testa dell’assessorato alle finanze della città di Verbania istituì il consiglio tributario.  “E’ stato una antesignano dei tempi. Oggi si parla tanto di lotta all’evasione. Inizio anni ’90 quando istituì questo consiglio pochi capirono il suo scopo. Eppure era nato per lavorare in sinergia con l’agenzia dell’entrate “.
Alla sua famiglia e a tutti i suoi cari, va il nostro sentito cordoglio.